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Regola della Catena — Teoria ed esempi.

Teoria Funzioni di più variabili

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Regola della catena

La regola della catena è uno strumento nell’Analisi Matematica che studia la differenziabilità di una composizione di funzioni. Questa dispensa approfondisce la teoria sia per funzioni di una singola variabile sia per quelle di più variabili, offrendo un’ampia panoramica di esempi di applicazione. Il testo è concluso da una serie di stimolanti esercizi per il lettore, che completano lo studio sviluppato precedentemente.

La dispensa guida dunque il lettore verso una comprensione naturale e approfondita di un aspetto fondamentale per lo studio delle funzioni.

Segnaliamo i seguenti articoli su argomenti di teoria collegati:

Consigliamo inoltre le seguenti raccolte di esercizi:

 

Sommario

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Questa dispensa tratta della regola della catena, ossia dei teoremi che stabiliscono la derivabilità della composizione di funzioni derivabili e forniscono formule esplicite per le derivate. Dopo aver esposto la teoria per funzioni di una variabile e di più variabili, vengono presentati alcuni esercizi sull’argomento.

 

Autori e revisori

 

Notazioni

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\mathbb{N}

\mathbb{R}

x_i

f_j

\|x\|

\mathbb{R}^{m \times d}

\partial_i f(x)

Df(x)

\nabla f (x)

\overset{\cdot}{\gamma}

Insieme dei numeri naturali

Insieme dei numeri reali

Componente i-esima di x \in \mathbb{R}^d rispetto alla base canonica: x=(x_1,\dots,x_d)

data f=(f_1,\dots,f_m) una funzione a valori in \mathbb{R}^m, la componente j di f

norma di un vettore x \in \mathbb{R}^{d}

insieme delle matrici aventi m righe e d colonne a coefficienti reali

derivata parziale nella direzione x_i della funzione f nel punto x

matrice jacobiana della funzione f in x;

gradiente della funzione f in x;

derivata (o velocità) di una curva \gamma \colon [a,b] \to \mathbb{R}^n  

    \[\quad\]

 

Introduzione

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In Matematica, quando si introduce un nuovo concetto, è importante studiarne le relazioni con le nozioni già note. Questa dispensa tratta della relazione tra il concetto di derivata e quello di composizione di funzioni. Infatti, una volta definita la nozione di derivata, si vede abbastanza facilmente che, sotto opportune ipotesi, la somma, il prodotto e il quoziente di funzioni derivabili sono derivabili e si ricavano anche delle formule per il calcolo esplicito di tali derivate, che risultano molto utili nelle applicazioni.

Una gran varietà di funzioni può essere ottenuta da funzioni elementari utilizzando le suddette operazioni algebriche e loro composizioni.1 Ne è un esempio la funzione h \colon \mathbb{R} \to \mathbb{R} definita da

(1)   \begin{equation*} h(x)=e^{x +\sin x} \qquad \forall x \in \mathbb{R}. \end{equation*}

Essa infatti è costituita dalla composizione \exp \circ (\operatorname{Id} + \sin), e ciascuno di tali “fattori” è derivabile in \mathbb{R}. Risulta pertanto naturale chiedersi se anche la loro composizione h lo sia e se la derivata h' possa esprimersi mediante le derivate delle funzioni \exp e \sin, che sono note.

La risposta a tale questione è affermativa, ed è costituita dalla cosiddetta regola della catena. Essa afferma che la composizione h = g \circ f di funzioni derivabili è a sua volta derivabile è la sua derivata h'(x) è pari a g'(f(x))\cdot f'(x). Per derivare h occorre cioè derivare “in maniera concatenata” le funzioni g e f, rispettando l’ordine dato dalla composizione.

Questa regola si estende facilmente al caso della composizione di 3 o più funzioni, mantenendo questa caratteristica di derivazione concatenata. È inoltre possibile estendere questa proprietà anche a funzioni di più variabili, mantenendo l’espressione formale della derivata di h come “prodotto” delle “derivate” di g e f, dove però queste ultime sono rappresentate in genere da matrici e il prodotto è da intendersi come prodotto di matrici.

La dispensa è organizzata come segue:

  • nella sezione 1 studiamo la derivazione della composizione di funzioni reali di una sola variabile reale, mostrando nel teorema 1 quanto annunciato sopra e ottenendo anche una formula per la derivata seconda della composizione di funzioni, nel teorema 6;
  • nella sezione 2 otteniamo nel teorema 10 la regola della catena per funzioni di più variabili;
  • nella sezione 3 proponiamo alcuni esercizi sull’argomento.

   


    \[\]

  1. Si veda [Teoria delle funzioni, sezione 2.2.3] per la definizione e le proprietà basilari della composizione di funzioni.

 

Funzioni di una variabile

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Siano f \colon I \to \mathbb{R} e g \colon J \to \mathbb{R} due funzioni, con I,J \subseteq \mathbb{R} intervalli e tali che f(I) \subseteq J, in modo che sia ben definita la composizione g \circ f. Assumiamo inoltre che f sia derivabile in x_{0} e che g sia derivabile in f(x_{0}): viene spontaneo domandarsi se da ciò segua che g \circ f sia derivabile in x_{0}. Nel seguente teorema vedremo che la risposta a tale domanda è affermativa, e, inoltre, individueremo una formula esplicita per la derivata di g \circ f in x_{0}.

Teorema 1 (regola della catena). Siano I,J \subseteq \mathbb{R} due intervalli, siano f \colon I \to \mathbb{R} e g \colon J \to \mathbb{R} due funzioni tali che f(I) \subseteq J. Se f è derivabile in x_0 \in I e g è derivabile in f(x_0), allora la funzione composta g \circ f\colon  I\to \mathbb{R} è derivabile nel punto x_{0} e vale la formula

(2)   \begin{equation*} 			(g \circ f)'(x_{0}) = g'\big(f(x_{0})\big) \cdot f'(x_{0}). 			\end{equation*}

 

Prima di dimostrare il teorema, ricordiamo innanzitutto la caratterizzazione delle funzioni derivabili fornita ad esempio in [4, sezione 4.2]: f \colon I \to \mathbb{R} è derivabile in x_0 \in I se e solo se esiste un numero reale f'(x_0) \in \mathbb{R} tale che

(3)   \begin{equation*} f(x)-f(x_0)=f'(x_0)(x-x_0) + o(x-x_0) \qquad \text{per } x \to x_0. \end{equation*}

Il simbolo o(x-x_0) è detto o-piccolo: una funzione \varphi \colon \mathbb{R} \to \mathbb{R} si dice o-piccolo della funzione \psi \colon \mathbb{R} \to \mathbb{R} per x \to x_0, e si scrive \varphi=o(\psi), se per ogni \varepsilon>0 esiste un intorno U di x_0 tale che

(4)   \begin{equation*} \varphi(x) \leq \varepsilon \psi(x) \qquad \forall x \in U \setminus \{x_0\}. \end{equation*}

In altre parole, \varphi=o(\psi) se \varphi è infinitesima di ordine superiore a \psi per x \to x_0. Infatti, se \psi non si annulla in un intorno di x_0 eccetto al più x_0, \varphi=o(\psi) per x \to x_0 se e solo se

(5)   \begin{equation*} \lim_{x \to x_0} \frac{\varphi(x)}{\psi(x)}=0. \end{equation*}

Il lettore può trovare una discussione approfondita, con tutte le proprietà degli o-piccoli, in [1, sezione 6.6].

Proponiamo due dimostrazioni del teorema 1: la prima utilizza tale caratterizzazione della derivata data in (3) e le proprietà degli o-piccoli, mentre la seconda prescinde da tali notazioni e fa uso della sola definizione di derivata, risultando però un po’ più lunga.

 

Dimostrazione 1. Poiché f è derivabile in x_0 e g è derivabile in f(x_0), per la caratterizzazione delle derivate ricordata in (3) si ha

(6)   \begin{equation*} f(x)- f(x_0) = f'(x_0)(x-x_0) + o(x-x_0) \qquad \text{per } x \to x_0, \end{equation*}

(7)   \begin{equation*} g(y) - g(f(x_0)) = g'(f(x_0))(y-f(x_0)) + o(y-f(x_0)) \qquad \text{per } y \to f(x_0). \end{equation*}

Dunque per x \to x_0 vale

(8)   \begin{equation*} \begin{split} g(f(x)) - g(f(x_0)) = & g'(f(x_0))\big(f(x)-f(x_0)\big) + o\big( f(x)-f(x_0) \big) \\ = & g'(f(x_0)) \big( f'(x_0)(x-x_0) + o(x-x_0)\big) + o\big( f'(x_0)(x-x_0) + o(x-x_0) \big) \\ = & g'(f(x_0))f'(x_0)(x-x_0) + o(x-x_0), \end{split} \end{equation*}

dove nella prima uguaglianza si è usato (7) con y=f(x), nella seconda uguaglianza si è usato (6) per sostituire f(x)-f(x_0) e nella terza si sono usate le proprietà degli o-piccoli

(9)   \begin{equation*} c \cdot o(x-x_0)= o(x-x_0), \qquad o\big( c(x-x_0)\big)= o(x-x_0), \qquad o\big( o(x-x_0)\big) = o(x-x_0). \end{equation*}

L’ultimo membro di (8) è la caratterizzazione della derivabilità di g\circ f in x_0 mediante gli o-piccoli, pertanto se ne deduce che tale funzione è derivabile in x_0 e il coefficiente di (x-x_0) è la sua derivata, cioè si ha

(10)   \begin{equation*} (g \circ f)'(x_0) = g'\big(f(x_0)\big)f'(x_0)(x-x_0), \end{equation*}

ossia la tesi.

 

Presentiamo ora una seconda dimostrazione che non utilizza la caratterizzazione delle derivate tramite gli o-piccoli.

 

Dimostrazione 2. Per dimostrare la tesi è sufficiente far vedere che il limite

(11)   \begin{equation*}  	\lim_{x \to x_{0}} \dfrac{g(f(x)) - g(f(x_{0}))}{x - x_{0}} 	\end{equation*}

esiste finito e coincide con g'(f(x_{0})) \cdot f'(x_{0}). Distinguiamo due casi.

 

  • Caso 1. Esiste un intorno I' \subseteq I di x_{0} tale che

    (12)   \begin{equation*} f(x) \neq f(x_{0}) 		\qquad  		\forall x \in I' \setminus \{ x_{0} \}. \end{equation*}

    In tal caso, per x \in I', possiamo moltiplicare e dividere per f(x) - f(x_{0}) l’argomento del limite (11):

    (13)   \begin{equation*} \lim_{x \to x_{0}} \dfrac{g(f(x)) - g(f(x_{0}))}{x - x_{0}} = \lim_{x \to x_{0}} \dfrac{g(f(x)) - g(f(x_{0}))}{f(x) - f(x_{0})}  \cdot \dfrac{f(x) - f(x_{0})}{x - x_{0}}. \end{equation*}

    Osserviamo che il limite del secondo fattore esiste ed è pari a f'(x_0) per la derivabilità di f in tale punto. Riguardo il primo fattore, osserviamo che l’ipotesi (12) permette di utilizzare il teorema di cambio di variabili [1, teorema 6.11] con y=f(x) nell’intorno I', ottenendo

    (14)   \begin{equation*} \lim_{x \to x_{0}} \dfrac{g(f(x)) - g(f(x_{0}))}{f(x) - f(x_{0})} = \lim_{y \to f(x_0)} \frac{g(y)-g(f(x_0))}{y-f(x_0)} = g'(f(x_0)). \end{equation*}

    Inserendo tali informazioni in (13), grazie al teorema sul limite del prodotto di due funzioni, si ottiene

    (15)   \begin{equation*} \lim_{x \to x_{0}} \dfrac{g(f(x)) - g(f(x_{0}))}{x - x_{0}} = \lim_{x \to x_{0}} \dfrac{g(f(x)) - g(f(x_{0}))}{f(x) - f(x_{0})}  \cdot \dfrac{f(x) - f(x_{0})}{x - x_{0}} = g'(f(x_0)) \cdot f'(x_0). \end{equation*}

  • Caso 2. Esiste una successione \{ x_{n} \}_{n} convergente a x_{0} tale che

        \[f(x_{n}) = f(x_{0}) 		\qquad 		\forall n \in \mathbb{N}.\]

    In virtù della derivabilità di f in x_{0}, deve valere necessariamente f'(x_{0}) = 0. Per concludere, occorre far vedere che anche il limite (11) vale 0. A tal fine, definiamo

        \[H = \{ x \in I \, | \, f(x) \neq f(x_{0}) \}.\]

    Poiché f(x)=f(x_0) in I \setminus H, vale

    (16)   \begin{equation*}  		\dfrac{g(f(x)) - g(f(x_{0}))}{x - x_{0}} = 0 		\qquad 		\forall x \in I \setminus H. 		\end{equation*}

    D’altra parte, fissiamo \varepsilon>0 e proviamo che anche in H il limite vale 0. Poiché f'(x_{0}) = 0, esiste un intorno I_1 \subset I di x_{0} con la proprietà che

        \[\left| \dfrac{f(x) - f(x_{0})}{x - x_{0}} \right| < \epsilon 		\qquad 		\forall x \in I_1 \setminus \{ x_{0} \}.\]

    Osserviamo inoltre che g è derivabile in f(x_{0}), f è continua in x_{0} e tale che f(x) \neq f(x_{0}) in H; dunque esiste un intorno I_2 \subseteq I_1 di x_{0} tale che

        \[\left| \dfrac{g(f(x)) - g(f(x_{0}))}{f(x) - f(x_{0})} \right| < |g'(f(x_{0}))|+1 		\qquad 		\forall x \in I_2 \cap H.\]

    Quindi si può stimare

    (17)   \begin{equation*} \begin{split} \left | \frac{g(f(x))-g(f(x_0))}{x-x_0} \right | = \left | \frac{g(f(x))-g(f(x_0))}{f(x)-f(x_0)} \right | \left | \frac{f(x)-f(x_0)}{x - x_0} \right | < \big(|g'(f(x_{0}))|+1 \big) \varepsilon \qquad \forall x \in I_2 \cap H. \end{split} \end{equation*}

    Unendo (17) e (16) otteniamo

        \[\left| \dfrac{g(f(x)) - g(f(x_{0}))}{x - x_{0}} \right| < \big(|g'(f(x_{0}))|+1 \big) \varepsilon 		\qquad 		\forall x \in I_2 \setminus \{x_{0}\}\]

    L’arbitrarietà di \varepsilon implica che la derivata di g \circ f in x_0 è nulla.

Esempi ed osservazioni.

Esempio 2. Siano f\colon  \mathbb{R} \rightarrow \mathbb{R}, g\colon  \mathbb{R} \rightarrow \mathbb{R} le funzioni definite da

(18)   \begin{equation*} f(x) = e^{x} + 1 \quad \forall x \in \mathbb{R}, \qquad g(y) = (y - 2)^{2} \quad \forall y \in \mathbb{R}. \end{equation*}

 

Calcoliamo la derivata della funzione composta g \circ f\colon \mathbb{R} \rightarrow \mathbb{R} tramite la regola della catena (nei punti dove può essere applicata). Osserviamo anzitutto che sia f che g sono derivabili su tutto \mathbb{R}, quindi il teorema 1 implica che g \circ f è derivabile in ogni punto di \mathbb{R} e può essere applicata la formula (2): dunque, dato x \in \mathbb{R}, abbiamo

    \[(g \circ f)'(x) = g'(f(x)) \cdot f'(x) 	\qquad 	\forall x \in \mathbb{R}.\]

Si ha g'(y) = 2(y - 2) e f'(x) = e^{x}, per cui

    \[g'(f(x)) \cdot f'(x) = 2(f(x) - 2) \cdot e^{x} = 2e^{x}(e^{x} - 1) 	\qquad 	\forall x \in \mathbb{R}.\]

Osservazione 3. Il teorema 1 non si può invertire: dato un punto x_{0}, se f non è derivabile in x_{0} oppure se g non è derivabile in f(x_{0}), non si può in generale concludere che la composizione g \circ f non sia derivabile in x_{0} (si vedano il seguente esempio ed esercizio 20).

Esempio 4. Siano f,g \colon \mathbb{R} \to \mathbb{R} le funzioni definite da

(19)   \begin{equation*} 	f(x) = |x| 	\quad 	\forall x \in \mathbb{R}, 	\qquad 	g(y) = y^{2} 	\quad \forall y \in \mathbb{R}. 	\end{equation*}

La funzione composta è g \circ f\colon \mathbb{R} \rightarrow \mathbb{R} definita da

    \[(g \circ f)(x) = |x|^{2} = x^{2} 	\qquad 	\forall x \in \mathbb{R}\]

ed è chiaramente derivabile in 0, malgrado f non sia derivabile in 0 (punto angoloso).

Osservazione 5. Si noti che la regola della catena può essere applicata anche alla composizione di più di due funzioni: ad esempio, siano f, g e h tre funzioni tali che f sia derivabile in x_{0}, g sia derivabile in f(x_{0}) e h sia derivabile in g(f(x_{0})). Per la regola della catena come da enunciato del teorema 1, sappiamo che g \circ f è derivabile in x_{0}; applicando ora lo stesso risultato alla coppia di funzioni g \circ f e h, otteniamo che h \circ (g \circ f) = h \circ g \circ f è derivabile in x_{0} e vale

    \[(h \circ g \circ f)'(x_{0}) = h'\Big{(}(g \circ f) (x_{0})\Big{)}(g \circ f)'(x_{0}) = h'\Big{(}g(f(x_{0})) \Big{)} g'(f({x_{0}}))f'(x_{0}).\]

Derivate seconde.

Una conseguenza della regola della catena è la formula di Faà di Bruno che fornisce una formula per il calcolo della derivata seconda di una funzione composta.  

Proposizione 6 (formula di Faà di Bruno). Siano I,J \subseteq \mathbb{R} intervalli, siano f \colon I \to \mathbb{R} e g \colon J \to \mathbb{R} due funzioni derivabili nei rispettivi domini e tali che f(I) \subseteq J. Se f è derivabile due volte in x_0 e g è derivabile due volte in f(x_0), allora la funzione composta di g \circ f\colon  I \to \mathbb{R} è derivabile due volte in x_{0} e vale la formula

    \[(g \circ f)''(x_{0}) = g''(f(x_{0})) \cdot (f'(x_{0}))^{2} + g'(f(x_{0})) \cdot f''(x_{0}).\]

 

Dimostrazione. Grazie al teorema 1, sappiamo che g \circ f è derivabile una volta in I con derivata pari a

    \[(g \circ f)'(x) = g'(f(x)) \cdot f'(x) 	\qquad 	\forall x \in I.\]

Essendo g derivabile due volte in f(x_{0}) e f derivabile due volte in x_{0}, di nuovo grazie al teorema 1 otteniamo in particolare che g' \circ f e f' sono derivabili una volta in x_{0}. Di conseguenza il loro prodotto (g' \circ f) \cdot f' è derivabile una volta in x_{0} e, in virtù della regola di Leibniz e del teorema 1, si ricava

    \begin{align*} 	(g \circ f)''(x_{0}) = [(g' \circ f) \cdot f']'(x_{0}) &= (g' \circ f)'(x_{0}) \cdot f'(x_{0}) + (g' \circ f)(x_{0}) \cdot f''(x_{0}) \\ 	&= g''(f(x_{0})) \cdot (f'(x_{0}))^{2} + g'(f(x_{0})) \cdot f''(x_{0}), 	\end{align*}

come volevasi dimostrare.

 

Esempio 7. Siano f e g come nell’esempio 2: nei punti dove è possibile farlo, vogliamo applicare la proposizione 6 per calcolare la derivata seconda di g \circ f. Notiamo che sia f che g sono derivabili infinite volte in ogni punto di \mathbb{R}, pertanto la formula di Faà di Bruno è applicabile in ogni punto. Abbiamo

(20)   \begin{gather*} f'(x) = e^{x},\quad f''(x) = e^{x} \qquad \forall x \in \mathbb{R}, \\ g'(y) = 2(y - 2),\quad g''(y) = 2 \qquad \forall y \in \mathbb{R} \end{gather*}

Applicando la proposizione 6, ricaviamo che g \circ f è derivabile due volte in ogni punto e che vale

    \[(g \circ f)''(x) = 2 \cdot (e^{x})^{2} + 2(e^{x} - 2) \cdot e^{x} = 2 e^{2x} + 2e^{x}(e^{x} - 1) 	\qquad 	\forall x \in \mathbb{R}.\]

 

Osservazione 8. L’ipotesi sull’esistenza della derivata prima di f in tutto un intorno aperto I di x_{0} e della derivata prima di g in tutto un intorno aperto J di f(x_{0}) serve a poter parlare di derivata seconda in x_{0} e f(x_{0}) per f e g rispettivamente: infatti, formalmente, la derivata seconda in un punto è definita come limite dei rapporti incrementali per la derivata prima in quel punto, e perciò occorre che la derivata esista in un intorno del punto stesso.

 

Osservazione 9. Così come la regola della catena, anche la formula di Faa di Bruno può essere estesa a più di due funzioni composte (vedi esercizio 21).

 

Funzioni di più variabili

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La regola della catena di cui al teorema 1 può essere generalizzata al caso di funzioni in più variabili. Nel seguito, useremo la seguente notazione standard: dato x \in \mathbb{R}^{d}, indicheremo con x_{i} la i-esima coordinata di x: pertanto x = (x_{1},...,x_{d}). Ricordiamo inoltre che, date due funzioni f,g \colon \mathbb{R}^d \to \mathbb{R}^m e dato \bar{x} \in \mathbb{R}^d, si dice che f è un o-piccolo di g per x \to \bar{x}, e si scrive f=o(g), se per ogni \varepsilon>0 esiste un intorno U di \bar{x} tale che

(21)   \begin{equation*} \|f(x)\| \leq \varepsilon \|g(x)\| \qquad \forall x \in U \setminus \{\bar{x}\}. \end{equation*}

In altre parole, la definizione di o-piccolo ricalca la ben nota definizione per funzioni reali di variabile reale, esprimendo in maniera formale l’idea che la funzione f sia infinitesima di ordine superiore a g per x \to \bar{x}. Valgono per tali o-piccoli le stesse proprietà a cui ci si è riferito prima, riportate in [1, sezione 6.6].

Si osservi che, se g non si annulla in un intorno di \bar{x}, eccetto al più in \bar{x}, allora f = o(g) per x \to \bar{x} se e solo se

(22)   \begin{equation*}  \lim_{x \to \bar{x}} \dfrac{\|f(x)\|}{\|g(x)\|} = 0. \end{equation*}

Ricordiamo inoltre la definizione di differenziabilità per funzioni in più variabili. Data f \colon \mathbb{R}^d \to \mathbb{R}^m e dato \bar{x} \in \mathbb{R}^d, essa si dice differenziabile in \bar{x} se e solo se esiste una matrice Df(\bar{x}) \in \mathbb{R}^{m \times d} tale che

(23)   \begin{equation*} f(x) - f(\bar{x}) = Df(\bar{x}) \cdot (x-\bar{x}) + o(x-\bar{x}) \qquad \text{per } x \to \bar{x}, \end{equation*}

dove il vettore x-\bar{x} è da intendersi come vettore colonna e il prodotto Df(\bar{x}) \cdot (x-\bar{x}) è un prodotto righe per colonne tra matrici. La matrice Df(\bar{x}) è detta matrice jacobiana di f in \bar{x}. La forte analogia con la caratterizzazione della derivabilità per funzioni in una variabile data da (3) suggerisce quindi l’idea che la differenziabilità sia l’appropriata estensione della derivabilità a funzioni in più variabili e che, per esse, la matrice jacobiana abbia il ruolo della derivata.

Siamo pronti ad enunciare il seguente risultato che generalizza la regola della catena al caso di funzioni di più variabili.

Teorema 10 (regola della catena per funzioni di più variabili). Siano U \subseteq \mathbb{R}^d e V \subseteq \mathbb{R}^m due insiemi aperti e siano f \colon U \to \mathbb{R}^m, g \colon V \to \mathbb{R}^n due funzioni tali che f(U) \subseteq V. Se f è differenziabile in \bar{x} \in U e g è differenziabile in f(\bar{x}), allora la funzione composta g \circ f è differenziabile in \bar{x} e risulta

(24)   \begin{equation*} D(g \circ f)(\bar{x}) = Dg\big(f(\bar{x})\big) \cdot Df(\bar{x}), \end{equation*}

dove Dg \in \mathbb{R}^{n \times m} e Df \in \mathbb{R}^{m \times d} sono le matrici jacobiane di g e f e il prodotto è da intendersi come prodotto righe per colonne di matrici.

 

Dimostrazione. La dimostrazione è un adattamento dell’argomento utilizzato nella prima dimostrazione del teorema 1.

Poiché f è differenziabile in \bar{x}, per (23) esiste una matrice Df(\bar{x}) \in \mathbb{R}^{m \times d} tale che

(25)   \begin{equation*} f(x) - f(\bar{x}) = Df(\bar{x}) \cdot (x-\bar{x}) + o(x-\bar{x}) \qquad \text{per } x \to \bar{x}. \end{equation*}

Inoltre, poiché g è differenziabile in f(\bar{x}), esiste una matrice Dg\big(f(\bar{x}) \big) \in \mathbb{R}^{n \times m} tale che

(26)   \begin{equation*} g(y)-g\big( f(\bar{x})\big) = Dg\big(f(\bar{x}) \big) \cdot \big(y-f(\bar x) \big) + o\big(y-f(\bar x) \big) \qquad \text{per } y \to f(\bar{x}). \end{equation*}

Sostituendo y=f(x) in tale relazione, per x \to \bar{x} si ottiene

(27)   \begin{equation*} \begin{split} g\big(f(x)\big)-g\big( f(\bar{x})\big) & = Dg\big(f(\bar{x}) \big) \cdot \big(f(x)-f(\bar x) \big) + o\big(f(x)-f(\bar x) \big) \\  & = Dg\big(f(\bar{x}) \big) \cdot \Big(Df(\bar{x}) \cdot (x-\bar{x}) + o(x-\bar{x}) \Big)  +  \\ & \quad +   o\Big(Df(\bar{x}) \cdot (x-\bar{x}) + o(x-\bar{x}) \Big) \\ & = Dg\big(f(\bar{x}) \big) \cdot Df(\bar{x}) \cdot (x-\bar{x}) + o(x-\bar{x}), \end{split} \end{equation*}

dove la seconda uguaglianza segue dall’aver usato (25) per sostituire f(x)-f(\bar{x}), mentre l’ultima segue dalle proprietà degli o-piccoli che spieghiamo di seguito. Prima però notiamo che (27) ci dice che g \circ f è differenziabile in \bar{x} e che la sua matrice jacobiana D(g \circ f)(\bar{x}) coincide col prodotto Dg\big(f(\bar{x}) \big) \cdot Df(\bar{x}), provando (24). Rimangono solo da motivare le semplificazioni con gli o-piccoli effettuate all’ultimo membro di (27).

  • Dg\big(f(\bar{x}) \big) \cdot o(x-\bar{x}) = o(x-\bar{x}). Infatti l’o-piccolo nel membro di sinistra è una funzione \varphi \colon U \to \mathbb{R}^m tale tale che, per ogni \varepsilon>0, esiste un intorno U' \subseteq U di \bar{x} tale che

    (28)   \begin{equation*} \|\varphi(x)\| \leq \varepsilon\|x-\bar{x}\| \qquad \forall x \in U' \setminus \{\bar{x}\}. \end{equation*}

    Dunque, chiamando c il massimo tra i moduli delle componenti della matrice Dg\big(f(\bar{x}) \big), si ha

    (29)   \begin{equation*} \|Dg\big(f(\bar{x}) \big) \cdot \varphi(x)\| \leq c \|\varphi(x)\| \leq c \varepsilon \|x-\bar{x}\| \qquad \forall x \in U' \setminus \{\bar{x}\}. \end{equation*}

    Dall’arbitrarietà di \varepsilon segue quindi che Dg\big(f(\bar{x}) \big) \cdot o(x-\bar{x}) = o(x-\bar{x}).

  •  

  • o\Big(Df(\bar{x}) \cdot (x-\bar{x}) + o(x-\bar{x}) \Big) = o(x-\bar{x}). Usando la proprietà o\big(\varphi+\psi)= o(\varphi) + o(\psi), ragionando come sopra si prova che

    (30)   \begin{equation*} o\Big(Df(\bar{x}) \cdot (x-\bar{x})\Big) = o(x-\bar{x}), \qquad o\big(o(x-\bar{x})\big) = o(x-\bar{x}), \end{equation*}

    ottenendo la tesi.

 

Supponiamo di voler calcolare la derivata parizale i-esima della composizione g \circ f in \bar{x}. Sfruttando il teorema 10 e sviluppando i calcoli del prodotto D(g \circ f)(\bar{x}) = Dg(f(\bar{x})) \cdot Df(\bar{x}), si può ottenere una formula esplicita per per tale derivata parziale.

 

Corollario 11. Siano f,g soddisfacenti le ipotesi del teorema 10 e sia x \in U. Per ogni k \in \{1,\dots,n\} e ogni i \in \{1,\dots,d\} vale

(31)   \begin{equation*} 		\partial_i(g \circ f)_k(x) 		= 		\partial_i(g_k \circ f)(x) 		= 		\sum_{j=1}^m \partial_j g_k\big(f(x)\big) \cdot \partial_i f_j(x), 		\end{equation*}

dove g_k e f_j sono rispettivamente le componenti k e j di g e f.

 

Dimostrazione. Si fissino k e i come nell’enunciato. Per le proprietà delle matrici jacobiane, la derivata \partial_i (g \circ f)_{k}({x}) nella direzione x_i della componente k-esima di g \circ f è l’elemento della riga k e colonna i della matrice jacobiana D(g \circ f)(x). Per (24) e per la definizione di prodotto di matrici, tale elemento è pari al prodotto scalare della riga k della matrice Dg\big( f(x)\big) e della colonna i della matrice Df(x), ossia

(32)   \begin{equation*} \partial_i (g \circ f)_{k}({x}) = \big( D(g \circ f)(x) \big)_{ki} = \sum_{j=1}^m \big(Dg\big( f(x)\big)\big)_{kj} \big(Df(x)\big)_{ji} = \sum_{j=1}^m \partial_j g_k\big(f(x)\big) \cdot \partial_i f_j(x), \end{equation*}

ossia la tesi.

Esempi ed osservazioni.

Osservazione 12. Come visto nel teorema 10, la matrice jacobiana di g \circ f in x è data dal prodotto righe per colonne la tra la matrice jacobiana di g in f(x) e la jacobiana di f in x. Ciò costituisce una generalizzazione del 1: infatti, nel caso di funzioni di una variabile a valori in \mathbb{R}, la matrice jacobiana è un numero reale che coincide con la derivata della funzione e il prodotto righe per colonne delle matrici jacobiane si riduce ad un prodotto tra numeri reali.

 

Esempio 13. Siano f\colon  D \rightarrow \mathbb{R}^{2} e g\colon  \mathbb{R}^{2} \rightarrow \mathbb{R} le funzioni definite nel modo seguente:

    \begin{align*} 	& f(x_{1},x_{2}) = (f_{1}(x_{1},x_{2}),f_{2}(x_{1},x_{2})) = (x_{1}^{2} + \ln x_{2}, x_{1} x_{2}), \\ 	& g(y_{1},y_{2}) = y_{1}^{2} + y_{2}^{3} - \cos y_{2},     \end{align*}

dove D è il semipiano aperto

    \[D = \{ x = (x_{1},x_{2}) \in \mathbb{R}^{2} \, | \, x_{2} > 0 \}.\]

Vogliamo calcolare la derivata parziale di g \circ f rispetto a x_{1} nei punti in cui è possibile applicare la regola della catena per funzioni in più variabili. In D la funzione f è differenziabile in ogni punto; similmente, in \mathbb{R}^{2}, g è differenziabile ovunque. Per ogni x \in D, è quindi possibile applicare la regola della catena ottenendo

    \[\partial_1 (g \circ f)(x)     =     \partial_1 g\big( f(x)\big)\partial_1 f_1(x)     +     \partial_2 g\big( f(x)\big)\partial_1 f_2(x).\]

Si ha

(33)   \begin{gather*} \partial_1 g(y)=2y_1, \quad \partial_2 g(y)=3 y_{2}^{2} + \sin y_{2}, \qquad \forall y \in \mathbb{R}^2, \\ \partial_1 f_1(x) = 2x_1, \quad \partial_1 f_2(x)=x_2 \qquad \forall x \in D. \end{gather*}

Pertanto

    \begin{align*}     \partial_1(g \circ f)(x) %    \dfrac{\partial g \circ f}{\partial x_{1}}(x)     & = 2 (x_{1}^{2} + \ln x_{2}) \cdot 2 x_{1} + [3(x_{1} x_{2})^{2} + \sin x_{1} x_{2}]x_{2} \\     & = 4 (x_{1})_{3} + 4 x_{1} \ln x_{2} + 3 x_{1}^{2} x_{2}^{3} + x_{2} \sin x_{1} x_{2}.     \end{align*}

 

Osservazione 14. Spesso le variabili in cui sono scritte le funzioni sono diverse da quelle usate sinora: per esempio, alle volte, anziché numerare ogni componente, si sceglie di assegnare ad ogni entrata una lettera diversa (invece di x = (x_{1},x_{2}) si può trovare x = (u,v)) oppure i pedici delle entrate possono situarsi in alto piuttosto che in basso (x = (x^{1},x^{2}) anziché x = (x_{1},x_{2})). Va da sé che, a meno di effettuare una conversione di notazioni adatta al singolo caso, tutte le formule scritte fino ad ora continuano a valere: assume quindi grande importanza saper riconoscere le formule e i risultati fin qui esposti nelle diverse notazioni presenti in letteratura.

 

Esempio 15. Siano f\colon \mathbb{R}^{3} \rightarrow \mathbb{R}^{2} e g\colon  \mathbb{R}^{2} \rightarrow \mathbb{R}^{2} le funzioni definite da

    \[f(x,y,z) = (xy, z^{2}) 	\quad 	\forall (x,y,z) \in \mathbb{R}^3, 	\qquad 	g(u,v) = (v, - u v) 	\quad 	\forall (u,v) \in \mathbb{R}^2.\]

Ci proponiamo di calcolare la matrice jacobiana di g \circ f in un generico punto (x,y,z). Anzitutto notiamo che f e g sono differenziabili in \mathbb{R}^{3} e in \mathbb{R}^{2} rispettivamente, e così g \circ f è differenziabile in tutto \mathbb{R}^{3} grazie al teorema 10. Inoltre esso ci dice che

    \[D(g \circ f)(x,y,z) = Dg\big((f(x,y,z)\big) \cdot Df(x,y,z) 	\qquad 	\forall (x,y,z) \in \mathbb{R}^3.\]

Abbiamo

(34)   \begin{gather*} 	Dg(u, v) =  	\begin{pmatrix} 	\partial_u g_1(u, v) & \partial_v g_1(u,v) 	\\[4pt] 	\partial_u g_2(u,v) 	& \partial_v g_2(u,v) 	\end{pmatrix} 	= 	\begin{pmatrix} 	0 & 1 \\ 	- v & -u 	\end{pmatrix} \qquad \forall (u,v) \in \mathbb{R}^2 \\[4pt] D(x,y,z) = 	\begin{pmatrix} 	\partial_x f_1(x,y,z)	&	\partial_y f_1(x,y,z)	& \partial_z f_1(x,y,z) 	\\[4pt] 	\partial_x f_2(x,y,z)	&	\partial_y f_2(x,y,z)	& \partial_z f_2(x,y,z) 	\end{pmatrix} 	= 	\begin{pmatrix} 	y & x & 0 	\\ 	0 & 0 & 2 z 	\end{pmatrix} 	\qquad 	\forall (x,y,z) \in \mathbb{R}^3. 	\end{gather*}

Quindi per ogni (x,y,z) \in \mathbb{R}^3 si ha

    \[\begin{aligned} 		D(g \circ f)(x,y,z) &= Dg\big((f(x,y,z)\big) \cdot Df(x,y,z) =\\ 		&= 	\begin{pmatrix} 	0 & 1 	\\ 	- z^{2} & - xy 	\end{pmatrix} 	\cdot 	\begin{pmatrix} 	y & x & 0 	\\ 	0 & 0 & 2 z 	\end{pmatrix} 	=\\ 	&= 	\begin{pmatrix} 	0 & 0 & 2z 	\\ 	- y z^{2} & - x z^{2} & - 2 xyz 	\end{pmatrix} 	. 	\end{aligned}\]

 

Esempio 16. Dato un aperto U \subset \mathbb{R}^{d}, sia f\colon  U \rightarrow \mathbb{R} una funzione differenziabile in un punto x \in U. Dato a > 0, sia inoltre \gamma\colon  (-a, a) \rightarrow \mathbb{R}^{d} una curva derivabile in 0 tale che \gamma(0) = x. Vogliamo dimostrare che f \circ \gamma è una funzione definita in un intorno sufficientemente piccolo di 0 e che è derivabile in 0; successivamente, vogliamo calcolare esplicitamente (f \circ \gamma)'(0). Per prima cosa osserviamo che, essendo \gamma derivabile in 0, \gamma è in particolare continua in 0; per ipotesi \gamma(0) = x \in U e U è un aperto, quindi esiste \delta \in (0,a) tale che

    \[\gamma(-\delta,\delta) \subset U.\]

Pertanto la funzione f \circ \gamma è sicuramente definita su un intorno di 0 contenente (-\delta, \delta). Possiamo quindi applicare il teorema 10, il quale assicura la derivabilità di f \circ \gamma in 0 e la validità della formula

(35)   \begin{equation*} 	(f \circ \gamma)'(0) 	= 	D(f \circ \gamma)(0) = Df(x) \cdot D\gamma(0) 	= 	\nabla f(x) \cdot \dot{\gamma}(0) 	\end{equation*}

ossia la derivata prima di g \circ f in 0 coincide col prodotto scalare tra il gradiente di f in x e la derivata della curva \gamma in 0 (detta anche velocità di \gamma in 0).

 

Esempio 17. Dato un aperto U \subset \mathbb{R}^{d}, sia f\colon  U\rightarrow \mathbb{R}^{m} una funzione differenziabile in un punto x \in U. Vogliamo far vedere che, se f(x) \neq 0, allora la funzione h\colon  U \rightarrow \mathbb{R} definita da

    \[h(x) = \|f(x)\| 	\qquad 	\forall x \in U\]

è differenziabile in x e successivamente, vogliamo calcolare il gradiente di h in x. Definiamo la funzione norma g \colon \mathbb{R}^m \to \mathbb{R} come

(36)   \begin{equation*} 	g(y)= \|y\| 	= 	\left( \sum_{j=1}^m y_j^2 \right )^{\frac{1}{2}} 	\qquad 	\forall y \in \mathbb{R}^m 	\end{equation*}

e osserviamo che la funzione h di cui vogliamo studiare la differenziabilità è data da h=g \circ f. Osserviamo poi che g è differenziabile in \mathbb{R}^{m} \setminus \{ 0 \}: infatti, la derivata parziale j-esima di g è data da

(37)   \begin{equation*} 	\partial_j g(y) 	= 	\dfrac{2y_j}{2\left( \sum_{j=1}^m y_j^2 \right )^{\frac{1}{2}}} 	= 	\frac{y_j}{\|y_j\|} 	\qquad 	\forall y \in \mathbb{R}^m \setminus \{0\}, 	\end{equation*}

che è una funzione continua in \mathbb{R}^{m} \setminus \{ 0 \}. Il teorema del differenziale totale [2, teorema 3.7] oppure [2, capitolo 3, sezione 29] garantisce quindi che g sia differenziabile in \mathbb{R}^{m} \setminus \{ 0 \}. Perciò, se f(x) \neq 0, in virtù del teorema 10, g è certamente differenziabile in x. Inoltre, da (24), il gradiente di h in x è dato dalla relazione

    \begin{equation*} 	Dh(x) 	= 	Dg\big(f(x)\big) \cdot Df(x) 	= 	\dfrac{f(x)}{\|f(x)\|} \cdot Df(x), %	= \nabla N (f(x^{0})) \cdot J[f](x^{0}) = \dfrac{f(x^{0})}{||f(x^{0})||} \cdot J[f](x^{0}). 	\end{equation*}

dove abbiamo usato il fatto che il gradiente di g soddisfa

(38)   \begin{equation*} 	D g(y) 	= 	(\partial_1 g,\dots,\partial_m g) 	{=} 	\frac{1}{\|y\|}(y_1,\dots,y_m) 	= 	\frac{y}{\|y\|} 	\qquad 	\forall y \in \mathbb{R}^m \setminus \{0\} 	\end{equation*}

dove, nella seconda uguaglianza, abbiamo usato (37).

 

Esercizi

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Esercizio 18  (\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Siano f e g come nell’esempio 2:

 

  1. Usando la regola della catena, si calcoli la derivata prima della funzione f \circ g, specificando eventuali punti in cui non è possibile applicarla.
  2. Usando la formula di Faa di Bruno, si calcoli la derivata seconda della funzione f \circ g, specificando eventuali punti in cui non è possibile applicarla.

 

Esercizio 19  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Siano g(y) = |\ln(y)| e f(x) = x^{4} - 5x^{2} + 4:

 

  1. Si determinino il dominio di f e il dominio di g.
  2. Si trovino i punti in cui è possibile applicare la regola della catena a g \circ f e a f \circ g e per entrambe le funzioni si calcoli la derivata prima, quando essa esiste.
  3. Si trovino i punti in cui è possibile applicare la formula di Faa di Bruno a g \circ f e a f \circ g e per entrambe le funzioni si calcoli la derivata seconda, quando essa esiste.
  4. Esistono punti in cui non si può applicare la regola della catena ma nei quali g \circ f oppure f \circ g è comunque derivabile?

 

Esercizio 20  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Si trovino due funzioni f e g tali che f sia derivabile in 0, g non sia derivabile in f(0), ma g \circ f sia comunque derivabile in 0.

Esercizio 21  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Come fatto per la regola della catena nell’osservazione 5, si scriva la formula di Faa di Bruno per la composizione di tre funzioni, inserendo tutte le ipotesi necessarie sulla derivabilità delle tre funzioni.

 

Esercizio 22  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Sia f\colon  \mathbb{R} \rightarrow \mathbb{R} una funzione. Dato un aperto A \subseteq \mathbb{R} tale che f(\mathbb{R}) \subseteq A, sia g\colon  A \rightarrow \mathbb{R} una funzione. Si supponga che f sia periodica di periodo P \in \mathbb{R} \setminus \{ 0 \}, ossia valga

    \[f(x) = f(x + P),\]

per ogni x \in \mathbb{R}. Inoltre, si assuma che, dato x_{0} \in \mathbb{R}, f sia derivabile in x_{0} e che g sia derivabile in f(x_{0}). Si determinino tutti i punti di \mathbb{R} in cui è possibile applicare la regola della catena alla funzione composta g \circ f.

 

Esercizio 23  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Dato un punto x_{0} \in \mathbb{R}, siano I un intorno aperto di x_{0} e f\colon  I \rightarrow \mathbb{R} una funzione definita su I. Dato un intorno aperto J di f(x_{0}) tale che f(I) \subseteq J, sia g\colon  J \rightarrow \mathbb{R} una funzione. Si supponga che f sia derivabile due volte in I e tre volte in x_{0} e che g sia derivabile due volte in J e tre volte in f(x_{0}): si trovi una formula esplicita per la derivata terza di g \circ f in x_{0}.

 

Esercizio 24  (\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Siano f e g come nell’esempio 13: si calcoli la derivata parziale di g \circ f rispetto a x_{2}.

 

Esercizio 25  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Si considerino le funzioni

    \[f(x,y) = (x^{2} + y^{2}, \arctan(x + y), 1) 	\quad 	g(u,v,w) = (\tan(u/2),vw).\]

 

  1. Si trovino il dominio di f e il dominio di g.
  2. Nei punti dove è possibile, applicare la regola della catena per calcolare le derivate parziali di g \circ f.
  3. Dato \alpha \in \mathbb{R}, sia \gamma_{\alpha}\colon  \mathbb{R} \rightarrow \mathbb{R} la funzione definita da

        \[\gamma_{\alpha}(t) = (t^{2} + \alpha, t).\]

    Al variare di \alpha \in \mathbb{R}, si dica se g \circ f \circ \gamma_{\alpha} è definita in qualche punto e, nel caso la risposta sia affermativa, se ne trovi il dominio. Successivamente, sempre al variare di \alpha \in \mathbb{R}, si individuino i punti in cui è possibile applicare la regola della catena alla funzione g \circ f \circ \gamma_{\alpha}, e, nei suddetti punti, se ne calcoli la derivata.

 

Esercizio 26  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Una funzione f\colon  \mathbb{R}^{n} \rightarrow \mathbb{R}, n \geq 2, viene detta radiale se, per ogni x = (x_{1},...,x_{n}) \in \mathbb{R}^{n}, vale

    \[f(x) = \phi(||x||) = \phi \left( \sqrt{x_{1}^{2} + \cdots + x_{n}^{2}} \right),\]

per un’opportuna funzione \phi\colon  [0, + \infty) \rightarrow \mathbb{R}.

 

  1. Si assuma che \phi sia derivabile in un certo punto r > 0: si determini l’insieme dei punti di \mathbb{R}^{n} in cui f è differenziabile e lo si disegni in \mathbb{R}^{n}, per n = 2, 3.
  2. Nei punti dell’insieme di cui al punto precedente, si calcolino le derivate parziali di f.
  3. Si supponga che \phi ammetta derivata prima destra \phi'_{+}(0) in 0: per quali valori di \phi'_{+}(0) la funzione f è differenziabile in 0? Per tali valori di \phi'_{+}(0), è possibile applicare la regola della catena al calcolo di Df(0)?

 

Esercizio 27  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Sia f\colon \mathbb{R}^{n} \rightarrow \mathbb{R} una funzione differenziabile due volte in tutti i punti: per funzioni scalari come f, la matrice jacobiana è un vettore riga (matrice 1 \times n) che viene anche detto gradiente della funzione e si denota tramite \nabla f.

 

  1. Si calcolino le derivate parziali di

        \[g(x) = ||\nabla f (x)||^{3}.\]

  2. Con riferimento alla definizione di funzione radiale data all’esercizio precedente, g è una funzione radiale, in generale? Si risponda dimostrando che lo è oppure presentando un opportuno controesempio.

 

Esercizio 28  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Una funzione f\colon \mathbb{R}^{n} \rightarrow \mathbb{R} è detta armonica se essa è di classe C^2(\mathbb{R}^n) e se si ha

(39)   \begin{equation*} 	\Delta f(x) 	\coloneqq 	\partial_{11} f(x) + \dots + \partial_{nn} f(x) 	= 	\sum_{i=1}^n \partial_{ii} f(x) 	= 	0 	\qquad 	\forall x \in \mathbb{R}^n, 	\end{equation*}

ossia se la somma delle sue derivate seconde pure è nulla in ogni punto. L’operatore \Delta è detto laplaciano e ha notevole importanza nelle applicazioni. Caratterizzare le funzioni armoniche radiali.

 

Riferimenti bibliografici

[1] Acerbi, E. & Buttazzo, G., Primo corso di Analisi Matematica , Pitagora Editrice (1997).

[2] Acerbi, E. & Buttazzo, G., Secondo corso di Analisi Matematica , Pitagora Editrice (2016).

[3] Marcellini, P. & Fusco, N. & Sbordone, C., Analisi Matematica due , Liguori (2001).

[4] Qui Si Risolve, Teoria sulle derivate.

[5] Qui Si Risolve, Teoria delle funzioni.

 
 

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    5. Integrali per parti
    6. Integrali di funzione razionale
    7. Calcolo delle aree
    8. Metodo dei rettangoli e dei trapezi
    9. Esercizi Misti Integrali Indefiniti
    10. Esercizi Misti Integrali Definiti
  8. Integrali impropri
    1. Teoria Integrali impropri
    2. Carattere di un integrale improprio
    3. Calcolo di un integrale improprio
  9. Espansione di Taylor
    1. Teoria Espansione di Taylor
    2. Limiti di funzione con Taylor
    3. Limiti di successione con Taylor
    4. Stime del resto
  10. Funzioni integrali (Approfondimento)
    1. Teoria Funzioni integrali (Approfondimento)
    2. Studio di funzione integrale
    3. Limiti con Taylor e De L’Hôpital
    4. Derivazione di integrali parametrici (Tecnica di Feynmann)
  11. Numeri Complessi
    1. Teoria Numeri complessi
    2. Espressioni con i numeri complessi
    3. Radice di un numero complesso
    4. Equazioni con i numeri complessi
    5. Disequazioni con i numeri complessi
    6. Esercizi misti Numeri complessi
  12. Serie numeriche
    1. Teoria Serie numeriche
    2. Esercizi Serie a termini positivi
    3. Esercizi Serie a termini di segno variabile
    4. Esercizi Serie geometriche e telescopiche
  13. Successioni di funzioni
    1. Teoria Successioni di funzioni
    2. Esercizi Successioni di funzioni
  14. Serie di funzioni
    1. Teoria Serie di funzioni
    2. Esercizi Serie di funzioni
  15. Serie di potenze
    1. Teoria Serie di potenze
    2. Esercizi Serie di potenze
  16. Serie di Fourier
    1. Teoria Serie di Fourier
    2. Esercizi Serie di Fourier
  17. Trasformata di Fourier
    1. Teoria Trasformata di Fourier
    2. Esercizi Trasformata di Fourier
  18. Funzioni di più variabili
    1. Teoria Funzioni di più variabili
    2. Massimi e minimi liberi e vincolati
    3. Limiti in due variabili
    4. Integrali doppi
    5. Integrali tripli
    6. Integrali di linea di prima specie
    7. Integrali di linea di seconda specie
    8. Forme differenziali e campi vettoriali
    9. Teorema di Gauss-Green
    10. Integrali di superficie
    11. Flusso di un campo vettoriale
    12. Teorema di Stokes
    13. Teorema della divergenza
    14. Campi solenoidali
    15. Teorema del Dini
  19. Equazioni differenziali lineari e non lineari
    1. Teoria equazioni differenziali lineari e non lineari
    2. Equazioni differenziali lineari e non lineari del primo ordine omogenee
  20. Equazioni differenziali lineari
    1. Del primo ordine non omogenee
    2. Di ordine superiore al primo,a coefficienti costanti,omogenee
    3. Di ordine superiore al primo,a coefficienti costanti,non omogenee
    4. Di Eulero,di Bernoulli,di Clairaut,di Lagrange e di Abel
    5. Non omogenee avente per omogenea associata un’equazione di Eulero
    6. Sistemi di EDO
  21. Equazioni differenziali non lineari
    1. A variabili separabiliO
    2. A secondo membro omogeneo
    3. Del tipo y’=y(ax+by+c)
    4. Del tipo y’=y(ax+by+c)/(a’x+b’y+c’)
    5. Equazioni differenziali esatte
    6. Mancanti delle variabili x e y
    7. Cenni sullo studio di un’assegnata equazione differenziale non lineare
    8. Di Riccati
    9. Cambi di variabile: simmetrie di Lie
  22. Analisi complessa
    1. Fondamenti
    2. Funzioni olomorfe
    3. Integrale di Cauchy e applicazioni
    4. Teorema della curva di Jordan e teorema fondamentale dell’Algebra
    5. Teorema di inversione di Lagrange
    6. Teorema dei Residui
    7. Funzioni meromorfe
    8. Prodotti infiniti e prodotti di Weierstrass
    9. Continuazione analitica e topologia
    10. Teoremi di rigidità di funzioni olomorfe
    11. Trasformata di Mellin
  23. Equazioni alle derivate parziali
    1. Equazioni del primo ordine
    2. Equazioni del secondo ordine lineari
    3. Equazioni non-lineari
    4. Sistemi di PDE
  24. Funzioni speciali
    1. Funzione Gamma di Eulero
    2. Funzioni Beta,Digamma,Trigamma
    3. Integrali ellittici
    4. Funzioni di Bessel
    5. Funzione zeta di Riemann e funzioni L di Dirichlet
    6. Funzione polilogaritmo
    7. Funzioni ipergeometriche
  25. Analisi funzionale
    1. Misura e integrale di Lebesgue
    2. Spazi Lp,teoremi di completezza e compattezza
    3. Spazi di Hilbert,serie e trasformata di Fourier
    4. Teoria e pratica dei polinomi ortogonali
    5. Spazi di Sobolev
  26. Complementi
    1. Curiosità e approfondimenti
    2. Compiti di analisi
    3. Esercizi avanzati analisi
  27. Funzioni Convesse

 
 

Tutti gli esercizi di geometria

In questa sezione vengono raccolti molti altri esercizi che coprono tutti gli argomenti di geometria proposti all’interno del sito con lo scopo di offrire al lettore la possibilità di approfondire e rinforzare le proprie competenze inerenti a tali argomenti.

Strutture algebriche.





 
 

Risorse didattiche aggiuntive per approfondire la matematica

Leggi...

  • Math Stack Exchange – Parte della rete Stack Exchange, questo sito è un forum di domande e risposte specificamente dedicato alla matematica. È una delle piattaforme più popolari per discutere e risolvere problemi matematici di vario livello, dall’elementare all’avanzato.
  • Art of Problem Solving (AoPS) – Questo sito è molto noto tra gli studenti di matematica di livello avanzato e i partecipanti a competizioni matematiche. Offre forum, corsi online, e risorse educative su una vasta gamma di argomenti.
  • MathOverflow – Questo sito è destinato a matematici professionisti e ricercatori. È una piattaforma per domande di ricerca avanzata in matematica. È strettamente legato a Math Stack Exchange ma è orientato a un pubblico con una formazione più avanzata.
  • PlanetMath – Una comunità collaborativa di matematici che crea e cura articoli enciclopedici e altre risorse di matematica. È simile a Wikipedia, ma focalizzata esclusivamente sulla matematica.
  • Wolfram MathWorld – Una delle risorse online più complete per la matematica. Contiene migliaia di articoli su argomenti di matematica, creati e curati da esperti. Sebbene non sia un forum, è una risorsa eccellente per la teoria matematica.
  • The Math Forum – Un sito storico che offre un’ampia gamma di risorse, inclusi forum di discussione, articoli e risorse educative. Sebbene alcune parti del sito siano state integrate con altri servizi, come NCTM, rimane una risorsa preziosa per la comunità educativa.
  • Stack Overflow (sezione matematica) – Sebbene Stack Overflow sia principalmente noto per la programmazione, ci sono anche discussioni rilevanti di matematica applicata, specialmente nel contesto della scienza dei dati, statistica, e algoritmi.
  • Reddit (r/Math) – Un subreddit popolare dove si possono trovare discussioni su una vasta gamma di argomenti matematici. È meno formale rispetto ai siti di domande e risposte come Math Stack Exchange, ma ha una comunità attiva e molte discussioni interessanti.
  • Brilliant.org – Offre corsi interattivi e problemi di matematica e scienza. È particolarmente utile per chi vuole allenare le proprie capacità di problem solving in matematica.
  • Khan Academy – Una risorsa educativa globale con lezioni video, esercizi interattivi e articoli su una vasta gamma di argomenti di matematica, dalla scuola elementare all’università.






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