Integrali definiti e indefiniti
Gli integrali costituiscono uno dei più importanti strumenti dell’Analisi Matematica. Consentendo di calcolare l’area sottesa al grafico di una funzione, la loro presenza è costante in tutta la Matematica e le scienze applicate: qualunque grandezza ottenuta come prodotto di due grandezze può infatti essere pensata come un’area. La definizione di integrale è data tramite un processo di approssimazione che ricorda quello eseguito da Archimede per la determinazione dei volumi e delle superfici dei solidi.
Questa dispensa propone un approccio chiaro ma rigoroso alle seguenti questioni:
- Cos’è una funzione integrabile e cosa si intende per integrale definito di una funzione?
- Cosa afferma il teorema della media integrale?
- Cosa si intende per funzione integrale?
- Qual è il legame tra derivate e integrali stabilito dal teorema fondamentale del calcolo integrale (pagina 21 della dispensa) e come si giustifica intuitivamente?
- Cos’è una primitiva e cosa rappresenta l’integrale indefinito di una funzione?
- Come si risolvono gli integrali per sostituzione e per parti?
La dispensa, che unisce rigore accademico e accessibilità, risponde a queste domande: se desideri approfondire uno dei concetti più intriganti dell’Analisi Matematica, non ti resta che iniziare!
Consigliamo la lettura del seguente materiale di teoria supplementare:
- Teorema fondamentale del calcolo integrale (approfondimento);
- Teoria sugli integrali impropri;
- Funzioni integrali – Teoria.
Segnaliamo inoltre le seguenti raccolte di esercizi:
Buona lettura!
Autori e revisori
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Definizione di integrale di Riemann
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Consideriamo ad esempio la funzione nell’intervallo [0,1] e cerchiamo di approssimare l’area compresa tra il grafico di e il semiasse positivo delle ascisse attraverso l’unione di rettangoli.
Suddividiamo l’intervallo [0,1] in intervalli congruenti di ampiezza
e consideriamo i rettangoli di base e altezza per ogni .
È semplice calcolare l’area di questa unione di rettangoli
(1)
dove nell’ultima uguaglianza abbiamo utilizzato la somma notevole dei primi n quadrati facilmente dimostrabile per induzione.
All’aumentare di otteniamo una suddivisione dell’intervallo sempre più fitta e perciò una migliore approssimazione per difetto dell’area cercata. Il ragionamento è analogo per ottenere un’approssimazione per eccesso: basterà ovviamente considerare dei rettangoli di base e altezza per ogni .
Possiamo ottenere l’area sottesa al grafico calcolando il limite di
Una partizione di ordine definisce in modo naturale intervalli
tale che .
Osservazione 1. Possiamo denotare con P([a,b]) l’insieme delle partizioni di [a,b] e definire un ordinamento su tale insieme. Se P e Q sono due partizioni, diremo che Q è più fine di P, se P Q. In questo modo abbiamo definito una relazione d’ordine che però è chiaramente parziale; infatti non tutte le partizioni possono essere confrontabili – nel caso limite due partizioni potrebbero avere solo gli estremi a e b in comune. La partizione banale è ovviamente la meno fine di tutte. Viceversa non esiste una partizione più fine: presa una partizione qualsiasi basta considerare con
è una partizione dell’intervallo naturalmente più fine di .
per ogni .
- La somma integrale superiore di rispetto alla partizione è
- La somma integrale inferiore di rispetto alla partizione è
Le somme integrali superiori e inferiori misurano le aree delle regioni formate dai rettangoli in figura e quindi rappresentano una stima inferiore e superiore di ordine dell’area da calcolare.
Osservazione 2. Fissata una partizione P dell’intervallo [a,b], dato che da cui
allora
.
Possiamo dimostrare un risultato più generale
Dimostrazione. Dimostriamo l’affermazione nel caso in cui la partizione più fine abbia un solo punto in più rispetto alla partizione meno fine; la dimostrazione nel caso generale è analoga.
Sia e con . Allora esiste tale che . Quindi
Quindi se consideriamo e allora avremo che e per le proprietà di monotonia dell’estremo inferiore di una funzione1. Allora
(1)
Analogamente possiamo definire e e osservare che
(2)
Quindi
Possiamo ottenere un risultato analogo anche nel caso di partizioni qualsiasi non confrontabili.
Dimostrazione. Consideriamo la partizione più fine di entrambe. Allora per il risultato precedente
Indichiamo ora con
dalla dimostrazione precedente segue che gli insiemi appena definiti delle somme integrali superiori e inferiori risultano separati e quindi per l’assioma di completezza2 esiste almeno un elemento di separazione maggiore o uguale a tutti gli elementi di e minore o uguale a tutti gli elementi di In altri termini l’insieme dei valori delle somme superiori è limitato inferiormente da un qualsiasi valore della somma inferiore, e l’insieme dei valori delle somme inferiori è limitato superiormente da un qualsiasi valore della somma superiore. Quindi esistono
Chiameremo funzione integranda e l’insieme dominio di integrazione.
Se una funzione è integrabile, allora l’elemento di separazione che esiste sempre per l’assioma di completezza è unico, quindi
Osservazione 3. Spesso per dire che una funzione è integrabile secondo Riemann si usa la notazione .
Esempio 1. Funzione integrabile
Consideriamo la funzione costante su [a,b] allora questa è integrabile, infatti presa una partizione P dell’intervallo [a,b] consideriamo
e quindi
Analogamente possiamo concludere che e osservare che le somme inferiori e superiori non dipendono dalla partizione scelta. Allora
I due valori coincidono quindi, per definizione, la funzione è integrabile secondo Riemann e
Esempio 2. Funzione limitata non integrabile
Sia la funzione di Dirichlet ristretta nell’intervallo :
Consideriamo una partizione dell’intervallo , allora per ogni per la densità di in e per la densità dei numeri irrazionali in ; infatti per ogni con esiste tale che . Quindi in ogni intervallo esiste un punto razionale dove la funzione vale uno che rappresenta ovviamente il massimo della funzione. Inoltre per ogni con esiste tale che per la densità dei numeri irrazionali in e quindi la funzione in questo punto assume valore che è il minimo.
Possiamo calcolare il valore della somma integrale superiore e inferiore che, anche in questo caso, non dipende dalla partizione scelta
e
Allora e e la funzione seppur limitata non è integrabile secondo Riemann.
-
L’estremo inferiore cresce e l’estremo superiore diminuiscono se si riduce l’insieme di numeri reali in oggetto. Infatti presi due insiemi e tale che allora vale quanto segue
e
- Assioma di completezza: siano e due insiemi non vuoti di numeri reali con la proprietà che comunque si scelgano e . Allora esiste almeno un numero reale tale che per ogni e . Tale elemento è detto elemento di separazione di A e B. ↩
Funzioni integrabili
Introduzione.
Dimostrazione. () Se è integrabile secondo Riemann in allora . Per definizione di estremo superiore e inferiore, esistono e partizioni dell’intervallo [a,b] tale che
e
Considerando la partizione e sfruttando i risultati della proposizione 1 e 2
Poiché per l’ipotesi di integrabilità di si ha che
() Se esiste una partizione partizione dell’intervallo tale che , essendo e allora
per l’arbitrarietà di otteniamo3 che quindi la funzione è integrabile secondo Riemann.
Osservazione 4. Se è una funzione Riemann integrabile e , per il teorema 1 esiste una partizione dell’intervallo tale che
(2)
dove la disuguaglianza più significativa è l’ultima, ovvero che la somma superiore della funzione sulla partizione dista meno di dalla relativa somma inferiore.
Poiché le somme inferiore e superiore sono calcolate tenendo conto di e , scegliendo dei punti si ha ovviamente
(3)
Da (2) e (3) segue che e appartengono all’intervallo di ampiezza e quindi si ha
(4)
La quantità è detta una somma di Cauchy di relativa alla partizione e, per quanto visto, approssima il valore dell’integrale a meno di .
Intuitivamente, considerando delle partizioni dell’intervallo via via più fitte, ci si aspetta che le relative somme di Cauchy approssimino sempre meglio il valore dell’integrale di . Tale intuizione è confermata dal prossimo risultato, dove si considerano le partizioni costituite suddividendo in intervalli della stessa lunghezza, e delle somme di Cauchy ad esse relative.
(5)
Dimostrazione. Senza ledere la generalità possiamo assumere , in quanto l’argomento è lo stesso anche negli altri casi.
Come nell’osservazione 4, poiché è integrabile, per il teorema 1, per ogni esiste una partizione dell’intervallo tale che
(6)
Vogliamo dimostrare che, se scegliamo sufficientemente grande, le somme inferiore e superiore relative alla partizione soddisfano una disuguaglianza simile. A tal fine, consideriamo e fissiamo tale che
(7)
Consideriamo ora la partizione ottenuta unendo e . Poiché essa è più fine di , per la proposizione 1 si ha
(8)
Osserviamo che la partizione differisce da solo negli intervalli in cui capitano dei punti della partizione . Tali intervalli sono in quantità al più pari a (contando sia quelli in che in , poiché il numero di ulteriori suddivisioni è pari al numero di punti di da inserire in ) e di ampiezza al più pari a (dato che si tratta di sottointervalli di ). Inoltre, su ciascuno di tali intervalli, gli estremi inferiori di sono distanti al più (per la limitatezza di ). Pertanto possiamo stimare la differenza come segue:
(9)
dove la prima disuguaglianza segue dalla proposizione 1 dato che è più fine di . Analogamente si ha anche
(10)
Unendo queste informazioni otteniamo
(11)
che implica immediatamente
(12)
Tale stima continua ad essere valida per ogni . Dunque, per l’arbitrarietà di e per definizione di limite, si ha la tesi.
Esempio 3. Calcolare il seguente integrale Dalla proposizione 3
dove in abbiamo usato facilmente dimostrabile tramite il principio di induzione o calcolo diretto usando la seguente formula notevole .
Dimostrazione. Per prima cosa osserviamo che è una funzione continua in un compatto pertanto per il teorema di Weierstrass è limitata e quindi ha senso indagare se sia integrabile; inoltre per il teorema di Heine-Cantor è uniformemente continua in : preso un valore esiste si ha che4
Consideriamo5 una partizione dell’intervallo scelta in modo tale che . Siano inoltre e allora per il teorema di Weierstrass esistono tale che e tale che per ogni . Allora
Quindi
Cioè è integrabile secondo Riemann nell’intervallo per il teorema 1.
Dimostrazione. Sia una partizione dell’intervallo tale che , è un punto di discontinuità. Sia inoltre
Fissato è possibile costruire una partizione più fine di così definita
Figura 4: rappresentazione partizione
Figura 5
con e .
Osserviamo che la restrizione risulterà continua nel compatto perché tale intervallo non contiene alcun punto di discontinuità e allora per il teorema 2 la funzione risulta integrabile in da cui per il teorema 1 è possibile scegliere una partizione di tale che
Consideriamo allora la seguente partizione di e abbiamo
e
da cui
Per le proprietà di monotonia dell’estremo superiore e inferiore sappiamo che
e
pertanto
e
cioè
Per l’arbitrarietà di applicando il teorema 1 si ha la tesi.
Osservazione 5. Il teorema 3 si può estendere a funzioni limitate con una infinità numerabile di punti di discontinuità.
Esempio 4. Sia tale che
Dimostrare che è integrabile in .
Dimostrazione. La funzione è limitata in e ha due punti di discontinuità in e ; pertanto per il teorema 3 risulta integrabile in e questo conclude la dimostrazione.
Esempio 5. Sia tale che
Dimostrare che è integrabile in .
Dimostrazione. Osserviamo che è limitata in e che in un punto di discontinuità di seconda specie. Pertanto per il teorema 3 risulta integrabile in e questo conclude la dimostrazione.
Dimostrazione. Supponiamo che la funzione sia monotona crescente; la dimostrazione nel caso decrescente è analoga. Poiché è limitata allora . Nel caso in cui la funzione è costante per l’esempio 1 si conclude subito che è integrabile. Supponiamo che non sia costante in allora dato si consideri una partizione dell’intervallo tale che
Osserviamo che la funzione essendo monotona crescente ; inoltre per la monotonia di , abbiamo che e e quindi
da cui per il teorema 1 si ha la tesi.
una funzione integrabile e poniamo
Allora, per ogni funzione continua
la funzione
risulta integrabile in .
Dimostrazione. Osserviamo che per il teorema di Heine-Cantor la funzione risulta uniformemente continua nel proprio dominio, ovvero
Fissato , scegliamo in modo tale che . Inoltre osserviamo che, essendo integrabile nel proprio dominio, per il teorema 1 si può scegliere una partizione di tale che:
Siano
Ora dividiamo l’insieme degli indici in due sottoinsiemi e tale che
- ;
- ;
Siano ora
e siano tali che
Preso , abbiamo e dunque per l’uniforme continuità di otteniamo
Preso , possiamo stimare come segue:
Osserviamo che per si ha , dunque
Infine,
Per l’arbitrarietà di otteniamo che è integrabile.
Proprietà delle funzioni integrabili..
- la funzione è integrabile e
- La funzione è integrabile e
- Proprietà di linearità è integrabile e
- Proprietà di monotonia Se per ogni allora
- è integrabile e
Prima di procedere alle dimostrazioni ricordiamo le seguenti proprietà degli estremi superiori ed inferiori
Osservazione 6. Immaginiamo di voler applicare alle somme superiori. Allora si avrebbe:
dove è una partizione di . Le altre proprietà si applicano in modo analogo.
Dimostrazione.
- Per prima cosa dimostriamo che se e sono integrabili in allora la funzione è integrabile in . Per l’ipotesi di integrabilità delle due funzioni si ha che per il teorema 1 scelta una quantità esistono due partizioni distinte e relative all’intervallo tali che
Indichiamo con una partizione di che risulta ovviamente più fine di e . Allora quanto affermato per le partizioni e continuerà ad essere valido per la partizione (vedi proposizione 1)
Dalle proprietà dell’estremo inferiore e superiore e otteniamo
da cui
cioè
quindi
pertanto la funzione è integrabile.
Ora dobbiamo dimostrare che
Osserviamo quanto segue
e
da cui
Per l’arbitrarietà di
- Supponiamo . Per l’ipotesi di integrabilità di nell’intervallo per il teorema 3 preso esiste una partizione dell’intervallo tale che
Quindi
dove abbiamo usato e quindi è integrabile. Inoltre
allora stesso modo vale che
quindi
da cui
cioè la tesi.
Nel caso in cui è ovvio. Se invece iniziamo a dimostrare che se è integrabile in allora anche è integrabile in . Sia la partizione tale che
Allora dalle proprietà dell’estremo inferiore e superiore si ha
allora
e possiamo affermare che è integrabile. Per concludere la dimostrazione è sufficiente osservare che e sfruttare il risultato appena dimostrato per coefficienti positivi.
- La dimostrazione risulta immediata basta applicare i punti 1 e 2 dimostrati in precedenza.
- Per i punti precedenti se e sono due funzioni integrabili in anche la funzione risulterà integrabile in . Risulta chiaro che se si ha che e quindi .
Abbiamo dunque
da cui la tesi.
- Consideriamo le funzioni
e
entrambe continue nel proprio dominio; da cui
e
le quali risultano entrambi integrabili per il teorema 5. Osserviamo che può essere riscritto come quindi anche risulterà integrabile per il caso 1 del teorema 6. Inoltre
(13)
Quindi applicando il risultato del caso e ad (13) si ha che
Dimostrazione. Riscriviamo come segue
Osserviamo che risulta integrabile per il caso 1 del teorema 6. Considerando le funzioni e che sono continue nel proprio dominio e pertanto la funzione risulta integrabile per il teorema 5 e il caso 1 del teorema 6, da cui la tesi.
Dimostrazione. Iniziamo con il dimostrare che se è integrabile in in e allora è integrabile in .\\ ()Sia una partizione formata da punti dell’intervallo e partizione dell’intervallo formata da punti, allora è una partizione di punti dell’intervallo 6 e risulta
Analogamente possiamo dimostrare che , quindi
Per l’ipotesi di integrabilità di in e in allora scelto un valora esistono due partizioni e rispettivamente di e tali che
Quindi
da cui segue che è integrabile in .
() Nel caso in cui risulti integrabile in allora scelto esiste una partizione dell’intervallo tale che . Allora possiamo distinguere due casi:
- Se allora possiamo considerare partizione dell’intervallo e partizione dell’intervallo tali che e per la proposizione 1 si ha che
e quindi è integrabile in e in .
- Se allora consideriamo la partizione con . Osserviamo che è più fine di allora per la proposizione 1 si ha
e
quindi
pertanto
quindi è integrabile in e in .
Per dimostrare l’uguaglianza, sia allora esiste una partizione tale che, seguendo un ragionamento analogo a quello fatto nella dimostrazione dell’integrabilità, . Consideriamo poi le due partizioni e rispettivamente di e , allora
Analogamente
Quindi
da cui per l’arbitrarietà di otteniamo la tesi.
se e solo se in .
Dimostrazione. Se è identicamente nulla in è ovvio. Ipotizziamo per assurdo che non è identicamente nulla in . Sappiamo che per ogni e scelto un qualsiasi valore tale che , per il teorema della permanenza del segno la funzione in un intorno di risulta . Scelto un qualsiasi compatto per il teorema di Weierstrass la funzione ammette minimo assoluto e pertanto risulta chiaro che
ovvero l’area del rettangolo di base e altezza è minore dell’area sottesa alla curva in ; ma questo fatto è assurdo poiché contraddice l’ipotesi .
Osservazione 7. Si noti che, dalla definizione 4 segue che
per ogni Ciò è coerente con l’idea intuitiva che l’area sottesa al grafico di su un intervallo di ampiezza nulla sia nulla.
- Verrebbe naturale pensare che ci sono elementi ma ↩
Teoremi della media integrale.
Inoltre se è continua in allora esiste un punto tale che
Dimostrazione. Dalla definizione di funzione integrabile secondo Riemann, per ogni partizione dell’intervallo risulta che
Se consideriamo la partizione meno fine di tutte costituita dai soli estremi dell’intervallo abbiamo
Dividiamo le precedenti disuguaglianze per la quantità e otteniamo
da cui la prima tesi del teorema.
Supponiamo ora che sia continua in allora per il teorema dei valori intermedi esiste un punto tale che
da cui la seconda tesi del teorema.
Osservazione 8. Per dimostrare la prima tesi del teorema 9 è possibile procedere anche nel modo che segue. Sappiamo che è integrabile in quindi è limitata in pertanto
Integrando si ha
cioè
da cui dividendo per si ottiene nuovamente la tesi.
Osservazione 9. Questo teorema assicura nel caso di funzioni continue l’esistenza di un punto tale che il rettangolo di base e altezza ha area uguale all’area sottesa al grafico di .
Osservazione 10. Il rapporto prende il nome di media integrale della funzione sull’intervallo [a,b]. Tale denominazione è giustificata: consideriamo le partizioni dell’intervallo di integrazione
Per l’integrabilità della funzione
Dunque la media integrale si presenta come il limite a cui tende la media aritmetica di valori della funzione, assunti in punti distinti, al tendere di all’infinito.
Dimostrazione. Supponiamo positiva nell’intervallo . Poiché è una funzione continua nel compatto allora per il teorema di Weierstrass esistono e rispettivamente il minimo e il massimo di in :
Per la proprietà di linearità otteniamo che
Inoltre osseviamo che, poichè è positiva nell’intervallo , per il teorema 8 si ha e quindi possiamo dividere per tale quantità ottenendo
Per il teorema dei valori intermedi esiste un punto tale che
che è l’asserto.
Osservazione 11. Il teorema della media integrale è conseguenza diretta del teorema della media ponderata per .
Funzione integrale e teorema fondamentale del calcolo
Introduzione.
Questo integrale, una volta fissato dipende unicamente dalla variabile ; pertanto è possibile definire una nuova funzione che associa ad ogni il valore dell’integrale.
Se è positiva o nulla si può interpretare geometricamente la funzione integrale come una funzione che associa ad ogni l’area sottesa al grafico della funzione. Nel caso in cui la funzione assuma valori positivi e valori negativi l’integrale definito corrisponderà alla somma con segno delle due aree che si trovano nel semipiano superiore e inferiore rispetto all’asse delle ascisse.
Grazie ai risultati dimostrati nei precedenti paragrafi è possibile dimostrare il teorema che lega l’integrale e la derivata e che evidenzia in particolare quali sono le ipotesi per la derivabilità della funzione integrale.
Dimostrazione. Una funzione è derivabile in un punto se esiste ed è finito il limite del rapporto incrementale, ovvero vogliamo dimostrare che esiste ed è finito
e che questo coincide con .
Per dimostrarlo usiamo il teorema 7; per ogni vale
La dimostrazione del primo risultato è una conseguenza del teorema della media: sia , allora la funzione è continua e limitata nell’intervallo , quindi esiste un punto tale che
allora
Per il punto7 , visto come una funzione della variabile , tenderà a e quindi per la continuità di , . Allora
Un calcolo analogo per ci permette di concludere che
quindi, per la definizione di derivata, la funzione è derivabile e .
Ora consideriamo una funzione derivabile tale che e la funzione .
Sfruttando la proprietà di linearità dell’operazione di derivazione, calcoliamo la derivata di :
Ricordiamo che una funzione che è continua nel compatto e derivabile in con derivata nulla8 è costante in quindi con . Poichè
possiamo concludere che
cioè l’asserto.
Osservazione 12. Il teorema appena dimostrato prende anche il nome di teorema di Torricelli-Barrow, anche se tale denominazione non ha motivi storici.
L’ultimo risultato può essere espresso come segue
Osservazione 13. Riportiamo un’altra dimostrazione della prima parte del teorema fondamentale del calcolo che usa le proprietà della funzione integrale: per la definizione di funzione integrale e per la proprietà di linearità si ha
dove . Poichè continua in allora si ha
Quindi posto si ha
cioè
In modo equivalente posto si ha
cioè
Possiamo concludere che tale che se allora
dunque la funzione è derivabile in e vale
Dalla definizione di primitiva e dal teorema fondamentale del calcolo integrale possiamo concludere che ogni funzione continua ammette primitiva in e questa è proprio la funzione integrale. Inoltre, se è una primitiva di anche è una primitiva di per ogni .
Dimostrazione. Sia la funzione integrale. Poiché anche è una primitiva di allora per il teorema precedente
Secondo teorema della media integrale.
- Se è non negativa [non positiva] allora esiste un punto tale che
- Se assume sia valori positivi che valori negativi allora esiste almeno un punto tale che
Dimostrazione.
- Consideriamo la partizione uniforme dell’intervallo tale che:
Osserviamo che la funzione risulta continua in pertanto possiamo applicare il teorema della media integrale: esiste un punto tale che
Definendo si ha
da cui
e consideriamo
Le funzioni e sono integrabili in perché continue, quindi anche risulterà integrabile per la proposizione 4. Inoltre per l’osservazione 4 si ha che
Allora
Osserviamo che
- è decrescente dunque per ogni ;
- è non negativa quindi per ogni ;
- ;
- assume massimo e minimo in .
Da queste osservazioni possiamo concludere che
Analogamente
Quindi
Passiamo al limite per e teniamo conto che :
Per il teorema dei valori intermedi esiste un punto tale che
- Consideriamo la funzione . Se è decrescente allora risulterà decrescente e non negativa. Per il punto esiste un punto tale che
L’integrale indefinito
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Osservazione 14. Esistono funzioni che non ammettono primitiva. Per esempio la funzione
non ammette primitiva. Se infatti per assurdo esistesse primitiva di in , allora si avrebbe
dove la seconda uguaglianza è valida per il teorema di De L’Hopital in quanto , essendo pari a , ha limite da destra nel punto . Analogamente avremmo .
D’Altra parte, per definizione di primitiva, sarebbe derivabile quindi che è assurdo.
E’ necessario sottolineare la differenza sostanziale tra l’integrale definito e quello indefinito; il primo è un numero reale, il secondo è un insieme di funzioni
(14)
tutte uguali a meno di una costante. Possiamo quindi riscrivere l’integrale definito come
dove .
E’ possibile calcolare, grazie alla definizione, i primi integrali indefiniti. Sia con . Dalla definizione, per calcolare l’integrale indefinito di dobbiamo determinare quella funzione tale che . Allora
Infatti dalle regole di derivazione . Quindi
Esempio 6. Integrali di funzione potenza
- .
Esempio 7. Integrali di polinomi Dalla regola di derivazione delle funzioni potenza e dalle proprietà di linearità dell’integrale possiamo calcolare la primitiva di polinomi
Verifica: Sia ha derivata .
Osservazione 15. Ogni qualvolta si risolve un integrale si può fare la derivata del risultato ottenuto e vedere se viene la funzione integranda.
Dalla definizione segue la tabella di integrali indefiniti immediati. Tutte le formule possono essere verificate derivando il secondo membro e verificando che la derivata è uguale alla funzione integranda.
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