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Integrali multipli — Parte 1 (teoria)

Integrali doppi, Teoria Funzioni di più variabili

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Integrali multipli – Teoria

L’integrale definito di una funzione di una variabile esprime l’area sottesa al grafico della stessa. Il grafico di una funzione di 2 variabili x,y consiste in una superficie nello spazio tridimensionale e dunque è naturale chiedersi se un’operazione simile consenta di esprimere il volume racchiuso tra il grafico della funzione e il piano xy. I cosiddetti integrali multipli forniscono precisamente uno strumento atto a questo scopo.

Questa dispensa è la prima parte di un lavoro dedicato allo studio degli integrali doppi, dei quali intende presentare la teoria essenziale, con particolare riferimento ai seguenti argomenti:

  • Integrali doppi su rettangoli e loro proprietà;
  • Integrali su domini semplici, regolari e misurabili secondo Peano-Jordan;
  • Integrazione delle funzioni continue e teorema della media integrale.

Il testo è quindi una guida essenziale e chiara per chi desidera avvicinarsi o approfondire la teoria degli integrali doppi.

Nella seconda parte, invece, affronteremo problemi pratici su come calcolarli. Non ti resta dunque che cominciare la lettura!

Autori e revisori

 

Notazioni

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\mathbb{R}

\mathring X, \partial X

\mathcal A(\mathcal R)

\langle \mathcal P_1,\mathcal P_2\rangle

S(f, \mathcal P), s(f, \mathcal P)

S(f), s(f)

\int_{\Omega} f

\vert \mathcal R \vert, \vert A \vert

\chi_\Omega

graf(f)

\text{Im} f

B_r (x_0,y_0):

rettangolo di \mathbb R^2

interno e frontiera di un insieme X: [5];

insieme delle partizioni plurirettangolari del rettangolo \mathcal R \subset \mathbb R^2;

partizione plurirettangolare generata dalle partizioni \mathcal P_1, \mathcal P_2

somma superiore e inferiore di f relative alla partizione \mathcal P;

integrale superiore e inferiore di f;

integrale di f sull’insieme \Omega;

volume n-dimensionale del rettangolo \mathcal R, misura di Peano-Jordan dell’insieme A;

funzione caratteristica dell’insieme \Omega;

grafico della funzione f;

immagine della funzione f;

palla di centro (x_0,y_0) e raggio r.

    \[\,\]

    \[\quad\]

 

Introduzione

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La definizione di integrale di funzioni f \colon \mathbb{R}^n \to \mathbb{R} per n \geq 2 è una naturale estensione di quella già nota in \mathbb R, con l’importante differenza che, mentre in quest’ultimo caso si integra su intervalli (limitati o illimitati), nel caso n-dimensionale gli insiemi di integrazione sono più complessi come, ad esempio, triangoli, cerchi ed ellissi in \mathbb R^2, sfere e parallelepipedi in \mathbb R^3.

Come ci si aspetta, quelli “più semplici” da trattare sono gli insiemi del tipo

    \[\mathcal R= [a_1, b_1] \times \cdots \times [a_n,b_n]  \qquad \text{con  $a_i$,$b_i \in \mathbb R$ e $a_i<b_i$ per ogni $i =1 \, \dots , n$,}\]

comunemente chiamati n-intervalli, in quanto sono l’analogo multidimensionale degli intervalli in \mathbb{R}, o più semplicemente rettangoli (come nel caso bidimensionale).

Sottolineiamo che in questa dispensa ci limitiamo al caso in cui n=2, cioè allo studio degli integrali doppi, ma il lettore può facilmente immaginare le ovvie estensioni dei risultati presentati a dimensioni n \geq 3.

Intuitivamente, vorremmo che l’integrale di una funzione f : \Omega \subset \mathbb R^2 \to \mathbb R^+ coincida con il volume tridimensionale della regione compresa tra il piano xy e il grafico della funzione stessa (si veda la figura 1).

   

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Figura 1: grafico di una funzione definita in un sottoinsieme \Omega \subset \mathbb R^2 a valori positivi.

   

 

Integrali doppi su rettangoli

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In questo paragrafo introduciamo le funzioni integrabili in un rettangolo di \mathbb R^2, pertanto ricordiamo le seguenti definizioni.

 

Definizione 1 (rettangolo). Un insieme \mathcal R  \subset \mathbb R^2, tale che

    \[\mathcal R= [a,b]\times [c,d] \qquad \text{con  $a$,$b$, $c$, $d \in \mathbb R$, $a<b$, $c<d$}\]

è detto rettangolo di \mathbb R^2. La sua area è definita come \vert \mathcal R \vert = (b-a) (d-c). Si pone per convenzione \vert \emptyset \vert =0.

 

Nel seguito faremo largo uso della seguente definizione di partizione. Essa formalizza l’idea intuitiva di scomporre una figura piana nell’unione di sottofigure che condividono i bordi, ma senza sovrapposizioni nelle parti interne.

 

Definizione 2 (partizione). Dato X \subseteq \mathbb R^2, una famiglia finita di insiemi \{X_i\}_{i=1}^k tali che

  • X_i \subset X \forall i = 1, \dots, k;
  • \bigcup _{i=1} ^k X_i =X;
  • \mathring X_i \cap \mathring X_j = \emptyset \forall i \ne j, dove \mathring X_i:= X_i \setminus \partial X_i;

è detta partizione di X.

 

Osservazione 3. La definizione di partizione appena data differisce dall’usuale definizione di partizione insiemistica, in cui si richiede che gli elementi della partizione siano disgiunti.

 

Ricordiamo, per completezza, la definizione di partizione plurirettangolare in \mathbb R^2:

 

Definizione 4 (partizione plurirettangolare). Sia \mathcal R= [a,b]\times [c,d]  \subset \mathbb R^2 un rettangolo, chiamiamo partizione plurirettangolare di \mathcal R una qualsiasi famiglia di rettangoli \{\mathcal R_i\}_{i=1}^k soddisfacenti le proprietà della definizione 2.   Inoltre, indichiamo con \mathcal{A}(\mathcal{R}) l’insieme delle partizioni plurirettangolari di \mathcal{R}.

 

Risulta possibile confrontare due partizioni plurirettangolari come chiarito dalla seguente definizione.

 

Definizione 5. Date due partizioni \mathcal P,\mathcal Q \in \mathcal A(\mathcal R), \mathcal P si dice più fine di \mathcal Q e si indica \mathcal P \leq \mathcal Q se

    \[\forall P \in \mathcal P \quad \exists Q \in \mathcal Q \quad \text{tale che $P \subset Q$}.\]

 

Osservazione 6. L’uso del simbolo \leq per indicare che una partizione è più fine di un’altra è giustificato dal fatto che l’essere più fine stabilisce un ordinamento parziale in \mathcal A(\mathcal R).

 

Spesso è utile considerare una partizione prodotto di un rettangolo \mathcal R = [a,b] \times [c,d] \subset \mathbb R^2, cioè una partizione ottenuta prendendo i prodotti cartesiani degli elementi di partizioni di [a,b] e [c,d], rispettivamente.

 

Definizione 7 (partizione prodotto). Sia \mathcal R =[a, b] \times [c, d] un rettangolo e siano \mathcal P_{[a,b]}, \mathcal P_{[c,d]} partizioni rispettivamente di [a,b] e [c,d] costituite da intervalli. Chiamiamo partizione prodotto \mathcal P= \mathcal P_{[a,b]} \times \mathcal P_{[c,d]} la partizione plurirettangolare di \mathcal R formata da elementi del tipo T_{i} \times Q_{j} dove T_{i} \in \mathcal P_{[a,b]} e Q_{j} \in \mathcal P_{[c,d]}.

 

Poiché le partizioni che consideriamo sono costituite da intervalli, esistono h,k \in \mathbb N tali che

    \begin{align*}\mathcal P_{[a,b]}&= \{[x_{i}, x_{i+1}] \} _{i=1}^k \qquad \text{con $a=x_1< x_{2}< \dots < x_{k+1}=b$},  \\\mathcal P_{[c,d]}&= \{[y_{j}, y_{j+1}] \} _{j=1}^h  \qquad \text{con $c=y_1< y_{2} < \dots <  y_{h+1}=d $}. \end{align*}

Per la definizione 7, un rettangolo \mathcal R è suddiviso dalla partizione \mathcal P_{[a,b]} \times  \mathcal P_{[c,d]} in kh rettangoli del tipo [x_{i}, x_{i+1}] \times [y_{j},y_{j+1}] con i=1, \dots, k, \,\,\, j=1, \dots , h.

Le partizioni prodotto sono quindi particolari tipi di partizioni plurirettangolari. Esse sono arbitrariamente fini, nel senso precisato dal prossimo lemma.

 

Lemma 8. Sia R=[a,b] \times [c,d] \subset \mathbb R^2 un rettangolo e sia \mathcal P \in \mathcal{A}(R) una sua partizione plurirettangolare. Allora esiste una partizione prodotto \mathcal{S} di R più fine di \mathcal P.

   

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Figura 2: illustrazione delle partizioni \mathcal{P} (in alto) e \mathcal{S} (in basso) del lemma 8: \mathcal{S} è una partizione prodotto più fine di \mathcal{P}.

   

Dimostrazione. Sia \mathcal P=\{R_\ell\}_{\ell=1}^N = \{[\alpha_\ell,\beta_\ell] \times [\gamma_\ell,\delta_\ell] \}_{\ell=1}^N. Consideriamo gli insiemi

(1)   \begin{equation*} \begin{gathered} \{\alpha_1, \beta_1, \alpha_2, \beta_2, \dots, \alpha_N, \beta_N\} = \{x_1, \dots, x_{k+1}\}, \\ \{\gamma_1, \delta_1, \gamma_2, \delta_2, \dots, \gamma_N, \delta_N\} = \{y_1, \dots, y_{h+1}\}, \end{gathered} \end{equation*}

(si veda la figura 2) costituiti dai numeri reali \alpha_\ell,\beta_\ell e \gamma_\ell, \delta_\ell riordinati e senza ripetizioni in modo che

(2)   \begin{equation*} a=x_1 < x_2 < \dots < x_{k+1} = b, \qquad c= y_1 < y_2 < \dots < y_{h+1} = d. \end{equation*}

Sono quindi definite le partizioni

(3)   \begin{equation*} \mathcal{P}_{[a,b]}=\{[x_i,x_{i+1}]\}_{i=1}^k, \qquad \mathcal{P}_{[c,d]}=\{[y_j,y_{j+1}]\}_{j=1}^h \end{equation*}

rispettivamente di [a,b] e [c,d]. Consideriamo la partizione prodotto

(4)   \begin{equation*} \mathcal{S} \coloneqq \mathcal{P}_{[a,b]} \times \mathcal{P}_{[c,d]} = \{T_\ell\}_{\ell=1}^{M} \end{equation*}

di R generata da \mathcal{P}_{[a,b]} e \mathcal{P}_{[c,d]}, rappresentata in basso in figura 2. Affermiamo che \mathcal{S} è più fine di \mathcal{P}. Infatti, dato [x_i,x_{i+1}] \times [y_j,y_{j+1}] \in \mathcal{S}, poiché esso è contenuto in R, la sua parte interna ha intersezione non vuota con un rettangolo R_\ell = [\alpha_\ell,\beta_\ell] \times [\gamma_\ell,\delta_\ell] \in \mathcal{P}. Allora, per come sono definiti i numeri reali x_i,y_j, si ha

(5)   \begin{equation*} \alpha_\ell \leq x_i, \qquad \beta_\ell \geq x_{i+1}, \qquad \gamma_\ell \leq y_j, \qquad \delta_\ell \geq y_{j+1}, \end{equation*}

e ciò prova che R_\ell \supseteq [x_i,x_{i+1}] \times [y_j,y_{j+1}], pertanto \mathcal{S} è più fine di \mathcal{P}.

 

L’area dei rettangoli è additiva, come mostrato dal prossimo lemma.

 

Lemma 9 (additività dell’area dei rettangoli). Sia R=[a,b] \times [b,c] \subset \mathbb R^2 un rettangolo e sia \mathcal P=\{R_i\}_{i=1}^N una partizione plurirettangolare di R. Allora

(6)   \begin{equation*} |R|= \sum_{i=1}^N |R_i|. \end{equation*}

 

Dimostrazione. Dimostriamo la proposizione prima per una partizione prodotto, poi per una qualsiasi partizione plurirettangolare.  

  • Se \mathcal P è una partizione prodotto, siano \mathcal Q=\{[a_j,b_j]\}_{j=1}^M e \mathcal T=\{[c_\ell ,d_\ell]\}_{\ell=1}^L le partizioni di [a,b] e [c,d] tali che  

    (7)   \begin{equation*} \begin{gathered} a=a_1 < b_1=a_2 < b_2=a_3 < \dots < b_{M-1}=a_M < b_M =b \\ c=c_1 < d_1=c_2 < d_2=c_3 < \dots < d_{L-1}=c_L < d_L =d. \end{gathered} \end{equation*}

    Allora si ha

    (8)   \begin{equation*} \begin{split} |R| = & (b-a) (d-c) \\ = & \left(\sum_{j=1}^M (b_j-a_j) \right) \left(\sum_{\ell=1}^L (d_\ell -c_\ell) \right) \\ = & \sum_{\substack{j \in \{1,\dots,M\}\\ \ell \in \{1,\dots,L\}}} (b_j-a_j)(d_\ell -c_\ell) \\ = & \sum_{\substack{j \in \{1,\dots,M\}\\ \ell \in \{1,\dots,L\}}} \Big| [a_j\,b_j] \times [c_\ell ,d_\ell]  \Big|. \end{split} \end{equation*}

  • Se \mathcal{P} è una generica partizione di \mathcal R, il Lemma 8 assicura l’esistenza di una partizione \mathcal{S}=\{T_j\}_{j=1}^M di R più fine di \mathcal{P}. Applicando il punto precedente alla partizione prodotto \mathcal{S} di R, si ha

    (9)   \begin{equation*} |\mathcal R| = \sum_{j =1}^M |T_j| = \sum_{\ell=1}^N |R_\ell|, \end{equation*}

    dove l’ultima uguaglianza segue dal fatto che, poiché \mathcal{S} è più fine di \mathcal{P}, i rettangoli della partizione \mathcal{Q} possono essere suddivisi in modo da formare delle partizioni prodotto di ognuno dei rettangoli R_\ell della partizione \mathcal{P}. La relazione (9) coincide con la tesi che si voleva provare.

D’ora in poi, con \mathcal R indichiamo un rettangolo di \mathbb R^2.

 

Definizione 10 (somme superiori e somme inferiori). Sia f : \mathcal R \to \mathbb R una funzione limitata e sia \mathcal P= \{ \mathcal R_i \}_{i=1}^k \in \mathcal A (\mathcal R). Posto per ogni i=1, \dots, k, M_{i} = \sup_{ \mathcal R_{i}} f e m_{i} = \inf_{ \mathcal R_{i}} f, chiamiamo somma superiore e somma inferiore di f rispetto alla partizione \mathcal P rispettivamente le quantità

    \[S(\mathcal P, f) = \sum _{i=1}^k  M_{i} \vert  \mathcal R_{i} \vert \qquad e \qquad s(\mathcal P, f) = \sum _{i=1}^k m_{i} \vert  \mathcal R_{i} \vert .\]

 

Osserviamo che le somme superiori e inferiori appena definite hanno il significato geometrico di somma di volumi orientati di parallelepipedi dei rettangoli aventi basi sui rettangoli della partizione \mathcal P, rispettivamente circoscritti e inscritti al sottografico della funzione considerata, ovvero la regione compresa tra il piano xy e il grafico della funzione stessa (figura 1).

 

Osservazione 11. L’ipotesi di limitatezza di f garantisce che queste quantità siano finite.

 

Il prossimo risultato mette in luce il legame tra i valori le somme superiori e inferiori di una funzione limitata relative a delle partizioni e tra la finezza di queste partizioni. Poiché le somme inferiore e superiore di una funzione f \colon \mathcal{R} \to \mathbb{R} limitata rispetto a una partizione plurirettangolare \mathcal{P} di \mathcal{R} sono da considerarsi come delle approssimazioni rispettivamente per difetto e per eccesso del volume sotteso al grafico di f, risulta naturale aspettarsi che, all’aumentare della finezza della partizione, tale approssimazione migliori: in altre parole, ci aspettiamo che i valori s(\mathcal{P},f) e S(\mathcal{P},f) delle somme inferiore e superiore di f rispetto a \mathcal{P} siano più vicini se consideriamo partizioni più fini. Questa intuizione è confermata dalla prossima proposizione.

In essa è contenuta anche la definizione di partizione generata da due partizioni \mathcal{P}, \mathcal{Q}; essa, indicata col simbolo \langle \mathcal{P}, \mathcal{Q}, \rangle è la partizione meno fine tra quelle che sono più fini sia di \mathcal{P} che di \mathcal{Q}. Il concetto è rappresentato in figura ??.

 

Proposizione 12. Sia \mathcal R \subset \mathbb R^2 un rettangolo, siano \mathcal P=\{D_1,\dots,D_k\} e \mathcal Q=\{E_1,\dots,E_h\} due partizioni plurirettangolari di \mathcal R e sia f \colon R \to \mathbb R una funzione limitata. Valgono le seguenti proprietà:

 

  1. La somma inferiore di f relativa alla partizione \mathcal P è maggiorata dalla rispettiva somma superiore di f:

    (10)   \begin{equation*} s(\mathcal P,f) \leq S(\mathcal P,f). \end{equation*}

  2. Se \mathcal P \leq \mathcal Q, allora

    (11)   \begin{equation*}  s(\mathcal Q,f) \leq s(\mathcal P,f) \leq S(\mathcal P,f) \leq S(\mathcal Q,f). \end{equation*}

  3. L’insieme

    (12)   \begin{equation*} \langle \mathcal P, \mathcal Q \rangle \coloneqq \{ T_{ij}=D_i \cap E_j \colon i=1,\dots,k,\,\, j=1,\dots, h\} \end{equation*}

    è una partizione plurirettangolare di \mathcal R più fine di \mathcal P e di \mathcal Q. In particolare si ha

    (13)   \begin{equation*} s(\mathcal P,f) \leq s(\langle \mathcal P, \mathcal Q \rangle,f) \leq S(\langle \mathcal P, \mathcal Q \rangle,f) \leq S(\mathcal P,f). \end{equation*}

 

   

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Figura 3: le partizioni \mathcal{P}, \mathcal{Q} e \langle\mathcal{P},\mathcal{Q}\rangle della proposizione 12.

   

Dimostrazione.

  1. Poiché per ogni insieme A \subseteq \mathbb R^2 si ha \inf_A f \leq \sup_A f, otteniamo

    (14)   \begin{equation*} s(\mathcal P,f) = \sum_{i=1}^k |D_i| \inf_{D_i}f \leq \sum_{i=1}^k |D_i| \sup_{D_i}f = S(\mathcal P,f). \end{equation*}

  2. Poiché \mathcal P \leq \mathcal Q, per ogni j \in \{1,\dots,h\} l’insieme \{D_i \colon D_i \subseteq E_j\} è una partizione plurirettangolare di E_j. Infatti, gli insiemi D_i hanno interni disgiunti e, se \mathring{D_i} \cap E_j \neq \emptyset, allora D_i \subseteq E_j, in quanto altrimenti esso sarebbe contenuto in un altro E_\ell, ma ciò contraddirebbe il fatto che gli insiemi E_\ell hanno interni disgiunti. Allora

    (15)   \begin{align*} s(\mathcal Q,f) = \sum_{j =1}^h |E_j| \inf_{E_j}  = \sum_{j = 1}^h \left( \inf_{E_j} f \sum_{i \colon D_i \subseteq E_j} |D_i| \right) \leq \sum_{j = 1}^h \left( \sum_{i \colon D_i \subseteq E_j} |D_i| \inf_{D_i} f \right) %= %\sum_{i=1}^k  |D_i| \inf_{D_i} f = s(\mathcal P,f), \end{align*}

    dove la seconda uguaglianza deriva dal fatto che \{D_i \colon D_i \subseteq E_j\} è una partizione di E_j per ogni j e dal lemma 9, mentre la disuguaglianza deriva dal fatto che D_i \subseteq E_j implica \inf_{E_j} f \leq  \inf_{D_i} f. La disuguaglianza S(\mathcal P,f) \leq S(\mathcal Q,f) si dimostra in maniera analoga.

  3. Si ha

    (16)   \begin{equation*} \mathcal R = \bigcup_{i=1}^k D_i = \bigcup_{i=1}^k \left( D_i \cap \bigcup_{j=1}^h E_j \right) = \bigcup_{i=1}^k \bigcup_{j=1}^h (D_i \cap E_j). \end{equation*}

    Inoltre, poiché

    (17)   \begin{equation*} \mathring T_{ij} = \mathring D_i \cap \mathring E_j \qquad \forall i \in \{1,\dots,k\},\,\,\forall j \in \{1,\dots,h\}, \end{equation*}

    e gli interni di D_1,\dots,D_k così come gli interni di E_1,\dots,E_h sono a due a due disgiunti, si ha

    (18)   \begin{equation*} \mathring T_{ij} \cap \mathring T_{\ell m} = \emptyset \end{equation*}

    se i \neq \ell oppure j \neq m. Quindi \langle \mathcal P, \mathcal Q \rangle è una partizione di \mathcal R. Essa è inoltre più fine di \mathcal P e \mathcal Q, in quanto

    (19)   \begin{equation*} T_{ij} \subseteq D_i, \quad T_{ij} \subseteq E_j, \qquad \forall i \in \{1,\dots,k\},\,\,\forall j \in \{1,\dots,h\}. \end{equation*}

Introduciamo le seguenti definizioni:

 

Definizione 13 (integrali inferiore e superiore). Se f : \mathcal R \to \mathbb R è limitata, chiamiamo integrale inferiore di f

    \[s(f) = \sup \{ s(\mathcal P , f) \, : \, \mathcal P \in \mathcal A( \mathcal R)\}\]

e integrale superiore di f

    \[S(f)=\inf \{ S(\mathcal P , f) \, : \, \mathcal P \in \mathcal A(\mathcal R)\} .\]

 

Osservazione 14. Dalla definizione precedente e dalla (10) segue che, in generale, per ogni funzione f \colon \mathcal R \to \mathbb R limitata vale

    \[s(f) \leq S(f)\,.\]

 

Facciamo ora un’osservazione che sarà utile nella seconda parte della dispensa.

 

Proposizione 15. Siano \mathcal R \subset \mathbb R^2 un rettangolo, f \colon \mathcal{R} \to \mathbb R una funzione limitata. Si ha

    \begin{align*}s(f) &= \sup \{s(\mathcal P,f) \, : \, \text{$ \mathcal P$ è una partizione prodotto}\}, \\S(f) &= \inf \{S(\mathcal P,f) \, : \, \text{$ \mathcal P$ è una partizione prodotto}\}.\end{align*}

 

Dimostrazione. Ci limitiamo a dimostrare la relazione per l’integrale inferiore di f, in quanto l’altra relazione si ottiene in maniera analoga.

Poiché l’insieme delle partizioni prodotto di \mathcal{R} è contenuto nell’insieme delle partizioni di \mathcal{R}, si ha

(20)   \begin{equation*} s(f) \geq \sup \{s(\mathcal{Q},f) \colon \mathcal{Q} \text{ è una partizione prodotto}\}. \end{equation*}

D’altra parte, data una qualunque partizione \mathcal P di \mathcal{R}, per il lemma 8 esiste una partizione \mathcal{Q} di \mathcal{R} più fine di \mathcal{P}. Allora, per il punto 2 della proposizione 12, si ha

(21)   \begin{equation*} s(\mathcal{P},f) \leq s(\mathcal{Q}, f). \end{equation*}

Passando all’estremo superiore al membro di destra della precedente equazione, otteniamo

(22)   \begin{equation*} s(\mathcal{P},f) \leq \sup \{s(\mathcal{Q},f) \colon \mathcal{Q} \text{ è una partizione prodotto}\}. \end{equation*}

Passando all’estremo superiore in \mathcal{A}(\mathcal{R}) al membro di sinistra nella precedente disuguaglianza, si ottiene

(23)   \begin{equation*} s(f) \leq \sup \{s(\mathcal{Q},f) \colon \mathcal{Q} \text{ è una partizione prodotto}\}. \end{equation*}

Da (20) e (23) segue la tesi.

 

Definizione 16 (funzioni integrabili in un rettangolo). Se f : \mathcal R \to \mathbb R è limitata, si dice integrabile secondo Riemann in \mathcal R se l’integrale inferiore e superiore coincidono, cioè se

    \[s(f) = S(f).\]

Tale numero reale si chiama integrale di f su \mathcal R e si indica in uno dei seguenti modi

    \[\iint_{\mathcal R} f=\iint_{\mathcal R} f(x,y) \, dx \, dy .\]

 

Osservazione 17. La notazione utilizzata nella definizione 16 vale solo per gli integrali doppi. Ricordiamo che per gli integrali tripli si usa la notazione \iiint f. In generale l’integrale di Riemann di f su un rettangolo \mathcal R in \mathbb R^n con n \geq 2 si può indicare con il simbolo \int_\mathcal R f dx, dove con x si intende il generico elemento di \mathbb R^n.

 

Osservazione 18. Ricordiamo che, in questa sezione, per funzione integrabile intendiamo una funzione integrabile secondo Riemann in un rettangolo \mathcal R.

 

Una prima classe di funzioni integrabili è fornita dalla seguente proposizione.

 

Proposizione 19. Se c \in \mathbb R e f  : \mathcal R \to\mathbb{R} è una funzione tale che f(x)=c per ogni x \in \mathcal{R}, allora f è integrabile e inoltre vale

    \[\iint_{\mathcal{R}} f = \iint_{\mathcal{R}} c =c \vert \mathcal R\vert .\]

 

Dimostrazione. Per ogni partizione \mathcal P = \{\mathcal R_i \}_{i=1}^k  \in \mathcal A (\mathcal R) abbiamo che il \sup e l’\inf di f sugli elementi della partizione coincidono con c, da cui segue che

    \[S(\mathcal P , f)= s(\mathcal P, f)=  \sum_{i=1}^k c \vert R_{i} \vert = c \vert \mathcal R \vert\]

e quindi dalla definizione 16 si ottiene la tesi.

 

Esempio 20. Siano \mathcal I^2:=[0,1]\times[0,1] e

    \[f (x,y) =  \begin{cases} 1 \quad  \text{ se $(x,y) \in \mathcal I^2 \cap \mathbb Q^2$} \\ 0 \quad \, \, \text{altrimenti}. \end{cases}\]

Allora, per densità di \mathbb{Q}^2 in \mathbb{R}^2 e per la densità di \mathbb R^2 \setminus \mathbb Q^2 in \mathbb R^2, si ha che per ogni partizione plurirettangolare \mathcal P di \mathcal I^2

    \[s(\mathcal P, f)=0 \quad \text{e} \quad S(\mathcal P, f)=1 ,\]

pertanto la funzione non è integrabile in quanto gli integrali inferiore e superiore non coincidono.

 

Proviamo, adesso, un criterio di integrabilità, analogo a quello valido nel caso unidimensionale.

 

Teorema 21 (criterio di integrabilità). Sia f: \mathcal R \to \mathbb R limitata. Allora f è integrabile se e solo se per ogni \varepsilon >0 esiste una partizione \mathcal P_\varepsilon \in \mathcal A ( \mathcal R) tale che S(\mathcal P_\varepsilon , f) - s(\mathcal P_\varepsilon , f) < \varepsilon.

 

Dimostrazione. Supponiamo che f sia integrabile. Allora, posto I=\iint_{\mathcal R} f, dalla definizione 16 e dalle proprietà del \sup e dell’\inf segue che \forall  \varepsilon >0

    \begin{align*}   \exists & \,  \mathcal{T}_{\varepsilon} = \{T_{\varepsilon, i}\}_{i=1}^t \in \mathcal A (\mathcal R)\quad : \quad s(\mathcal T_{\varepsilon}, f) > I- \dfrac{\varepsilon}{2} ; \\  \exists & \,  \mathcal D_{\varepsilon} = \{D_{\varepsilon, j}\}_{j=1}^s  \in \mathcal A (\mathcal R) \quad : \quad S(\mathcal D_{\varepsilon}, f) < I+ \dfrac{ \varepsilon }{2} . \end{align*}

Allora, consideriamo la partizione

    \[\mathcal P_\varepsilon = \langle \mathcal T_\varepsilon , \mathcal D_\varepsilon \rangle:= \{T_{\varepsilon, i} \cap D_{\varepsilon, j} \, : \,  {i=1, \dots ,t \quad j=1, \dots, s} \}.\]

Per la proposizione 12 abbiamo che

    \[I - \dfrac{ \varepsilon }{2} < s(\mathcal T_{\varepsilon},f) \leq s(\mathcal P_{\varepsilon},f) \leq S(\mathcal P_{\varepsilon},f)\leq S(\mathcal D_{\varepsilon},f) < I + \dfrac{ \varepsilon }{2} .\]

Dunque la prima implicazione è dimostrata, infatti

    \[S(\mathcal P_{\varepsilon},f)- s(\mathcal P_{\varepsilon},f) < I+\dfrac{ \varepsilon }{2} - \left (I - \dfrac{ \varepsilon }{2}\right ) = \varepsilon\,.\]

Viceversa, fissato \varepsilon>0, consideriamo una partizione \mathcal P _\varepsilon\in \mathcal A (\mathcal R) tale che S(\mathcal P _\varepsilon, f) < s(\mathcal P _\varepsilon,f) + \varepsilon.

Allora, abbiamo che

    \[S(f) \leq S(\mathcal P_\varepsilon,f ) < s(\mathcal P_\varepsilon,f )+\varepsilon \leq s(f) + \varepsilon\]

e dall’arbitrarietà di \varepsilon segue che

    \[S(f) \leq s(f) .\]

Inoltre, per l’osservazione 14 sappiamo che vale anche la disuguaglianza opposta, per cui

    \[s(f)=S(f)\]

e quindi la funzione è integrabile.

 

Anticipiamo inoltre il seguente teorema che otterremo come corollario del teorema 60.

 

Teorema 22. Se f: {\mathcal R} \to \mathbb R è continua, allora f è integrabile.

Proprietà degli integrali doppi.

In questa sezione presentiamo alcune proprietà fondamentali delle funzioni integrabili in un rettangolo.

 

Teorema 23. Siano \mathcal R, \mathcal R', \mathcal R'' \subset \mathbb R^2 rettangoli, siano f,g \colon \mathcal R \to \mathbb{R} integrabili in \mathcal R e sia c \in \mathbb{R}. Allora valgono le seguenti proprietà:

 

  1. linearità dell’integrale: le funzioni f+g, cf, fg sono integrabili in \mathcal R e

    (24)   \begin{equation*} \iint_{\mathcal R} (f+g) = \iint_\mathcal R f + \iint_\mathcal R g ,  \end{equation*}

    (25)   \begin{equation*} \iint_{\mathcal R} cf = \, c \iint_\mathcal R f ;  \end{equation*}

  2.  

  3. positività e monotonia dell’integrale rispetto alla funzione integranda: se f (x,y)\leq g(x,y) per ogni (x,y) \in \mathcal R, allora

        \[\iint_ \mathcal R f \leq  \iint_ \mathcal R g \,.\]

  4.  

  5. monotonia dell’integrale rispetto al dominio di integrazione: se \mathcal R' \subseteq \mathcal R , allora f è integrabile in \mathcal R'. Inoltre, se f \geq 0 in \mathcal R risulta

    (26)   \begin{equation*}   \iint_{\mathcal R'} f\leq  \iint_\mathcal R f ; \end{equation*}

  6.  

  7. additività dell’integrale rispetto al dominio di integrazione: se \mathcal R= \mathcal R' \cup \mathcal R'' e f è integrabile in \mathcal R, allora le sue restrizioni sono integrabili in \mathcal R' e \mathcal R''. Inoltre, se \mathcal R', \mathcal R'' hanno parti interne disgiunte vale anche il viceversa e

    (27)   \begin{equation*} \iint_{\mathcal R } f =  \iint_{\mathcal R '} f+ \iint_{\mathcal R''} f ; \end{equation*}

 

Dimostrazione.  

  1. Fissato \varepsilon >0, consideriamo due partizioni \mathcal P'_\varepsilon, \mathcal P''_\varepsilon di \mathcal R tali che  

        \[S(\mathcal P'_\varepsilon,f)-s(\mathcal P'_\varepsilon,f) < \varepsilon / 2 , \qquad S(\mathcal P''_\varepsilon,g)-s(\mathcal P''_\varepsilon,g) < \varepsilon / 2 ,\]

    che esistono poichè le funzioni f, g sono integrabili in \mathcal R e per il teorema 21. Consideriamo la partizione generata da \mathcal P'_\varepsilon, \mathcal P''_\varepsilon, cioè \mathcal P_\varepsilon = \langle \mathcal P'_\varepsilon, \mathcal P''_\varepsilon \rangle; allora

    (28)   \begin{equation*} S(\mathcal P_\varepsilon,f)+ S(\mathcal P_\varepsilon,g)-(s(\mathcal P_\varepsilon,f)+ s(\mathcal P_\varepsilon,g)) \leq S(\mathcal P'_\varepsilon,f)+ S(\mathcal P''_\varepsilon,g)-(s(\mathcal P'_\varepsilon,f)+ s(\mathcal P''_\varepsilon,g))  <\dfrac{\varepsilon}{2}+\dfrac{\varepsilon}{2} = \varepsilon . \end{equation*}

    Inoltre, dalle note proprietà dell’estremo inferiore e superiore di una funzione, cioè

        \[\inf (f+g) \geq \inf(f) + \inf(g) , \quad \quad \sup(f+g) \leq \sup(f)+\sup (g)  ,\]

    segue che

    (29)   \begin{equation*} s(\mathcal P_\varepsilon,f)+ s(\mathcal P_\varepsilon,g)  \leq s(\mathcal P_\varepsilon,f+g) \leq S(\mathcal P_\varepsilon,f+g)\leq S(\mathcal P_\varepsilon,f)+ S(\mathcal P_\varepsilon,g). \end{equation*}

    Allora, la funzione f+g è integrabile in \mathcal R poichè dalla (28) e (29) segue

        \[S(\mathcal P_\varepsilon,f+g) -s(\mathcal P_\varepsilon,f+g)< \varepsilon,\]

    quindi vale il teorema 21. Inoltre, per la relazione (29), abbiamo

        \[s(\mathcal P_\varepsilon,f)+s(\mathcal P_\varepsilon,g) \leq \iint_\mathcal R (f+ g) \leq S(\mathcal P_\varepsilon,f)+S(\mathcal P_\varepsilon,g),\]

    ma per la definizione di integrale 16

        \[s(\mathcal P_\varepsilon,f)+s(\mathcal P_\varepsilon,g) \leq \iint_\mathcal R f + \iint_\mathcal R g \leq S(\mathcal P_\varepsilon,f)+S(\mathcal P_\varepsilon,g),\]

    cioè \iint_\mathcal R (f+ g) e \iint_\mathcal R f + \iint_\mathcal R g sono valori reali appartenenti allo stesso intervallo di ampiezza \varepsilon. Per l’arbitrarietà con cui abbiamo scelto \varepsilon, vale la (24)

        \[\iint_\mathcal R (f+g)=\iint_\mathcal R f + \iint_\mathcal R g .\]

    Con gli stessi argomenti si prova che, se f è integrabile allora anche cf lo è, e vale la (25).

    L’integrabilità del prodotto fg di dimostra come segue.

    Siano F\coloneqq \sup_\mathcal R |f| e G\coloneqq \sup_\mathcal R |g|. Per ogni insieme A \subseteq \mathcal R, dalla disuguaglianza triangolare si ha

    (30)   \begin{equation*} \begin{split} |fg(x_1,y_1)-fg(x_2,y_2)| \leq & |f(x_1,y_1)g(x_1,y_1) - f(x_1,y_1)g(x_2,y_2)|  \\&+ |f(x_1,y_1)g(x_2,y_2) - f(x_2,y_2)g(x_2,y_2)| \\ = & |f(x_1,y_1)||g(x_1,y_1)-g(x_2,y_2)| + |g(x_2,y_2)||f(x_1,y_1)-f(x_2,y_2)| \\ \leq & F|g(x_1,y_1)-g(x_2,y_2)| + G|f(x_1,y_1)-f(x_2,y_2)| \end{split} \end{equation*}

    per ogni (x_1,y_1), (x_2,y_2)\in \mathcal R. Da tale disuguaglianza si evince che, per ogni insieme A \subseteq \mathcal R si ha

    (31)   \begin{equation*} |fg(x_1,y_1)-fg(x_2,y_2)| \leq F(\sup_A g - \inf_A g) + G(\sup_A f - \inf_A f) \qquad \forall (x_1,y_1), (x_2,y_2) \in \mathcal R. \end{equation*}

    Facendo variare (x_1,y_1), (x_2,y_2) in modo da ottenere \sup_A fg e \inf_A fg, si ottiene

    (32)   \begin{equation*} \sup_A fg - \inf_A fg \leq F(\sup_A g - \inf_A g) + G(\sup_A f - \inf_A f) \qquad \forall A \subseteq \mathcal R. \end{equation*}

    Si fissi ora \varepsilon>0; poiché f e g sono integrabili, esiste una partizione \mathcal P= \{\mathcal R_i\}_{i=1}^k di \mathcal R tale che

    (33)   \begin{equation*} S(\mathcal P,f)- s(\mathcal P,f) < \frac{\varepsilon}{2G}, \qquad S(\mathcal P,g)- s(\mathcal P,g) < \frac{\varepsilon}{2F}. \end{equation*}

    Si ha quindi

    (34)   \begin{equation*} \begin{split} S(\mathcal P,fg) - s(\mathcal P,fg) = & \sum_{i=1}^k |\mathcal R_i| (\sup_{\mathcal R_i} fg - \inf_{\mathcal R_i} fg) \\ \leq & F \sum_{i=1}^k |\mathcal R_i|(\sup_A g - \inf_A g) + G \sum_{i=1}^k |\mathcal R_i|(\sup_A f - \inf_A f) \\ = & F \big( S(\mathcal P,g) - s(\mathcal P,g) \big) + G \big( S(\mathcal P,f) - s(\mathcal P,f) \big) \\ \leq & \varepsilon, \end{split} \end{equation*}

    dove nella prima disuguaglianza si è usato (32) applicato a \mathcal R_i, mentre nella seconda disuguaglianza si è usato (33).

  2. Fissata una partizione \mathcal P = \{ R_i \}_{i=1} ^k di \mathcal R, dall’ipotesi che f \leq g segue  

        \[m_i^f := \inf_{R_i} f \leq m_i^g:= \inf_{R_i} g\]

    per ogni i=1, \dots,k, e dunque

        \[s(\mathcal P, f )= \sum_{i=1}^k m_{i}^f \vert R_{i}\vert \leq  \sum_{i=1}^k  m_{i}^g \vert R_{i} \vert= s(\mathcal P, g)\]

    da cui s(f) \leq s(g) ma, essendo le funzioni integrabili, dalla definizione 16 si ottiene

        \[\iint_\mathcal R f \leq \iint_\mathcal R g .\]

  3. Per ipotesi f è integrabile in \mathcal R, quindi per il teorema 21 fissato \varepsilon >0 esiste una partizione \mathcal P_\varepsilon \in \mathcal A (\mathcal R) tale che

    (35)   \begin{equation*} S(\mathcal P_\varepsilon, f) - s(\mathcal P_\varepsilon, f) < \varepsilon. \end{equation*}

    A meno di considerare una ulteriore partizione più fine (per la quale (35) è ancora valida), possiamo inoltre supporre che ognuno dei rettangoli di \mathcal{P}_\varepsilon sia contenuto in \mathcal{R}' oppure abbia intersezione vuota con l’interno di \mathcal{R}'.

    Una partizione \mathcal{P}'_\varepsilon di \mathcal{R}' si ottiene considerando i rettangoli di \mathcal{P}_\varepsilon contenuti in \mathcal{R}'.

    Dunque, notando che gli elementi di \mathcal P'_\varepsilon sono solo alcuni degli elementi di \widetilde{\mathcal P}_\varepsilon e ricordando che \sup_E f \geq \inf_E f per ogni insieme E, concludiamo che

    (36)   \begin{equation*} \varepsilon > S(\widetilde{\mathcal P}_\varepsilon, f) - s(\widetilde{\mathcal P}_\varepsilon, f) = \sum_{\widetilde P_\varepsilon \in \widetilde{\mathcal P}_\varepsilon} \vert \widetilde P _\varepsilon \vert (\sup_{\widetilde P_\varepsilon} f - \inf _{\widetilde P_\varepsilon} f) \geq \sum_{P'_\varepsilon \in \mathcal P'_\varepsilon} \vert P' _\varepsilon \vert (\sup_{ P'_\varepsilon} f - \inf _{ P'_\varepsilon} f) =S(\mathcal P'_\varepsilon, f) - s(\mathcal P'_\varepsilon, f ). \end{equation*}

    Allora, per il teorema 21 f è integrabile anche in \mathcal R'.

    Inoltre, se f \geq 0, fissato \varepsilon >0 scegliamo una partizione \mathcal P' di \mathcal R' tale che

        \[s(\mathcal P',f)> - \varepsilon + \int \int_{\mathcal{R}'} f,\]

    e completiamola in una partizione \mathcal P di \mathcal R. Dalla positività di f segue che

        \[s(\mathcal P,f)> s(\mathcal P',f)>\iint_{\mathcal R'} f -\varepsilon.\]

    Pertanto, passando al \sup su tutte le partizioni di \mathcal R, otteniamo la seguente relazione

        \[\iint_{\mathcal R} f > \iint_{\mathcal R'} f - \varepsilon,\]

    da cui, per l’arbitrarietà con cui abbiamo scelto \varepsilon>0, segue che

        \[\iint_{\mathcal R} f\geq  \iint_{\mathcal R'} f .\]

  4. Tenendo conto di quanto appena dimostrato, basta provare che f è integrabile in \mathcal R se lo sono le sue restrizioni in \mathcal R' e \mathcal R''.

    Chiamiamo quindi f_1, f_2 le restrizioni di f ad \mathcal R', \mathcal R'' rispettivamente, e supponiamo siano integrabili. Fissato \varepsilon >0, consideriamo \mathcal P'_\varepsilon, \mathcal P''_\varepsilon delle partizioni di \mathcal R', \mathcal R'' tali che

        \[S(\mathcal P'_\varepsilon, f_1)-s(\mathcal P'_\varepsilon,f_1) <\varepsilon/2\]

        \[S(\mathcal P''_\varepsilon, f_2)-s(\mathcal P''_\varepsilon,f_2) < \varepsilon/2 .\]

    Poichè \mathcal R' e \mathcal R'' non hanno punti interni in comune, l’unione \mathcal P_\varepsilon:=\mathcal P'_\varepsilon \cup \mathcal P''_\varepsilon è una partizione di \mathcal R tale che

        \[S(\mathcal P_\varepsilon, f)-s(\mathcal P_\varepsilon,f) = S(\mathcal P'_\varepsilon, f_1)+S(\mathcal P''_\varepsilon, f_2)-s(\mathcal P'_\varepsilon,f_1)-s(\mathcal P''_\varepsilon,f_2) < \varepsilon,\]

    cioè f è integrabile in \mathcal R per il teorema 21.

    Avendo dimostrato la doppia implicazione, ci resta da far vedere che vale l’uguaglianza (27). Poichè f_1 e f_2 sono funzioni definite rispettivamente in \mathcal R' e \mathcal R'', possiamo estenderle come segue: chiamiamo \widetilde f_1 la funzione ottenuta ponendo f_1 pari a zero fuori da \mathcal R' e \widetilde f_2 la funzione ottenuta ponendo f_2 pari a zero fuori da \mathcal R'' e su \partial \mathcal R ''. In altre parole, \widetilde{f}_1, \widetilde{f}_2 \colon \mathcal{R} \to \mathbb{R} sono le funzioni definite da

    (37)   \begin{equation*} \widetilde{f}_1(x,y) = \begin{cases} f_1(x,y) 		& \text{se } (x,y) \in \mathcal{R}'\\ 0				& \text{altrimenti}, \end{cases} \qquad \widetilde{f}_2(x,y) = \begin{cases} f_2(x,y) 		& \text{se } (x,y) \in \mathcal{R}'' \setminus (\partial \mathcal{R}'')\\ 0				& \text{altrimenti}. \end{cases} \end{equation*}

    Pertanto si ha

        \[S(\mathcal P_\varepsilon, \widetilde f_1)-s(\mathcal P_\varepsilon,\widetilde f_1) = S(\mathcal P'_\varepsilon, f_1)-s(\mathcal P'_\varepsilon,f_1) < \varepsilon/2,\]

        \[S(\mathcal P_\varepsilon, \widetilde f_2)-s(\mathcal P_\varepsilon,\widetilde f_2) = S(\mathcal P''_\varepsilon, f_2)-s(\mathcal P''_\varepsilon,f_2) < \varepsilon/2.\]

    Da tali disuguaglianze si vede quindi che

        \[\iint_{\mathcal R } \widetilde f_1 = \iint_{\mathcal R'} f_1 \qquad \iint_{\mathcal R }\widetilde  f_2 = \iint_{\mathcal R''} f_2.\]

    Allora, poiché f= \widetilde{f_1} + \widetilde{f}_2, per la (24) otteniamo

        \[\iint_{\mathcal R } f =  \iint_{\mathcal R} (\widetilde f_1+ \widetilde f_2) = \iint_{\mathcal R }\widetilde f_1+\iint_{\mathcal R }\widetilde f_2=\iint_{\mathcal R' } f_1+\iint_{\mathcal R'' } f_2=\iint_{\mathcal R' } f+\iint_{\mathcal R'' } f.\]

  5. Vogliamo provare che \vert f \vert è integrabile, quindi, fissato \varepsilon >0 consideriamo una partizione \mathcal P=\{ R_{i} \}_{i=1}^k tale che

    (38)   \begin{equation*}  S(\mathcal P,f)-s(\mathcal P,f)< \varepsilon, \end{equation*}

    la quale esiste perchè f è integrabile per ipotesi. Allora, chiamati

        \[m_{i}^f := \inf_{R_{i}} f , \quad M_{i}^f:= \sup_{R_{i}}f \quad \text{e} \quad m_{i}^{\vert f \vert} := \inf_{R_{i}} {\vert f \vert}, \quad M_{i}^{\vert f \vert}:= \sup_{R_{i}}{\vert f \vert} ,\]

    per ogni i = 1 , \dots, k, notiamo che

        \[M_{i}^{\vert f \vert} = \max\{{M_{i}^f, -m_{i}^f} \}\]

    e

        \[m_{i}^{\vert f \vert} \leq \min \{ \vert M_{i}^f \vert, \vert m_{i}^f \vert \} .\]

    Da tali relazioni, con ragionamenti elementari, otteniamo:  

    • se M_i^f, m_i^f hanno segno concorde, allora M_{i}^{\vert f \vert}-m_{i}^{\vert f \vert} = \vert M_i^f -m_i^f \vert;
    • se M_i^f, m_i^f hanno segno discorde, allora

      (39)   \begin{equation*} M_{i}^{\vert f \vert}-m_{i}^{\vert f \vert} \leq \max\{\vert  M_{i}^f \vert , \vert m_{i}^f \vert   \} \leq \vert  M_{i}^f \vert +\vert  m_{i}^f \vert = \vert  M_{i}^f - m_i^f\vert. \end{equation*}

    In entrambi i casi, poiché M_i^f -m_i^f \geq 0, segue che

    (40)   \begin{equation*}  M_{i}^{\vert f \vert}-m_{i}^{\vert f \vert} \leq M_{i}^f-m_{i}^f . \end{equation*}

    Allora, per la stime (38) e (40), abbiamo

        \[S(\mathcal P,\vert f \vert)-s(\mathcal P,\vert f \vert) = \sum_{i=1}^k \vert R_{i}\vert  (M_{i}^{\vert f \vert}-m_{i}^{\vert f \vert})  \leq \sum_{i=1}^k  \vert R_{i} \vert (M_{i}^{f}-m_{i}^{f}) = S(\mathcal P, f )-s(\mathcal P, f ) < \varepsilon ,\]

    cioè la funzione \vert f \vert è integrabile per il teorema 21. Inoltre, essendo -\vert f \vert \leq f \leq \vert f\vert , per la monotonia dell’integrale rispetto alla funzione integranda dimostrata al punto 2, segue che

        \[-\iint_ \mathcal R \vert f \vert  \leq \iint_ \mathcal R f \leq \iint_ \mathcal R \vert f \vert \qquad  \Longrightarrow  \qquad \Bigg \vert \iint_ \mathcal R f \,\Bigg{\vert} \leq \iint_ \mathcal R \vert f \vert .\]

 

Esercizio 24  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Utilizzando gli argomenti precedenti ed il fatto che

    \[\max \{ a, b\} = \dfrac{a+b+ \vert a-b \vert }{2} \quad \text{e} \quad \min \{ a, b\} = \dfrac{a+b - \vert a-b \vert }{2}  \qquad \forall a,b \in \mathbb R ,\]

provare che, se f,g: \mathcal R \to \mathbb R sono funzioni integrabili, anche \max \{f, g\} e \min \{f, g \} sono funzioni integrabili.

 

Dal punto 2 del teorema 23, segue che, se f (x,y)\geq 0 per ogni x \in \mathcal R, allora

    \[\iint_ \mathcal R f \geq 0.\]

Questo risultato vale anche considerando le disuguaglianze strette. Lasciamo la dimostrazione come esercizio impegnativo per il lettore.

 

Esercizio 25  (\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Provare che se f \colon  \mathcal R \to \mathbb R è integrabile e f(x,y)>0 per ogni (x,y) \in \mathcal R, allora

    \[\int_{\mathcal R} f >0 .\]

 

Integrali doppi su domini semplici, regolari e misurabili

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Come abbiamo già detto, il caso in cui la funzione integranda è definita in un rettangolo è un caso particolare e non esaustivo per lo studio degli integrali doppi. Vediamo, dunque, come si definisce l’integrabilità di una funzione quando il suo dominio è un sottoinsieme \Omega di \mathbb{R}^2 diverso da un rettangolo.

Un’idea naturale è quella di considerare un rettangolo \mathcal R = [a, b] \times [c, d] che contiene \Omega, “estendere” la funzione in tutto il rettangolo (definendola uguale a zero fuori da \Omega), ed integrare su \mathcal R la funzione così ottenuta. Se tale integrale esiste, diremo che la funzione di partenza è integrabile in \Omega.

 

Definizione 26 (funzioni integrabili). Siano \Omega \subset \mathbb R^2 e f:\Omega \to \mathbb R limitata. La funzione f si dice integrabile secondo Riemann (o semplicemente integrabile) in \Omega se esiste un rettangolo \mathcal R\supset \Omega tale che la funzione

    \[\widetilde f (x,y):  = \begin{cases} f(x,y) & \text{se } (x,y) \in \Omega \\ 0    & \text{se } (x,y) \in \mathcal{R} \setminus \Omega  \end{cases}\]

è integrabile in \mathcal R e in tal caso si pone

    \[\iint_\Omega f= \iint_\mathcal R	     \widetilde f .\]

 

Prima di procedere, osserviamo alcuni fatti importanti sulla definizione appena data.

 

Osservazione 27. La definizione 26 è ben posta, cioè non dipende dal particolare rettangolo \mathcal R scelto.   Dati due rettangoli arbitrari \mathcal R_1,\mathcal R_2 che contengono \Omega, dette \widetilde f_1, \widetilde f_2 le estensioni di f pari a 0 nei rettangoli \mathcal R_1, \mathcal R_2 rispettivamente, vogliamo dimostrare \widetilde f_1 è integrabile se e solo se lo è \widetilde f_2. Consideriamo, quindi, un altro rettangolo \mathcal R che contiene \mathcal R_1, \mathcal R_2, come in figura 4.

   

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Figura 4: insieme \Omega dell’osservazione ??.

   

Applichiamo il punto 4 del teorema 23 all’estensione \widetilde f di f pari a 0 su \mathcal R per affermare che \widetilde f risulta integrabile su \mathcal R_1, \mathcal R_2. Inoltre, poichè \mathcal R \setminus \mathcal R_1 è composto dall’unione di un numero finito di rettangoli su cui \widetilde f è nulla, per la (27) si ha

    \[\iint_{\mathcal R} \widetilde f =\iint_{\mathcal R_1} \widetilde f =\iint_{\mathcal R_1} \widetilde f_1  ,\]

dove l’ultima uguaglianza segue dal fatto che \widetilde f = \widetilde f_1 su \mathcal R_1. Poichè lo stesso ragionamento si può fare per \mathcal R_2, si ha dunque

    \[\iint_{\mathcal R_1} \widetilde f _1=\iint_{\mathcal R_2} \widetilde f _2.\]

 

Osservazione 28. Se \Omega è un rettangolo, la definizione 26 coincide con la definizione 16. Infatti il rettangolo cercato nella definizione 26 è \Omega stesso e \widetilde f = f.

 

Esempio 29. Consideriamo la funzione f : x \in  [0,1]\times[0,1] \cap\mathbb Q ^2 \mapsto 1 \in \mathbb R, cioè definita sui punti a coordinate razionali e costantemente pari a 1. Chiaramente f è continua su [0,1]\times[0,1] \cap \mathbb{Q}^2, ma la sua estensione \tilde{f} a un rettangolo è la funzione di Dirichelet che, come abbiamo visto nell’esempio 20 , non è integrabile.

 

Come vedremo nella prossima sezione, l’integrabilit\` a di f su un insieme del piano dipende da alcune proprietà dell’insieme stesso e della sua frontiera. Il primo obiettivo che ci poniamo è trovare una classe di insiemi che rendono integrabili tutte le funzioni continue.

Insiemi misurabili secondo Peano-Jordan.

Ci proponiamo di determinare alcune condizioni su \Omega e sulla sua frontiera \partial \Omega che siano sufficienti a garantire l’integrabilità di ogni funzione continua su \Omega. Per fare ciò definiamo una classe di insiemi, detti misurabili secondo Peano-Jordan, ma prima ricordiamo la seguente definizione.

 

Definizione 30 (funzione caratteristica). Se \Omega \subset \mathbb R^2, la funzione \chi_\Omega : \mathbb R^2 \to \{ 0,1\} definita da

    \[\chi_\Omega(x,y):= \begin{cases} 1 \quad \text{se $(x,y) \in \Omega$} \\ 0 \quad \text{se $(x,y) \notin \Omega$} \end{cases}\]

si chiama funzione caratteristica (o funzione indicatrice) di \Omega.

 

Dalle proprietà di integrabilità della funzione \chi_\Omega discendono delle proprietà dell’insieme \Omega; in particolare, è possibile definire un concetto di misura di \Omega che analizzeremo nel corso di questa sezione.

 

Definizione 31 (insiemi misurabili). Un insieme \Omega \subset \mathbb R^2 limitato è misurabile ( secondo Peano-Jordan) se la sua funzione caratteristica \` e integrabile in ogni rettangolo \mathcal R contenente \Omega. In tal caso, il valore dell’integrale di \chi_{\Omega} si dice misura (o area) di \Omega e si indica con \vert \Omega \vert, cioè:

    \[\vert \Omega \vert :=  \iint_{\mathcal R}  \chi_\Omega=\iint_\Omega 1 .\]

Un insieme \Gamma \subset \mathbb R^2 limitato e misurabile secondo Peano-Jordan si dice di misura nulla se \vert \Gamma \vert =0.

 

In altre parole, \Omega è misurabile se e solo se la funzione unitaria f\equiv 1 definita in \Omega è integrabile in \Omega.

 

Osservazione 32. Il simbolo \vert \cdot \vert usato per la misura di Peano-Jordan di un insieme è uguale a quello usato per indicare il volume dei rettangoli \vert \mathcal R \vert e ciò potrebbe sembrare un abuso di notazione; esso perchè solo apparente in quanto si vede facilmente che i rettangoli sono misurabili secondo Peano-Jordan e la loro misura di Peano-Jordan è pari al volume introdotto nella definizione 1.

 

Notiamo che, in questa dispensa, ci limitiamo allo studio degli integrali di funzioni limitate su insiemi limitati. Cioè non trattiamo i cosiddetti integrali impropri.

 

Prima di continuare con lo studio degli integrali doppi su particolari domini, detti semplici o normali, enunciamo alcuni risultati relativi alla misura di Peano-Jordan.

 

Teorema 33 [teorema 4.12, 1]. Siano \Omega_1, \dots, \Omega_h \subset \mathbb R^2 misurabili, allora gli insiemi \bigcap_{i=1}^h \Omega_i e \bigcup_{i=1}^h \Omega_i sono misurabili. Inoltre, se gli insiemi \Omega_i sono a due a due disgiunti allora

    \[\Big \vert \bigcup_{i=1}^h \Omega_i \Big \vert = \sum_{i=1}^h \vert \Omega_i \vert .\]

Infine, per ogni coppia di insiemi misurabili \Omega_i, \Omega_j, la differenza \Omega_j \setminus \Omega_i è misurabile.

 

Vale inoltre il seguente teorema.

 

Teorema 34 [teorema 4.10, 1]. Un insieme \Gamma \subset \mathbb R^2 limitato è di misura nulla se e solo se per ogni \varepsilon >0 esiste un numero finito di rettangoli \mathcal R_1, \dots , \mathcal R_{k_\varepsilon} tali che

    \[\Gamma \subset \bigcup_{i=1}^{k_\varepsilon} \mathcal R_i \quad \text{e} \quad \sum_{i=1}^{k_\varepsilon} \vert \mathcal R_i \vert < \varepsilon .\]

Inoltre:

 

  1. Se \Gamma è di misura nulla e \Lambda \subset \Gamma, allora \Lambda è misurabile e |\Lambda|=0;
  2. Se |\Gamma_i|=0 per ogni i=1,\dots, N, allora \Gamma = \bigcup_{i=1}^N \Gamma_i è misurabile e di misura nulla.

 

Esempio 35. Un primo esempio di insiemi di misura nulla è dato dagli insiemi formati da un numero finito di punti. Infatti, per ogni \varepsilon >0 e per ogni punto dell’insieme possiamo considerare un rettangolo che contenga tale punto e abbia area minore di \varepsilon. La famiglia di rettangoli siffatti soddisfa il teorema 34.

 

Come ulteriore esempio di insiemi di misura nulla, presentiamo il seguente risultato.

 

Teorema 36. Sia f : [a,b] \to \mathbb R integrabile. Allora l’insieme

    \[\operatorname{graf}(f) := \{ (t,f(t)) \in \mathbb R^2\, : \, t \in [a,b] \}\]

è di misura nulla.

 

Dimostrazione. Per il criterio di integrabilità delle funzioni in una variabile (analogo del teorema 21) sappiamo che f è integrabile in [a,b] se e solo se per ogni \varepsilon >0 esiste una partizione

    \[\mathcal P_\varepsilon= \{ [x_i, x_{i+1}]\}_{i=1}^{k_\varepsilon} \qquad \text{con $a=x_1< x_2  < \dots < x_{k_\varepsilon}=b$}\]

di [a,b] tale che

    \[S(\mathcal P_\varepsilon, f) - s(\mathcal P_\varepsilon, f) = \sum _{i=1}^{k_\varepsilon} \bigg[(\sup_{[x_{i}, x_{i+1}]} f - \inf_{[x_{i}, x_{i+1}]} f) (x_{i+1} - x_{i} ) \bigg]< \varepsilon .\]

Poniamo

    \[\mathcal R_i := [x_{i}, x_{i+1}] \times [\inf_{[x_{i}, x_{i+1}]} f, \sup_{[x_{i}, x_{i+1}]} f] \quad \forall i=1 , \dots, {k_\varepsilon} ,\]

allora abbiamo che

    \[\sum_{i=1}^{{k_\varepsilon}} \vert \mathcal R_i  \vert = \sum _{i=1}^{k_\varepsilon} \bigg[(\sup_{[x_{i}, x_{i+1}]} f - \inf_{[x_{i}, x_{i+1}]} f) (x_{i+1} - x_{i} ) \bigg]< \varepsilon\]

ed inoltre, per come sono stati scelti i rettangoli \mathcal R_i,

    \[\operatorname{graf}(f) \subset \bigcup _{i=1}^{k_\varepsilon} \mathcal R_i ,\]

cioè \operatorname{graf}(f) è di misura nulla per il teorema 34.

 

Proposizione 37. Sia \Gamma \subset \mathbb R^2 di misura nulla e sia f : \Gamma \to \mathbb R limitata. Allora

    \[\iint_\Gamma f = 0 .\]

 

Dimostrazione. Poichè \Gamma è di misura nulla, abbiamo

    \[0 = |\Gamma | \inf_\Gamma f = \int_\Gamma  \inf_\Gamma f \leq  \int_\Gamma f \leq \int_\Gamma \sup_\Gamma f =|\Gamma | \sup_\Gamma f = 0\]

dove nella seconda e nella terza uguaglianza abbiamo usato il punto 1 del teorema 23 insieme alla definizione di misura di Peano-Jordan, mentre nelle due disuguaglianze abbiamo usato il punto 2 del teorema 23.

 

La misurabilità di un insieme è strettamente legata alla misura della sua frontiera; vale infatti il seguente teorema, che ci limitiamo a enunciare.

 

 

Teorema 38 [teorema 4.9, 1]. Un insieme \Omega \subset \mathbb R^2 limitato è misurabile se e solo se la sua frontiera \partial \Omega è di misura nulla.

 

Osservazione 39. Nell’esempio 20 abbiamo visto che la funzione di Dirichelet non è integrabile nel quadrato \mathcal I. Poichè essa è proprio la funzione indicatrice dei punti di \mathcal I a coordinate razionali, per la definizione 31 questo insieme non è misurabile secondo Peano-Jordan. Poiché la frontiera di \mathcal I \cap \mathbb Q^2 è pari a [0,1]^2, che non è di misura nulla, il teorema 38 fornisce quindi un’altra dimostrazione della non-integrabilità della funzione di Dirichlet.

 

Il seguente risultato è la controparte del teorema 23 relativa agli integrali su insiemi misurabili.

Per gli integrali di funzioni su tali insiemi, infatti, valgono le stesse proprietà di linearità, monotonia e additività stabilite per gli integrali su rettangoli. Vale inoltre l’analogo della disuguaglianza triangolare, che maggiora il modulo dell’integrale di una funzione f con l’integrale del modulo di f.

Osserviamo che, nonostante gli enunciati dei due teoremi siano molto simili, le dimostrazioni differiscono in alcuni punti, a causa della diversità di geometria tra rettangoli e insiemi misurabili qualsiasi.

 

Teorema 40. Siano \Omega \subset \mathbb R^2 un insieme misurabile, f,g \colon \Omega \to \mathbb{R} integrabili in \Omega e sia c \in \mathbb{R}. Allora valgono le seguenti proprietà:

 

  1. linearità dell’integrale: le funzioni f+g, cf, fg sono integrabili in \Omega e

    (41)   \begin{equation*} \iint _{\Omega} (f+g) = \iint_\Omega f + \iint_\Omega g, \end{equation*}

    (42)   \begin{equation*} \iint _{\Omega} cf = \, c \iint_\Omega f ;  \end{equation*}

  2. positività e monotonia dell’integrale rispetto alla funzione integranda:

    se f (x,y)\leq g(x,y) per ogni (x,y) \in \Omega, allora

        \[\iint_\Omega f \leq  \iint_ \Omega g ;\]

  3. monotonia dell’integrale rispetto al dominio di integrazione: se \Omega' \subset \Omega misurabile, allora f è integrabile in \Omega'. Inoltre, se f \geq 0 in \Omega risulta

        \[\iint_{\Omega'} f\leq  \iint_\Omega f ;\]

  4. additività dell’integrale rispetto al dominio di integrazione: siano \Omega‘ e \Omega'' due insiemi misurabili tali che \Omega= \Omega' \cup \Omega''. Allora f è integrabile su \Omega se e solo se lo è su \Omega' e su \Omega''. Inoltre, se \Omega' e \Omega'' hanno parti interne disgiunte, allora

    (43)   \begin{equation*} \int_{\Omega} f = \int_{\Omega'} f + \int_{\Omega''} f; \end{equation*}

  5. disuguaglianza triangolare: \vert f  \vert è integrabile in \Omega e vale

        \[\Bigg{\vert} \iint_ \Omega f \,\Bigg{\vert} \leq \iint_ \Omega \vert f \vert .\]

 

Dimostrazione. Fissiamo un rettangolo \mathcal R contenente \Omega.  

  1. Poichè f,g sono integrabili in \Omega, per la definizione 26 le estensioni \widetilde f, \widetilde g sono integrabili in \mathcal R. Notiamo che, per come abbiamo definito le estensioni, le funzioni \widetilde{f+g} e \widetilde{fg} coincidono con \widetilde f+\widetilde g e \widetilde{f}\widetilde{g} in \mathcal R e quindi sono anch’esse integrabili per il punto 1 del teorema 23. Allora f+g e fg sono integrabili in \Omega; inoltre vale (41) in quanto

        \[\iint_\Omega f + \iint_\Omega g = \iint_\mathcal R \widetilde f + \iint_\mathcal R \widetilde g=  \iint_\mathcal R (\widetilde f+\widetilde g)= \iint_\mathcal R (\widetilde {f+ g})= \iint_\Omega (f+g).\]

    In modo simile proviamo che vale (42). Infatti, le funzioni c \widetilde f e \widetilde{cf} coincidono in \mathcal R e sono integrabili per il punto 1 del teorema 23. Pertanto cf è integrabile in \Omega per la definizione 26 e vale:

        \[\iint_\Omega c f = \iint_\mathcal R \widetilde {cf}=  \iint_\mathcal R c\widetilde f= c \iint_\mathcal R \widetilde f= c\iint_\Omega f.\]

  2. Poichè f\leq g in \Omega, abbiamo che \widetilde f \leq \widetilde g in \mathcal R e per il punto 2 del teorema 23 vale:

        \[\iint_\mathcal R \widetilde f \leq \iint_\mathcal R \widetilde g.\]

    Allora, per la definizione 26 , otteniamo

        \[\iint_\Omega f = \iint_\mathcal R \widetilde f \leq \iint_\mathcal R \widetilde g = \iint_\Omega g .\]

  3. Notiamo che la restrizione di f a \Omega' si ottiene come prodotto di f per la funzione caratteristica di \Omega', cioè f_{\Omega'} = f \chi_{\Omega'}. Per ipotesi sappiamo che f è integrabile e \Omega' è misurabile quindi anche \chi_{\Omega'} è integrabile per la definizione 31, allora per il punto 1 del teorema 23 f_{\Omega'} è integrabile poichè è prodotto di funzioni integrabili. Se f \geq 0, allora f(x,y) \geq f(x,y) \chi_{\Omega'}(x,y) per ogni (x,y) \in \Omega, quindi per il punto 2 concludiamo che

        \[\iint_{\Omega'} f = \iint_{\Omega'} f _{\Omega'}=\iint_\Omega f \chi_{\Omega'} \leq \iint_\Omega f ,\]

    dove nella prima uguaglianza abbiamo usato il fatto che f, f_{\Omega'} coincidono in \Omega'.

  4. Se f è integrabile su \Omega, allora lo è sia su \Omega' che su \Omega'' per il punto precedente. Viceversa, supponiamo che f sia integrabile su \Omega' e su \Omega''. Allora si ha

    (44)   \begin{equation*} \tilde{f} = \widetilde{f} \chi_{\Omega'} + \widetilde{f}\chi_{\Omega '' \setminus \Omega'} \end{equation*}

    e tali funzioni coincidono con \widetilde{f_{\Omega'}} e \widetilde{f_{\Omega'' \setminus \Omega'}}. Poiché \Omega'' \setminus \Omega' è misurabile per il teorema 33 queste funzioni sono integrabili su \mathcal{R} per ipotesi, quindi anche \widetilde{f} lo è per il punto 1. Di nuovo per il punto 1, vale

    (45)   \begin{equation*} \int_{\Omega} f = \int_{\mathcal{R}} \tilde{f} = \int_{\mathcal{R}} \widetilde{f} \chi_{\Omega'}  + \int_{\mathcal{R}} \widetilde{f}\chi_{\Omega '' \setminus \Omega'} = \int_{\Omega'} f + \int_{\Omega '' \setminus \Omega'} f. \end{equation*}

    Se \Omega' \cap \Omega''= \emptyset, allora \Omega'' \setminus \Omega'= \Omega'' e (45) coincide con la tesi. Se invece \Omega' e \Omega'' non sono disgiunti, ma hanno parti interne disgiunte, si ha \Omega'' \cap \Omega' \subseteq \partial \Omega''. Per il punto 1 del teorema 34 si ha quindi |\Omega'' \cap \Omega'|=0 e, per la proposizione 37, si ha

    (46)   \begin{equation*} \int_{\Omega'' \cap \Omega'} f = 0. \end{equation*}

    Quindi

    (47)   \begin{equation*} \int_{\Omega} f = \int_{\Omega'} f + \int_{\Omega '' \setminus \Omega'} f + \int_{\Omega'' \cap \Omega'} f = \int_{\Omega'} f + \int_{\Omega ''} f, \end{equation*}

    dove la seconda uguaglianza segue da (45). L’ultima uguaglianza segue dal fatto che \Omega' e \Omega'' \setminus \Omega' sono disgiunti e ci si riconduce al caso già provato in precedenza.

  5. Notiamo che il modulo dell’estensione di f a \mathcal R coincide con l’estensione del modulo di f a \mathcal R, cioè \vert \widetilde f \vert = \widetilde{ \vert f \vert}. Per il punto 5 del teorema 23 \vert \widetilde f \vert è integrabile in \mathcal R (perchè f è integrabile in \Omega quindi \widetilde f lo è in \mathcal R), quindi \vert f \vert è integrabile in \Omega. Inoltre, per il teorema 23 vale:

        \[\Big \vert \iint_\Omega f \Big \vert = \Big \vert \iint_\mathcal R \widetilde f \Big \vert \leq \iint_\mathcal R \vert \widetilde f \vert = \iint_\mathcal R \widetilde {\vert f \vert }=  \iint_\Omega \vert f \vert .\]

 

Integrali di funzioni continue

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In questa sezione studiamo le funzioni continue su insiemi che godono di alcune proprietà topologiche.

Introduciamo gli insiemi compatti, che intuitivamente sono quegli insiemi i cui punti non possono essere “troppo dispersi”.

 

Definizione 41 (insieme compatto in \mathbb{R}^2). Un insieme K \subset \mathbb R^2 si dice compatto se è chiuso e limitato.

 

Le funzioni continue su un insieme compatto godono, in realtà, di una propietà più forte. Esse, infatti, sono uniformemente continue.

 

Definizione 42 (funzione uniformemente continua). Dato \Omega \subseteq \mathbb R^2 e data una funzione f : \Omega \to \mathbb R, essa si dice uniformemente continua se per ogni \varepsilon >0 esiste \delta >0 tale che per ogni x_{1},x_{2} \in \Omega con \Vert x_{1}-x_{2} \Vert <\delta si ha

    \[|f(x_1)-f(x_2) | \leq \varepsilon.\]

 

Notiamo che, diversamente dalla continuità semplice, nella definizione 42 la distanza \delta dipende solo da \varepsilon e non dai punti x_{1}, x_2.

 

Teorema 43 [Heine-Cantor, teorema 3.30, 2]. Sia K \subset \mathbb R^2 un insieme chiuso e limitato e f : K \to \mathbb R continua. Allora f è uniformemente continua in K.

 

Utilizzando il teorema di Heine-Cantor proviamo una condizione sufficiente affinchè una funzione limitata in un rettangolo \mathcal R sia integrabile.

 

Teorema 44. Sia f : \mathcal R= [a,b] \times[c,d] \to \mathbb R limitata. Se l’insieme D_f dei punti di discontinuità di f è di misura nulla, allora f è integrabile in \mathcal R.

 

Dimostrazione. Si fissi \varepsilon>0 e sia M \coloneqq \sup_{\mathcal{R}} |f|. Poiché |D_f|=0, per il teorema 34 esiste un ricoprimento di rettangoli \{R_i\}_{i=1}^h tali che

(48)   \begin{equation*} \sum_{i=1}^h |R_i| < \frac{\varepsilon}{4M}. \end{equation*}

A meno di eliminare le parti in comune tra i rettangoli R_i (cosa che farebbe diminuire il valore della somma in (48) e suddividerli ulteriormente, si può assumere che le loro parti interne siano disgiunte. La chiusura di \mathcal{R} \setminus \big( \bigcup_{i=1}^h R_i \big) è chiusa e limitata, quindi è compatta per la definizione 41. Pertanto, per il teorema 43 la restrizione di f a tale insieme è uniformemente continua. Esiste quindi \delta>0 tale che

(49)   \begin{equation*} |f(x_1,y_1)-f(x_2,y_2)|< \frac{\varepsilon}{2|\mathcal{R}|} \qquad \forall (x_1,y_1),(x_2,y_2) \in \mathcal{R} \setminus \left( \bigcup_{i=1}^h R_i \right),\,\,\, |(x_1,y_1)-(x_2,y_2)|< \delta. \end{equation*}

Si completi \{R_i\}_{i=1}^h in una partizione \mathcal{P}=\{R_i\}_{i=1}^k plurirettangolare di \mathcal{R} tale che

(50)   \begin{equation*} \operatorname{diam}R_i \leq \delta \qquad \forall i \in \{h+1,\dots,k\}, \end{equation*}

dove, per E \subseteq \mathbb R^2, si indica \diam E \coloneqq \sup\{ |x-y| \colon x,y \in E\}. Si ha quindi

(51)   \begin{equation*} \begin{split} S(\mathcal{P},f) - s(\mathcal{P},f) = & \sum_{i=1}^h |R_i|(\sup_{R_i}f - \inf_{R_i}f) + \sum_{i=h+1}^k |R_i|(\sup_{R_i}f - \inf_{R_i}f) \\ \leq & 2M\sum_{i=1}^h |R_i| + \frac{\varepsilon}{2|\mathcal{R}|}\sum_{i=h+1}^k |R_i| \\ \leq & \frac{\varepsilon}{2} + \frac{\varepsilon}{2} = \varepsilon, \end{split} \end{equation*}

dove la prima disuguaglianza deriva dal fatto che M= \sup|f| per la prima sommatoria e da (49) e (50) per la seconda sommatoria, mentre la seconda disuguaglianza deriva da (48) per la prima sommatoria e dal fatto che \mathcal{P} è una partizione plurirettangolare di \mathcal{R} per la seconda sommatoria, in virtù del lemma 9. Per (51), per l’arbitrarietà di \varepsilon e per il teorema 21, f è integrabile su \mathcal{R}.

Osservazione 45. La parte del “se” del teorema 38 si può dimostrare utilizzando il teorema 44 che dimostriamo nella prossima sezione. Infatti se \partial \Omega è di misura nulla, l’insieme dei punti di discontinuità della funzione caratteristica di \Omega ha misura nulla e per il teorema 44 tale funzione è integrabile. Quindi, per la definizione 31 \Omega è misurabile.

 

Più in generale, vediamo un risultato analogo per funzioni definite in un insieme misurabile e che può essere dimostrato come corollario del teorema 44.

 

Teorema 46. Siano \Omega \subset \mathbb R^2, f :\Omega \to \mathbb R limitata. Se \Omega è misurabile e f è continua tranne che in un insieme D_f di misura nulla, allora f è integrabile in \Omega.

 

Dimostrazione. Sia \widetilde f l’estensione di f pari a 0 in un rettangolo \mathcal R contenente \Omega, cioè

    \begin{align*} \widetilde f (x,y ) = \begin{cases} f(x,y) \quad & \text{se $(x,y) \in \Omega$} \\ 0 & \text{se $(x,y) \in \mathcal R \setminus \Omega$} \end{cases} \end{align*}

e chiamiamo D_{\widetilde f} l’insieme dei punti in cui \widetilde f non è continua, allora D_{\widetilde f} \subseteq \partial \Omega \cup D_f. Infatti se x \in \mathring \Omega, allora x è un punto di discontinuità per f se e solo se lo è per \widetilde{f} poichè f,\widetilde f coincidono su \Omega. Se, invece, x \in \mathring{(\mathcal R\setminus \Omega)}, allora \widetilde{f} è continua perchè è costante in \mathcal R \setminus \Omega. Quindi i punti di discontinuità di \widetilde f lo sono anche per f o sono punti di \partial \Omega.

Allora dai teoremi 38 e 33 e dall’additività della misura segue che \vert  D_{\widetilde f} \vert =0. Per il teorema 44 \widetilde f è integrabile in \mathcal R e per la definizione 26 f è integrabile in \Omega.

 

In particolare, come corollario del teorema 46, si ottiene che ogni funzione continua in un compatto misurabile è integrabile per il teorema 46 , poichè limitata (per il teorema di Weierstrass).

 

Vediamo un esempio di funzione unidimensionale integrabile i cui punti di discontinuità formano un insieme non misurabile secondo Peano-Jordan e ricordiamo che ciò si estende in modo simile anche a funzioni definite in un dominio di \mathbb R^2.

 

Esempio 47. Consideriamo la funzione f:[0,1]\to [0,1] definita da

(52)   \begin{equation*} f(x)= \begin{cases} \dfrac{1}{q} \quad \text{se $x=\dfrac{m}{q} \in \mathbb Q$ e $m,n$ sono coprimi} \\ 0 \quad \text{se $x \notin \mathbb Q$}. \end{cases} 	\end{equation*}

Allora f è integrabile con \int_{[0,1]} f = 0, ma l’insieme dei suoi punti di discontinuità è D_f= \mathbb Q \cap [0,1], che non è misurabile secondo Peano-Jordan.

 

Esercizio 48  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Verificare che la funzione f:[0,1]\to [0,1] definita in (52) è integrabile e che \int_{[0,1]} f = 0.

 

Questo esempio mostra che il teorema 46 non non si può invertire. Per avere una condizione necessaria e sufficiente per l’integrabilità, dovremmo considerare la definizione di insieme di misura nulla secondo Lebesgue, che non è oggetto di studio di queste note.

Teorema della media integrale.

Introduciamo un’altra nozione topologica, quella di insieme connesso.

 

Definizione 49 (insieme connesso). Un insieme X\subset  \mathbb R^2 si dice connesso se non esistono due aperti X_1, X_2 tali che

    \[X_1, X_2 \ne \emptyset , \qquad X_1 \cap X_2 = \emptyset \qquad \text{e} \qquad X_1 \cup X_2 \supset X .\]

 

Per le funzioni continue su insiemi connessi vale il teorema dei valori intermedi (per la dimostrazione si consulti ad esempio [3, pag. 113]). Come nel caso unidimensionale, esso assicura che l’immagine di un insieme connesso tramite una funzione continua è un intervallo.

 

Teorema 50 (dei valori intermedi). Sia \Omega \subset \mathbb R^2 misurabile e connesso, sia f : \Omega \subset \mathbb R^2\to \mathbb R continua e siano a ,b \in \im f con a<b. Allora per ogni c \in (a, b) esiste (x_0,y_0) \in \Omega tale che f(x_0,y_0) = c.

 

Il teorema dei valori intermedi oltre ad avere una propria notevole importanza, è uno strumento utile per la dimostrazione del seguente teorema.

 

Teorema 51 (della media integrale). Sia \Omega \subset \mathbb R^2 connesso, sia f : \Omega \to \mathbb R limitata e continua. Allora esiste un punto (x_0, y_0) \in \Omega tale che

(53)   \begin{equation*} \dfrac{1}{\vert \Omega \vert }  \iint_{\Omega} f(x,y) \, dx dy = f(x_0, y_0) . \end{equation*}

 

Dimostrazione. Essendo f continua e \Omega connesso, si ha f (\Omega) = I e per il teorema dei valori intermedi I è un intervallo di estremi a, b con a \leq b.

Poichè a\leq f(x,y)\leq b per ogni (x,y) \in \Omega, chiamata m= \frac{1}{\vert \Omega \vert} \int_{\Omega} f la media integrale di f su \Omega, si ha m \in [a, b] per il punto 2 del teorema 40. Distinguiamo quindi due casi:  

  • Se m \in (a,b), poichè (a,b) \subset I = \im f, il teorema è provato;
  • Se m=a (il caso m = b è analogo) si vuole provare che f è costante e f \equiv a. Infatti, se esistesse (x_0,y_0) \in \Omega tale che f(x_0,y_0) > a, per la continuità di f esisterebbero r, \varepsilon >0 tali che

        \[B_r (x_0,y_0) \subset \Omega \quad \text{e} \quad f(x,y)> a+\varepsilon \quad \forall (x,y) \in B_r(x_0,y_0) ,\]

    dove B_r(x_0,y_0) denota la palla di centro (x_0,y_0) e raggio r.

    Quindi, la funzione g: = f-a soddisferebbe

        \[g(x,y) \geq 0 \quad \forall (x,y) \in \Omega , \quad g(x,y) > \varepsilon \quad \forall (x,y) \in B_r(x_0,y_0) .\]

    Ma, allora, si avrebbe

        \[\pi r^2 \varepsilon \leq \iint_{B_r(x_0,y_0)} g(x,y) \, dxdy \leq  \iint_\Omega g(x,y)\, dxdy  = \iint_\Omega f(x,y) \, dxdy- a \vert \Omega \vert =  a \vert \Omega \vert -  a \vert \Omega \vert = 0 ,\]

    che è un assurdo.

Osservazione 52. Se si aggiunge l’ipotesi che \Omega è compatto, la dimostrazione del teorema della media è più semplice; infatti in tal caso si ha m \in [a, b] = f(\Omega), dove l’ultima uguaglianza segue dal teorema di Weierstrass.

Insiemi semplici e regolari.

 

Definizione 53 (dominio). Si dice dominio la chiusura di un sottoinsieme aperto e limitato di \mathbb R^2.

 

Presentiamo inoltre una classe di domini, detti semplici o normali, ottenuti come parti del piano comprese tra due funzioni continue di una delle due variabili.

 

Definizione 54 (dominio semplice). Un dominio \mathcal D \subset \mathbb R^2 si dice semplice (o normale) rispetto all’asse \mathbf{x} se esistono due funzioni \alpha , \beta : [a,b] \to \mathbb R continue, tali che \alpha \leq \beta in [a,b] e

    \[\mathcal D = \{ (x,y) \in \mathbb R^2 \, : \, a \leq x \leq b , \, \alpha(x) \leq y \leq \beta(x) \}.\]

Analogamente, \mathcal D si dice semplice (o normale) rispetto all’asse \mathbf{y} se esistono due funzioni \gamma , \delta: [c,d] \to \mathbb R continue, tali che \gamma \leq \delta in [c,d] e

    \[\mathcal D = \{ (x,y) \in \mathbb R^2 \, : \, c \leq y \leq d , \, \gamma(y) \leq x \leq \delta(y) \}.\]

 

Possiamo vedere degli esempi grafici di domini normali rispetto agli assi x e y rispettivamente nelle figure 5 e 6.

   

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Figura 5: dominio semplice rispetto all’asse {x}.

   

   

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Figura 6: dominio semplice rispetto all’asse {y}.

   

Osservazione 55. Notiamo che i rettangoli sono una classe particolare di domini semplici rispetto ad entrambi gli assi quindi tutti i risultati ottenuti per funzioni integrabili in domini semplici sono ancora validi per quelle integrabili nei rettangoli.

 

Esempio 56. Gli insiemi

    \begin{align*} \mathcal S &= \{ (x,y) \in \mathbb R^2 \, : \, 0 \leq x \leq 1 , \, x(x-1) \leq y \leq x(2-x^2) \} \\ \mathcal D &= \{ (x,y) \in \mathbb R^2 \, : \, 0 \leq y \leq 1 , \, 2y \leq x \leq 2 \} \end{align*}

sono, rispettivamente, esempi di domini semplici rispetto all’asse {x} e rispetto all’asse {y}.

 

Esempio 57. L’insieme

    \[\mathcal D = \left \{ (x,y) \in \mathbb R^2 \, : \,  0 \leq x \leq 2 ,\,  0 \leq y \leq \frac{x}{2}\right\} = \left\{ (x,y)\in \mathbb R^2 \, : \,  0 \leq y \leq1\,,\,  0 \leq x \leq 2y \right \}\]

è un dominio semplice sia rispetto all’asse {x} che rispetto all’asse {y}:

 

L’unione di una famiglia finita di domini semplici è detta dominio regolare.

 

Definizione 58 (dominio regolare). Un dominio \mathcal D \subset \mathbb R^2 si dice regolare se è l’unione finita di domini semplici a due a due privi di punti interni in comune.

 

I domini regolari sono in particolare misurabili, come mostrato dal prossimo risultato.

 

Proposizione 59. Se \mathcal D \subset \mathbb R^2 è un dominio regolare, allora \mathcal D è misurabile.

 

Dimostrazione. Dal teorema 33 segue che è sufficiente mostrare la misurabilità dei domini semplici rispetto a uno degli assi. La dimostrazione di questa proprietà segue dal teorema 36 e dal teorema 38. Infatti, la frontiera di un dominio semplice è l’unione di insiemi di misura nulla (cioè due grafici di funzioni continue e due segmenti) e quindi anch’essa di misura nulla.

  Quindi, nei domini semplici o regolari, valgono tutti i risultati della sezione precedente. In particolare, vale il seguente teorema di integrabilità che segue dal teorema 44.

 

Teorema 60. Sia \mathcal D \subset \mathbb R^2 un dominio semplice rispetto ad uno degli assi e sia f: \mathcal D \to \mathbb R continua. Allora f è integrabile.

 

Concludiamo la prima parte della dispensa sottolineando che abbiamo introdotto queste particolari classi di insiemi misurabili del piano in quanto su essi si applicheranno, nella seconda parte, le formule di riduzione per il calcolo esplicito degli integrali.

 

Riferimenti bibliografici

[1] M. Bertsch, R. Dal Passo, L. Giacomelli, Analisi Matematica, seconda edizione, McGraw-Hill, 2009;

[2] M. Bramanti, C.D. Pagani, S. Salsa, Analisi Matematica 2, Zanichelli, 2009;

[3] N. Fusco, P. Marcellini, C. Sbordone, Analisi matematica due, prima edizione, Liguori, 1996;
 
[4] E. Giusti, Analisi Matematica 2, terza edizione, Bollati Boringhieri, 2003;

[5] M. Manetti, Topologia, seconda edizione, Springer Verlag, 2014;
 
[6] Qui Si Risolve, Integrali multipli — Parte 2.
 
 

Ulteriori risorse didattiche sugli integrali doppi e tripli

 
 

Tutta la teoria di analisi matematica

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  35. Discontinuità di funzioni monotone
  36. Continuità della funzione inversa
  37. Teorema delle contrazioni o Teorema di punto fisso di Banach-Caccioppoli
  38. Teoria sulle derivate
  39. Calcolo delle derivate: la guida pratica
  40. Teoria sulle funzioni convesse
  41. Il teorema di Darboux
  42. I teoremi di de l’Hôpital
  43. Teorema di Fermat
  44. Teoremi di Rolle e Lagrange
  45. Il teorema di Cauchy
  46. Espansione di Taylor: teoria, esempi e applicazioni pratiche
  47. Polinomi di Taylor nei limiti: istruzioni per l’uso
  48. Integrali definiti e indefiniti
  49. Teorema fondamentale del calcolo integrale (approfondimento)
  50. Integrali ricorsivi
  51. Formule del trapezio, rettangolo e Cavalieri-Simpson
  52. Teoria sugli integrali impropri
  53. Funzioni integrali – Teoria
  54. Introduzione ai numeri complessi – Volume 1 (per un corso di ingegneria — versione semplificata)
  55. Introduzione ai numeri complessi – Volume 1 (per un corso di matematica o fisica)
  56. Serie numeriche: la guida completa
  57. Successioni di funzioni – Teoria
  58. Teoremi sulle successioni di funzioni
    1. 58a. Criterio di Cauchy per la convergenza uniforme
    2. 58b. Limite uniforme di funzioni continue
    3. 58c. Passaggio al limite sotto il segno di integrale
    4. 58d. Limite uniforme di funzioni derivabili
    5. 58e. Piccolo teorema del Dini
    6. 58f. Procedura diagonale e teorema di Ascoli-Arzela
  59. Serie di funzioni – Teoria
  60. Serie di potenze – Teoria
  61. Serie di Fourier – Teoria e applicazioni
  62. Integrali multipli — Parte 1 (teoria)
  63. Integrali multipli — Parte 2 (teoria e esercizi misti)
  64. Regola della Catena — Teoria ed esempi.
  65. Jacobiano associato al cambiamento di coordinate sferiche
  66. Guida ai Massimi e Minimi: Tecniche e Teoria nelle Funzioni Multivariabili
  67. Operatore di Laplace o Laplaciano
  68. Teoria equazioni differenziali
  69. Equazione di Eulero
  70. Teoria ed esercizi sulla funzione Gamma di Eulero
  71. Teoria ed esercizi sulla funzione Beta
  72. Approfondimento numeri complessi
  73. Diverse formulazioni dell’assioma di completezza
  74. Numeri di Delannoy centrali
  75. Esercizi avanzati analisi

 
 

Tutte le cartelle di Analisi Matematica

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  1. Prerequisiti di Analisi
    1. Ripasso algebra biennio liceo
    2. Ripasso geometria analitica
    3. Ripasso goniometria e trigonometria
    4. Errori tipici da evitare
    5. Insiemi numerici N,Z,Q,R
    6. Funzioni elementari
    7. Logica elementare
    8. Insiemi
  2. Successioni
    1. Teoria sulle Successioni
    2. Estremo superiore e inferiore
    3. Limiti base
    4. Forme indeterminate
    5. Limiti notevoli
    6. Esercizi misti Successioni
    7. Successioni per ricorrenza
  3. Funzioni
    1. Teoria sulle funzioni
    2. Verifica del limite in funzioni
    3. Limite base in funzioni
    4. Forme indeterminate in funzioni
    5. Limiti notevoli in funzioni
    6. Calcolo asintoti
    7. Studio di funzione senza derivate
    8. Dominio di una funzione
    9. Esercizi misti Funzioni
    10. Esercizi misti sui Limiti
  4. Funzioni continue-lipschitziane-holderiane
    1. Teoria sulle Funzioni continue-lipschitziane-holderiane
    2. Continuità delle funzioni
    3. Continuità uniforme
    4. Teorema degli zeri
    5. Esercizi sul teorema di Weierstrass senza l’uso delle derivate
  5. Calcolo differenziale
    1. Derivate
    2. Calcolo delle derivate
    3. Retta tangente nel calcolo differenziale
    4. Punti di non derivabilità nel calcolo differenziale
    5. Esercizi sul teorema di Weierstrass con l’uso delle derivate
    6. Studio di funzione completo nel calcolo differenziale
    7. Esercizi teorici nel calcolo differenziale
    8. Metodo di bisezione
    9. Metodo di Newton
  6. Teoremi del calcolo differenziale
    1. Teoria sui Teoremi del calcolo differenziale
    2. Teorema di Rolle
    3. Teorema di Lagrange
    4. Teorema di Cauchy
    5. Teorema di De L’Hôpital
  7. Calcolo integrale
    1. Integrale di Riemann
    2. Integrali immediati
    3. Integrale di funzione composta
    4. Integrali per sostituzione
    5. Integrali per parti
    6. Integrali di funzione razionale
    7. Calcolo delle aree
    8. Metodo dei rettangoli e dei trapezi
    9. Esercizi Misti Integrali Indefiniti
    10. Esercizi Misti Integrali Definiti
  8. Integrali impropri
    1. Teoria Integrali impropri
    2. Carattere di un integrale improprio
    3. Calcolo di un integrale improprio
  9. Espansione di Taylor
    1. Teoria Espansione di Taylor
    2. Limiti di funzione con Taylor
    3. Limiti di successione con Taylor
    4. Stime del resto
  10. Funzioni integrali (Approfondimento)
    1. Teoria Funzioni integrali (Approfondimento)
    2. Studio di funzione integrale
    3. Limiti con Taylor e De L’Hôpital
    4. Derivazione di integrali parametrici (Tecnica di Feynmann)
  11. Numeri Complessi
    1. Teoria Numeri complessi
    2. Espressioni con i numeri complessi
    3. Radice di un numero complesso
    4. Equazioni con i numeri complessi
    5. Disequazioni con i numeri complessi
    6. Esercizi misti Numeri complessi
  12. Serie numeriche
    1. Teoria Serie numeriche
    2. Esercizi Serie a termini positivi
    3. Esercizi Serie a termini di segno variabile
    4. Esercizi Serie geometriche e telescopiche
  13. Successioni di funzioni
    1. Teoria Successioni di funzioni
    2. Esercizi Successioni di funzioni
  14. Serie di funzioni
    1. Teoria Serie di funzioni
    2. Esercizi Serie di funzioni
  15. Serie di potenze
    1. Teoria Serie di potenze
    2. Esercizi Serie di potenze
  16. Serie di Fourier
    1. Teoria Serie di Fourier
    2. Esercizi Serie di Fourier
  17. Trasformata di Fourier
    1. Teoria Trasformata di Fourier
    2. Esercizi Trasformata di Fourier
  18. Funzioni di più variabili
    1. Teoria Funzioni di più variabili
    2. Massimi e minimi liberi e vincolati
    3. Limiti in due variabili
    4. Integrali doppi
    5. Integrali tripli
    6. Integrali di linea di prima specie
    7. Integrali di linea di seconda specie
    8. Forme differenziali e campi vettoriali
    9. Teorema di Gauss-Green
    10. Integrali di superficie
    11. Flusso di un campo vettoriale
    12. Teorema di Stokes
    13. Teorema della divergenza
    14. Campi solenoidali
    15. Teorema del Dini
  19. Equazioni differenziali lineari e non lineari
    1. Teoria equazioni differenziali lineari e non lineari
    2. Equazioni differenziali lineari e non lineari del primo ordine omogenee
  20. Equazioni differenziali lineari
    1. Del primo ordine non omogenee
    2. Di ordine superiore al primo,a coefficienti costanti,omogenee
    3. Di ordine superiore al primo,a coefficienti costanti,non omogenee
    4. Di Eulero,di Bernoulli,di Clairaut,di Lagrange e di Abel
    5. Non omogenee avente per omogenea associata un’equazione di Eulero
    6. Sistemi di EDO
  21. Equazioni differenziali non lineari
    1. A variabili separabiliO
    2. A secondo membro omogeneo
    3. Del tipo y’=y(ax+by+c)
    4. Del tipo y’=y(ax+by+c)/(a’x+b’y+c’)
    5. Equazioni differenziali esatte
    6. Mancanti delle variabili x e y
    7. Cenni sullo studio di un’assegnata equazione differenziale non lineare
    8. Di Riccati
    9. Cambi di variabile: simmetrie di Lie
  22. Analisi complessa
    1. Fondamenti
    2. Funzioni olomorfe
    3. Integrale di Cauchy e applicazioni
    4. Teorema della curva di Jordan e teorema fondamentale dell’Algebra
    5. Teorema di inversione di Lagrange
    6. Teorema dei Residui
    7. Funzioni meromorfe
    8. Prodotti infiniti e prodotti di Weierstrass
    9. Continuazione analitica e topologia
    10. Teoremi di rigidità di funzioni olomorfe
    11. Trasformata di Mellin
  23. Equazioni alle derivate parziali
    1. Equazioni del primo ordine
    2. Equazioni del secondo ordine lineari
    3. Equazioni non-lineari
    4. Sistemi di PDE
  24. Funzioni speciali
    1. Funzione Gamma di Eulero
    2. Funzioni Beta,Digamma,Trigamma
    3. Integrali ellittici
    4. Funzioni di Bessel
    5. Funzione zeta di Riemann e funzioni L di Dirichlet
    6. Funzione polilogaritmo
    7. Funzioni ipergeometriche
  25. Analisi funzionale
    1. Misura e integrale di Lebesgue
    2. Spazi Lp,teoremi di completezza e compattezza
    3. Spazi di Hilbert,serie e trasformata di Fourier
    4. Teoria e pratica dei polinomi ortogonali
    5. Spazi di Sobolev
  26. Complementi
    1. Curiosità e approfondimenti
    2. Compiti di analisi
    3. Esercizi avanzati analisi
  27. Funzioni Convesse

 
 

Tutti gli esercizi di geometria

In questa sezione vengono raccolti molti altri esercizi che coprono tutti gli argomenti di geometria proposti all’interno del sito con lo scopo di offrire al lettore la possibilità di approfondire e rinforzare le proprie competenze inerenti a tali argomenti.

Strutture algebriche.





 
 

Risorse didattiche aggiuntive per approfondire la matematica

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  • Math Stack Exchange – Parte della rete Stack Exchange, questo sito è un forum di domande e risposte specificamente dedicato alla matematica. È una delle piattaforme più popolari per discutere e risolvere problemi matematici di vario livello, dall’elementare all’avanzato.
  • Art of Problem Solving (AoPS) – Questo sito è molto noto tra gli studenti di matematica di livello avanzato e i partecipanti a competizioni matematiche. Offre forum, corsi online, e risorse educative su una vasta gamma di argomenti.
  • MathOverflow – Questo sito è destinato a matematici professionisti e ricercatori. È una piattaforma per domande di ricerca avanzata in matematica. È strettamente legato a Math Stack Exchange ma è orientato a un pubblico con una formazione più avanzata.
  • PlanetMath – Una comunità collaborativa di matematici che crea e cura articoli enciclopedici e altre risorse di matematica. È simile a Wikipedia, ma focalizzata esclusivamente sulla matematica.
  • Wolfram MathWorld – Una delle risorse online più complete per la matematica. Contiene migliaia di articoli su argomenti di matematica, creati e curati da esperti. Sebbene non sia un forum, è una risorsa eccellente per la teoria matematica.
  • The Math Forum – Un sito storico che offre un’ampia gamma di risorse, inclusi forum di discussione, articoli e risorse educative. Sebbene alcune parti del sito siano state integrate con altri servizi, come NCTM, rimane una risorsa preziosa per la comunità educativa.
  • Stack Overflow (sezione matematica) – Sebbene Stack Overflow sia principalmente noto per la programmazione, ci sono anche discussioni rilevanti di matematica applicata, specialmente nel contesto della scienza dei dati, statistica, e algoritmi.
  • Reddit (r/Math) – Un subreddit popolare dove si possono trovare discussioni su una vasta gamma di argomenti matematici. È meno formale rispetto ai siti di domande e risposte come Math Stack Exchange, ma ha una comunità attiva e molte discussioni interessanti.
  • Brilliant.org – Offre corsi interattivi e problemi di matematica e scienza. È particolarmente utile per chi vuole allenare le proprie capacità di problem solving in matematica.
  • Khan Academy – Una risorsa educativa globale con lezioni video, esercizi interattivi e articoli su una vasta gamma di argomenti di matematica, dalla scuola elementare all’università.






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