Le funzioni integrali nascono dalla teoria degli integrali definiti: esse sono funzioni date dall’integrale di un’altra funzione, in cui la variabile compare in uno o entrambi gli estremi di integrazione. Alcune proprietà di tali funzioni sono fornite dal teorema fondamentale del calcolo integrale (pagina 21). Talvolta è però necessario uno studio più approfondito e quindi è utile sviluppare strumenti volti a determinarne le caratteristiche.
In questa dispensa ci concentriamo su questo tema di notevole importanza, trattandone i seguenti aspetti:
- Come si studia una funzione integrale e qual è il ruolo del teorema fondamentale del calcolo integrale (pagina 21) in tale studio?
- Come si calcolano i limiti di una funzione integrale e che relazione essi hanno con gli integrali impropri?
- Come si calcolano gli sviluppi di Taylor delle funzioni integrali?
- Cosa cambia se agli estremi di integrazione vi sono delle funzioni?
La dispensa si propone di studiare queste domande, affiancando le spiegazioni teoriche a esercizi svolti per una preparazione completa; inizia quindi ad esplorare questo affascinante argomento, connubio tra i vari campi dell’Analisi Matematica!
Segnaliamo le raccolte di Esercizi sullo studio di funzioni integrali e di esercizi sui limiti di funzioni integrali, oltre al materiale di teoria correlato:
- Integrali definiti e indefiniti;
- Teorema fondamentale del calcolo integrale;
- Teoria sugli integrali impropri
- Espansione di Taylor.
Funzioni integrali: autori e revisori
Leggi...
Revisori: Valerio Brunetti, Matteo Talluri.
Funzioni integrali
Definizione e proprietà.
con le seguenti convenzioni
La funzione si chiama funzione integrale di
su
di punto iniziale
. Dalla teoria dell’integrale di Riemann, sappiamo che la funzione
è ben definita per ogni
ed è continua su
. Inoltre, se
risulta integrabile in senso generalizzato su
(la chiusura di
), allora è possibile definire
anche su
dove risulta essere ancora continua. Infatti, dalla definizione di integrale generalizzato abbiamo
Più in generale sia un intervallo, sia
un sottoinsieme finito di
e sia
una funzione localmente integrabile su
. Fissato
vogliamo definire ancora la funzione
per degli opportuni . Per prima cosa dobbiamo determinare quale è l’insieme dei punti
per cui tale funzione risulta ben definita. Sicuramente
appartiene a questo insieme visto che per definizione
. Inoltre, bisogna considerare tutti i punti
per cui la funzione
risulta integrabile secondo Riemann o in senso generalizzato tra
e
. Pertanto diamo la seguente definizione.
dove (dominio di
) è l’insieme
Dimostrazione. Dimostriamo intanto che è un intervallo. Siano
con
, allora la funzione
è integrabile (secondo Riemann o in senso generalizzato) tra
e
e tra
e
. Ne consegue che per ogni
la funzione
è integrabile tra
e
. Dunque
, cioè
è un intervallo.
Dimostriamo ora che è continua su
. Supponiamo intanto che
sia definita su
e dividiamo la dimostrazione nei seguenti casi.
- Sia
. Allora per ogni
la funzione
è integrabile tra
e
(secondo Riemann se
o in senso generalizzato se
), e dunque
è continua in
per quanto osservato all’inizio di questa sezione.
- Sia
. Se
allora per definizione
è continua sul suo dominio. Sia dunque
e consideriamo
. Abbiamo i seguenti sottocasi.
- Sia
. Allora
è integrabile in senso generalizzato su
e fissato
abbiamo che
Dunque
è continua in
essendo
integrabile secondo Riemann su
.
- Sia
. Dobbiamo far vedere che
è continua in
, cioè
Poiché
, allora esiste
con
. In particolare,
è integrabile in senso generalizzato su
e dunque
Quindi
Analogamente, la funzione è continua su
anche nel caso in cui
sia definita su
oppure
. Infine, nel caso più generale in cui
, basta decomporre
con
intervalli a due a due disgiunti per
, e ragionare su ogni
utilizzando la proprietà di additività dell’integrale.
Esempio 1. Consideriamo la funzione integrale definita da
e andiamo a determinare . Per prima cosa determiniamo il dominio della funzione integranda
e abbiamo che è ben definita se
Quindi risulta ben definita sull’insieme
, perciò il dominio di
sarà l’insieme dei punti
per cui
risulta integrabile in senso generalizzato tra
e
(poiché la funzione
è illimitata in un intorno di 0, possiamo parlare solo di integrale generalizzato).
Iniziamo controllando se sia integrabile in senso generalizzato su
. Abbiamo che
essendo per
, in quanto
Dunque per il criterio del confronto asintotico è integrabile in senso generalizzato su
. Fissiamo ora
e controlliamo se
sia integrabile in senso generalizzato su
. Poiché
dal criterio del confronto asintotico (applicato a ) possiamo dedurre che
è integrabile in senso generalizzato su
. Dunque
Osservazione 1. Si noti che se è integrabile su
, allora
. Inoltre, ai fini di determinare il dominio di
non è necessario studiare l’integrabilità generalizzata di
in un intorno di
.
Esempio 2. Consideriamo la funzione integrale definita da
e andiamo a determinare . Per prima cosa determiniamo il dominio della funzione integranda
e abbiamo che è ben definita se
Quindi risulta ben definita sull’insieme
, perciò il dominio di
andrà cercato tra i punti
per cui
risulta integrabile in senso generalizzato tra
e
. Si noti che
non è definita su un insieme numerabile di punti, ma è comunque possibile considerare la funzione
e studiarne il dominio sull’intervallo
. Infatti, se ci restringiamo all’intervallo limitato
con
, allora la funzione
risulta non definita solo su un numero finito di punti, e dunque possiamo introdurre la funzione
e studiarne il dominio su
. Poiché ciò può essere fatto per ogni
, allora ha senso determinare il dominio di
tra i punti
.
Iniziamo controllando se è integrabile in senso generalizzato in un intorno destro di
. Abbiamo che1
Per il criterio del confronto asintotico otteniamo che è integrabile in senso generalizzato su
. In particolare, poiché
è continua su
, ne segue che
è integrabile in senso generalizzato su
per ogni
. Vediamo ora se
è integrabile in un intorno sinistro di
. Poiché
essendo
dal criterio del confronto asintotico possiamo dedurre che non è integrabile in senso generalizzato su
. In particolare,
non è integrabile in senso generalizzato su
per ogni
. Dunque
-
Ricordiamo che
. ↩
Esempio 3. Data la funzione definita da
consideriamo la funzione integrale
e andiamo a determinare . Per prima cosa abbiamo che
è ben definita su
, perciò il dominio di
andrà cercato tra i punti
per cui
risulta integrabile tra
e
.
Poiché la funzione è continua su
, ne consegue che è integrabile secondo Riemann tra
e
per ogni
. Inoltre
dunque è integrabile in senso generalizzato su
in quanto è prolungabile con continuità a destra in
. Perciò
.
Vediamo ora se è integrabile in senso generalizzato su un intorno sinistro di
. Fissato
abbiamo che
Per il criterio del confronto asintotico otteniamo che è integrabile in senso generalizzato su
. In particolare,
è integrabile in senso generalizzato su
. Rimane da vedere se
è integrabile in senso generalizzato su un intorno destro di
. Fissato
abbiamo
quindi dal criterio del confronto asintotico possiamo dedurre che è integrabile in senso generalizzato su
. In particolare,
è integrabile in senso generalizzato su
. Dunque
In generale, data una funzione non è sempre possibile determinarne una primitiva esprimibile
in termini di funzioni elementari, e di conseguenza una espressione per
. Nonostante ciò la funzione
può essere studiata a partire dalle proprietà di
.
Abbiamo già visto che
è sempre definita su un intervallo, dove è continua. Inoltre, se
è più regolare, anche la funzione
risulta avere maggiore regolarità.
Sia . Se esiste finito il limite
e la funzione è definita in un intorno destro di
, allora esiste la derivata destra
di
in
e
Se esiste finito il limite
e la funzione è definita in un intorno sinistro di
, allora esiste la derivata sinistra
di
in
e
In particolare, se è continua in
e
è definita in un intorno di
, allora
è derivabile in
e
Dimostrazione. Dimostriamo il primo punto (gli altri punti sono analoghi). Se esiste finito il limite
allora per ogni possiamo trovare
tale che
(poiché è definita su
tranne un insieme finito di punti, possiamo trovare
sufficientemente piccolo per cui
è definita per ogni
). Inoltre possiamo scegliere
sufficiente piccolo per cui
risulta ben definita in
per ogni
. Allora
La funzione è localmente integrabile su
ed è limitata su tale insieme, dunque è integrabile su
2. In particolare
Quindi esiste la derivata destra di
in
e
- Vedi teorema 1 in “teoria sugli integrali impropri“. ↩
Osservazione 2. Più in generale, se , allora
e
per ogni
.
Si osservi che spesso il segno di può essere ricavato a partire da quello di
. Per esempio se
con
e
è continua in
con
in
, allora
per il criterio del confronto. Inoltre, se
non è identicamente nulla, allora
. Infatti, dalla continuità di
possiamo trovare un intervallo chiuso e limitato
e
tale che
per ogni
. Quindi, dall’additività dell’integrale
Infine, se è definita su un dominio illimitato, allora lo studio dell’integrabilità in un intorno di
ci può dare informazioni aggiuntive per determinare il grafico di
. Per esempio, se
è integrabile in senso generalizzato su
, allora la funzione
è ben definita e continua su . Inoltre
risulta limitata in
e
è un asintoto orizzontale per
per
.
Esempio 4. Consideriamo la funzione integrale dell’esempio 1 definita da
Abbiamo già visto che è ben definita su
, dove è continua, e per definizione
Osserviamo ora che la funzione
è continua e strettamente positiva su , mentre è continua e strettamente negativa su
. Quindi
Dal teorema 2 abbiamo inoltre che è derivabile in
e
Quindi è decrescente su
e crescente su
.
Inoltre
da cui deduciamo che ha una cuspide in
e tangente orizzontale in
. Infine, osserviamo che l’integrale di
diverge su
in quanto
3. Dunque
Figura 1: Grafico qualitativo di su
.
- Vedi teorema 8 in “teoria sugli integrali impropri”. ↩
Formula di Taylor per funzioni integrali.
è ben definita e continua per ogni e per definizione
cioè è infinitesima in
. Vogliamo dimostrare che si può calcolare l’ordine di infinitesimo di
per
a partire da quello di
.
La funzione si chiama parte principale di
per
.
Osservazione 3. Si noti che se è un infinitesimo di ordine
per
, allora
, mentre
è un infinitesimo di ordine
per
se e solo se
.
Analogamente, se abbiamo una funzione continua , diremo che
è un infinitesimo di ordine
per
se esiste finito e diverso da zero il limite
e la parte principale di per
sarà la funzione
. Quando
e
, allora diremo semplicemente che
è un infinitesimo di ordine
per
.
Esempio 5. Consideriamo la funzione
e andiamo a determinare la sua parte principale per , cioè dobbiamo determinare
tale che il limite
esiste finito e non nullo. Poiché derivabile su
, una strategia per fare ciò è utilizzare il teorema di de l’Hôspital. Infatti, essendo
tale limite è non nullo solo se
e
Abbiamo che
Ne segue che il limite
è non nullo solo se e applicando di nuovo il teorema di de l’Hôspital otteniamo
Continuando in questo modo otteniamo
Quindi, per il teorema di de l’Hôspital
e tale limite esiste finito e non nullo se e solo se . Ne segue che
è un infinitesimo di ordine
per
e poiché
otteniamo che la parte principale di è data da
Analogamente, si può dimostrare che di ordine 4 anche per
con parte principale
Osservazione 4. Dall’esempio precedente possiamo dedurre che se una funzione è derivabile infinite volte in
, allora il suo ordine di infinitesimo per
sarà pari all’ordine della prima derivata non nulla in
.
Osservazione 5. Non tutte le funzioni continue ammettono un infinitesimo di ordine
per
. Si consideri per esempio la funzione
definita da
La funzione è continua in
, ma non esiste nessun
tale per cui
ha un infinitesimo di ordine
per
. Infatti, per ogni
risulta
è infinitesima di ordine per
con parte principale
Dimostrazione. Dobbiamo dimostrare che esiste finito e non nullo il limite
Poiché è continua su
, ne segue che
è derivabile su
. Inoltre, per definizione
. Dunque per calcolare il limite precedente possiamo utilizzare il teorema di de l’Hôspital e abbiamo
Dunque è un infinitesimo di ordine
per
con parte principale
Quindi la parte principale di può essere calcolata integrando la parte principale di
. Chiaramente, lo stesso risultato è vero anche per una funzione
e
.
Esempio 6. Consideriamo la funzione
e calcoliamoci il suo ordine di infinitesimo per . Per prima cosa osserviamo che
è ben definita in un intorno destro di
, in quanto la funzione
è continua su ed è prolungabile con continuità a destra in
, poiché4
Dunque la funzione è integrabile su
per ogni
e pertanto la funzione
è definita almeno sull’intervallo
. Se consideriamo la funzione
definita come
abbiamo che è continua su
e ha ordine di infinitesimo
per
, in quanto
Inoltre, abbiamo che5
Quindi possiamo applicare il teorema precedente e ottenere che è un infinitesimo di ordine
per
e la sua parte principale è data da
-
Ricordiamo che
. ↩
- Vedi teorema 1 in “teoria sugli integrali impropri”. ↩
Osservazione 1. Dall’esempio 6 possiamo dedurre che il teorema 3 è valido anche se la funzione non è definita in
, ma è prolungabile con continuità a sinsitra in tale punto.
Vogliamo far vedere ora che il teorema 3 può essere generalizzato agli sviluppi di Taylor. Per prima cosa, ricordiamo il seguente risultato, di cui riportiamo anche la dimostrazione per completezza.
dove il resto (o-piccolo di
) è una funzione su
tale che
Tale formula si chiama sviluppo di Taylor di ordine e centro
per
. In particolare
Dimostrazione. Definiamo la funzione
e dimostriamo che
Se ciò accade possiamo scrivere come
Se , ciò è diretta conseguenza della continuità di
, essendo
Sia dunque . Poiché la funzione
e
, per calcolare quel limite possiamo utilizzare il teorema di de l’Hôspital e ottenere che
Osserviamo che
e . Dunque se
abbiamo che
mentre se possiamo applicare di nuovo il teorema di de l’Hôspital. Poiché
e per
, iterando questo procedimento e applicando
volte il teorema di de l’Hôspital otteniamo
Rimane da dimostrare che i coefficienti dello sviluppo di Taylor di ordine
e centro
per
sono univocamente determinati. Infatti, se abbiamo
con o-piccolo di
, allora da tale formula otteniamo
(1)
Si noti che la funzione essendo
Inoltre per
. Infatti, per assurdo sia
il primo indice per cui risulta che
. Allora dal teorema di de l’Hôspital abbiamo
che contraddice il fatto che è un o-piccolo di
.
Dunque, da (1) otteniamo
Osservazione 7. Lo sviluppo di Taylor può essere utilizzato anche per calcolare l’ordine di infinitesimo e parte principale di una funzione. Consideriamo per esempio la funzione dell’esempio 5. Se ci calcoliamo lo sviluppo di Taylor di
di ordine 4 e centro 0 abbiamo che
e dunque
che risulta finito e diverso da zero se e solo se . Quindi
è un infinitesimo di ordine
per
e la parte principale è data da
.
Sia , sia
e sia
una funzione continua. Fissato
supponiamo che la funzione
ammetta uno sviluppo di Taylor di ordine
per
, cioè che esistano
tali che
dove in questo caso è una funzione su
che soddisfa
(ciò si può fare per esempio se per il teorema 4. Allora, in analogia con il teorema 3 ci aspettiamo che la funzione
ammetta uno sviluppo di Taylor di ordine per
e che tale sviluppo si possa ottenere integrando lo sviluppo di Taylor di
di ordine
per
.
Allora, la funzione soddisfa
Dimostrazione. Per prima cosa osserviamo che la funzione è continua su
, essendo
Fissato , se integriamo
su
otteniamo che
Dunque è sufficiente dimostrare che
Poiché
per calcolare il limite precedente possiamo utilizzare il teorema di de l’Hôspital e abbiamo
Chiaramente, lo stesso risultato è vero anche per e
. Inoltre, argomentando come nell’esempio 6 il teorema 5 rimane vero anche quando la funzione
non è definita in
, ma è prolungabile con continuità a destra in tale punto.
Osservazione 8. Nel caso in cui , allora
e il teorema 5 può essere dimostrato calcolando i coefficienti della formula di Taylor di
tramite il teorema 4 e utilizzando che
Esempio 7. Consideriamo la funzione integrale
e calcoliamoci lo sviluppo di Taylor di di ordine 4 per
. Intanto osserviamo che la funzione integranda
è ben definita è continua in un intorno destro di . Inoltre
risulta prolungabile con continuità a destra in
, poiché
Dunque è ben definita in un intorno destro di 1. Grazie al teorema 5 per calcolare lo sviluppo di Taylor per
di ordine 4 per
è sufficiente calcolare lo sviluppo di Taylor per
ordine 3 per
. Per fare ciò utilizziamo gli sviluppi di Taylor delle funzioni
e
e abbiamo che
(abbiamo calcolato lo sviluppo di Taylor di ordine 4 per entrambe le funzioni, perché dobbiamo dividere poi per ). Dunque
e dal teorema 5 otteniamo che
Funzioni integrali con funzioni agli estremi.
Consideriamo ora un secondo intervallo e una funzione
. Vogliamo andare a definire e studiare le proprietà della funzione
Per prima cosa osserviamo che tale funzione è definita in quei punti per cui
. Più precisamente
Quindi al contrario di questo insieme potrebbe essere vuoto e non necessariamente un intervallo.
Esempio 8. Consideriamo la funzione integrale
e andiamoci a calcolare il suo dominio. Per prima cosa calcoliamoci il dominio di
e per definizione . Inoltre la funzione integranda
è ben definita e continua su . Preso
abbiamo che
Dunque per il criterio del confronto non è integrabile in senso generalizzato su
. Sia ora
, allora abbiamo che
Quindi è integrabile in senso generalizzato su
, essendo prolungabile con continuità a destra in
.
Inoltre, abbiamo che
dunque non è integrabile in senso generalizzato su
. Allora
e quindi il dominio di
sarà l’insieme dei punti
tali che
. Perciò abbiamo
Sia . Se
è continua in
, allora
è continua in
. Inoltre, se
è definita in un intorno di
,
è derivabile in
e
è continua in
, allora
è derivabile in
e
Dimostrazione. Fissiamo e studiamo la continuità di
in
. Definiamo la funzione
Poiché , allora per definizione
e quindi
è continua in
per il Teorema 1 . Poiché
e la funzione è continua in
, allora dalle proprietà di continuità delle funzioni composte otteniamo che
è continua in
.
Studiamo ora la derivabilità di in
e dobbiamo dimostrare che
Fissiamo . Poiché la funzione
è continua in
esiste
tale che
Inoltre è derivabile (e quindi continua) in
, allora esiste
tale che
Infine, poiché è definita in un intorno di
, allora possiamo scegliere
sufficientemente piccolo in maniera tale che
sia ben definita in
per ogni
. Dunque per ogni
Quindi è derivabile in
e
.
Come abbiamo visto prima possiamo sempre scrivere
e quindi le proprietà della funzione possono essere ricavate a partire da quelle di
. In particolare, possiamo fare uno studio qualitativo della funzione
tramite quello di
.
Esempio 9. Consideriamo la funzione integrale dell’esempio 8 data da
Abbiamo che è definita su
ed è periodica di periodo (
per ogni
). Dunque per tracciare un grafico di
è sufficiente studiarla in
. Per il teorema 6 sappiamo che
è continua su
. Inoltre
. Fissato ora
, abbiamo che
, e dunque
Dunque è strettamente negativa su
. Inoltre abbiamo che
Infatti, l’integrale di diverge su
, poiché per ogni
abbiamo
e dunque
Poiché è continua su
, allora per ogni
abbiamo che la funzione
è derivabile in
e
Poiché per
, allora
su
. Quindi il segno di
dipende dal segno di
e abbiamo
In particolare, è decrescente su
e crescente su
. Infine
dunque ha tangente orizzontale in
e
.
Figura 2: Grafico qualitativo di su
.
Più in generale, dato un intervallo e due funzioni
possiamo definire
In questo caso il dominio di sarà dato da
Per individuare tale insieme bisogna determinare per prima cosa il dominio di della funzione e poi cercare tutti gli intervalli su cui
risulta integrabile (al più in senso generalizzato). Infine si vanno a cercare tutti i punti
per cui il segmento tra
e
è contenuto in uno di questi intervalli. Si noti inoltre che tutti i punti
in cui
appartengono sempre a
in quanto la funzione
risulta ben definita con
(per definizione).
Esempio 10. Consideriamo la funzione integrale
e andiamoci a calcolare il suo dominio. La funzione
è ben definita e continua su . Inoltre,
è prolungabile con continuità a destra in
, poiché
Infine, non è integrabile in senso generalizzato in un intorno di
poiché
per
(sia da sinistra che da destra). Dunque
è integrabile su ogni intervallo
che non contiene
. Se
abbiamo che
, mentre se
allora
. Quindi
è ben definita per ogni
. Inoltre
è ben definita anche in
, poiché
. Osserviamo infine che
non può essere definita per
, poiché la funzione
non è definita a sinistra dello 0. Quindi
.
Fissato un opportuno , possiamo scrivere
almeno per quei punti . Se le funzioni
e
sono definite in un intorno di
, allora possiamo applicare i risultati precedenti per studiare la continuità e derivabilità di
. In particolare, se le funzioni
e
sono continue in
, allora
è continua in
e se le funzioni
e
sono derivabili in
e
è continua in
e
, allora
è derivabile in
e dal teorema 6 applicato a
e
possiamo dedurre la seguente formula per la derivata di
(2)
Osservazione 9. Se sono due intervalli,
è continua su
e
sono derivabili su
, allora
è ben definita e derivabile per ogni
e la formula (2) risulta vera per ogni
.
Quando le funzioni e
non sono definite in un intorno di
, allora non possiamo dedurre la continuità e derivabilità per
a partire da quelle di
e
. In questo caso per studiare la funzione
è necessario utilizzare la sua definizione. In particolare, la funzione
potrebbe non essere continua in un punto
anche se
e
sono continue in tale punto. Ciò può accadere quando
ma
non è integrabile in senso generalizzato in un intorno di
.
Esempio 11. Consideriamo la funzione integrale
Anche se in questo caso la funzione può essere determinata in maniera esplicita, andiamo a studiarne il grafico utilizzando solo i risultati precedenti. Per trovare il suo dominio osserviamo che la funzione
è integrabile su ogni intervallo che non contiene lo zero. Dunque, per ogni
abbiamo che
è Riemann integrabile tra
e
. Quindi la funzione
è ben definita su
e inoltre
è definita anche per
poiché
. Perciò
Si può facilmente osservare che la funzione è continua su
, poiché possiamo scrivere
Invece, non possiamo dire nulla in in quanto non esiste
per cui
in un intorno di . Quindi la continuità in
deve essere studiata utilizzando la definizione di
e per
risulta che
e dunque
che non è continua in .
Osservazione 10. Nell’esempio precedente, se definiamo
allora , dunque per definizione
e
sono continue in
e
ma non è continua in
. Ciò è dovuto al fatto che
e
sono definite solo in
, mentre
è definita in un intorno di
.
Esempio 12. Consideriamo la funzione integrale
Sappiamo che la funzione
è integrabile su ogni intervallo che non contiene lo zero. Per ogni
abbiamo che
, dunque
è ben definita su
. Inoltre
è definita anche per
in quanto
. Infine, per
abbiamo che
, mentre per
risulta
. Quindi
. In maniera analoga a prima abbiamo che
è continua per ogni
. Inoltre, non esiste
per cui possiamo scrivere
in un intorno di , ma in questo caso risulta che
è continua in
. Infatti per
abbiamo
Un altro elemento utile per tracciare un grafico qualitativo di è determinare il comportamento di
agli estremi del suo dominio. Anche in questo caso, è spesso più conveniente lavorare direttamente con la definizione di
.
Esempio 13. Consideriamo la funzione integrale
Sappiamo che la funzione
è integrabile su ogni intervallo che non contiene lo zero. Per ogni
e
abbiamo che
, dunque
è ben definita su
, mentre per
abbiamo che
. Quindi
e ha senso studiare il comportamento di
per
. Dalla definizione abbiamo che
dunque ha un asintoto orizzontale per
. D’altra parte, per ogni
possiamo scrivere
(si noti che le funzioni ed
sono ben definite su
), ma
e
non hanno limite finito per
.
Negli esempi precedenti, per studiare il comportamento della funzione integrale in un intorno dei punti
in cui
abbiamo dovuto utilizzare l’espressione esplicita di . Poiché non è sempre possibile determinare tale funzione, andiamo ad introdurre dei criteri che permettano di comprendere il comportamento di
senza utilizzare la sua formula esplicita.
Allora la funzione
è ben definita per sufficientemente vicino a
e abbiamo che:
- Se
è integrabile in senso generalizzato su
, allora
- Se
è una funzione continua su
e strettamente positiva in un intorno sinistro di
e se
per
, cioè esiste finito e non nullo
allora
per
, più precisamente
In particolare il limite
esiste finito (infinito) se e solo il limite
esiste finito (infinito) e
Dimostrazione. Intanto osserviamo che se
allora per sufficientemente vicino ad
avremo che
. Dunque
è ben definita in
, essendo
integrabile tra
e
.
- Sia
integrabile in senso generalizzato su
. Allora
e per ogni
possiamo trovare
tale che
Poiché
possiamo trovare un intorno
di
tale che
per ogni
. Quindi per ogni
risulta
cioè
- Poiché
e
è strettamente positiva in un intorno sinistro di
, allora per ogni
possiamo trovare
tale che
per ogni
e
Inoltre, possiamo trovare un intorno
di
tale che
per ogni
.
Fissiamo
e assumiamo
. Integrando la precedente disuguaglianza su
e usando la monotonia dell’integrale abbiamo
Poiché
è continua e strettamente positiva su
, allora
. Quindi possiamo dividere per tale quantità e ottenere
Analogamente, se
integrando su
risulta
e dividendo per
abbiamo di nuovo
Dunque
Infine, si osservi che se esiste
poiché
allora esiste il limite
Il viceversa è analogo.
Nel caso in cui la funzione sia definita su un dominio illimitato
, in aggiunta al teorema precedente abbiamo il seguente risultato.
Allora la funzione
è ben definita per sufficientemente vicino a
e abbiamo che:
- Se
e se
è limitata in un intorno di
, allora
- Se la funzione
è limitata in un intorno di
e se
, allora
- Se
e se esiste
tale che
in un intorno di
, allora
- Se esiste
tale che
in un intorno di
e se
, allora
Dimostrazione. Chiaramente, dal teorema 7 sappiamo che la funzione è ben definita in un intorno di
.
- Se
è continua su
e limitata in un intorno di
, allora
è limitata su tutto l’intervallo
. Dunque
Poiché
abbiamo che
per
sufficientemente vicino a
. Ne segue che
e quindi esiste il limite
- Sia
una funzione limitata in un intorno di
. Allora, esistono
e
intorno di
tale che
Inoltre, dal fatto che
, per ogni
esiste
tale che
Infine, poiché
possiamo trovare un ulteriore intorno
di
, con
tale che
per
. Dunque
- Supponiamo che esista
tale che
in un intorno di
, allora
e quindi esiste il limite
- Supponiamo che esista un intorno
di
tale e
tale che
Dal fatto che
, per ogni
esiste
tale che
Inoltre, poiché
possiamo trovare un ulteriore intorno
di
, con
, tale che
per
. Dunque
Osservazione 11. Si noti che quando il dominio della funzione
è limitato, allora i punti
e
del teorema 8 sono banalmente veri, perché la funzione risulta limitata su
e quindi integrabile su
, mentre i punti
e
non possono verificarsi.
Chiaramente risultati analoghi ai due precedenti teoremi valgono anche per funzioni con
, purché
,
e
Vediamo ora come applicare i teoremi 7 e 8 per studiare il comportamento agli estremi per e la continuità nei punti
in cui
.
Esempio 14. Consideriamo ancora la funzione dell’esempio 10 definita da
Abbiamo visto che è ben definita su
e andiamo a tracciare un grafico qualitativo di
. Per ogni
abbiamo che
(3)
e le funzioni e
sono ben definite e continue su
. Dunque
è continua su
. Analogamente, per ogni
abbiamo che
(4)
e le funzioni e
sono ben definite e continue su
. Dunque
e continua anche su
. Rimane da studiare la continuità di
in
e
. Per fare ciò utilizziamo il teorema 7. Se definiamo
abbiamo che e
in un intorno destro di 0 e
Poiché
è integrabile in senso generalizzato in un intorno destro di
, dal punto (1) del teorema 7 concludiamo che
Dunque
è continua in
. In un intorno sinistro di 1 abbiamo che
e
e
Inoltre
per
con
. Poiché
dal punto del teorema 7 segue che
Quindi non è continua in
. In maniera analoga, possiamo provare che
Determiniamo ora il segno di . Per ogni
abbiamo che
è strettamente negativa su
, mentre per ogni
abbiamo che
è strettamente positiva su
. Dunque
Determiniamo ora il comportamento di per
. Poiché
per ogni
e
, dal punto
del teorema 8 concludiamo che
. Infine, per ogni
abbiamo che
è derivabile in
grazie alle identità (3) e (4), e dalla formula (2) otteniamo
Quindi è strettamente crescente su
e
perciò ha una tangente orizzontale in
.
Figura 3: Grafico qualitativo di su
.
Funzioni integrali: esercizi svolti
Leggi...
Calcolare il seguente limite, se esiste
Soluzione. Definiamo
Poiché
allora risulta integrabile in senso generalizzato in un intorno di
. Quindi dal teorema 7 otteniamo che
Possiamo dunque applicare il teorema di de l’Hôspital e utilizzando la formula (2) risulta
Si conclude che il limite esiste finito e vale
Calcolare il seguente limite, se esiste
Soluzione. Applicando gli sviluppi di Taylor per abbiamo
Grazie al teorema 5 deduciamo che
Quindi
da cui si ha
Tornando al limite otteniamo
Calcolare il seguente limite, se esiste
Soluzione. Applicando gli sviluppi di Taylor per abbiamo
da cui risulta
Tornando al limite otteniamo
Soluzione. Applicando gli sviluppi di Taylor per abbiamo
da cui
Soluzione. Per prima cosa conviene determinare se esiste finito
La funzione integranda
è continua su . Dobbiamo quindi controllare se
è integrabile in senso generalizzato in un intorno di
e in un intorno destro di
. Osserviamo intanto che la funzione
è positiva su
. Infatti,
Poichè
allora per il criterio del confronto asintotico possiamo concludere che
Tornando al limite possiamo applicare il teorema di de l’Hôspital e ottenere che
Studiare la funzione integrale
Soluzione. Intanto osserviamo che la funzione è definita su
, dove risulta continua. Quindi, per ogni
abbiamo che
è integrabile tra 1 e
. Abbiamo invece che
non è integrabile in un intorno sinistro di
, poiché
essendo
In particolare, non è integrabile su
per ogni
. Invece, la funzione
è integrabile in un intorno destro di 0 in quanto
Infine si osservi che
quindi è integrabile su
per ogni
. Ne consegue che
Abbiamo che è continua su
e per definizione
Osserviamo ora che la funzione è strettamente positiva su
, perciò
Dal teorema 2 abbiamo inoltre che è derivabile in
e
Quindi è crescente su
e
.
Inoltre
da cui deduciamo che ha un punto angoloso in
. Infine, osserviamo che l’integrale di
diverge su
per quanto osservato prima e su
, in quanto
6. Dunque
- Vedi teorema 8 in “teoria sugli integrali impropri”. ↩
Soluzione. Intanto osserviamo che la funzione integranda
è ben definita e continua su , quindi
è integrabile su
per ogni
. Inoltre
non è integrabile in senso generalizzato su
, poiché
essendo
Quindi è definita nei punti
tali che
, per cui
Per il teorema 6 sappiamo che è continua su
. Inoltre, fissato
, abbiamo che
, e dunque
Perciò la funzione è strettamente positiva su
. Inoltre abbiamo che
poiché l’integrale di diverge su
. Infine, poiché
è integrabile in un intorno destro di
abbiamo
Dunque è un asintoto orizzontale per
per
. Infine, poiché
è continua su
, allora per ogni
abbiamo che la funzione
è derivabile in
e
(si noti che per ogni
). Quindi, abbiamo che
In particolare, è crescente su
e decrescente su
.
Soluzione. Intanto osserviamo che la funzione integranda
è ben definita e continua su , dunque
è integrabile su ogni sottointervallo di
. D’altra parte, le funzioni
sono entrambe ben definite solo per . Ne consegue che
Per ogni possiamo scrivere
da cui risulta che è continua e derivabile su tutto
. Determiniamo ora il segno di
. Per ogni prima cosa osserviamo che
è strettamente positiva su
e inoltre
Dunque
e . Determiniamo ora il comportamento di
agli estremi del dominio. Abbiamo che
Dobbiamo dunque controllare se sia integrabile in senso generalizzato su
. Poiché
e è integrabile in senso generalizzato su
, ne segue che
è integrabile in senso generalizzato su
. Dunque esiste finito
Inoltre
Già sappiamo che è integrabile in senso generalizzato su
, dunque il limite
esiste finito (infinito) se e solo se l’integrale generalizzato di
su
converge (diverge). Nel nostro caso risulta
perciò l’integrale generalizzato di su
diverge7. Dunque
Infine, alla formula (2) otteniamo
Quindi è strettamente crescente su
e
- Vedi teorema 8 in “teoria sugli integrali impropri“ ↩
Funzioni integrali: riferimenti bibliografici
[1] Giuseppe De Marco: Analisi 1. Zanichelli, 1996.
[2] Enrico Giusti: Analisi Matematica 1, Bollati Boringhieri, 2002.
[3] Marco Pavone: integrali impropri e funzioni integrali. Aracne, 1992.
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Risorse didattiche aggiuntive per approfondire la matematica
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- Math Stack Exchange – Parte della rete Stack Exchange, questo sito è un forum di domande e risposte specificamente dedicato alla matematica. È una delle piattaforme più popolari per discutere e risolvere problemi matematici di vario livello, dall’elementare all’avanzato.
- Art of Problem Solving (AoPS) – Questo sito è molto noto tra gli studenti di matematica di livello avanzato e i partecipanti a competizioni matematiche. Offre forum, corsi online, e risorse educative su una vasta gamma di argomenti.
- MathOverflow – Questo sito è destinato a matematici professionisti e ricercatori. È una piattaforma per domande di ricerca avanzata in matematica. È strettamente legato a Math Stack Exchange ma è orientato a un pubblico con una formazione più avanzata.
- PlanetMath – Una comunità collaborativa di matematici che crea e cura articoli enciclopedici e altre risorse di matematica. È simile a Wikipedia, ma focalizzata esclusivamente sulla matematica.
- Wolfram MathWorld – Una delle risorse online più complete per la matematica. Contiene migliaia di articoli su argomenti di matematica, creati e curati da esperti. Sebbene non sia un forum, è una risorsa eccellente per la teoria matematica.
- The Math Forum – Un sito storico che offre un’ampia gamma di risorse, inclusi forum di discussione, articoli e risorse educative. Sebbene alcune parti del sito siano state integrate con altri servizi, come NCTM, rimane una risorsa preziosa per la comunità educativa.
- Stack Overflow (sezione matematica) – Sebbene Stack Overflow sia principalmente noto per la programmazione, ci sono anche discussioni rilevanti di matematica applicata, specialmente nel contesto della scienza dei dati, statistica, e algoritmi.
- Reddit (r/Math) – Un subreddit popolare dove si possono trovare discussioni su una vasta gamma di argomenti matematici. È meno formale rispetto ai siti di domande e risposte come Math Stack Exchange, ma ha una comunità attiva e molte discussioni interessanti.
- Brilliant.org – Offre corsi interattivi e problemi di matematica e scienza. È particolarmente utile per chi vuole allenare le proprie capacità di problem solving in matematica.
- Khan Academy – Una risorsa educativa globale con lezioni video, esercizi interattivi e articoli su una vasta gamma di argomenti di matematica, dalla scuola elementare all’università.
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