In questo secondo volume di esercizi sui massimi e minimi vincolati per funzioni in più variabili presentiamo ulteriori 9 problemi sulla ricerca dei punti di massimo e minimo di una funzione su un insieme compatto . Come in Massimi e minimi vincolati – Esercizi – Volume 1, lo studio riguarda sia la parte interna di
, sia particolarmente il bordo
, mediante parametrizzazione o il metodo dei moltiplicatori di Lagrange.
Gli esercizi sono completamente risolti, offrendo spesso più soluzioni alternative per aumentare la varietà di tecniche mostrata al lettore.
Questo secondo volume arricchisce e completa quindi il lavoro contenuto nella prima porzione di esercizi, ed è rivolto a studenti e appassionati.
Segnaliamo il seguente materiale su argomenti correlati:
- Esercizi su punti stazionari con determinante hessiano nullo;
- Guida ai Massimi e Minimi: Tecniche e Teoria nelle Funzioni Multivariabili;
- Esercizi su massimi e minimi liberi per funzioni in più variabili;
- Esercizi sui limiti in due variabili.
Buona lettura!
Autori e revisori
Leggi...
Revisori: Matteo Talluri, Davide La Manna, Jacopo Garofali, Daniele Bjørn Malesani, Silvia Lombardi, Valerio Brunetti.
Introduzione
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Richiami di teoria
Leggi...
Supponiamo che sia punto di massimo o di minimo relativo per
su
e che i vettori
non siano linearmente dipendenti. Allora, definita la Lagrangiana
,
vale
cioè è un punto critico della Lagrangiana.
Esercizi
determinare, se esistono, il massimo e il minimo di sull’insieme
Svolgimento 1.

Figura 1: l’insieme .
Osserviamo che è un polinomio, pertanto è una funzione continua su
, mentre l’insieme
è chiuso e limitato. La chiusura segue dal fatto che
è intersezione di controimmagini di insiemi chiusi di
tramite funzioni continue, mentre per la limitatezza notiamo che esso è un settore di paraboloide ellittico, contenuto in una sfera di raggio
. Infatti, dalle equazioni definenti
, per ogni
risulta
Dunque è un chiuso e limitato di , compatto per il teorema di Heine-Borel. Possiamo allora applicare il teorema di Weierstrass, il quale garantisce l’esistenza del massimo e del minimo di
su
.
Distinguiamo l’insieme nella sua parte interna e la sua frontiera:
. Studiamo separatamente e in maniera differente le due componenti.
) Essendo
differenziabile sull’insieme aperto
, il teorema di Fermat ci assicura che gli estremi relativi di
in
vanno ricercati tra i suoi eventuali punti critici in
, ovvero i punti
tali che
e scartare tutti i punti che non soddisfano tale condizione. Calcoliamo il gradiente di
svolgendo le derivate parziali:
dunque , che non si annulla per nessuna scelta di
. Ciò significa che non vi sono punti critici.
) La frontiera di
sarà descritta dalle equazioni, le cui disequazioni associate definiscono
. Dunque
Possiamo distinguere in due componenti:
, dove
e
Figura 2: Gli insiemi e
che compongono la frontiera di
.
A questo punto, studiamo il comportamento di su
e
: dovremo trovare due parametrizzazioni
di
e
di
e studiare massimi e minimi delle funzioni composte
e
sui loro rispettivi domini.
)
È immediato osservare che
è unione di circonferenze di raggio
a quota
, per
. Dunque, una sua possibile parametrizzazione è la seguente:
Calcoliamo allora :
Sia il dominio della parametrizzazione. Osserviamo che
è somma e prodotto di funzioni continue e
è un chiuso e limitato di
, dunque compatto. Per il teorema di Weierstrass, esisteranno il massimo ed il minimo di
su
. Per trovarli, distinguiamo nuovamente l’insieme nella sua parte interna,
e la sua frontiera, formata dai 4 lati del rettangolo.
Per quanto riguarda l’insieme aperto , essendo
una funzione differenziabile, il teorema di Fermat afferma che condizione necessaria affinchè
sia un punto di massimo o di minimo è che
. Calcoliamo allora il gradiente di
tramite le derivate parziali:
(1)
Poichè , la prima equazione si annulla solamente se
. Da tale relazione è possibile recuperare il valore di
e
risolvendo il sistema
in cui rappresenta
e
. Dunque si ha
Figura 5: soluzioni dell’equazione lineare goniometrica.
Abbiamo dunque trovato che la prima equazione di (1) è verificata per .
Inseriamo questi valori nella seconda equazione di (1) per trovare :
Possiamo accettare solo il valore .
Abbiamo trovato dunque il punto critico di su
a cui corrisponde il punto su
Figura 6: il punto critico della funzione parametrizzata
a cui corrisponde il punto
su
.
Per quanto riguarda la frontiera , essa è composta dai
lati
e
, come mostrato in figura. Notiamo, tuttavia, che non è necessario studiare
su
e
, i lati corrispondenti ai valori di
,
, poichè la funzione
è
-periodica rispetto a
. Infatti, avremmo potuto parametrizzare
tramite
, con
, laddove entrambe definite. In tal modo la parte di frontiera relativa a
non avrebbe svolto alcun ruolo nella ricerca dei massimi e minimi di
su
. Lo stesso discorso vale analogamente per
.
Il lato , corrispondente al settore
viene parametrizzato da
e
Ciò significa che è costante su
che risulta quindi un insieme di punti critici per
, a cui corrisponde su
il solo punto
, che denotiamo con
.
Per quanto riguarda , parametrizzato da
calcoliamo e i suoi punti critici.
Dunque i punti critici di , ovvero i punti che annullano la sua derivata prima, sono i valori di
per cui vale
equazione risolta in precedenza, dove abbiamo ottenuto i valori
Di tale successioni, solo , dominio della parametrizzazione. I punti su
corrispondenti a
e
sono rispettivamente
e
definiti da
e
a cui corrispondono a loro volta i punti su
e
Figura 9: rappresentazione dei punti interessanti trovati su e la loro immagine su
.
Questo conclude lo studio di su
che ha portato alla nostra attenzione
candidati ad essere punti di massimo o di minimo di
su
: i punti
e
.
) Osserviamo immediatamente che
è un cerchio di raggio
a quota
. Pertanto esso è parametrizzabile da
Figura 10: parametrizzazione di . Vengono rappresentate alcune linee coordinate per aiutare la visualizzazione della mappa
.
Calcoliamo
Analogamente a quanto detto in precedenza, anche per il teorema di Weierstrass garantisce l’esistenza del massimo e del minimo su
. Studiamo inizialmente il comportamento di
sull’insieme aperto
tramite la ricerca dei punti critici, per poi studiare
su
.
Calcoliamo le derivate parziali di :
Dunque
(2)
Se ,
e il precedente sistema è equivalente a
che non ammette soluzioni: ciò significa che non ci sono punti critici di su
.
Potevamo giungere a questa conclusione osservando che la restrizione di a
è affine, dunque non può ammettere punti critici.
Per quanto riguarda , poichè anche
è
-periodica rispetto a
, lo stesso discorso fatto in precedenza ci autorizza ad ignorare i lati corrispondenti ai valori
e
. I lati rimasti sono
e
. Osserviamo tuttavia che
, dunque anziché parametrizzare il lato
e studiare
attraverso tale parametrizzazione, a mio avviso è più rapido annettere il punto
tra i possibili candidati e semplicemente valutare
.
Infine, per quanto riguarda , osserviamo che
, che abbiamo ampiamente studiato in precedenza.
Figura 11: immagine di attraverso
. Come si evince, non vi è nulla di speciale in
rappresentati in nero.
Questo conclude lo studio di .
I possibili candidati ad essere punti di massimo o di minimo di su
sono i seguenti
Figura 12: tutti i possibili candidati ad essere punti di massimo o minimo di su
.
i cui valori rispetto a sono
Svolgimento 2.
Possiamo separare la frontiera di in questo modo:
dove
e
Figura 13: gli insiemi ,
ed
, che compongono
.
Figura 14: si nota che .
Sarà quindi necessario costruire tre Lagrangiane, ,
e
, per ciascun vincolo.
Consideriamo la funzione
e restringiamola al cilindro aperto . Notiamo che
. Abbiamo cioè espresso il vincolo
come luogo di zeri della funzione
. A questo punto possiamo costruire la Lagrangiana
Troviamo i punti critici della Lagrangiana, secondo il teorema dei moltiplicatori di Lagrange:
Le prime due equazioni impongono la relazione e, considerato che
, l’ultima equazione diventa
Recuperiamo i valori delle altre coordinate:
Abbiamo quindi trovato il punto critico . Osserviamo anche che
Figura 15: l’unico punto critico su .
Ricordando che
, possiamo esprimere
come luogo di zero della funzione
, definita semplicemente
. Ripetendo i passi del punto precedente, calcoliamo la Lagrangiana
e i suoi punti critici.
Il sistema è evidentemente impossibile.
Rimane da studiare il vincolo unidimensionale , ottenuto come intersezione tra (la chiusura de) i due vincoli
ed
.
Applichiamo 2 sfruttando le funzioni che definivano i precedenti vincoli: e
. Vale infatti
Seguendo l’enunciato, costruiamo la Lagrangiana
ed, infine, i suoi punti critici:
Confrontando le prime due equazioni troviamo la relazione . Utilizzandola nella quarta equazione si ricava
Ricaviamo anche le altre coordinate:
Abbiamo quindi trovato altri due punti critici: e
. Infine, per accettare i punti trovati, dobbiamo verificare che i gradienti delle funzioni definenti i vincoli non siano linearmente dipendenti in quei punti. Vale
I gradienti delle funzioni non sono linearmente dipendenti nè in nè in
, che quindi possono essere accettati.
Figura 16: i due punti critici su .
Abbiamo trovato candidati ad essere massimo e minimo di
su
:
Calcoliamo il valore di su ciascuno di essi e confrontiamoli.
determinare, se esistono, il massimo e il minimo di sull’insieme
Svolgimento 1.

Figura 19: l’insieme , intersezione delle superfici precedenti.
Osserviamo che è un monomio, pertanto è una funzione continua su
, mentre l’insieme
è chiuso e limitato. La chiusura segue dal fatto che
è intersezione di controimmagini di insiemi chiusi di
tramite funzioni continue, mentre per la limitatezza notiamo che esso è intersezione tra un piano e un’ellissoide, quest’ultimo fornisce la limitatezza ad
. Dunque è un chiuso e limitato di
, compatto per il teorema di Heine-Borel. Possiamo allora applicare il teorema di Weierstrass, il quale garantisce l’esistenza del massimo e del minimo di
su
.
Osserviamo anche che , ovvero
: l’intero problema, si riduce quindi a studiare il massimo ed il minimo di
attraverso i metodi che abbiamo solitamente utilizzato per studiare la frontiera di
.
Come detto, è intersezione tra il piano
e l’ellissoide
. Cerchiamo una parametrizzazione di questa curva, mettendo a sistema le due equazioni.
Possiamo riconoscere che la seconda equazione descrive un’ellisse di semiassi e
, la cui parametrizzazione è
Figura 20: tratteggiata in blu la proiezione di sul piano
.
Essa è la proiezione su di
, che invece vive in
, più precisamente nel piano
. Ecco dunque che una parametrizzazione di
è la seguente:
A questo punto, esplicitiamo e studiamo il suo massimo e minimo su
. Essendo
composizione di funzioni continue e l’intervallo
compatto, il teorema di Weierstrass garantisce nuovamente il massimo ed il minimo di
su
.
Calcoliamo dunque :
Seguendo le indicazioni del teorema di Fermat, i possibili punti di massimo e di minimo vanno ricercati tra i punti critici di nella parte interna del dominio della parametrizzazione, tra gli eventuali punti di non derivabilità e tra gli estremi
e
. Essendo
derivabile, non vi sono punti di non derivabilità. Cerchiamo allora i punti critici, ovvero i valori
tali per cui accade
.
I valori di per cui ciò accade sono
, con
, ovvero
Figura 21: istanti corrispondenti a punti critici della mappa , la rilettura di
su
.
Nonostante , avremo comunque dovuto considerarlo tra gli estremi del dominio, assieme a
. A questi istanti
, corrispondono i punti
su
:
Figura 22: rappresentazione di tutti i candidati ad essere punti di massimo o minimo di su
.
Abbiamo trovato 8 candidati ad essere massimo e minimo di su
. Calcoliamo il loro valore attraverso
e confrontiamoli.
Svolgimento 2.
mentre è l’ellissoide
Osserviamo che e
, dove
e
.
Il teorema dei moltiplicatori di Lagrange, declinato in questo contesto, afferma che, in corrispondenza dei punti di massimo e di minimo relativi di su
succede un fenomeno che possiamo rileggere sia in chiave geometrica che algebrica: geometricamente lo si può interpretare dal fatto che i gradienti di
,
ed
sono complanari. Da un punto di vista algebrico, detto
un punto di estremo relativo, esisteranno
tali che
Per questo motivo, costruiamo la Lagrangiana , definita tramite
Il teorema dei moltiplicatori di Lagrange garantisce che i punti critici di corrisponderanno esattamente agli estremi relativi di
su
. Calcoliamo la Lagrangiana:
Andiamo a cercare i suoi punti critici, risolvendo con attenzione il seguente sistema
Dalla quarta equazione troviamo la relazione da utilizzare in ciascuna delle altre equazioni:
La seconda equazione si annulla se oppure se
. Supponiamo inizialmente
, l’ultima equazione diventa
e, ricordando che , troviamo
. Abbiamo, al momento, trovato due punti critici:
A questo punto, possiamo supporre e dunque assumere
. Inseriamo questa informazione nel sistema, dopo aver sostituito la prima equazione con la somma tra di essa e la terza equazione:
Dalla prima equazione risulta
che, inserito nella terza equazione, dà
Quest’ultima equazione è soddisfatta se , oppure se
, cioè
. Ricaviamo velocemente le soluzioni derivanti da
: l’ultima equazione risulta
Poiche , abbiamo trovato altri due punti critici:
Infine, indipendentemente dal segno che sussiste nella relazione tra ed
, inseriamo
nell’ultima equazione per ricavare le ultime soluzioni del sistema:
Ricaviamo le altre coordinate attraverso le precedenti relazioni, facendo attenzione a tutte le possibili combinazioni di segni: poichè
inoltre, da ,
Abbiamo quindi trovato altri quattro punti critici:
Abbiamo trovato 8 candidati ad essere massimo e minimo di su
.
Mettiamo in evidenza una sostanziale differenza che sussiste tra i primi quattro candidati e gli altri. I punti ,
,
e
sono in realtà punti critici di
che si trovano su
. Il teorema dei moltiplicatori di Lagrange rileva banalmente anche gli stessi punti critici di
1 appartenenti al vincolo, poiché il vettore nullo è complanare ad ogni coppia di vettori: basta prendere
per ottenere la combinazione lineare banale
I punti ,
,
e
sono conclusioni non banali del teorema dei moltiplicatori di Lagrange. Dimostriamo esplicitamente che in tali punti il gradiente di
è complanare con quello di
ed
, ovvero che esiste una combinazione lineare (non nulla) di
e
che ricava
. Iniziamo da
:
A questo punto dovremo trovare tali che
. Osserviamo che essendo vettori in
, si tratta di un sistema con tre equazioni e due incognite, ovvero un sistema sovradeterminato. Sarà proprio il fatto che
è soluzione del teorema di Lagrange a rendere risolvibile il sistema risolvibile.
Dobbiamo dunque trovare tali che
Dalla seconda equazione troviamo subito . Inseriamo il valore di
nella prima equazione per calcolare
:
A questo punto vediamo se la terza equazione è soddisfatta. Ciò implicherebbe la complanarità dei tre vettori gradienti in :
Figura 23: illustrazione della complanarità dei gradienti di ,
e
in
. La stessa situazione si verifica per
,
e
.
La complanarità dei punti ,
e
si dimostra in modo del tutto analogo.
Giunti a questo punto, non ci resta che calcolare il valore attraverso degli otto candidati e confrontarli.
- Tra le ipotesi del teorema dei moltiplicatori di Lagrange vi è che il punto in questione non dev’essere punto critico delle funzioni definenti i vincoli, ma non vi è alcuna ipotesi riguardo il gradiente della funzione di cui si sta calcolando massimo e minimo. Al contrario, ogni suo punto critico soddisfaciente l’equazione del vincolo sarà in particolare punto critico della Lagrangiana con moltiplicatori nulli. ↩
determinare, se esistono, il massimo e il minimo di sull’insieme
Svolgimento 1.

Figura 26: è l’ellisse intersezione tra il cilindro e il piano.
Osserviamo che è un polinomio, pertanto è una funzione continua su
, mentre l’insieme
è chiuso e limitato. La chiusura segue dal fatto che
è intersezione di controimmagini di insiemi chiusi di
tramite funzioni continue, mentre per la limitatezza dimostriamo che esso è contenuto in una palla di raggio
. Sia infatti
qualsiasi, stimiamo il quadrato della sua norma:
dove abbiamo sfruttato il fatto che su vale
.
L’altra relazione definente implica
, che inserita nella precedente equazione ci dà
Ora non ci resta che valutare il contributo di su
. Possiamo parametrizzare la proiezione
di
sul piano
mediante
dunque stimare su
studiando
su
:
Su ciascuno di questi valori osserviamo che
. Ciò significa che
. Tale informazione può essere utilizzata per stimare definitivamente la norma di
:
e questo conclude la dimostrazione del fatto che è un insieme limitato, contenuto in una sfera di raggio
.
Per il teorema di Heine-Borel è un insieme compatto di
. Possiamo allora applicare il teorema di Weierstrass, il quale garantisce l’esistenza del massimo e del minimo di
su
.
Notiamo che , cioè
coincide con la sua frontiera. Utilizziamo il teorema dei moltiplicatori di Lagrange, osservando che
è intersezione di due vincoli:
, dove
è il cilindro
e è il piano di equazione
.
Esprimiamo i vincoli come luoghi di zeri di funzioni per applicare il metodo dei moltiplicatori:
con
e
con
Il teorema dei moltiplicatori di Lagrange, declinato in questo contesto, afferma che, in corrispondenza dei punti di massimo e di minimo relativi di su
succede un fenomeno che possiamo rileggere sia in chiave geometrica che algebrica: geometricamente lo si può interpretare dal fatto che i gradienti di
,
ed
sono complanari. Da un punto di vista algebrico, detto
un punto di estremo relativo, esisteranno
tali che
Per questo motivo, costruiamo la Lagrangiana , definita tramite
Il teorema dei moltiplicatori di Lagrange garantisce che i punti critici di corrisponderanno esattamente agli estremi relativi di
su
. Infatti, calcolare i punti critici di
significa risolvere il sistema
Le prime tre equazioni affermano proprio che appartiene al piano individuato da
e
. Le ultime equazioni assicurano che il punto si trovi su
.
Calcoliamo la Lagrangiana:
Andiamo a cercare i suoi punti critici, risolvendo con attenzione il seguente sistema
La terza equazione impone immediatamente , che sostituiamo laddove è utile:
Confrontando l’ultima equazione con la seconda, possiamo riscrivere il sistema in questo modo:
A questo punto, osserviamo la prima equazione: essa è soddisfatta solamente se oppure se
. Se supponiamo
, il sistema si risolve immediatamente
Abbiamo quindi trovato i primi due punti critici della Lagrangiana:
Supponiamo invece , da cui risulta
Abbiamo trovato altri due punti critici, ovvero
Abbiamo trovato quattro candidati ad essere punti di massimo e di minimo di su
.
Figura 27: tutti i candidati ad essere punti di massimo e di minimo di su
.
Calcoliamo i loro valori tramite e confrontiamoli:
Svolgimento 2.
la funzione diventa
L’espressione della funzione si semplifica estremamente, risultando funzione della sola variabile . Definiamo (con abuso di notazione) la funzione di una singola variabile
Possiamo pertanto studiare il massimo ed il minimo di sull’intervallo
. Tale problema ha sicuramente soluzione, grazie al teorema di Weierstrass, essendo
continua e
compatto. Una volta trovati i valori di
basterà trovare i punti corrispondenti appartenenti al vincolo.
A tal fine, essendo anche differenziabile, il teorema di Fermat ci fornisce uno strumento per riconoscere eventuali punti di massimo o minimo di
per quanto riguarda l’insieme aperto
: tali punti, saranno in particolare punti critici di
. Nulla possiamo invece dire su
: questi due valori andranno studiati separatamente.
Come indicato dal teorema di Fermat, studiamo i punti critici di , ovvero i valori
tali che
:
Abbiamo dunque trovato il valore , a cui corrispondono i punti soluzione del sistema precedente, con
:
Abbiamo quindi trovato due candidati:
Dobbiamo aggiungere manualmente i punti corrispondenti agli estremi , poiché non abbiamo alcun motivo per escluderli. Risolviamo nuovamente il sistema con
:
Abbiamo trovato altri due candidati
Calcoliamo i loro valori tramite e confrontiamoli:
Svolgimento 3.
La prima equazione suggerisce di parametrizzare le prime due variabili attraverso le coordinate polari: , con
, mentre dall’ultima equazione otteniamo
. Ecco dunque ottenuta la parametrizzazione di
, con
A questo punto, basterà studiare la funzione composta sull’intervallo
. Essendo
e
continue, anche la loro composizione lo è, inoltre
è un insieme compatto, quindi per il teorema di Weierstrass troveremo il massimo ed il minimo di
su
. Poichè la parametrizzazione
è
-periodica, non sarà necessario studiare gli estremi del dominio
e
(questo è facilmente intuibile dal fatto che la periodicità permette di traslare a piacimento il dominio della parametrizzazione, cambiando in questo modo gli estremi del dominio), ma sarà sufficiente studiare i punti critici di
.
Calcoliamo dunque la funzione composta e la sua derivata:
Dunque i punti critici di soddisfano
a cui corrispondono i valori di
Calcoliamo le corrispondenti immagini attraverso la parametrizzazione:
Calcoliamo i loro valori tramite e confrontiamoli:
determinare, se esistono, il massimo e il minimo di sull’insieme
Svolgimento.

Figura 34: l’insieme .
Osserviamo che è un polinomio, pertanto è una funzione continua su
, mentre l’insieme
è chiuso e limitato. La chiusura segue dal fatto che
è intersezione di controimmagini di insiemi chiusi di
tramite funzioni continue, mentre per la limitatezza, la prima condizione assicura che
è contenuto nella palla di centro l’origine e raggio
. Dunque è un chiuso e limitato di
, compatto per il teorema di Heine-Borel. Possiamo allora applicare il teorema di Weierstrass, il quale garantisce l’esistenza del massimo e del minimo di
su
.
Distinguiamo l’insieme nella sua parte interna e la sua frontiera:
, dove
e
Studiamo separatamente e in maniera differente le due componenti.
Essendo
differenziabile sull’insieme aperto
, il teorema di Fermat ci assicura che gli estremi relativi di
in
vanno ricercati tra i suoi eventuali punti critici in
, ovvero i punti
tali che
e scartare tutti i punti che non soddisfano tale condizione. Calcoliamo il gradiente di
svolgendo le derivate parziali:
dunque
Pertanto, i punti critici di soddisfano
Possiamo allora parametrizzare i punti critici di attraverso la curva
Naturalmente, siamo interessati alla porzione di curva che giace in .
Indaghiamo la natura di questi punti critici attraverso lo studio della matrice Hessiana, valutata sui punti della curva.
Ricordiamo, prima di svolgere esplicitamente i calcoli, l’importante teorema che sta alla base di questo procedimento:
Sia di classe
, con
sottoinsieme aperto e
un punto critico di
. Sia
la matrice Hessiana di
valutata in
, allora se
è definita positiva,
è un punto di minimo relativo per
è definita negativa,
è un punto di massimo relativo per
è indefinita,
è un punto di sella per
.
Ricordiamo infine cosa significa per una matrice simmetrica (come la matrice Hessiana di una funzione di classe ) essere definita o indefinita:
una matrice simmetrica si dice definita positiva (negativa rispettivamente) se tutti i suoi autovalori sono positivi (negativi risp.)
una matrice simmetrica si dice indefinita se esistono almeno due autovalori di segno opposto.
Consci del precedente teorema, calcoliamo la matrice Hessiana di in un generico punto
:
e valutiamola, dunque, nei punti appartenenti alla curva
A questo punto, per indagare la natura dei punti critici giacenti sulla curva, dovremo studiare la definitezza della matrice Hessiana su ciascuno di questi punti. Per farlo, calcoliamo il segno degli autovalori della matrice, che saranno in funzione del parametro , di evoluzione della curva. Per definizione, gli autovalori della matrice
sono i valori
, radici del polinomio caratteristico (possiamo affermare che gli autovalori saranno numeri reali, poiché la matrice Hessiana è una matrice simmetrica):
dove è la matrice identità di dimensione 3.
Calcoliamo e cerchiamo le sue radici.
quindi
I valori che annullano sono
Osserviamo che, indipendentemente dal parametro , gli autovalori
e
hanno segno opposto, ovvero la matrice Hessiana
è ovunque indefinita e per il teorema sopra citato, ne evinciamo che tutti i punti sulla curva sono punti di sella, che dunque non possono essere ne massimi ne minimi relativi.
Questo conclude lo studio di .
Innanzitutto, dobbiamo capire com’è fatto
. Osserviamo che
Analizziamo la prima componente, mettendo a sistema l’equazione con la disequazione:
Ovviamente, affinché la prima equazione abbia soluzione nel campo dei reali, si richiede anche . Pertanto, la prima componente rappresenta due porzioni di sfera di raggio
,
, definite tramite
e
Figura 35: le due parti di sfera che compongono la frontiera di .
Ripetiamo lo stesso ragionamento anche per la seconda componente, mettendo a sistema l’equazione e la disequazione che la definiscono
Abbiamo trovato che la seconda componente è una porzione di iperboloide , rappresentato da
Figura 36: la parte di ipeboloide che compone il resto di .
Siamo dunque in grado di esprimere attraverso
A questo punto, studiamo separatamente il comportamento di ristretto a
e
, separatamente.
Essendo
una porzione di sfera, utilizziamo le coordinate sferiche
prendendo inizialmente come dominio . In questo modo, tuttavia, otteniamo una parametrizzazione dell’intera sfera di centro l’origine e raggio
. Per parametrizzare
, dovremo restringere il dominio della parametrizzazione
. In particolare, notiamo che
è definito dal vincolo
, da cui troviamo
Intersecando il vincolo appena trovato con il dominio di partenza relativo a ,
, otteniamo
Nessun vincolo, invece, riguarda , libero di variare in
. Affermiamo che una parametrizzazione regolare di
sarà
infatti, detto , risulta che
è un aperto, la cui chiusura è compatta,
è iniettiva e di classe
su U,
su
ed infine vale
Figura 37: la parametrizzazione di .
Questo ragionamento ci permette di rimpiazzare lo studio del massimo e del minimo di sulla varietà
con lo studio della funzione composta
sulla regione
, il che comporta un vantaggio notevole, vista la semplicità del dominio.
Per prima cosa, calcoliamo esplicitamente la composizione delle due funzioni:
Cerchiamo, dunque, il massimo ed il minimo della funzione su
. Essendo
e
di classe
, sono a fortiori continue, cosi come lo è la loro composizione, inoltre
è un compatto di
, dunque per il Teorema di Weierstrass, esisterà il massimo ed il minimo di
su
.
Vorremmo distinguere la parte interna di , che abbiamo denotato con
e la sua frontiera, che andranno studiate in maniera diversa. Osserviamo tuttavia che la frontiera della varietà
è parametrizzata da
Ciò significa che è possibile riparametrizzare in maniera tale che i valori di
e
non siano più estremi del dominio, ma stiano nella sua parte interna. Dunque, detti
ed
, per lo studio dei punti di massimo e minimo è conveniente distinguere
, da affrontare mediante il teorema di Fermat ed
, attraverso una sua esplicita parametrizzazione.
Figura 38: studio della frontiera di .
Utilizziamo il teorema di Fermat per trovare gli eventuali punti di massimo e minimo relativo di
su
, nonostante esso non sia un insieme aperto, per le considerazioni fatte in precedenza. Su
, condizione necessaria affinché un punto
sia punto di massimo o minimo relativo della funzione differenziabile
su
è che esso sia un suo punto critico, ovvero che si verifichi
. Calcoliamo allora il gradiente di
attraverso il calcolo delle derivate parziali:
dunque
Calcoliamo allora i punti critici, ovvero i punti che annullano il gradiente:
(3)
Osserviamo immediatamente che la prima equazione si annulla se o
. Supponiamo inizialmente
, che si verifica per
, nei quali casi
e inserendo quest’informazione nella seconda equazione troviamo
che si annulla se e solo se
Notiamo che per ,
dunque abbiamo trovato i primi punti da considerare:
a cui corrispondono i punti
su .
Se invece , che per l’intervallo interessato da
si verifica solamente per
, la seconda equazione si riduce a
Abbiamo trovato in questo modo altri due punti da considerare:
Essi hanno la stessa immagine rispetto a e indivuano il punto
La seconda equazione si annulla se , ovvero per
, che inserito nella prima equazione implica
Questa equazione si annulla se , che ci porta a ritrovare i punti
e
, oppure se
Risoviamo l’equazione:
Definiamo , dunque l’equazione precedente risulta essere
che si annulla per
Poiché , la prima soluzione non è accettabile, mentre la seconda implica
Ciò detto, possiamo supporre , dunque il sistema (3) si riduce a
A questo punto, è conveniente moltiplicare entrambi i membri della prima equazione per e per farlo, dobbiamo supporre
, secondo i principi delle equazioni. Tuttavia, prima dobbiamo controllare che non perdiamo soluzioni: se fosse
, la seconda equazione implicherebbe
, ma nelle nostre ipotesi,
. Siamo quindi liberi per moltiplicare la prima equazione per
:
e sommiamo nella prima riga le due equazioni del sistema:
Poiché , la prima equazione comporta
che, inserito nella seconda equazione, ci porta all’equazione nella sola variabile
Utilizzando ancora l’identità fondamentale goniometrica, troviamo
Ricordando che , la precedente equazione si annulla se
che si verifica per
Questo conclude lo studio di .
Osserviamo che su
,
si riduce a
Essendo una funzione derivabile di una variabile, periodica sul suo dominio, basterà studiare i punti che annullano la sua derivata prima:
che si annulla solamente se
ovvero per
Troviamo i corrispondenti punti su :
Questo conclude lo studio di .
La situazione è inizialmente molto simile rispetto allo studio di
, infatti anche
è una porzione di sfera di raggio
. Utilizziamo nuovamente le coordinate sferiche
e selezioniamo accuratamente il dominio di queste coordinate per ottenere una parametrizzazione regolare di . Poiché
è definito dal vincolo
, avremo
Intersecando con il naturale dominio della parametrizzazione della sfera completa, per cui solitamente vale , si ha
Di nuovo, la variabile non ha vincoli. Possiamo allora affermare, riprendendo le giustificazioni fornite al passaggio precedente, che una parametrizzazione regolare di
è la seguente
Questo ragionamento ci permette nuovamente di semplificare lo studio del massimo e minimo di sulla varietà
attraverso il più comodo problema di determinare massimo e minimo della funzione composta
sulla regione
.
Osserviamo che, essendo l’espressione funzionale di uguale a quella di
, si trova come prima
Ciò che cambia rispetto a prima è ovviamente il dominio.
Essendo il dominio compatto e la funzione continua, il Teorema di Weierstrass garantisce l’esistenza dei punti di massimo e minimo. Come prima, definiamo e
e
distinguiamo
da
che andranno studiati in maniera diversa.
Figura 41: parametrizzazione di .
Lo strumento che ci è d’aiuto in queste situazioni è sempre il Teorema di Fermat: poiché
è differenziabile su
, per trovare i suoi punti di massimo e minimo, dovremo andare alla ricerca dei punti critici di
su
. Calcoliamo dunque il gradiente di
e i punti che lo annullano.
Possiamo avvalerci di tutti i calcoli svolti in precedenza, dal momento che la funzione da studiare è esattamente la stessa:
Affrontiamo lo studio dei punti critici come abbiamo fatto in precedenza, con l’unica differenza che ora : supponendo
, abbiamo trovato
, che solo per
può appartenere a
. Abbiamo dunque trovato due punti da considerare:
a cui corrispondono i punti su
Supponiamo poi , che può verificarsi solo per
, che porta a
e dunque ai punti
i quali ambedue individuano il punto su
Supponendo invece , cioè
troviamo
in cui solo l’ultima soluzione è accettabile e comporta , a cui corrispondono i punti
che tuttavia appartengono ad , sui cui il Teorema di Fermat non ha valenza.
Procedendo come prima, troviamo che l’ultima possibile soluzione al sistema si verifica per
quindi non si hanno altre soluzioni.
Poiché su
vale
e
, la restrizione di
su
vale
che assume punti critici per , con
. Ad essi, corrispondono i punti su
Questo conclude lo studio della seconda varietà, .
Notiamo che
è un iperboloide, ottenibile come superficie di rivoluzione della curva
Pertanto, una parametrizzazione regolare di è la seguente:
Osserviamo anche che , che sono già state precedentemente studiate. Dunque sarà necessario occuparsi esclusivamente di
.
Figura 44: parametrizzazione di .
Servendoci del teorema di Fermat, andiamo ad indagare l’insieme dei punti critici della funzione composta per trovare i punti di massimo o minimo relativi di
su
. Per prima cosa calcoliamo
:
Ora, calcoliamo il suo gradiente, per trovare i punti su che lo annullano:
da cui
I punti critici di sono le coppie
che soddisfano
Consideriamo prima le possibili soluzioni banali: la prima equazione si annulla se , che inserito nella seconda fornisce
che è chiaramente incompatibile con l’ipotesi . Allo stesso modo, la seconda equazione si annulla per
, da cui
, dunque la prima equazione diventerebbe
valore che non possiamo accettare poiché si trova sulla frontiera del dominio considerato e non nella sua parte interna.
A questo punto, è lecito supporre , dunque, osservando che
il sistema precedente si riduce a
Converrebbe moltiplicare la prima equazione per , tuttavia è necessario supporre
, per il secondo principio delle equazioni. Prima, però, dobbiamo controllare se il caso
comporta delle soluzioni: la seconda equazione diventerebbe impossibile per
, dunque possiamo supporre
e moltiplicare la prima equazione del sistema per
:
Sommando nella prima riga le equazioni tra loro risulta
La prima equazione è nella sola variabile e può essere risolta esplicitamente, infatti
che di nuovo non accettiamo. Questo significa che su non vi sono punti interessanti.
Abbiamo trovato in tutto candidati ad essere punti di massimo o minimo di
su
.
Figura 45: illustrazione di tutti i 16 punti, candidati ad essere punti di massimo o minimo di su
.
Calcoliamo i loro valori secondo e confrontiamoli.
determinare, se esistono, il massimo e il minimo di sull’insieme
Svolgimento.
Figura 48: la loro intersezione è l’insieme , raffigurato in nero.
Osserviamo che l’insieme è intersezione di piani non paralleli, pertanto forma una retta in
. Ciò significa che non è un sottoinsieme limitato di
e quindi non possiamo applicare il teorema di Weierstrass. Tuttavia, osserviamo che
è strettamente convessa e
è un insieme chiuso e convesso di
, quindi possiamo quantomeno affermare che
assume il minimo su
.
Osserviamo che , dunque
.
Cerchiamo una parametrizzazione di
e studiamo la funzione composta
. Per trovare la parametrizzazione, risolviamo il sistema formato dalle equazioni definenti
:
Confrontando le equazioni tra loro, troviamo e
. Allora, una possibile parametrizzazione di
è la seguente:
Calcoliamo e il suo punto critico (l’unicità segue dalla convessità di
e l’iniettività di
).
Dunque
da cui
Abbiamo dunque trovato un solo punto critico, come annunciato, il quale non può che essere il punto minimizzante la funzione su
. Esso corrisponde al punto
Figura 49: è l’unico punto critico di
.
Il valore di in quel punto è
Osserviamo, invece, che non esiste il massimo di su
. In particolare, proveremo che
e ciò è sufficiente a garantire che
non assuma su
il suo estremo superiore, ovvero che il massimo non esista.
Abbiamo già parametrizzato tramite
e calcolato
. Calcoliamo allora
Ciò dimostra effettivamente che e che dunque
non ammette massimo su
.
Svolgimento 1.
dove è la traslazione
che trasla il piano in modo tale che il punto
nell’origine e la rotazione
è della forma
dove è la matrice
con un opportuno angolo definito dalla relazione
Si dimostra immediatamente che , mentre
in particolare, .
Figura 52: rotazione che sposta la traslazione di sull’asse
, ottenendo la configurazione descritta.
Poiché è un’isometria, essa lascia inalterate aree e lunghezze. Per questo motivo possiamo dunque supporre, senza perdita di generalità, che il triangolo sia della forma
, con
,
e
.
Introduciamo le variabili per esprimere le coordinate dei punti:
Figura 53: le coordinate ,
e
corrispondono rispettivamente alla prima coordinata di
e alle coordinate di
.
A questo punto, è facile esprimere il perimetro e l’area del triangolo in queste coordinate:
e l’area, indicata con
Supponiamo per semplicità . Ciò è sempre possibile, utilizzando, se necessario, le riflessioni
essendo perimetro e area invarianti per riflessioni. Possiamo cosi esprimere il problema, inizialmente geometrico, in un problema di ottimizzazione vincolata, ovvero trovare il massimo della funzione
soggetta al vincolo
dove
Utilizziamo a tal fine il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, costruendo la funzione Lagrangiana ,
Dal teorema dei moltiplicatori di Lagrange sappiamo che ai punti critici della funzione vincolata all’insieme
corrispondono i punti critici non vincolati della funzione
. Ricerchiamo allora questi ultimi, cioè i punti
tali che
Applicato alla nostra Lagrangiana, il sistema diventa
Osserviamo che la prima equazione si annulla se , tuttavia di conseguenza tutte le altre variabili si annullerebbero producendo un triangolo di area nulla, che non può chiaramente rappresentare il massimo dell’area possibile.
Possiamo allora supporre e ridurre il precedente sistema a
Manipoliamo algebricamente la seconda equazione per ottenere la prima informazione preziosa:
Ma questo implica che i denominatori della seconda equazione coincidono, pertanto coincideranno anche i numeratori:
Quest’informazione esprime geometricamente che il triangolo è isoscele. Dobbiamo mostrare che si tratta di un triangolo equilatero, caso più particolare di un triangolo isoscele.
Risolviamo il sistema, con le relazioni ,
:
Dall’ultima equazione risulta
che inserita nelle altre equazioni comporta
Esplicitiamo nella prima equazione:
(4)
Sostituiamo questa espressione nella terza equazione per ottenere :
Sostituiamo questa espressione in (4) per trovare
da cui
Sostituendo quest’espressione nell’ultima equazione, finalmente ricaviamo :
Possiamo immediatamente trovare le altre variabili:
Figura 56: in entrambe le situazioni i gradienti di e
nei punti prestabiliti sono linearmente dipendenti, essendo paralleli.
Abbiamo dunque trovato il triangolo di coordinate
Figura 57: il triangolo è equilatero.
Notiamo che esse individuano un triangolo equilatero di perimetro , infatti i lati hanno lunghezza uguale
e perimetro assegnato, avendo
Svolgimento 2.
con l’uguaglianza che sussiste se e solo se .
Consideriamo allora un triangolo di perimetro e, detti
,
e
le lunghezze dei suoi lati, risulta
.
Ricordiamo, infine, la formula di Erone, che esprime l’area di un triangolo in funzione del perimetro e dei suoi lati:
Utilizziamo allora la disuguaglianza precedente con ,
,
e
, ottenendo
D’altra parte,
da cui
Osserviamo infine che l’uguaglianza e quindi il valore di area massima, si ottiene solamente se , ovvero se il triangolo è equilatero.
determinare, se esistono, il massimo e il minimo di sull’insieme
Svolgimento.

Figura 58: l’insieme .
Osserviamo che è un polinomio, pertanto è una funzione continua su
, mentre l’insieme
è chiuso e limitato. La chiusura segue dal fatto che
è intersezione di controimmagini di insiemi chiusi di
tramite funzioni continue, infatti possiamo scrivere
nel seguente modo:
le funzioni e
sono funzioni continue e gli intervalli
,
sottoinsiemi chiusi di
, per cui si verifica
. Per la limitatezza, osserviamo che ciascun punto
soddisfa
da cui è contenuto in una sfera di raggio
. Dunque è un chiuso e limitato di
, compatto per il teorema di Heine-Borel. Possiamo allora applicare il teorema di Weierstrass, il quale garantisce l’esistenza del massimo e del minimo di
su
.
Distinguiamo l’insieme nella sua parte interna e la sua frontiera:
. Studiamo separatamente e in maniera differente le due componenti.
Essendo
differenziabile sull’insieme aperto
, il teorema di Fermat ci assicura che gli estremi relativi di
in
vanno ricercati tra i suoi eventuali punti critici in
, ovvero i punti
tali che
e scartare tutti i punti che non soddisfano tale condizione. Osserviamo tuttavia che
, in qualità di funzione lineare, non ammette punti critici. Pertanto, lo studio di
non comporta alcun punto da annotare.
Possiamo descrivere
come unione di due componenti, ovvero
, con
Figura 59: e
, le due componenti della frontiera di
.
Al fine di risolvere l’esercizio è utile trovare una parametrizzazione regolare per ciascuna delle componenti, e
e studiare le funzioni composte
e
.
) È immediato osservare che
è unione di circonferenze parallele al piano
di raggio
, dunque una sua possibile parametrizzazione è la seguente:
Figura 60: la parametrizzazione di con rappresentazione di alcune linee coordinate.
Sia il dominio della parametrizzazione e
la sua parte interna.
è una parametrizzazione regolare di
poiché
è iniettiva e di classe
su
,
su
ed infine vale
Osserviamo che sia sia
sono funzioni continue, dunque lo è anche la loro composizione. Infine,
è un chiuso e limitato di
, dunque compatto. Per il teorema di Weierstrass, esisteranno il massimo ed il minimo di
su
. Per trovarli, distinguiamo nuovamente l’insieme nella sua parte interna,
e la sua frontiera, formata dai 4 lati del rettangolo.
Per quanto riguarda l’insieme aperto , essendo
una funzione differenziabile, il teorema di Fermat afferma che condizione necessaria affinchè
sia un punto di massimo o di minimo è che
. Calcoliamo allora il gradiente di
tramite le derivate parziali:
Dunque
(5)
Poiché su ,
, la seconda equazione si annulla solamente se
, cioè per
,
. Dalla prima equazione risulta
che possiamo accettare solo con segno positivo. Abbiamo trovato il punto critico di :
a cui corrisponde il punto su
Figura 61: è l’unico punto critico di
. Il suo corrispondente punto su
è
.
Per quanto riguarda la frontiera , essa è composta dai
lati
e
, come mostrato in figura. Notiamo, tuttavia, che non è necessario studiare
su
e
, i lati corrispondenti ai valori di
,
, poichè la funzione
è
-periodica rispetto a
. Infatti, avremmo potuto parametrizzare
tramite
, con
, laddove entrambe definite. In tal modo la parte di frontiera relativa a
non avrebbe svolto alcun ruolo nella ricerca dei massimi e minimi di
su
. Lo stesso discorso vale analogamente per
.
Figura 62: studio di attraverso la sua parametrizzazione. Basterà studiare i lati
e
.
Il lato , corrispondente al settore
viene parametrizzato da
e
Ciò significa che è costante su
che risulta quindi un insieme di punti critici per
, a cui corrisponde su
il solo punto
, che denotiamo con
.\
Per quanto riguarda
, parametrizzato da
calcoliamo e i suoi punti critici.
Dunque i punti critici di , ovvero i punti che annullano la sua derivata prima, sono i valori di
per cui vale
cioè per e
. Troviamo dunque i punti
a cui corrispondono su i punti
Figura 63: e
corrispondono a punti critici su
e il punto
è immagine del lato
.
Questo conclude lo studio di su
che ha portato alla nostra attenzione
candidati ad essere punti di massimo o di minimo di
su
: i punti
e
.
) Osserviamo immediatamente che
è un cerchio di raggio
a quota
. Pertanto esso è parametrizzabile da
Figura 64: la parametrizzazione di , con alcune linee coordinate.
Calcoliamo :
Analogamente a quanto detto in precedenza, anche per il teorema di Weierstrass garantisce l’esistenza del massimo e del minimo su
. Studiamo inizialmente il comportamento di
sull’insieme aperto
tramite la ricerca dei punti critici, per poi studiare
su
.
Calcoliamo le derivate parziali di :
Dunque
(6)
ma questo sistema non ha soluzioni: ciò significa che non ci sono punti critici di su
. Per quanto riguarda
, poichè anche
è
-periodica rispetto a
, lo stesso discorso fatto in precedenza ci autorizza ad ignorare i lati corrispondenti ai valori
e
. I lati rimasti sono
e
. Osserviamo tuttavia che
, dunque annotiamo per semplicità
tra i possibili candidati.
Infine, per quanto riguarda , osserviamo che
, che abbiamo ampiamente studiato in precedenza.
Questo conclude lo studio di .
Figura 65: studio della frontiera di . Anche in questo caso, i lati
e
non svolgono alcun ruolo.
I possibili candidati ad essere punti di massimo o di minimo di su
sono i seguenti
Figura 66: tutti i candidati ad essere punti di massimo o minimo di su
.
i cui valori rispetto a sono
determinare, se esistono, il massimo e il minimo di sull’insieme
Svolgimento.

Figura 69: l’insieme , in nero, ottenuto come intersezione tra il cilindro e il piano, con vincolo
.
Osserviamo che è un polinomio, pertanto è una funzione continua su
, mentre l’insieme
è chiuso e limitato. La chiusura segue dal fatto che
è intersezione di controimmagini di insiemi chiusi di
tramite funzioni continue, la limitatezza dalle equazioni che definiscono
. Infatti, per ipotesi
, mentre dalla prima equazione risulta
da cui possiamo affermare che l’insieme è contenuto in una sfera di raggio
, in particolare
è un insieme limitato. Abbiamo dunque trovato che
è un chiuso e limitato di
, compatto per il teorema di Heine-Borel. Possiamo allora applicare il teorema di Weierstrass, il quale garantisce l’esistenza del massimo e del minimo di
su
.
Osserviamo che , ovvero
è un insieme chiuso che coincide con la sua frontiera. È utile, tuttavia, separare
tramite le due componenti
Figura 70: raffigurati i due insiemi che formano :
in nero e
composto dai 4 punti rossi.
da cui risulta
Ricerchiamo i punti di massimo e minimo di su
attraverso il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, mentre indaghiamo
in maniera diretta, essendo unione di punti isolati, come vedremo. Osserviamo che il vincolo
si può esprimere come intersezione di luogo di zeri di due funzioni: siano
definite da
Detti
e
Figura 71: si applica il metodo dei moltiplicatori di Lagrange ai vincoli e
, la cui intersezione è il vincolo effettivo.
vale
Il metodo dei moltiplicatori di Lagrange ci induce a studiare la funzione Lagrangiana
e ricercare i suoi punti critici non vincolati. Infatti, per il teorema dei moltiplicatori di Lagrange, ad essi corrisponderanno i punti critici vincolati di su
. Dovremo dunque risolvere il sistema
Nel nostro caso
i cui punti critici devono soddisfare il sistema
Sostituiamo nella prima riga la differenza tra le prime due equazioni e utilizziamo il prodotto notevole :
dove abbiamo utilizzato l’equazione per semplificare la prima equazione.
Osserviamo che la terza equazione si annulla solamente se
o
. Supponiamo prima
, da cui il sistema risulta
Abbiamo allora trovato i primi due punti interessanti: e
.
Supponendo, invece, , il sistema diventa
La prima equazione si annulla solo se o
. Se fosse
, l’ultima equazione implicherebbe
, ma dalla quarta equazione avremmo
che è chiaramente impossibile. Se, invece, , focalizziamoci ancora sulle ultime due equazioni del sistema che si riducono a
Ricavando , otteniamo l’equazione in funzione della sola variabile
da cui
Abbiamo quindi trovato altri 2 punti da considerare:
Questo conclude lo studio di .
Occupiamoci ora di e osserviamo che è composto da
punti isolati. Infatti, dalle equazioni che definiscono
, troviamo
Sostituiamo nella prima equazione per trovare
:
da cui si trova
Pertanto,
dove
Abbiamo trovato otto candidati ad essere punti di massimo e di minimo di su
.
Figura 72: tutti i candidati ad essere punti di massimo o minimo di su
.
Calcoliamo i loro valori tramite e confrontiamoli:
determinare, se esistono, il massimo e il minimo di sull’insieme
Svolgimento.

Figura 73: tratteggiato, in nero, l’insieme , ottenuto come intersezione tra un cilindro e un paraboloide.
Osserviamo che è un polinomio, pertanto è una funzione continua su
, mentre l’insieme
è chiuso e limitato. La chiusura segue dal fatto che
è intersezione di controimmagini di insiemi chiusi di
tramite funzioni continue, la limitatezza dalle equazioni che definiscono
. Infatti, dalla seconda condizione possiamo immediatamente affermare che
, da cui
, pertanto dalla prima equazione possiamo ottenere una stima di
:
da cui . Abbiamo trovato che ciascun punto
in
dev’essere contenuto in un parallelepipedo di centro l’origine e lati
e
, a sua volta contenuto in una sfera di raggio
. Ciò dimostra la limitatezza di
. Abbiamo dunque trovato che
è un chiuso e limitato di
, compatto per il teorema di Heine-Borel. Possiamo allora applicare il teorema di Weierstrass, il quale garantisce l’esistenza del massimo e del minimo di
su
.
Osserviamo che , ovvero
è un insieme chiuso che coincide con la sua frontiera. Ricerchiamo i punti di massimo e minimo di
su
attraverso il metodo dei moltiplicatori di Lagrange. Osserviamo che il vincolo
si può esprimere come intersezione di luogo di zeri di due funzioni: siano
definite da
Detti
e
vale
Il teorema dei moltiplicatori di Lagrange afferma che in corrispondenza dei punti di massimo o minimo di su
, che non siano punti critici dei vincoli
ed
, i gradienti delle funzioni
,
e
risultano complanari. Ciò significa che, se
è punto di massimo o minimo di
su
e tale che
, esistono
tali che
È conveniente, al fine di utilizzare questo metodo risolutivo, costruire direttamente la funzione Lagrangiana
e ricercare i suoi punti critici non vincolati. Ad essi corrisponderanno i punti critici vincolati di su
. Dovremo dunque risolvere il sistema
Nel nostro caso
i cui punti critici devono soddisfare il sistema
Osserviamo che la seconda equazione si annulla solamente se o
. Supponiamo inizialmente
, allora il sistema diventa
Confrontando tra loro la prima e la terza equazione, dovrà necessariamente risultare . Inserendo quest’informazione nell’ultima equazione del sistema, troviamo
Osserviamo che la soluzione non è accettabile, poiché risulterebbe
, ma dalla quarta equazione sappiamo sicuramente che
. Risolviamo il sistema per
e
, trovando dalla quarta equazione
Per completezza, troviamo il moltiplicatore di Lagrange :
Abbiamo trovato i primi punti critici della Lagrangiana
a cui corrispondono i punti su
Supponendo, invece , possiamo restringere la nostra attenzione alle ultime due equazioni del sistema per trovare le altre due variabili:
per confronto tra le due equazioni troviamo
ovvero
Il valore non comporta alcuna soluzione reale per
, per cui verrà eslcuso, mentre per
otteniamo
, ovvero i punti
corrispondenti ai punti critici della Lagrangiana
Abbiamo trovato quattro candidati ad essere punti di massimo e di minimo di su
.
Figura 76: tutti i punti candidati ad essere punti di massimo o minimo di su
.
Mostriamo che, come prevede il teorema dei moltiplicatori di Lagrange, i gradienti di ,
e
sono complanari nei punti precedentemente trovati:
Figura 77: vi è una differenza tra e
: in
i gradienti di
e
sono paralleli, mentre in
sono complanari assieme al gradiente di
. Ciò significa che
sarebbe da considerare anche nella ricerca di massimi e minimi di
sulla superficie
, mentre
solo in relazione al vincolo più restrittivo
.
Calcoliamo i loro valori tramite e confrontiamoli:
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