Il presente volume è una risorsa essenziale nell’esplorazione delle funzioni elementari, naturale prosecuzione di Funzioni elementari: algebriche, esponenziali e logaritmiche . In questa seconda parte offriamo una presentazione chiara, semplice ma accurata dei seguenti argomenti:
- Definizione degli angoli orientati e le loro misure in gradi e radianti;
- Funzioni trigonometriche fondamentali seno, coseno, tangente, cotangente, secante e cosecante;
- Funzioni trigonometriche inverse arcoseno, arcocoseno, arcotangente, arcocotangente, arcosecante, e arcocosecante;
- Formule trigonometriche di addizione, sottrazione, duplicazione e bisezione;
- Funzioni seno e coseno iperbolico, loro inverse e relative formule.
Grazie a una trattazione dettagliata ma vicina al lettore, il volume è ideale sia per studenti della scuola secondaria, sia per studenti universitari che desiderano prepararsi ai corsi di Analisi Matematica. Gli argomenti vengono presentati con esempi concreti e grafici illustrativi, rendendo il materiale accessibile e facilmente comprensibile.
Cosa aspetti quindi? Non ti resta che immergerti nella lettura di questi affascinanti temi!
Oltre all’esaustiva lista reperibile alla fine dell’articolo, consigliamo la lettura del seguente materiale collegato:
- Teoria sulle funzioni;
- Funzioni elementari: algebriche, esponenziali e logaritmiche;
- Funzioni goniometriche: la guida essenziale;
- Teoria sui limiti;
- Successioni.
Prerequisiti
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Per leggere con profitto questo volume, il lettore dovrebbe anche conoscere le definizioni fondamentali della teoria delle funzioni, così come le proprietà generali delle funzioni contenute in Teoria delle funzioni : definizione di funzione, immagine, controimmagine, iniettività, suriettività, biettività, limitatezza, massimi, minimi, monotonia, periodicità. Inoltre, nell’ultima sezione faremo uso delle funzioni esponenziali, introdotte in Funzioni elementari – Volume 1. Invitiamo il lettore a consultare tali volumi in modo da avere una panoramica degli argomenti in esso contenuti.
Autori e revisori
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Revisori: Valerio Brunetti, Sergio Fiorucci, Sara Sottile.
Notazioni
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Introduzione
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Lo scopo di queste note è fornire gli strumenti minimi necessari alla comprensione del concetto di funzione reale di variabile reale, descrivendone le proprietà principali, ponendo una particolare attenzione sui grafici di alcune funzioni elementari fondamentali. In particolare, in questo volume, presentiamo due famiglie di funzioni elementari note come funzioni trigonometriche e funzioni iperboliche. Di esse studiamo le principali proprietà, ne rappresentiamo i grafici e mostriamo alcuni esempi di utilizzo.
Di seguito un breve sommario della dispensa:
- Nella sezione 1 introduciamo la nozione di angolo, di misura di un angolo, e costruiamo le funzioni trigonometriche geometricamente. Studiamo inoltre la circonferenza goniometrica, parametrizzata dalle funzioni trigonometriche, e introduciamo le coordinate polari nel piano.
- Nella sezione 2 riportiamo le principali formule che coinvolgono le funzioni trigonometriche, ordinate per difficoltà.
- Nella sezione 3 studiamo le principali proprietà delle funzioni trigonometriche e ne rappresentiamo il grafico.
- Nella sezione 4 dimostriamo l’esistenza delle funzioni inverse delle funzioni trigonometriche e ne studiamo le proprietà, rappresentandone il grafico.
- Nella sezione 6 introduciamo le cosiddette funzioni iperboliche, chiamate così perché parametrizzano un arco di iperbole.
Prime definizioni
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Prima di tutto definiamo rigorosamente un angolo.
Denotiamo con l’angolo avente per lati le semirette
e
individuate dai segmenti
e
, essendo
e
due punti distinti da
.
Quando non è necessario esplicitare vertice e lati, indichiamo gli angoli con le lettere greche
.
Si veda la figura 1 per una rappresentazione grafica.
Figura 1: un angolo
Osservazione 2. Dati due angoli e
aventi i segmenti
,
,
,
congruenti fra loro, essi sono equivalenti se e soltanto se, nel sovrapporre
e
tramite una traslazione e una rotazione,
si sovrappone a
. In tal caso scriviamo
, o semplicemente
.
- Somma. La somma di
e
è l’angolo ottenuto sovrapponendo il lato finale del primo con il lato iniziale del secondo.
- Angolo zero. L’angolo
è detto angolo zero1 se
.
- Angolo opposto. L’angolo
è detto l’angolo opposto di
. Si noti che la somma di un angolo con il suo opposto produce l’angolo zero.
- Angolo piatto. L’angolo
è piatto se
e
sono paralleli e non coincidenti.
- Angolo retto. L’angolo
è retto se, sommato a sè stesso, produce un angolo piatto.
Le seguenti figure hanno lo scopo di esplicitare le operazioni sugli angoli appena definite.
Figura 2: somma di angoli, angolo opposto, angolo zero, angolo piatto.
La definizione che abbiamo dato potrebbe non rispecchiare la nostra idea di angolo. In effetti, anche la notazione grafica, che fa uso di una freccia, potrebbe sembrare ambigua. Infatti, in essa non viene specificato il senso di rotazione del segmento sul segmento
, come si vede in figura 3.
Figura 3: L’orientazione della freccia in un angolo .
Notiamo quindi che per definire un sistema di misura degli angoli, dobbiamo poter distinguerli a seconda del verso della rotazione della freccia. In questo modo, ad esempio, distinguiamo l’angolo zero, in cui non avviene alcuna rotazione, dall’angolo ottenuto facendo una rotazione completa del lato, detto angolo giro .
Nella prossima definizione, stabiliamo un tale criterio.
Si veda la figura 4 per una rappresentazione grafica.
Per semplificare la notazione, denotiamo ancora con un angolo generalizzato, quando non c’è rischio di confusione.
Figura 4: orientazione dell’angolo .
Figura 5: angoli e angoli orientati a confronto.
La prossima definizione ha lo scopo di introdurre il lettore alla nozione di angolo generalizzato, in cui si tiene conto di quanti giri il lato compie sul lato
nel formare l’angolo
.
Si veda la figura 6 per una rappresentazione grafica.
Per semplificare la notazione, denotiamo ancora con un angolo generalizzato, quando non c’è rischio di confusione.
Figura 6: un angolo generalizzato.
Misure degli angoli.
In questa sezione chiariamo il concetto di misura di un angolo. Poniamo di voler misurare l’ampiezza di un angolo, nel senso della definizione 1: ci accorgiamo ben presto che bisogna precisare il verso di orientazione della freccia se vogliamo distinguere un’ampiezza minore di un angolo piatto da un’ampiezza maggiore, cf. figura 3. Quello che ha senso misurare, dunque, sono gli angoli orientati. D’ora in avanti chiameremo semplicemente angoli gli angoli orientati, e specificheremo l’aggettivo solo in casi in cui c’è rischio di confusione.
Per ragioni storiche, si è soliti introdurre il sistema sessagesimale per misurare gli angoli.
Si veda la figura 3 per una rappresentazione grafica del sistema sessagesimale.
Tale sistema non è utilizzato in matematica, in quanto fare operazioni sugli angoli utilizzando il sistema sessagesimale non è comodo2.
Figura 7: angoli misurati in gradi
Un modo decisamente più efficace è usare il sistema radiale. Ricordiamo brevemente la sua definizione.
Si veda la figura 8 per una rappresentazione grafica del sistema radiale.
Figura 8: la definizione di radiante.
Osserviamo che la definizione è ben posta, ovvero non dipende dalla circonferenza scelta. Infatti, consideriamo due circonferenze concentriche di raggi e
e tracciamo l’angolo al centro
per le due circonferenze; denotiamo con
e
gli archi formati da tale angolo per la prima e la seconda circonferenza rispettivamente. Ricordando che la lunghezza di una circonferenza di raggio
è pari a
, abbiamo che
da cui ricaviamo
Dunque il rapporto tra l’arco corrispondente all’angolo e il raggio della circonferenza non cambia al variare del raggio, ma dipende solo dall’angolo scelto.
Possiamo quindi definire l’unità di misura dell’angolo in funzione di questo rapporto, ovvero
Infine, è facile vedere che la definizione data è invariante per congruenza, una volta ricordato il risultato di geometria elementare3 che afferma che, in una circonferenza, ad angoli al centro congruenti corrispondono archi congruenti.
Dimostrazione. Per ottenere la formula basta comparare le misure di un angolo specifico.
Scegliamo l’angolo giro, . Abbiamo che
, in quanto l’arco sotteso dall’angolo giro è l’intera circonferenza. Dunque, ottieniamo la relazione cercata tramite la proporzione
da cui ricaviamo
Esempio 9. Scriviamo in radianti l’angolo . Dalla formula di conversione si ha
da cui
Finora, abbiamo considerato solo angoli la cui misura è compresa tra 0 e (o meglio, tra 0 e
).
Se consideriamo angoli generalizzati, possiamo interpretare un qualunque come un angolo, come mostra il prossimo risultato.
Dimostrazione. Definiamo
e
L’equazione (1) può essere espressa utilizzando la relazione di congruenza4.
In quest’ottica, dato un angolo orientato, esso può essere interpretato come una classe di equivalenza di numeri reali, identificati tra di loro se differiscono di un multiplo intero di .
Viceversa, dato un numero reale, esso si può interpretare come un angolo generalizzato tramite la scelta di un’orientazione.
Dunque, il lemma precedente stabilisce una corrispondenza biunivoca tra numeri reali e angoli generalizzati. Il numero intero dato dal lemma, stabilisce il “segno” (il segno di
) e “l’indice di avvolgimento” (ovvero
) dell’angolo generalizzato.
La seguente definizione permette di definire le funzioni trigonometriche come funzioni di variabile reale: una volta definite tali funzioni per angoli compresi tra e
, esse possono essere dunque definite su tutto
per estensione periodica.
e tale che
Tale funzione è detta estensione periodica di .
Osservazione 12. La scelta dell’intervallo nella definizione 11 è arbitraria. Un qualunque intervallo di lunghezza
chiuso a destra e aperto a sinistra può essere preso come dominio di partenza. Nel seguito, utilizzeremo anche
.
-
Si calcoli, ad esempio, la somma dei due angoli
e
, ↩
-
Ricordiamo che, dati
, si ha
se e solo se esiste un intero
tale che
. ↩
Funzioni trigonometriche: definizione geometrica
Consideriamo un triangolo rettangolo qualsiasi, cf. figura 9. Poiché triangoli simili hanno lati proporzionali tra loro5, i possibili rapporti tra i tre lati di un triangolo sono degli invarianti di scala e quindi essi non dipendono dal particolare triangolo scelto, ma solo dagli angoli che formano i suoi lati.
Figura 9: triangoli simili.
Dato un triangolo rettangolo come in figura 10, chiamiamo l’ipotenusa,
il cateto adiacente che forma un angolo
con l’ipotenusa6 e
il cateto opposto a tale angolo.
Figura 10: un triangolo rettangolo con ipotenusa e cateti
riferiti a uno specifico angolo.
Per semplicità di esposizione, e con un piccolo abuso di notazione, indicheremo con e
anche le loro rispettive lunghezze. I possibili rapporti tra i tre lati sono sei:
Come abbiamo notato, tali rapporti dipendono soltanto dall’angolo , e quindi essi sono funzioni di
.
Possiamo dunque definire le funzioni trigonometriche come segue.
- ( seno )
- ( coseno )
- ( tangente )
- ( cotangente )
- ( secante )
- ( cosecante )
- Ovviamente scegliere questo angolo piuttosto che l’angolo opposto è del tutto arbitrario, una volta espressi i vari rapporti in funzione di quest’angolo si può chiaramente fare un discorso analogo con l’altro angolo. ↩
La circonferenza geometrica.
Ora che sappiamo come misurare gli angoli, e come orientarli, presentiamo un utile strumento per visualizzare le quantità introdotte nella definizione 13: la circonferenza goniometrica.
A partire dalla circonferenza goniometrica, possiamo definire le funzioni trigonometriche di un angolo compreso tra e
, e dunque, per il lemma 10, per angoli qualunque.
detti rispettivamente il seno e il coseno dell’angolo .
Figura 11: definizione di seno e coseno sulla circonferenza goniometrica.
La definizione appena data è coerente con la definizione 14, ovvero le due definizioni coincidono nel caso .
In figura 12 riportiamo i valori del seno e del coseno per alcuni angoli sulla circonferenza goniometrica.
Figura 12: alcuni angoli notevoli (in gradi e radianti) sulla circonferenza goniometrica e i corrispettivi valori del seno (ordinate) e del coseno (ascisse).
Osservazione 17. Osserviamo che se l’angolo , con
, allora la retta tangente alla circonferenza nel punto
è parallela al secondo lato che forma
(che giace sull’asse delle ordinate), e in tal caso
non è definito (il suo valore diventa “infinito”).
Osservazione 19. Osserviamo che se , con
, allora la retta tangente alla circonferenza nel punto
è parallela al secondo lato che forma
(che giace sull’asse delle ascisse), e in tal caso
non è definito (il suo valore diventa “infinito”).
Osservazione 21. Osserviamo che se , con
, allora la retta tangente alla circonferenza nel punto
è parallela al secondo lato che forma
(che giace sull’asse delle ascisse), e in tal caso
non è definito (il suo valore diventa “infinito”).
Osservazione 23. Osserviamo che se , con
, allora la retta tangente alla circonferenza nel punto
è parallela al secondo lato che forma
(che giace sull’asse delle ordinate), e in tal caso
non è definito (il suo valore diventa “infinito”).
La figura 13 rappresenta graficamente le funzioni trigonometriche appena definite.
Figura 13: la circonferenza goniometrica e le sei funzioni trigonometriche. Per convenzione, l’angolo è scelto partendo dall’orizzontale e misurandolo in senso antiorario.
Un esempio analitico: le coordinate polari.
Consideriamo un piano cartesiamo e un punto arbitrario
come in figura 14.
Figura 14: un punto nel piano ottenuto come il punto della circonferenza di centro e raggio
.
Sappiamo che possiamo determinare attraverso le sue coordinate cartesiane
. Tuttavia, spesso è utile ottenere le coordinate del punto
in un altro sistema di coordinate, dette coordinate polari. Notiamo che il punto
appartiene alla circonferenza di centro
e raggio pari alla lunghezza del segmento che unisce
a
. Dunque vorremmo esprimere le coordinate cartesiane in funzione della lunghezza
del segmento
e dell’angolo
che il segmento
forma col semiasse positivo dell’asse delle
. Notiamo che per il teorema di Pitagora abbiamo
(2)
Per esprimere in funzione di
dobbiamo dunque studiare un triangolo rettangolo
, dove
è la proiezione di
sull’asse
, cf. figura 14, che ha
come l’angolo formato dall’ipotenusa e il cateto
.
Usando la definizione 14, si ha
(3)
Le prime due equazioni di (3) esprimono le coordinate cartesiane in funzione delle cosiddette coordinate polari
. In particolare, possiamo descrivere
usando delle circonferenze concentriche di raggio sempre più grande.
Osservazione 24. Osserviamo tuttavia che l’angolo non è ben definito se
, in quanto non è univocamente determinato.
Inoltre, fissando il raggio , e facendo variare
, otteniamo una parametrizzazione della circonferenza unitaria
Un esempio geometrico: risoluzione dei triangoli rettangoli.
Figura 15: Triangolo rettangolo di cateti e
e ipotenusa
, rettangolo in
.
Dimostrazione. Segue immediatamente dalla definizione 14.
Dimostrazione. Segue immediatamente dalla definizione 14.
Formule trigonometriche – Parte 1
Leggi...
Relazioni fondamentali.
Dalla discussione precedente, e dalla circonferenza goniometrica, ricaviamo le seguenti semplici, ma fondamentali, prime relazioni trigonometriche. Ci si può riferire alla figura 13 per seguire meglio le dimostrazioni.
Dimostrazione. Questa prima relazione è una riformulazione equivalente del Teorema di Pitagora, che afferma che, in riferimento alla figura 15, si ha
La formula (4) segue immediatamente dalla definizione 14. Per una dimostrazione rigorosa, si veda, ad esempio, [6, pag. 182].
Dimostrazione. Nel caso in cui la proposizione segue direttamente dalla definizione geometrica della tangente, cf. definizione 14. Per gli altri casi, è sufficiente fare le dovute considerazioni sul segno delle quantità in gioco per rendersi conto che l’identità rimane valida. Notiamo che, affinché l’identità abbia senso, bisogna escludere i punti in cui si annulla il coseno di
.
Dimostrazione. Nel caso in cui la proposizione segue direttamente dalla definizione geometrica della cotangente, cf. definizione 14. Per gli altri casi, è sufficiente fare le dovute considerazioni sul segno delle quantità in gioco per rendersi conto che l’identità rimane valida. Notiamo che, affinché l’identità abbia senso, bisogna escludere i punti in cui si annulla il seno di
.
Dimostrazione. Facendo riferimento alla figura 16., notiamo che i triangoli e
sono simili, poiché aventi i tre angoli congruenti. Di conseguenza, le lunghezze dei segmenti soddisfano:
Osservando la figura 16, e dalla definizione geometrica di , cf. definizione 14, abbiamo
da cui, poiché
Questo dimostra la tesi per . Per gli altri casi, è sufficiente fare le dovute considerazioni sul segno delle quantità in gioco per rendersi conto che l’identità rimane valida.
Figura 16: dimostrazione della relazione ( IV )
Dimostrazione. Dalla figura 17 qui sotto osserviamo subito che i triangoli e
sono simili, poiché aventi i tre angoli congruenti. Di conseguenza, le lunghezze dei segmenti soddisfano:
Osservando la figura 17, e dalla definizione geometrica di , abbiamo
da cui, poiché
che conclude la dimostrazione.
Figura 17: dimostrazione della relazione ( V )
Archi associati.
Dimostrazione. Il lemma è conseguenza della proposizione 22, che vedremo più avanti. Tuttavia, invitiamo il lettore a dimostrare tali identità senza l’ausilio della suddetta proposizione, ma piuttosto tramite la circonferenza goniometrica, cf. figura 13, e le relazioni fondamentali (I),…,(V), cf. proposizioni 27, 28, 29, 30, 31. A titolo di esempio, mostriamo come provare che
(5)
Osserviamo la figura 18 e per fissare le idee immaginiamo che appartenga al primo quadrante. La dimostrazione è simile negli altri casi, e viene lasciata al lettore. Preso un qualsiasi angolo
, consideriamo i triangoli
e
. Chiramente,
per definizione di coseno e per costruzione. D’altra parte, il triangolo
è rettangolo in
, ha ipotenusa uguale al raggio della circonferenza unitaria, e angolo opposto al cateto
pari al complementare di
, ovvero
da cui la conclusione.
Figura 18: dimostrazione della relazione (5).
Una volta determinate le relazioni tra le seni e coseni di angoli associati, le formule per tangente, cotangente, secante e cosecante si ottengono facilmente a partire da essi. A titolo di esempio, mostriamo come ricavarli per la tangente e lasciamo cotangente, secante e cosecante per esercizio.
Dimostrazione. Utilizziamo le identità già note, cf. lemma 32 , esercizio 34.
Si ha
- Per la cotangente si ha:
- Per la secante si ha
- Per la cosecante si ha
Formule di addizione e sottrazione.
Dimostrazione. Consideriamo un triangolo rettangolo come in figura 10, e ricordiamo le notazioni precedentemente utilizzate: è l’ipotenusa,
il cateto adiacente che forma un angolo
con l’ipotenusa e
il cateto opposto a tale angolo.
Un metodo semplice e molto utile per dedurre in modo diretto le formule di addizione e sottrazione è sfruttare dalla definizione il fatto, già incontrato, che si ha
(9)
Opereremo la seguente costruzione geometrica (figura 19.), osservando che essa funziona per e tali che
. È un utile esercizio per chi legge usare le formule degli angoli associati e dimostrare che ci si può ricondurre sempre al caso
.
Figura 19: formule di addizione: costruzione geometrica.
- Disegnamo un triangolo
rettangolo in
, che ha ipotenusa
, dunque, per (9), il cateto adiacente all’angolo
è dato da
e il cateto opposto è dato da
;
- Consideriamo l’angolo
consecutivo a
, avente il lato
in comune con
;
- Prolunghiamo il segmento che, insieme ad
, forma l’angolo
, e prendiamo la sua parallela passante per
. Quindi, tracciamo l’unica retta perpendicolare ad esse passante per
, e chiamiamo
e
, rispettivamente, le intersezioni di essa con le due rette parallele appena descritte. Notiamo che i triangoli
e
formati da questa costruzione sono rettangoli in
e in
.
- Tracciamo la retta perpendicolare ad
passante per
, e chiamiamo
la proiezione di
su
. Consideriamo il triangolo rettangolo
;
- Notiamo che l’angolo
, in quanto alterno interno a
, il quale è uguale a
per costruzione (come si può notare dal fatto che è differenza tra il complementare di
e il complementare di
);
Le conseguenze geometriche di questa costruzione sono le seguenti, e tutte ricavate utilizzando (9). Abbiamo già notato che e
. Inoltre, si ha:
- Poiché il triangolo
ha ipotenusa di lunghezza
, dalla (9) troviamo
(10)
- Poiché il triangolo
ha ipotenusa di lunghezza
, dalla (9) troviamo
(11)
- Poiché il triangolo
ha come angolo in
la somma
e ipotenusa di lunghezza
, dalla definizione di seno e coseno, cf. definizione 14, troviamo
(12)
Inoltre, per costruzione si ha
(13)
Dalle equazioni (10),(11) e (13), otteniamo le formule di addizione per seno e coseno, cf. (7) e (6).
Per la dimostrazione della formula di addizione per la tangente, osserviamo che possiamo scrivere, dalla proposizione 27 e da (7), (6):
da cui la formula di addizione per la tangente, cf. (8).
Nel seguito vedremo dei corollari delle formule di addizione.
Esistono formule analoghe a quelle di addizione, note come formule di sottrazione, che sono diretta conseguenza della proposizione 37 e delle simmetrie delle funzioni trigonometriche.
- (Coseno)
- (Seno)
- (Tangente)
Dimostrazione. Ricordando le identità
, cf. lemma 33, esercizio 34, otteniamo
Per dimostrare la formula di addizione della tangente, utilizziamo (8) e il fatto che la tangente è una funzione dispari:
Osservazione 39. È un utile esercizio osservare come le formule di addizione e sottrazione possono essere utilizzate per calcolare facilmente le formule per gli archi associati, cf. lemma 32 e 35.
Formule di duplicazione.
- Per ogni
, si ha
- Per ogni
, si ha
- Per ogni
, si ha
Dimostrazione. Dalla formula di addizione del seno
Dalla formula di addizione del coseno
Inoltre, dalla prima relazione fondamentale si ha
oppure anche
. Queste formule conducono a
Infine, assumiamo che e
con
, allora
e per le formule di duplicazione del seno e del coseno e la definizione di tangente, si ha
Dividendo numeratore e denominatore per , si ha
Le formule per cotangente, secante e cosecante si mostrano in modo analogo e sono lasciate per esercizio.
Formule di bisezione.
Dimostrazione.
- Dalla formula di duplicazione del coseno si ha, per ogni
Ponendo
si ha
e otteniamo
Poiché
, si può eseguire la radice quadrata dei due membri dell’uguaglianza di sopra, ottenendo così
Osserviamo che, poiché
per
e
altrimenti, la formula precedente ci dice che dobbiamo scegliere il segno
quando
, e il segno – altrimenti. Ricordando che la funzione
è periodica di periodo minimo
, un intervallo di riferimento nella scelta del segno è
. Dunque, scegliamo il segno
quando
e il segno – quando
.
- Dalla formula di duplicazione del coseno si ha, per ogni
,
Ponendo
si ha
e otteniamo
Poiché
, si può eseguire la radice quadrata dei due membri dell’uguaglianza di sopra, ottenendo così
Osserviamo che, poiché
per
e
altrimenti, la formula precedente ci dice che dobbiamo scegliere il segno
quando
, e il segno – altrimenti. Ricordando che la funzione
è periodica di periodo minimo
, un intervallo di riferimento nella scelta del segno è
. Dunque, scegliamo il segno
quando
e il segno – quando
.
- Le formule per la tangente sono una conseguenza diretta delle formule appena trovate, e si ottengono anch’esse usando le formule di duplicazione. Infatti per
, dalle (14) e (15), si trova che
oppure
Formule di Werner e di prostaferesi.
(16)
(17)
(18)
Dimostrazione. La dimostrazione è analoga per tutte e tre le formule, ed è una semplice applicazione delle formule di addizione e sottrazione del seno e del coseno date nella proposizione 37. A titolo di esempio, mostriamo la formula per il prodotto dei coseni, le altre sono lasciate per esercizio.
Dalla formule di addizione e sottrazione del coseno abbiamo, per ogni ,
da cui (16), e anche
da cui (17). Infine,
da cui (18).
(23)
(24)
Sostituendo (23) e (24) in (16), (17), (18) (dove si sostituisce ovunque con
), troviamo, rispettivamente, (22), (21), (19).
D’altra parte, dalle formule di addizione e sottrazione del seno si ha
Operando le trasformazioni (23), e sostituendole nell’ equazione sopra si ottiene (20).
- Il nome proviene dalle parole greche prosthesis (somma) e aphairesis (sottrazione). ↩
Funzioni trigonometriche
Le funzioni seno e coseno.
La funzione seno
Abbiamo definito, per ogni angolo , misurato in radianti, il valore
. Pertanto risulta definita una funzione
tale che
Osserviamo innanzitutto che la funzione seno soddisfa
e che, nell’intervallo essa è strettamente crescente: infatti si può notare che, all’aumentare dell’angolo
nel suddetto intervallo, l’ordinata del punto
che definisce
aumenta.
La funzione è invece decrescente nell’intervallo
per le stesse ragioni. Osserviamo anche che
e che
in quanto la funzione è periodica di periodo
.
In riferimento alla figura 12, possiamo compilare la seguente tabella di alcuni valori del
dove in questo caso
indica l’angolo misurato in radianti:
Possiamo dedurre l’andamento del al variare di
in
: partendo da
(
) il segmento corrispondente al seno di
raggiunge la sua lunghezza massima quando
per poi decrescere nuovamente fino a raggiungere di nuovo lo zero a
(
), continuando a decrescere negativamente e raggiungere il suo valore minimo dato da
ed infine ricrescere fino a tornare a
.
In figura 20 abbiamo rappresentato, per alcuni valori dell’angolo , il segmento orientato la cui lunghezza rappresenta il valore di
.
Figura 20: l’andamento del segmento in rosso che rappresenta il seno di un angolo che varia al variare di angoli in ordine crescente da
a
.
Sia definita da
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) Si ha che
è dispari: il suo grafico è simmetrico rispetto all’origine e
- (Periodicità.) La funzione è periodica di periodo minimo
, ovvero
- ( Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
è data dal punto
, mentre le intersezioni con l’asse
sono date dai punti
che sono soluzione dell’equazione
Le soluzioni sono della forma
con
.
- ( Segno.) Il segno della funzione seno si trova risolvendo la disequazione
Le soluzioni sono
- (Immagine.) L’immagine della funzione seno è
L’inclusione
è ovvia, in quanto per definizione
per ogni
. L’inclusione opposta è meno banale, e non la dimostriamo.
In particolare, notiamo che
è limitata inferiormente e superiormente e si ha
- (Invertibilità.) Le restrizioni di
date da
, con
, sono funzioni invertibili, e la funzione inversa di
è detta arcoseno e indicata con
.
Possiamo infine rappresentare l’andamento del seno (in particolare del segmentino rosso di figura 21) su un piano cartesiano.
Figura 21: una porzione del grafico della funzione .
La funzione coseno
Abbiamo definito, quindi, per ogni angolo , misurato in radianti, il valore
. Pertanto risulta definita una funzione
tale che
Osserviamo innanzitutto che la funzione coseno soddisfa
e che, nell’intervallo essa è strettamente crescente: infatti si può notare che, all’aumentare dell’angolo
nel suddetto intervallo, l’ascissa del punto
che definisce
aumenta.
La funzione è invece decrescente nell’intervallo
per ragioni analoghe.
In riferimento alla figura 12, possiamo compilare la seguente tabella di alcuni valori del
dove in questo caso
indica l’angolo misurato in radianti:
Possiamo dedurre l’andamento del al variare di
in
: partendo dalla sua lunghezza massima
(
) il segmento corrispondente al coseno di
decresce in modo continuo nell’intervallo
fino a raggiungere il suo valore minimo a
, per poi crescere nell’intervallo
fino a tornare a
.
In figura 22. abbiamo rappresentato, per alcuni valori dell’angolo , il segmento orientato la cui lunghezza rappresenta il valore di
.
Figura 22: L’andamento del segmento in blu che rappresenta il coseno di un angolo che varia al variare di angoli in ordine crescente da
a
.
Sia definita da
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) Si ha che
è pari: il suo grafico è simmetrico rispetto all’asse
e
- ( Periodicità.) La funzione è periodica di periodo minimo
, ovvero
- ( Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
è data dal punto
, mentre le intersezioni con l’asse
sono date dai punti
che sono soluzione dell’equazione
Le soluzioni sono della forma
con
.
- (Segno.) Il segno della funzione coseno si trova risolvendo la disequazione
Le soluzioni sono
- (Immagine.) L’immagine della funzione coseno è
L’inclusione
è ovvia, in quanto per definizione
per ogni
. L’inclusione opposta è meno banale, e non la dimostriamo.
In particolare, notiamo che
è limitata inferiormente e superiormente e si ha
- (Invertibilità.) Le restrizioni di
date da
, con
, sono funzioni invertibili, e la funzione inversa di
è detta arcocoseno e indicata con
.
Possiamo infine rappresentare l’andamento del coseno (in particolare del segmentino blu di figura 23) su un piano cartesiano.
Figura 23: una porzione del grafico della funzione .
Osservazione 44. È utile infine comparare i grafici delle funzioni seno e coseno nello stesso piano cartesiano, come in figura 24. Osserviamo che i due grafici rappresentano la stessa curva traslata lungo le ascisse: per esempio, come già osservato dalle formule sugli angoli associati, .
Figura 24: le funzioni seno e coseno a confronto.
Le funzioni tangente e cotangente.
La funzione tangente
In questa sezione studiamo la funzione
Prima di tutto ricordiamo che , e quindi
Ancora in riferimento alla figura 12, possiamo compilare la seguente tabella di valori della dove in questo caso
indica l’angolo misurato in radianti:
Sia definita da
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) Si ha che
è dispari: il suo grafico è simmetrico rispetto all’origine in quanto
- (Periodicità.) La funzione è periodica di periodo minimo
:
-
(Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
è solo in
, mentre le intersezioni con l’asse
sono date dai punti
che sono soluzione dell’equazione
Le soluzioni sono della forma
con
-
(Segno.) Il segno della funzione tangente si trova risolvendo la disequazione
Le soluzioni sono
-
(Immagine.) L’immagine della funzione tangente è
L’inclusione
è ovvia. L’inclusione opposta è meno banale, e non la dimostriamo.
In particolare, notiamo che
è illimitata inferiormente e superiormente e si ha
- (Invertibilità.) Le restrizioni di
date da
, con
, sono funzioni invertibili, e la funzione inversa di
è detta arcotangente e indicata con
.
Rappresentiamo il grafico della tangente su un piano cartesiano (figura 25.).
Figura 25: una porzione del grafico della funzione .
Osservazione 45. Osserviamo che non è del tutto ovvio, nella proposizione precedente, che
La dimostrazione rigorosa di questo fatto prescinde dagli scopi di queste note. Tuttavia, si può osservare (anche intuitivamente usando la circonferenza goniometrica oppure con una calcolatrice) che, calcolando
per
sempre più vicino a
(oppure
) si ottengono valori sempre più grandi, che tendono a
(o
).
La funzione cotangente
In questa sezione studiamo la funzione
Ricordiamo che la funzione cotangente è definita dall’espressione
dunque, in particolare,
Notiamo inoltre che
dunque molte delle proprietà di possono essere dedotte da quelle di
.
Riportiamo alcuni valori della cotangente in una tabella.
Sia definita da
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) Si ha che
è dispari: il suo grafico è simmetrico rispetto all’origine in quanto
- ( Periodicità.) La funzione è periodica di periodo minimo
:
- (Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
non è definita, mentre le intersezioni con l’asse
sono date dai punti
che sono soluzione dell’equazione
Le soluzioni sono della forma
con
.
- (Segno.) Il segno della funzione cotangente si trova risolvendo la disequazione
Le soluzioni sono
- (Immagine.) L’immagine della funzione cotangente è
L’inclusione
è ovvia. L’inclusione opposta è meno banale, e non la dimostriamo.
In particolare, notiamo che
è illimitata inferiormente e superiormente e si ha
-
(Invertibilità.) Le restrizioni di
date da
, con
, sono funzioni invertibili, e la funzione inversa di
è detta arcocotangente e indicata con arccot.
Rappresentiamo il grafico della cotangente su un piano cartesiano (figura 26).
Figura 26: una porzione del grafico della funzione .
Le funzioni secante e cosecante.
La funzione secante
In questa sezione studiamo la funzione
Ricordiamo che la funzione secante è la funzione determinata dall’espressione
e dunque il suo dominio è
Sia definita da
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) Si ha che
è pari: il suo grafico è simmetrico rispetto all’asse
e
- (Periodicità.) La funzione è periodica di periodo minimo
, ovvero
- (Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
è data dal punto
, mentre non ci sono intersezioni con l’asse
. Infatti, l’equazione
non ha soluzione, ovvero
per ogni
- (Segno.) Il segno della funzione coseno si trova risolvendo la disequazione
Le soluzioni sono
- (Immagine.) L’immagine della funzione secante è
L’inclusione
è ovvia, in quanto
per ogni
, e dunque
L’inclusione opposta è meno banale, e non la dimostriamo.
In particolare, notiamo che
è illimitata inferiormente e superiormente e si ha
- (Invertibilità.) La restrizione di
data da
è una funzione invertibile. La sua inversa è detta arcosecante ed è denotata con arcsec.
Rappresentiamo il grafico della secante su un piano cartesiano (figura 27).
Figura 27: una porzione del grafico della funzione .
La funzione cosecante
In questa sezione studiamo la funzione
Ricordiamo che la funzione cosecante è la funzione determinata dall’espressione
e dunque il suo dominio è
Sia definita da
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) Si ha che
è dispari:
- (Periodicità.) La funzione è periodica di periodo minimo
, ovvero
- (Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
non è definita, mentre non ci sono intersezioni con l’asse
. Infatti, l’equazione
non ha soluzioni, ovvero
per ogni
.
- (Segno.) Il segno della funzione cosecante si trova risolvendo la disequazione
Le soluzioni sono
- (Immagine.) L’immagine della funzione cosecante è
L’inclusione
è ovvia, in quanto per definizione
per ogni
, e dunque
L’inclusione opposta è meno banale, e non la dimostriamo.
In particolare, notiamo che
è illimitata inferiormente e superiormente e si ha
- (Invertibilità.) La restrizione di
data da
è una funzione monotona invertibile. La funzione inversa è detta arcocosecante ed è denotata con arccosec.
Rappresentiamo il grafico della cosecante su un piano cartesiano (figura 28).
Figura 28: una porzione del grafico della funzione .
Scarica la teoria
Ottieni il documento di 52 pagine contenente la teoria sulle funzioni trigonometriche e iperboliche.
Funzioni trigonometriche inverse
Leggi...
Nella precedente sezione abbiamo preannunciato che le sei funzioni trigonometriche descritte risultano invertibili se ristrette a un sottoinsieme del dominio. L’invertibilità delle funzioni trigonometriche può essere dimostrata nell’ambito della teoria delle funzioni continue, che tratteremo in seguito. In questa sezione ci limitiamo ad enunciare tale risultato e a studiare i grafici delle sei corrispondenti funzioni inverse.
Riassumiamo di seguito gli intervalli di invertibilità, dove le restrizioni delle funzioni agli intervalli appropriati verranno denotate con
(25)
Osservazione 47. L’appellativo arco+ nome della funzione per indicare la sua inversa (per esempio l’arcoseno è la funzione inversa del seno) è legato direttamente alla costruzione geometrica di queste funzioni. Infatti, “ arcoseno di ” è una abbreviazione di “ l’arco (ovvero l’angolo) il cui seno è x“.
Le funzioni arcoseno e arcocoseno.
La funzione arcoseno
Sia definita da
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) Si ha che
è dispari:
- (Periodicità.) La funzione non può essere periodica in quanto il suo dominio non è invariante per traslazioni.
- (Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
è data dal punto
. Tale punto rappresenta anche l’unica intersezione con l’asse
, in quanto l’equazione
ha come unica soluzione
.
- (Segno.) Il segno della funzione arcoseno si trova risolvendo la disequazione
la cui soluzione è
- (Immagine.) L’immagine della funzione arcoseno è
In particolare, notiamo che
è limitata inferiormente e superiormente e si ha
- (Invertibilità.) La funzione è invertibile e la sua inversa è data da
In figura 29 è rappresentato il grafico dell’arcoseno.
Figura 29: il grafico della funzione .
La funzione arcocoseno
Sia definita da
x.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) La funzione
non è nè pari nè dispari.
- (Periodicità.) La funzione non può essere periodica in quanto il suo dominio non è invariante per traslazioni.
- (Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
è data dal punto
. L’intersezione con l’asse
, è data dal punto
, in quanto l’equazione
ha come unica soluzione
.
- (Segno.) Il segno della funzione arcoseno si trova risolvendo la disequazione
la cui soluzione è
- (Immagine.) L’immagine della funzione arcocoseno è
In particolare, notiamo che
è limitata inferiormente e superiormente e si ha
- (Invertibilità.) La funzione è invertibile e la sua inversa è data da
In figura 30 è rappresentato il grafico dell’arcocoseno.
Figura 30: il grafico della funzione .
Le funzioni arcotangente e arcocotangente.
Sia definita da
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) La funzione
è dispari:
- (Periodicità.) La funzione non è periodica.
- (Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
è data dal punto
. Tale punto rappresenta anche l’unica intersezione con l’asse
, in quanto l’equazione
ha come unica soluzione
.
- (Segno.) Il segno della funzione arcotangente si trova risolvendo la disequazione
la cui soluzione è
- (Immagine.) L’immagine della funzione arcotangente è
In particolare, notiamo che
è limitata inferiormente e superiormente e si ha
La funzione non ammette massimo e minimo assoluti.
- (Invertibilità.)La funzione è invertibile e la sua inversa è data da
In figura 31 è rappresentato il grafico dell’arcotangente.
Figura 31: il grafico della funzione .
La funzione arcotangente
Sia definita da
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) La funzione
non è nè pari nè dispari.
- (Periodicità.) La funzione non è periodica.
- (Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
è data dal punto
, mentre non interseca l’asse
, in quanto l’equazione
non ha soluzione.
- (Segno.) Il segno della funzione arcocotangente si trova risolvendo la disequazione
la cui soluzione è
- (Immagine.) L’immagine della funzione arcocotangente è
In particolare, notiamo che
è limitata inferiormente e superiormente e si ha
La funzione non ammette massimo e minimo assoluti.
- (Invertibilità.)La funzione è invertibile e la sua inversa è data da
In Figura 32 è rappresentato il grafico dell’arcocotangente.
Figura 32: una porzione del grafico della funzione .
Le funzioni arcosecante e arcocosecante.
La funzione arcosecante
Sia definita da
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) La funzione
non è nè pari nè dispari.
- (Periodicità.) La funzione non può essere periodica in quanto il suo dominio non è invariante per traslazioni.
- (Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
non è definita, mentre interseca l’asse
nel punto
, in quanto l’equazione
ha come unica soluzione
.
- (Segno.) Il segno della funzione arcosecante si trova risolvendo la disequazione
la cui soluzione è
-
(Immagine.) L’immagine della funzione arcosecante è
In particolare, notiamo che
è limitata inferiormente e superiormente e si ha
- (Invertibilità.) La funzione è invertibile e la sua inversa è data da
In figura 33 è rappresentato il grafico dell’arcosecante.
Figura 33: una porzione del grafico della funzione .
La funzione arcocosecante
Sia definita da
\mathrm{arccsc}
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) La funzione
è dispari:
- (Periodicità.) La funzione non può essere periodica in quanto il suo dominio non è invariante per traslazioni.
- (Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
non è definita. Inoltre, non interseca l’asse
in quanto l’equazione
non ha soluzione.
- (Segno.) Il segno della funzione arcocosecante si trova risolvendo la disequazione
la cui soluzione è
- (Immagine.) L’immagine della funzione arcocosecante è
In particolare, notiamo che
è limitata inferiormente e superiormente e si ha
- (Invertibilità.) La funzione è invertibile e la sua inversa è data da
In figura 34 è rappresentato il grafico dell’arcocosecante.
Figura 34: una porzione del grafico della funzione .
Formule trigonometriche – Parte 2
Formule parametriche.
definita da
è tale che
Dimostrazione. Notiamo che la trasformazione è ben definita per ogni
Dimostriamo innanzitutto la formula per il seno: dalla formula di duplicazione del seno, cf. corollario 40 e dalla prima relazione fondamentale, cf. proposizione 27, si ha che per ogni
(26)
Poniamo , e osserviamo che se
, allora
. Segue che, al membro di destra della (26), possiamo dividere numeratore e denominatore per
, trovando così
Poiché , e ricordando che
e
, otteniamo
Similmente, dalle formule di duplicazione del coseno abbiamo
Ponendo , con un ragionamento analogo al precedente, otteniamo che per ogni
si ha
da cui otteniamo
Formule trigonometriche per le funzioni inverse.
Concludiamo queste note con una sezione aggiuntiva in cui forniamo alcune proprietà e identità speciali, a volte poco note, che coinvolgono le funzioni trigonometriche inverse. Il seguente risultato riguarda la composizione mista di funzioni trigonometriche inverse con funzioni trigonometriche.
Dimostrazione. Proviamo soltanto la prima uguaglianza, l’altra è analoga e viene lasciata per esercizio al lettore.
Per ogni , consideriamo
(27)
dove nell’ultima uguaglianza abbiamo utilizzato le formule degli archi associati, cf. lemma 32. Dunque, se
per l’iniettività della funzione in
la (27) implica che
.
Altrimenti, esiste unico
e
tale che
(28)
e dunque, analogamente a prima, sostituendo (28) nella (27), otteniamo .
Nel seguito, utilizzeremo anche le seguenti formule.
Dimostrazione.
- Sia
e notiamo che, posto
la tesi è equivalente a dimostrare l’identità
(29)
che segue dall’identità fondamentale (4), poiché
- Sia
e notiamo che, posto
(30)
la tesi è equivalente a dimostrare l’identità
(31)
Da (30) segue che
e dunque, per l’identità (14), si ha
ovvero la (31).
Dimostrazione. Dimostriamo soltanto la (32) e (33). La (34) si dimostra in modo analogo ed è lasciata per esercizio.
- Dimostriamo (32).
Sia
; allora, per l’invertibilità della funzione
, esiste un unico
tale che
. Si ha quindi
ovvero la (32).
- Dimostriamo (33). Poniamo
, ovvero
. Dalle formule degli angoli associati per la tangente, abbiamo che
con
. Allora, per la definizione di arcotangente, si ha
che implica la (33) per la definizione di
.
Il prossimo risultato fornisce delle formule per trasformare una funzione trigonometrica inversa in un’altra, quando l’argomento di una delle due è un reciproco. La dimostrazione viene lasciata per esercizio.
- Per ogni
tale che
, si ha
(35)
- Per ogni
tale che
, si ha
(36)
- Si ha
(37)
È possibile ridurre un’espressione in cui compare la somma di più funzioni inverse ad una in cui la funzione compare una volta sola. La prossima proposizione è un risultato per l’arcoseno, risultati analoghi si hanno per le altre funzioni, e sono lasciati come esercizio conclusivo.
Se :
Se :
Se :
Se :
Se :
Se :
Dimostrazione. Dati , esistono unici
tali che
Allora, si ha
Sostituendo con
, si ottiene
Se :
Se :
Se :
- Dimostriamo che prendendo ovunque il segno
, troviamo le condizioni enunciate.
(38)
in quanto se
sono discordi, abbiamo
La condizione
equivale a
, per come è stata definita la funzione
, cf. teorema 46. Analizziamo il caso
e
: poiché
, cf. (32), troviamo che
Inoltre, se
, si ha
, cosicché
dove nell’ultimo passaggio abbiamo utilizzato la crescenza della funzione
. Il caso
segue da quanto appena visto, ricordando che la funzione
è dispari:
Mettendo insieme i risultati visti finora, otteniamo la condizione equivalente a (38), e otteniamo il primo caso. I rimanenti casi seguono da ragionamenti analoghi.
- Per l’arcocoseno si ha
- Per l’arcotangente si ha
Funzioni iperboliche e loro inverse
Leggi...
In questa sezione introduciamo una famiglia di funzioni nota come funzioni iperboliche. In analogia con le funzioni trigonometriche, note anche come funzioni circolari, che emergono come parametrizzazione naturale della circonferenza unitaria, vedremo che le funzioni iperboliche sono strettamente collegate alle iperboli, nel senso che esse forniscono una parametrizzazione naturale di un ramo dell’iperbole equilatera di semiassi unitari, cf. proposizione 58, ovvero dell’insieme
Notiamo che esistono forme alternative per esprimere le funzioni iperboliche, ottenute raccogliendo uno dei fattori al numeratore. Ad esempio
(41)
Una proprietà delle funzioni iperboliche, che risulta evidente dalla definizione, è la seguente.
Dimostrazione. Ricordiamo che ogni funzione può essere decomposta in maniera unica come somma di una funzione pari
(detta la parte pari di
) e di una funzione dispari
(detta la parte dispari di
), cf. [4, Lemma 2.50].
Si vede facilmente dalla definizione che la funzione coseno iperbolico (risp. seno iperbolico) è la parte pari (risp. dispari) della funzione esponenziale, cf. [5, Definizione 5.8],
Dalle funzioni seno e coseno iperbolico, analogamente a quanto visto per le funzioni trigonometriche, si ricavano una serie di funzioni “derivate” da queste.
Formule iperboliche.
Dimostrazione. Questa prima relazione è una riformulazione equivalente del fatto, già menzionato, che le funzioni iperboliche parametrizzano il ramo di iperbole contenuto nel semipiano . Da un calcolo diretto, otteniamo
(47)
- (Coseno iperbolico)
- (Seno iperbolico)
- (Tangente iperbolica)
Dimostrazione. La dimostrazione segue da un calcolo diretto e dunque mostriamo soltanto la prima delle identità, lasciando le altre al lettore come utile esercizio. Abbiamo
che implica che
Inoltre,
che implica che
Infine, risolvendo il sistema8.
rispetto alle variabili , troviamo
- (Coseno iperbolico)
- (Seno iperbolico)
- (Tangente iperbolica)
- (Coseno iperbolico)
- (Seno iperbolico)
- (Tangente iperbolica)
- (Coseno iperbolico)
- (Seno iperbolico)
- (Tangente iperbolica)
oppure,
- Ad esempio, sommando e sottraendo le due equazioni e dividendo per 2. ↩
Le funzioni seno e coseno iperbolici.
La funzione seno iperbolico
Sia definita da
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione .
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) Si ha che
è dispari:
Ciò si vede da un calcolo diretto:
- (Periodicità.) La funzione
non è periodica.
- (Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
è data dal punto
, che è anche l’intersezione con l’asse
. Infatti, l’equazione
ha come unica soluzione
.
- (Segno.) Il segno della funzione seno iperbolico si trova risolvendo la disequazione
La soluzione è
- (Immagine.) L’immagine della funzione seno iperbolico è
L’inclusione
è ovvia. L’inclusione opposta è meno banale, e la dimostriamo in appendice..
In particolare, notiamo che
è illimitata inferiormente e superiormente:
- (Invertibilità.) La funzione seno iperbolico è invertibile e la sua inversa è detta arcoseno iperbolico e indicata con {
}.
Possiamo infine rappresentare l’andamento del seno iperbolico su un piano cartesiano.
Figura 35: una porzione del grafico della funzione .
La funzione coseno iperbolico
Sia definita da
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) Si ha che
è pari:
Ciò si vede da un calcolo diretto:
- (Periodicità.) La funzione
non è periodica.
- (Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
è data dal punto
, mentre non ci sono intersezioni con l’asse
. Infatti, l’equazione
non ha soluzione.
- (Segno.) Il segno della funzione coseno iperbolico si trova risolvendo la disequazione
La soluzione è
- (Immagine.) L’immagine della funzione coseno iperbolico è
L’inclusione
segue da un calcolo diretto:
Poiché
per ogni
, la disequazione è soddisfatta per ogni
. L’inclusione opposta è meno banale, e la dimostriamo in appendice.
In particolare, notiamo che
è limitata inferiormente e illimitata superiormente:
- (Invertibilità.) La funzione coseno iperbolico è invertibile e la sua inversa è detta arcocoseno iperbolico e indicata con
.
Possiamo infine rappresentare l’andamento del coseno iperbolico su un piano cartesiano.
Figura 36: una porzione del grafico della funzione .
Lasciamo al lettore il compito di tracciare un grafico approssimativo delle funzioni iperboliche ottenute a partire dal seno e coseno iperbolici, cf. definizione 51.
Funzioni iperboliche inverse.
Abbiamo visto che le funzioni seno e coseno iperbolici risultano invertibili se ristrette a un sottoinsieme del dominio. In questa sezione studiamo i grafici delle corrispondenti funzioni inverse.
Le restrizioni delle funzioni agli intervalli appropriati verranno denotate con
(51)
Osservazione 67. La nomenclatura arco+ nome della funzione è il modo standard per indicare le inverse delle funzioni iperboliche, e tale uso è legato storicamente al nome utilizzato per le funzioni trigonometriche inverse. Alcuni autori preferiscono utilizzare la nomenclatura “settore + nome della funzione
” (ad esempio, “settore coseno iperbolico”) per le suddette funzioni inverse, denotate rispettivamente con . Seppure tale nome ricordi la loro costruzione geometrica, i.e.
“settore seno iperbolico di
” è un’abbreviazione di “il settore di iperbole il cui seno iperbolico è
”, tale nomenclatura non è universalmente accettata.
Le funzioni arcoseno e arcocoseno iperbolici
Elenchiamo di seguito le proprietà delle funzioni iperboliche inverse. Tali proprietà possono essere dedotte direttamente dalle proprietà del seno e del coseno iperbolici viste finora.
La funzione arcoseno iperbolico
Sia definita da
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) Si ha che
non è nè pari nè dispari. Ciò si vede da un calcolo diretto, ricordando l’espressione (54):
- (Periodicità.) La funzione
non è periodica.
- (Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
è data dal punto
, che è anche l’intersezione con l’asse
.
- (Segno.) Il segno della funzione arcoseno iperbolico si trova risolvendo la disequazione
dunque troviamo
la cui soluzione è
- (Immagine.) L’immagine della funzione arcoseno iperbolico è
In particolare, notiamo che
è illimitata inferiormente e superiormente:
- (Invertibilità.) La funzione arcoseno iperbolico è invertibile e la sua inversa è il seno iperbolico.
Possiamo infine rappresentare l’andamento dell’arcoseno iperbolico su un piano cartesiano
Figura 37: una porzione del grafico della funzione .
La funzione arcocoseno iperbolico
Sia definita da
.
Riassumiamo di seguito le proprietà principali della funzione
.
- (Dominio.) Il dominio della funzione
è
.
- (Simmetrie.) La funzione
non può essere nè pari nè dispari, in quanto il suo dominio non è simmetrico rispetto lo 0.
- (Periodicità.) La funzione non può essere periodica in quanto il suo dominio non è invariante per traslazioni.
- (Intersezione con gli assi.) L’intersezione con l’asse
è data dal punto
. L’intersezione con l’asse
, è data dal punto
, in quanto l’equazione
ha come unica soluzione
.
- (Segno.) Il segno della funzione arcocoseno iperbolico si trova risolvendo la disequazione
dunque troviamo
la cui soluzione è
- (Immagine.) L’immagine della funzione arcocoseno iperbolico è
In particolare, notiamo che
è illimitata inferiormente e superiormente:
- (Invertibilità.) La funzione arcocoseno iperbolico è invertibile e la sua inversa è il seno iperbolico.
Possiamo infine rappresentare l’andamento dell’arcocoseno iperbolico su un piano cartesiano.
Figura 38: una porzione del grafico della funzione .
Appendice
Leggi...
In questa sezione riportiamo la dimostrazione dell’esistenza delle funzioni iperboliche inverse, cf. teorema 66.
Dimostrazione. Dimostriamo prima l’invertibilità del seno iperbolico, ovvero
mostriamo che, dato , esiste un unico
tale che
Ricordando la forma (41), otteniamo l’equazione
Ponendo , l’ultima equazione si può riscrivere come
che ha soluzione per ogni , in quanto
.
Troviamo dunque
La soluzione è negativa e dunque è da escludere in quanto per definizione
. Troviamo dunque che
Mostriamo ora l’invertibilità del coseno iperbolico, ovvero
mostriamo che, dato , esiste un unico
tale che
Ricordando la forma (41), otteniamo l’equazione
Ponendo , l’ultima equazione si può riscrivere come
che ha soluzione per ogni , in quanto
.
Troviamo dunque
Le soluzioni sono distinte per .
In questo caso, osserviamo che la soluzione
è da escludere in quanto
(56)
e per definizione per ogni
.
La (56) può essere dimostrata con un calcolo diretto:
Troviamo dunque che
Riferimenti bibliografici
[1] Apostol, T. M.; Calculus, Volume I: One-Variable Calculus, with an Introduction to Linear Algebra, John Wiley & Sons 1967.
[2] Dedekind R., Essays on the Theory of Numbers: I. Continuity and Irrational Numbers, II. The Nature and Meaning of Numbers (translated by W.W. Beman), Chicago, Open Court Publishing , 1901.
[3] Giusti, E.; Analisi matematica 1, I Programma di matematica fisica elettronica, Bollati Boringhieri 1992.
[4] Qui Si Risolve Teoria delle funzioni
[5] Qui Si Risolve Funzioni elementari – Volume 1
[6] Rudin, W.; Principles of mathematical analysis, International series in pure and applied mathematics, McGraw-Hill 1976.
Tutta la teoria di analisi matematica
Leggi...
- Teoria Insiemi
- Il metodo della diagonale di Cantor
- Logica elementare
- Densità dei numeri razionali nei numeri reali
- Insiemi Numerici
- Il principio di induzione
- Gli assiomi di Peano
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- Binomio di Newton
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- Disuguaglianza di Bernoulli
- Disuguaglianza triangolare
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- Il metodo di bisezione
- Teorema ponte versione per le funzioni continue
- Discontinuità di funzioni monotone
- Continuità della funzione inversa
- Teorema delle contrazioni o Teorema di punto fisso di Banach-Caccioppoli
- Teoria sulle derivate
- Calcolo delle derivate: la guida pratica
- Teoria sulle funzioni convesse
- Il teorema di Darboux
- I teoremi di de l’Hôpital
- Teorema di Fermat
- Teoremi di Rolle e Lagrange
- Il teorema di Cauchy
- Espansione di Taylor: teoria, esempi e applicazioni pratiche
- Polinomi di Taylor nei limiti: istruzioni per l’uso
- Integrali definiti e indefiniti
- Teorema fondamentale del calcolo integrale (approfondimento)
- Integrali ricorsivi
- Formule del trapezio, rettangolo e Cavalieri-Simpson
- Teoria sugli integrali impropri
- Funzioni integrali – Teoria
- Introduzione ai numeri complessi – Volume 1 (per un corso di ingegneria — versione semplificata)
- Introduzione ai numeri complessi – Volume 1 (per un corso di matematica o fisica)
- Serie numeriche: la guida completa
- Successioni di funzioni – Teoria
- Teoremi sulle successioni di funzioni
- Serie di funzioni – Teoria
- Serie di potenze – Teoria
- Serie di Fourier – Teoria e applicazioni
- Integrali multipli — Parte 1 (teoria)
- Integrali multipli — Parte 2 (teoria e esercizi misti)
- Regola della Catena — Teoria ed esempi.
- Jacobiano associato al cambiamento di coordinate sferiche
- Guida ai Massimi e Minimi: Tecniche e Teoria nelle Funzioni Multivariabili
- Operatore di Laplace o Laplaciano
- Teoria equazioni differenziali
- Equazione di Eulero
- Teoria ed esercizi sulla funzione Gamma di Eulero
- Teoria ed esercizi sulla funzione Beta
- Approfondimento numeri complessi
- Diverse formulazioni dell’assioma di completezza
- Numeri di Delannoy centrali
- Esercizi avanzati analisi
Tutte le cartelle di Analisi Matematica
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- Prerequisiti di Analisi
- Successioni
- Funzioni
- Funzioni continue-lipschitziane-holderiane
- Calcolo differenziale
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- Retta tangente nel calcolo differenziale
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- Studio di funzione completo nel calcolo differenziale
- Esercizi teorici nel calcolo differenziale
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- Teorema della divergenza
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- Equazioni differenziali lineari e non lineari
- Equazioni differenziali lineari
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- Analisi complessa
- Fondamenti
- Funzioni olomorfe
- Integrale di Cauchy e applicazioni
- Teorema della curva di Jordan e teorema fondamentale dell’Algebra
- Teorema di inversione di Lagrange
- Teorema dei Residui
- Funzioni meromorfe
- Prodotti infiniti e prodotti di Weierstrass
- Continuazione analitica e topologia
- Teoremi di rigidità di funzioni olomorfe
- Trasformata di Mellin
- Equazioni alle derivate parziali
- Funzioni speciali
- Analisi funzionale
- Complementi
- Funzioni Convesse
Tutti gli esercizi di geometria
In questa sezione vengono raccolti molti altri esercizi che coprono tutti gli argomenti di geometria proposti all’interno del sito con lo scopo di offrire al lettore la possibilità di approfondire e rinforzare le proprie competenze inerenti a tali argomenti.
Algebra lineare.
Geometria analitica.
Geometria differenziale.
Risorse didattiche aggiuntive per approfondire la matematica
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- Math Stack Exchange – Parte della rete Stack Exchange, questo sito è un forum di domande e risposte specificamente dedicato alla matematica. È una delle piattaforme più popolari per discutere e risolvere problemi matematici di vario livello, dall’elementare all’avanzato.
- Art of Problem Solving (AoPS) – Questo sito è molto noto tra gli studenti di matematica di livello avanzato e i partecipanti a competizioni matematiche. Offre forum, corsi online, e risorse educative su una vasta gamma di argomenti.
- MathOverflow – Questo sito è destinato a matematici professionisti e ricercatori. È una piattaforma per domande di ricerca avanzata in matematica. È strettamente legato a Math Stack Exchange ma è orientato a un pubblico con una formazione più avanzata.
- PlanetMath – Una comunità collaborativa di matematici che crea e cura articoli enciclopedici e altre risorse di matematica. È simile a Wikipedia, ma focalizzata esclusivamente sulla matematica.
- Wolfram MathWorld – Una delle risorse online più complete per la matematica. Contiene migliaia di articoli su argomenti di matematica, creati e curati da esperti. Sebbene non sia un forum, è una risorsa eccellente per la teoria matematica.
- The Math Forum – Un sito storico che offre un’ampia gamma di risorse, inclusi forum di discussione, articoli e risorse educative. Sebbene alcune parti del sito siano state integrate con altri servizi, come NCTM, rimane una risorsa preziosa per la comunità educativa.
- Stack Overflow (sezione matematica) – Sebbene Stack Overflow sia principalmente noto per la programmazione, ci sono anche discussioni rilevanti di matematica applicata, specialmente nel contesto della scienza dei dati, statistica, e algoritmi.
- Reddit (r/Math) – Un subreddit popolare dove si possono trovare discussioni su una vasta gamma di argomenti matematici. È meno formale rispetto ai siti di domande e risposte come Math Stack Exchange, ma ha una comunità attiva e molte discussioni interessanti.
- Brilliant.org – Offre corsi interattivi e problemi di matematica e scienza. È particolarmente utile per chi vuole allenare le proprie capacità di problem solving in matematica.
- Khan Academy – Una risorsa educativa globale con lezioni video, esercizi interattivi e articoli su una vasta gamma di argomenti di matematica, dalla scuola elementare all’università.