L’integrale definito di una funzione di una variabile esprime l’area sottesa al grafico della stessa. Il grafico di una funzione di 2 variabili consiste in una superficie nello spazio tridimensionale e dunque è naturale chiedersi se un’operazione simile consenta di esprimere il volume racchiuso tra il grafico della funzione e il piano
I cosiddetti integrali multipli forniscono precisamente uno strumento atto a questo scopo.
Questa dispensa è la prima parte di un lavoro dedicato allo studio degli integrali doppi, dei quali intende presentare la teoria essenziale, con particolare riferimento ai seguenti argomenti:
- Integrali doppi su rettangoli e loro proprietà;
- Integrali su domini semplici, regolari e misurabili secondo Peano-Jordan;
- Integrazione delle funzioni continue e teorema della media integrale.
Il testo è quindi una guida essenziale e chiara per chi desidera avvicinarsi o approfondire la teoria degli integrali doppi. Non ti resta dunque che cominciare la lettura!
Oltre alla naturale prosecuzione Integrali doppi – parte 2 in cui affronteremo metodi pratici di calcolo, segnaliamo inoltre le seguenti risorse teoriche su argomenti di Analisi 2:
Segnaliamo inoltre anche i seguenti articoli di esercizi:
-
;
;
, dove
;
- Se
è una partizione prodotto, siano
e
le partizioni di
e
tali che
(7)
Allora si ha
(8)
- Se
è una generica partizione di
, il Lemma 8 assicura l’esistenza di una partizione
di
più fine di
. Applicando il punto precedente alla partizione prodotto
di
, si ha
(9)
dove l’ultima uguaglianza segue dal fatto che, poiché
è più fine di
, i rettangoli della partizione
possono essere suddivisi in modo da formare delle partizioni prodotto di ognuno dei rettangoli
della partizione
. La relazione (9) coincide con la tesi che si voleva provare.
- Poiché per ogni insieme
si ha
, otteniamo
(14)
- Poiché
, per ogni
l’insieme
è una partizione plurirettangolare di
. Infatti, gli insiemi
hanno interni disgiunti e, se
, allora
, in quanto altrimenti esso sarebbe contenuto in un altro
, ma ciò contraddirebbe il fatto che gli insiemi
hanno interni disgiunti. Allora
(15)
dove la seconda uguaglianza deriva dal fatto che
è una partizione di
per ogni
e dal lemma 9, mentre la disuguaglianza deriva dal fatto che
implica
. La disuguaglianza
si dimostra in maniera analoga.
- Si ha
(16)
Inoltre, poiché
(17)
e gli interni di
così come gli interni di
sono a due a due disgiunti, si ha
(18)
se
oppure
. Quindi
è una partizione di
. Essa è inoltre più fine di
e
, in quanto
(19)
- linearità dell’integrale: le funzioni
,
,
sono integrabili in
e
(24)
(25)
- positività e monotonia dell’integrale rispetto alla funzione integranda: se
per ogni
, allora
- monotonia dell’integrale rispetto al dominio di integrazione: se
, allora
è integrabile in
. Inoltre, se
in
risulta
(26)
- additività dell’integrale rispetto al dominio di integrazione: se
e
è integrabile in
, allora le sue restrizioni sono integrabili in
e
. Inoltre, se
,
hanno parti interne disgiunte vale anche il viceversa e
(27)
- Fissato
, consideriamo due partizioni
,
di
tali che
che esistono poichè le funzioni
,
sono integrabili in
e per il teorema 21. Consideriamo la partizione generata da
, cioè
; allora
(28)
Inoltre, dalle note proprietà dell’estremo inferiore e superiore di una funzione, cioè
(29)
Allora, la funzione
è integrabile in
poichè dalla (28) e (29) segue
quindi vale il teorema 21. Inoltre, per la relazione (29), abbiamo
ma per la definizione di integrale 16
cioè
e
sono valori reali appartenenti allo stesso intervallo di ampiezza
. Per l’arbitrarietà con cui abbiamo scelto
, vale la (24)
Con gli stessi argomenti si prova che, se
è integrabile allora anche
lo è, e vale la (25).
L’integrabilità del prodotto
di dimostra come segue.
Siano
e
. Per ogni insieme
, dalla disuguaglianza triangolare si ha
(30)
per ogni
. Da tale disuguaglianza si evince che, per ogni insieme
si ha
(31)
Facendo variare
in modo da ottenere
e
, si ottiene
(32)
Si fissi ora
; poiché
e
sono integrabili, esiste una partizione
di
tale che
(33)
Si ha quindi
(34)
dove nella prima disuguaglianza si è usato (32) applicato a
, mentre nella seconda disuguaglianza si è usato (33).
- Fissata una partizione
di
, dall’ipotesi che
segue
per ogni
, e dunque
da cui
ma, essendo le funzioni integrabili, dalla definizione 16 si ottiene
- Per ipotesi
è integrabile in
, quindi per il teorema 21 fissato
esiste una partizione
tale che
(35)
A meno di considerare una ulteriore partizione più fine (per la quale (35) è ancora valida), possiamo inoltre supporre che ognuno dei rettangoli di
sia contenuto in
oppure abbia intersezione vuota con l’interno di
.
Una partizione
di
si ottiene considerando i rettangoli di
contenuti in
.
Dunque, notando che gli elementi di
sono solo alcuni degli elementi di
e ricordando che
per ogni insieme
, concludiamo che
(36)
Allora, per il teorema 21
è integrabile anche in
.
Inoltre, se
, fissato
scegliamo una partizione
di
tale che
e completiamola in una partizione
di
. Dalla positività di
segue che
Pertanto, passando al
su tutte le partizioni di
, otteniamo la seguente relazione
da cui, per l’arbitrarietà con cui abbiamo scelto
, segue che
- Tenendo conto di quanto appena dimostrato, basta provare che
è integrabile in
se lo sono le sue restrizioni in
e
.
Chiamiamo quindi
,
le restrizioni di
ad
,
rispettivamente, e supponiamo siano integrabili. Fissato
, consideriamo
,
delle partizioni di
,
tali che
Poichè
e
non hanno punti interni in comune, l’unione
è una partizione di
tale che
cioè
è integrabile in
per il teorema 21.
Avendo dimostrato la doppia implicazione, ci resta da far vedere che vale l’uguaglianza (27). Poichè
e
sono funzioni definite rispettivamente in
e
, possiamo estenderle come segue: chiamiamo
la funzione ottenuta ponendo
pari a zero fuori da
e
la funzione ottenuta ponendo
pari a zero fuori da
e su
. In altre parole,
sono le funzioni definite da
(37)
Pertanto si ha
Da tali disuguaglianze si vede quindi che
Allora, poiché
, per la (24) otteniamo
- Vogliamo provare che
è integrabile, quindi, fissato
consideriamo una partizione
tale che
(38)
la quale esiste perchè
è integrabile per ipotesi. Allora, chiamati
per ogni
, notiamo che
e
Da tali relazioni, con ragionamenti elementari, otteniamo:
- se
hanno segno concorde, allora
;
- se
hanno segno discorde, allora
(39)
In entrambi i casi, poiché
, segue che
(40)
Allora, per la stime (38) e (40), abbiamo
cioè la funzione
è integrabile per il teorema 21. Inoltre, essendo
, per la monotonia dell’integrale rispetto alla funzione integranda dimostrata al punto
, segue che
- se
- Se
è di misura nulla e
, allora
è misurabile e
;
- Se
per ogni
, allora
è misurabile e di misura nulla.
- linearità dell’integrale: le funzioni
,
,
sono integrabili in
e
(41)
(42)
- positività e monotonia dell’integrale rispetto alla funzione integranda:
se
per ogni
, allora
- monotonia dell’integrale rispetto al dominio di integrazione: se
misurabile, allora
è integrabile in
. Inoltre, se
in
risulta
- additività dell’integrale rispetto al dominio di integrazione: siano
‘ e
due insiemi misurabili tali che
. Allora
è integrabile su
se e solo se lo è su
e su
. Inoltre, se
e
hanno parti interne disgiunte, allora
(43)
- disuguaglianza triangolare:
è integrabile in
e vale
- Poichè
,
sono integrabili in
, per la definizione 26 le estensioni
,
sono integrabili in
. Notiamo che, per come abbiamo definito le estensioni, le funzioni
e
coincidono con
e
in
e quindi sono anch’esse integrabili per il punto
del teorema 23. Allora
e
sono integrabili in
; inoltre vale (41) in quanto
In modo simile proviamo che vale (42). Infatti, le funzioni
e
coincidono in
e sono integrabili per il punto
del teorema 23. Pertanto
è integrabile in
per la definizione 26 e vale:
- Poichè
in
, abbiamo che
in
e per il punto
del teorema 23 vale:
Allora, per la definizione 26 , otteniamo
- Notiamo che la restrizione di
a
si ottiene come prodotto di
per la funzione caratteristica di
, cioè
. Per ipotesi sappiamo che
è integrabile e
è misurabile quindi anche
è integrabile per la definizione 31, allora per il punto
del teorema 23
è integrabile poichè è prodotto di funzioni integrabili. Se
, allora
per ogni
, quindi per il punto
concludiamo che
dove nella prima uguaglianza abbiamo usato il fatto che
,
coincidono in
.
- Se
è integrabile su
, allora lo è sia su
che su
per il punto precedente. Viceversa, supponiamo che
sia integrabile su
e su
. Allora si ha
(44)
e tali funzioni coincidono con
e
. Poiché
è misurabile per il teorema 33 queste funzioni sono integrabili su
per ipotesi, quindi anche
lo è per il punto
. Di nuovo per il punto
, vale
(45)
Se
, allora
e (45) coincide con la tesi. Se invece
e
non sono disgiunti, ma hanno parti interne disgiunte, si ha
. Per il punto
del teorema 34 si ha quindi
e, per la proposizione 37, si ha
(46)
Quindi
(47)
dove la seconda uguaglianza segue da (45). L’ultima uguaglianza segue dal fatto che
e
sono disgiunti e ci si riconduce al caso già provato in precedenza.
- Notiamo che il modulo dell’estensione di
a
coincide con l’estensione del modulo di
a
, cioè
. Per il punto
del teorema 23
è integrabile in
(perchè
è integrabile in
quindi
lo è in
), quindi
è integrabile in
. Inoltre, per il teorema 23 vale:
- Se
, poichè
, il teorema è provato;
- Se
(il caso
è analogo) si vuole provare che
è costante e
. Infatti, se esistesse
tale che
, per la continuità di
esisterebbero
tali che
dove
denota la palla di centro
e raggio
.
Quindi, la funzione
soddisferebbe
Ma, allora, si avrebbe
che è un assurdo.
- Dominio rettangolare, esercizio 1
- Dominio rettangolare, esercizio 2
- Dominio normale all’asse x (detto anche dominio y-semplice), esercizio 1
- Dominio normale all’asse x (detto anche dominio y-semplice), esercizio 2
- Dominio normale all’asse y (detto anche dominio x-semplice), esercizio 1
- Integrazione tramite cambio di variabili da cartesiani a polari, esercizio 1
- Integrazione tramite cambio di variabili da cartesiani a ellittiche, esercizio 1
- Applicazioni degli integrali tripli
- Teoria Insiemi
- Il metodo della diagonale di Cantor
- Logica elementare
- Densità dei numeri razionali nei numeri reali
- Insiemi Numerici
- Il principio di induzione
- Gli assiomi di Peano
- L’insieme dei numeri reali: costruzione e applicazioni
- Concetti Fondamentali della Retta Reale: Sintesi Teorica
- Costruzioni alternative di
- Binomio di Newton
- Spazi metrici, un’introduzione
- Disuguaglianza di Bernoulli
- Disuguaglianza triangolare
- Teoria sulle funzioni
- Funzioni elementari: algebriche, esponenziali e logaritmiche
- Funzioni elementari: trigonometriche e iperboliche
- Funzioni goniometriche: la guida essenziale
- Teorema di Bolzano-Weierstrass per le successioni
- Criterio del rapporto per le successioni
- Definizione e proprietà del numero di Nepero
- Limite di una successione monotona
- Successioni di Cauchy
- Il teorema ponte
- Teoria sui limiti
- Simboli di Landau
- Funzioni continue – Teoria
- Il teorema di Weierstrass
- Il teorema dei valori intermedi
- Il teorema della permanenza del segno
- Il teorema di Heine-Cantor
- Il teorema di esistenza degli zeri
- Il metodo di bisezione
- Teorema ponte versione per le funzioni continue
- Discontinuità di funzioni monotone
- Continuità della funzione inversa
- Teorema delle contrazioni o Teorema di punto fisso di Banach-Caccioppoli
- Teoria sulle derivate
- Calcolo delle derivate: la guida pratica
- Teoria sulle funzioni convesse
- Il teorema di Darboux
- I teoremi di de l’Hôpital
- Teorema di Fermat
- Teoremi di Rolle e Lagrange
- Il teorema di Cauchy
- Espansione di Taylor: teoria, esempi e applicazioni pratiche
- Polinomi di Taylor nei limiti: istruzioni per l’uso
- Integrali definiti e indefiniti
- Teorema fondamentale del calcolo integrale (approfondimento)
- Integrali ricorsivi
- Formule del trapezio, rettangolo e Cavalieri-Simpson
- Teoria sugli integrali impropri
- Funzioni integrali – Teoria
- Introduzione ai numeri complessi – Volume 1 (per un corso di ingegneria — versione semplificata)
- Introduzione ai numeri complessi – Volume 1 (per un corso di matematica o fisica)
- Serie numeriche: la guida completa
- Successioni di funzioni – Teoria
- Teoremi sulle successioni di funzioni
- Serie di funzioni – Teoria
- Serie di potenze – Teoria
- Serie di Fourier – Teoria e applicazioni
- Integrali multipli — Parte 1 (teoria)
- Integrali multipli — Parte 2 (teoria e esercizi misti)
- Regola della Catena — Teoria ed esempi.
- Jacobiano associato al cambiamento di coordinate sferiche
- Guida ai Massimi e Minimi: Tecniche e Teoria nelle Funzioni Multivariabili
- Operatore di Laplace o Laplaciano
- Teoria equazioni differenziali
- Equazione di Eulero
- Teoria ed esercizi sulla funzione Gamma di Eulero
- Teoria ed esercizi sulla funzione Beta
- Approfondimento numeri complessi
- Diverse formulazioni dell’assioma di completezza
- Numeri di Delannoy centrali
- Esercizi avanzati analisi
- Prerequisiti di Analisi
- Successioni
- Funzioni
- Funzioni continue-lipschitziane-holderiane
- Calcolo differenziale
- Derivate
- Calcolo delle derivate
- Retta tangente nel calcolo differenziale
- Punti di non derivabilità nel calcolo differenziale
- Esercizi sul teorema di Weierstrass con l’uso delle derivate
- Studio di funzione completo nel calcolo differenziale
- Esercizi teorici nel calcolo differenziale
- Metodo di bisezione
- Metodo di Newton
- Teoremi del calcolo differenziale
- Calcolo integrale
- Integrali impropri
- Espansione di Taylor
- Funzioni integrali (Approfondimento)
- Numeri Complessi
- Serie numeriche
- Successioni di funzioni
- Serie di funzioni
- Serie di potenze
- Serie di Fourier
- Trasformata di Fourier
- Funzioni di più variabili
- Teoria Funzioni di più variabili
- Massimi e minimi liberi e vincolati
- Limiti in due variabili
- Integrali doppi
- Integrali tripli
- Integrali di linea di prima specie
- Integrali di linea di seconda specie
- Forme differenziali e campi vettoriali
- Teorema di Gauss-Green
- Integrali di superficie
- Flusso di un campo vettoriale
- Teorema di Stokes
- Teorema della divergenza
- Campi solenoidali
- Teorema del Dini
- Equazioni differenziali lineari e non lineari
- Equazioni differenziali lineari
- Equazioni differenziali non lineari
- Analisi complessa
- Fondamenti
- Funzioni olomorfe
- Integrale di Cauchy e applicazioni
- Teorema della curva di Jordan e teorema fondamentale dell’Algebra
- Teorema di inversione di Lagrange
- Teorema dei Residui
- Funzioni meromorfe
- Prodotti infiniti e prodotti di Weierstrass
- Continuazione analitica e topologia
- Teoremi di rigidità di funzioni olomorfe
- Trasformata di Mellin
- Equazioni alle derivate parziali
- Funzioni speciali
- Analisi funzionale
- Complementi
- Funzioni Convesse
- Math Stack Exchange – Parte della rete Stack Exchange, questo sito è un forum di domande e risposte specificamente dedicato alla matematica. È una delle piattaforme più popolari per discutere e risolvere problemi matematici di vario livello, dall’elementare all’avanzato.
- Art of Problem Solving (AoPS) – Questo sito è molto noto tra gli studenti di matematica di livello avanzato e i partecipanti a competizioni matematiche. Offre forum, corsi online, e risorse educative su una vasta gamma di argomenti.
- MathOverflow – Questo sito è destinato a matematici professionisti e ricercatori. È una piattaforma per domande di ricerca avanzata in matematica. È strettamente legato a Math Stack Exchange ma è orientato a un pubblico con una formazione più avanzata.
- PlanetMath – Una comunità collaborativa di matematici che crea e cura articoli enciclopedici e altre risorse di matematica. È simile a Wikipedia, ma focalizzata esclusivamente sulla matematica.
- Wolfram MathWorld – Una delle risorse online più complete per la matematica. Contiene migliaia di articoli su argomenti di matematica, creati e curati da esperti. Sebbene non sia un forum, è una risorsa eccellente per la teoria matematica.
- The Math Forum – Un sito storico che offre un’ampia gamma di risorse, inclusi forum di discussione, articoli e risorse educative. Sebbene alcune parti del sito siano state integrate con altri servizi, come NCTM, rimane una risorsa preziosa per la comunità educativa.
- Stack Overflow (sezione matematica) – Sebbene Stack Overflow sia principalmente noto per la programmazione, ci sono anche discussioni rilevanti di matematica applicata, specialmente nel contesto della scienza dei dati, statistica, e algoritmi.
- Reddit (r/Math) – Un subreddit popolare dove si possono trovare discussioni su una vasta gamma di argomenti matematici. È meno formale rispetto ai siti di domande e risposte come Math Stack Exchange, ma ha una comunità attiva e molte discussioni interessanti.
- Brilliant.org – Offre corsi interattivi e problemi di matematica e scienza. È particolarmente utile per chi vuole allenare le proprie capacità di problem solving in matematica.
- Khan Academy – Una risorsa educativa globale con lezioni video, esercizi interattivi e articoli su una vasta gamma di argomenti di matematica, dalla scuola elementare all’università.
Autori e revisori
Leggi...
Notazioni
Leggi...
,
,
,
,
:
interno e frontiera di un insieme : [5];
insieme delle partizioni plurirettangolari del rettangolo ;
partizione plurirettangolare generata dalle partizioni
somma superiore e inferiore di relative alla partizione
;
integrale superiore e inferiore di ;
integrale di sull’insieme
;
volume -dimensionale del rettangolo
, misura di Peano-Jordan dell’insieme
;
funzione caratteristica dell’insieme ;
grafico della funzione ;
immagine della funzione ;
palla di centro e raggio
.
Introduzione
Leggi...
Come ci si aspetta, quelli “più semplici” da trattare sono gli insiemi del tipo
comunemente chiamati -intervalli, in quanto sono l’analogo multidimensionale degli intervalli in
, o più semplicemente rettangoli (come nel caso bidimensionale).
Sottolineiamo che in questa dispensa ci limitiamo al caso in cui , cioè allo studio degli integrali doppi, ma il lettore può facilmente immaginare le ovvie estensioni dei risultati presentati a dimensioni
.
Intuitivamente, vorremmo che l’integrale di una funzione coincida con il volume tridimensionale della regione compresa tra il piano
e il grafico della funzione stessa (si veda la figura 1).
Figura 1: grafico di una funzione definita in un sottoinsieme a valori positivi.
Integrali doppi su rettangoli
Leggi...
è detto rettangolo di . La sua area è definita come
. Si pone per convenzione
.
Nel seguito faremo largo uso della seguente definizione di partizione. Essa formalizza l’idea intuitiva di scomporre una figura piana nell’unione di sottofigure che condividono i bordi, ma senza sovrapposizioni nelle parti interne.
è detta partizione di .
Osservazione 3. La definizione di partizione appena data differisce dall’usuale definizione di partizione insiemistica, in cui si richiede che gli elementi della partizione siano disgiunti.
Ricordiamo, per completezza, la definizione di partizione plurirettangolare in :
Risulta possibile confrontare due partizioni plurirettangolari come chiarito dalla seguente definizione.
Osservazione 6. L’uso del simbolo per indicare che una partizione è più fine di un’altra è giustificato dal fatto che l’essere più fine stabilisce un ordinamento parziale in
.
Spesso è utile considerare una partizione prodotto di un rettangolo , cioè una partizione ottenuta prendendo i prodotti cartesiani degli elementi di partizioni di
e
, rispettivamente.
Poiché le partizioni che consideriamo sono costituite da intervalli, esistono tali che
Per la definizione 7, un rettangolo è suddiviso dalla partizione
in
rettangoli del tipo
con
.
Le partizioni prodotto sono quindi particolari tipi di partizioni plurirettangolari. Esse sono arbitrariamente fini, nel senso precisato dal prossimo lemma.
Figura 2: illustrazione delle partizioni (in alto) e
(in basso) del lemma 8:
è una partizione prodotto più fine di
.
Dimostrazione. Sia . Consideriamo gli insiemi
(1)
(si veda la figura 2) costituiti dai numeri reali e
riordinati e senza ripetizioni in modo che
(2)
Sono quindi definite le partizioni
(3)
rispettivamente di e
. Consideriamo la partizione prodotto
(4)
di generata da
e
, rappresentata in basso in figura 2. Affermiamo che
è più fine di
. Infatti, dato
, poiché esso è contenuto in
, la sua parte interna ha intersezione non vuota con un rettangolo
. Allora, per come sono definiti i numeri reali
, si ha
(5)
e ciò prova che , pertanto
è più fine di
.
L’area dei rettangoli è additiva, come mostrato dal prossimo lemma.
(6)
Dimostrazione. Dimostriamo la proposizione prima per una partizione prodotto, poi per una qualsiasi partizione plurirettangolare.
D’ora in poi, con indichiamo un rettangolo di
.
Osserviamo che le somme superiori e inferiori appena definite hanno il significato geometrico di somma di volumi orientati di parallelepipedi dei rettangoli aventi basi sui rettangoli della partizione , rispettivamente circoscritti e inscritti al sottografico della funzione considerata, ovvero la regione compresa tra il piano
e il grafico della funzione stessa (figura 1).
Osservazione 11. L’ipotesi di limitatezza di garantisce che queste quantità siano finite.
Il prossimo risultato mette in luce il legame tra i valori le somme superiori e inferiori di una funzione limitata relative a delle partizioni e tra la finezza di queste partizioni.
Poiché le somme inferiore e superiore di una funzione limitata rispetto a una partizione plurirettangolare
di
sono da considerarsi come delle approssimazioni rispettivamente per difetto e per eccesso del volume sotteso al grafico di
, risulta naturale aspettarsi che, all’aumentare della finezza della partizione, tale approssimazione migliori: in altre parole, ci aspettiamo che i valori
e
delle somme inferiore e superiore di
rispetto a
siano più vicini se consideriamo partizioni più fini. Questa intuizione è confermata dalla prossima proposizione.
In essa è contenuta anche la definizione di partizione generata da due partizioni ; essa, indicata col simbolo
è la partizione meno fine tra quelle che sono più fini sia di
che di
. Il concetto è rappresentato in figura 3.
Figura 3: le partizioni e
della proposizione 12.
Dimostrazione.
Introduciamo le seguenti definizioni:
e integrale superiore di
Osservazione 14. Dalla definizione precedente e dalla (10) segue che, in generale, per ogni funzione limitata vale
Facciamo ora un’osservazione che sarà utile nella seconda parte della dispensa.
Dimostrazione. Ci limitiamo a dimostrare la relazione per l’integrale inferiore di , in quanto l’altra relazione si ottiene in maniera analoga.
Poiché l’insieme delle partizioni prodotto di è contenuto nell’insieme delle partizioni di
, si ha
(20)
D’altra parte, data una qualunque partizione di
, per il lemma 8 esiste una partizione
di
più fine di
. Allora, per il punto 2 della proposizione 12, si ha
(21)
Passando all’estremo superiore al membro di destra della precedente equazione, otteniamo
(22)
Passando all’estremo superiore in al membro di sinistra nella precedente disuguaglianza, si ottiene
(23)
Tale numero reale si chiama integrale di su
e si indica in uno dei seguenti modi
Osservazione 17. La notazione utilizzata nella definizione 16 vale solo per gli integrali doppi. Ricordiamo che per gli integrali tripli si usa la notazione . In generale l’integrale di Riemann di
su un rettangolo
in
con
si può indicare con il simbolo
, dove con
si intende il generico elemento di
.
Osservazione 18. Ricordiamo che, in questa sezione, per funzione integrabile intendiamo una funzione integrabile secondo Riemann in un rettangolo .
Una prima classe di funzioni integrabili è fornita dalla seguente proposizione.
Dimostrazione. Per ogni partizione abbiamo che il
e l’
di
sugli elementi della partizione coincidono con
, da cui segue che
e quindi dalla definizione 16 si ottiene la tesi.
Esempio 20. Siano e
Allora, per densità di in
e per la densità di
in
, si ha che per ogni partizione plurirettangolare
di
pertanto la funzione non è integrabile in quanto gli integrali inferiore e superiore non coincidono.
Proviamo, adesso, un criterio di integrabilità, analogo a quello valido nel caso unidimensionale.
Dimostrazione. Supponiamo che sia integrabile. Allora, posto
, dalla definizione 16 e dalle proprietà del
e dell’
segue che
Allora, consideriamo la partizione
Per la proposizione 12 abbiamo che
Dunque la prima implicazione è dimostrata, infatti
Viceversa, fissato , consideriamo una partizione
tale che
.
Allora, abbiamo che
e dall’arbitrarietà di segue che
Inoltre, per l’osservazione 14 sappiamo che vale anche la disuguaglianza opposta, per cui
e quindi la funzione è integrabile.
Anticipiamo inoltre il seguente teorema che otterremo come corollario del teorema 60.
Proprietà degli integrali doppi.
Dimostrazione.
provare che, se sono funzioni integrabili, anche
e
sono funzioni integrabili.
Dal punto 2 del teorema 23, segue che, se per ogni
, allora
Questo risultato vale anche considerando le disuguaglianze strette. Lasciamo la dimostrazione come esercizio impegnativo per il lettore.
Integrali doppi su domini semplici, regolari e misurabili
Leggi...
Un’idea naturale è quella di considerare un rettangolo che contiene
, “estendere” la funzione in tutto il rettangolo (definendola uguale a zero fuori da
), ed integrare su
la funzione così ottenuta. Se tale integrale esiste, diremo che la funzione di partenza è integrabile in
.
è integrabile in e in tal caso si pone
Prima di procedere, osserviamo alcuni fatti importanti sulla definizione appena data.
Osservazione 27. La definizione 26 è ben posta, cioè non dipende dal particolare rettangolo scelto.
Dati due rettangoli arbitrari
che contengono
, dette
,
le estensioni di
pari a
nei rettangoli
,
rispettivamente, vogliamo dimostrare
è integrabile se e solo se lo è
. Consideriamo, quindi, un altro rettangolo
che contiene
, come in figura 4.
Figura 4: insieme dell’osservazione ??.
Applichiamo il punto del teorema 23 all’estensione
di
pari a
su
per affermare che
risulta integrabile su
,
. Inoltre, poichè
è composto dall’unione di un numero finito di rettangoli su cui
è nulla, per la (27) si ha
dove l’ultima uguaglianza segue dal fatto che su
. Poichè lo stesso ragionamento si può fare per
, si ha dunque
Osservazione 28. Se è un rettangolo, la definizione 26 coincide con la definizione 16. Infatti il rettangolo cercato nella definizione 26 è
stesso e
.
Esempio 29. Consideriamo la funzione , cioè definita sui punti a coordinate razionali e costantemente pari a
. Chiaramente
è continua su
, ma la sua estensione
a un rettangolo è la funzione di Dirichelet che, come abbiamo visto nell’esempio 20 , non è integrabile.
Come vedremo nella prossima sezione, l’integrabilit\` a di su un insieme del piano dipende da alcune proprietà dell’insieme stesso e della sua frontiera. Il primo obiettivo che ci poniamo è trovare una classe di insiemi che rendono integrabili tutte le funzioni continue.
Insiemi misurabili secondo Peano-Jordan.
si chiama funzione caratteristica (o funzione indicatrice) di .
Dalle proprietà di integrabilità della funzione discendono delle proprietà dell’insieme
; in particolare, è possibile definire un concetto di misura di
che analizzeremo nel corso di questa sezione.
Un insieme limitato e misurabile secondo Peano-Jordan si dice di misura nulla se
.
In altre parole, è misurabile se e solo se la funzione unitaria
definita in
è integrabile in
.
Osservazione 32. Il simbolo usato per la misura di Peano-Jordan di un insieme è uguale a quello usato per indicare il volume dei rettangoli
e ciò potrebbe sembrare un abuso di notazione; esso però è solo apparente in quanto si vede facilmente che i rettangoli sono misurabili secondo Peano-Jordan e la loro misura di Peano-Jordan è pari al volume introdotto nella definizione 1.
Notiamo che, in questa dispensa, ci limitiamo allo studio degli integrali di funzioni limitate su insiemi limitati. Cioè non trattiamo i cosiddetti integrali impropri.
Prima di continuare con lo studio degli integrali doppi su particolari domini, detti semplici o normali, enunciamo alcuni risultati relativi alla misura di Peano-Jordan.
Infine, per ogni coppia di insiemi misurabili , la differenza
è misurabile.
Vale inoltre il seguente teorema.
Inoltre:
Esempio 35. Un primo esempio di insiemi di misura nulla è dato dagli insiemi formati da un numero finito di punti. Infatti, per ogni e per ogni punto dell’insieme possiamo considerare un rettangolo che contenga tale punto e abbia area minore di
. La famiglia di rettangoli siffatti soddisfa il teorema 34.
Come ulteriore esempio di insiemi di misura nulla, presentiamo il seguente risultato.
è di misura nulla.
Dimostrazione. Per il criterio di integrabilità delle funzioni in una variabile (analogo del teorema 21) sappiamo che è integrabile in
se e solo se per ogni
esiste una partizione
di tale che
Poniamo
allora abbiamo che
ed inoltre, per come sono stati scelti i rettangoli ,
cioè è di misura nulla per il teorema 34.
Dimostrazione. Poichè è di misura nulla, abbiamo
dove nella seconda e nella terza uguaglianza abbiamo usato il punto del teorema 23 insieme alla definizione di misura di Peano-Jordan, mentre nelle due disuguaglianze abbiamo usato il punto
del teorema 23.
La misurabilità di un insieme è strettamente legata alla misura della sua frontiera; vale infatti il seguente teorema, che ci limitiamo a enunciare.
Osservazione 39. Nell’esempio 20 abbiamo visto che la funzione di Dirichelet non è integrabile nel quadrato . Poichè essa è proprio la funzione indicatrice dei punti di
a coordinate razionali, per la definizione 31 questo insieme non è misurabile secondo Peano-Jordan. Poiché la frontiera di
è pari a
, che non è di misura nulla, il teorema 38 fornisce quindi un’altra dimostrazione della non-integrabilità della funzione di Dirichlet.
Il seguente risultato è la controparte del teorema 23 relativa agli integrali su insiemi misurabili.
Per gli integrali di funzioni su tali insiemi, infatti, valgono le stesse proprietà di linearità, monotonia e additività stabilite per gli integrali su rettangoli. Vale inoltre l’analogo della disuguaglianza triangolare, che maggiora il modulo dell’integrale di una funzione con l’integrale del modulo di
.
Osserviamo che, nonostante gli enunciati dei due teoremi siano molto simili, le dimostrazioni differiscono in alcuni punti, a causa della diversità di geometria tra rettangoli e insiemi misurabili qualsiasi.
Dimostrazione. Fissiamo un rettangolo contenente
.
Integrali di funzioni continue
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Introduciamo gli insiemi compatti, che intuitivamente sono quegli insiemi i cui punti non possono essere “troppo dispersi”.
Le funzioni continue su un insieme compatto godono, in realtà, di una propietà più forte. Esse, infatti, sono uniformemente continue.
Notiamo che, diversamente dalla continuità semplice, nella definizione 42 la distanza dipende solo da
e non dai punti
.
Utilizzando il teorema di Heine-Cantor proviamo una condizione sufficiente affinchè una funzione limitata in un rettangolo sia integrabile.
Dimostrazione. Si fissi e sia
. Poiché
, per il teorema 34 esiste un ricoprimento di rettangoli
tali che
(48)
A meno di eliminare le parti in comune tra i rettangoli (cosa che farebbe diminuire il valore della somma in (48) e suddividerli ulteriormente, si può assumere che le loro parti interne siano disgiunte.
La chiusura di
è chiusa e limitata, quindi è compatta per la definizione 41. Pertanto, per il teorema 43 la restrizione di
a tale insieme è uniformemente continua. Esiste quindi
tale che
(49)
Si completi in una partizione
plurirettangolare di
tale che
(50)
dove, per , si indica
. Si ha quindi
(51)
dove la prima disuguaglianza deriva dal fatto che per la prima sommatoria e da (49) e (50) per la seconda sommatoria, mentre la seconda disuguaglianza deriva da (48) per la prima sommatoria e dal fatto che
è una partizione plurirettangolare di
per la seconda sommatoria, in virtù del lemma 9. Per (51), per l’arbitrarietà di
e per il teorema 21,
è integrabile su
.
Osservazione 45. La parte del “se” del teorema 38 si può dimostrare utilizzando il teorema 44 che dimostriamo nella prossima sezione. Infatti se è di misura nulla, l’insieme dei punti di discontinuità della funzione caratteristica di
ha misura nulla e per il teorema 44 tale funzione è integrabile. Quindi, per la definizione 31
è misurabile.
Più in generale, vediamo un risultato analogo per funzioni definite in un insieme misurabile e che può essere dimostrato come corollario del teorema 44.
Dimostrazione. Sia l’estensione di
pari a
in un rettangolo
contenente
, cioè
e chiamiamo l’insieme dei punti in cui
non è continua, allora
.
Infatti se
, allora
è un punto di discontinuità per
se e solo se lo è per
poichè
coincidono su
.
Se, invece,
, allora
è continua perchè è costante in
. Quindi i punti di discontinuità di
lo sono anche per
o sono punti di
.
Allora dai teoremi 38 e 33 e dall’additività della misura segue che . Per il teorema 44
è integrabile in
e per la definizione 26
è integrabile in
.
In particolare, come corollario del teorema 46, si ottiene che ogni funzione continua in un compatto misurabile è integrabile per il teorema 46 , poichè limitata (per il teorema di Weierstrass).
Vediamo un esempio di funzione unidimensionale integrabile i cui punti di discontinuità formano un insieme non misurabile secondo Peano-Jordan e ricordiamo che ciò si estende in modo simile anche a funzioni definite in un dominio di .
Esempio 47. Consideriamo la funzione definita da
(52)
Allora è integrabile con
, ma l’insieme dei suoi punti di discontinuità è
, che non è misurabile secondo Peano-Jordan.
Questo esempio mostra che il teorema 46 non non si può invertire. Per avere una condizione necessaria e sufficiente per l’integrabilità, dovremmo considerare la definizione di insieme di misura nulla secondo Lebesgue, che non è oggetto di studio di queste note.
Teorema della media integrale.
Per le funzioni continue su insiemi connessi vale il teorema dei valori intermedi (per la dimostrazione si consulti ad esempio [3, pag. ]). Come nel caso unidimensionale, esso assicura che l’immagine di un insieme connesso tramite una funzione continua è un intervallo.
Il teorema dei valori intermedi oltre ad avere una propria notevole importanza, è uno strumento utile per la dimostrazione del seguente teorema.
(53)
Dimostrazione. Essendo continua e
connesso, si ha
e per il teorema dei valori intermedi
è un intervallo di estremi
con
.
Poichè per ogni
, chiamata
la media integrale di
su
, si ha
per il punto
del teorema 40. Distinguiamo quindi due casi:
Osservazione 52. Se si aggiunge l’ipotesi che è compatto, la dimostrazione del teorema della media è più semplice; infatti in tal caso si ha
, dove l’ultima uguaglianza segue dal teorema di Weierstrass.
Insiemi semplici e regolari.
Presentiamo inoltre una classe di domini, detti semplici o normali, ottenuti come parti del piano comprese tra due funzioni continue di una delle due variabili.
Analogamente, si dice semplice (o normale) rispetto all’asse
se esistono due funzioni
continue, tali che
in
e
Possiamo vedere degli esempi grafici di domini normali rispetto agli assi e
rispettivamente nelle figure 5 e 6.
Figura 5: dominio semplice rispetto all’asse .
Figura 6: dominio semplice rispetto all’asse .
Osservazione 55. Notiamo che i rettangoli sono una classe particolare di domini semplici rispetto ad entrambi gli assi quindi tutti i risultati ottenuti per funzioni integrabili in domini semplici sono ancora validi per quelle integrabili nei rettangoli.
Esempio 56. Gli insiemi
sono, rispettivamente, esempi di domini semplici rispetto all’asse e rispetto all’asse
.
Esempio 57. L’insieme
è un dominio semplice sia rispetto all’asse che rispetto all’asse
:
L’unione di una famiglia finita di domini semplici è detta dominio regolare.
I domini regolari sono in particolare misurabili, come mostrato dal prossimo risultato.
Dimostrazione. Dal teorema 33 segue che è sufficiente mostrare la misurabilità dei domini semplici rispetto a uno degli assi. La dimostrazione di questa proprietà segue dal teorema 36 e dal teorema 38. Infatti, la frontiera di un dominio semplice è l’unione di insiemi di misura nulla (cioè due grafici di funzioni continue e due segmenti) e quindi anch’essa di misura nulla.
Quindi, nei domini semplici o regolari, valgono tutti i risultati della sezione precedente. In particolare, vale il seguente teorema di integrabilità che segue dal teorema 44.
Concludiamo la prima parte della dispensa sottolineando che abbiamo introdotto queste particolari classi di insiemi misurabili del piano in quanto su essi si applicheranno, nella seconda parte, le formule di riduzione per il calcolo esplicito degli integrali.
Riferimenti bibliografici
[1] M. Bertsch, R. Dal Passo, L. Giacomelli, Analisi Matematica, seconda edizione, McGraw-Hill, ;
[2] M. Bramanti, C.D. Pagani, S. Salsa, Analisi Matematica , Zanichelli,
;
[3] N. Fusco, P. Marcellini, C. Sbordone, Analisi matematica due, prima edizione, Liguori, ;
[4] E. Giusti, Analisi Matematica , terza edizione, Bollati Boringhieri,
;
[5] M. Manetti, Topologia, seconda edizione, Springer Verlag, ;
[6] Qui Si Risolve, Integrali multipli — Parte 2.
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