Benvenuto nella nostra guida all’utilizzo dei polinomi di Taylor nel calcolo dei limiti!
Se ti è capitato di calcolare dei limiti mediante l’espansione di Taylor e avere dei dubbi, sei nel posto giusto.
Questa breve guida è stata infatti pensata proprio per rispondere in maniera chiara ed essenziale alle domande più comuni su questo argomento:
- Come si usano i polinomi di Taylor nel calcolo dei limiti?
- Cosa sono gli o-piccoli e come si utilizzano?
- Come si sceglie l’ordine a cui sviluppare con Taylor nel calcolo dei limiti? E cosa succede se “si sbaglia” questa scelta?
- Quando è corretto usare il principio di sostituzione e cosa succede quando il suo utilizzo non è lecito?
- Cosa succede se si trascurano i resti nell’uso dell’espansione di Taylor?
- Come si calcolano gli sviluppi di Taylor di funzioni composte?
Sarai guidato all’esplorazione di queste domande attraverso esempi pratici, strategie di successo e soprattutto “sporcandosi le mani” con le altre strade possibili, analizzando anche quelle “scorrette” o non ottimali.
Dopo aver acquisito il contenuto di questo articolo, calcolare i limiti mediante l’espansione di Taylor non sarà più un problema!
Oltre al materiale teorico presente in
- Espansione di Taylor: teoria, esempi e applicazioni pratiche,
- Teoria sulle derivate,
- Teoria sui limiti,
segnaliamo i seguenti articoli di esercizi:
- Esercizi misti sull’espansione di Taylor – 1;
- Esercizi misti sull’espansione di Taylor – 2;
- Esercizi sui limiti di successione mediante i polinomi di Taylor.
Autori e revisori dell’articolo
Mostra autori e revisori.
Notazioni
Leggi...
insieme dei numeri naturali; | |
insieme dei numeri interi relativi; | |
insieme dei numeri reali; | |
insieme dei numeri reali estesi: |
|
logaritmo in base |
|
fattoriale del numero naturale |
|
le funzioni |
Introduzione
Leggi...
Tra i sensi in cui questa approssimazione può essere intesa, uno è di tipo asintotico per , dove
è un punto nel dominio di una funzione
. Si vuole determinare un polinomio
di grado
tale che la differenza
sia “asintoticamente trascurabile” rispetto a
per
; precisamente si richiede che
(1)
Il teorema di Taylor 1.5 prova che, se è derivabile
volte in
, allora un tale polinomio
esiste ed è unico.
Questa approssimazione possiede numerose applicazioni, una delle quali risiede nel calcolo dei limiti. Infatti 1 suggerisce l’idea che, nel calcolo di un limite per , si possa sostituire
a
, commettendo un errore trascurabile rispetto a
. Effettuando tale sostituzione e tenendo conto delle stime sui resti, è spesso più semplice giungere alla soluzione del limite, grazie alla maggior semplicità dei calcoli con polinomi.
Questa dispensa è una guida in cui si analizzano le domande che naturalmente sorgono riguardo a tale procedura:
In questa dispensa, dopo un breve sunto della teoria, analizziamo le domande precedenti fornendo delle risposte e strategie generali illustrandole mediante esempi pratici. Lo scopo principale consiste nel fornire al lettore gli strumenti essenziali per l’applicazione dell’approssimazione di Taylor nel calcolo dei limiti.
Richiami teorici
Leggi...
(2)
In tal caso scriviamo .
Osserviamo che, nonostante l’uso del simbolo di uguale, non denota una funzione precisa, ma semplicemente una funzione che soddisfa la definizione 1.1
. In particolare,
e
non implicano
, come mostra l’esempio seguente.
Esempio 1.2 Siano le funzioni definite da
(3)
Dato che e
, si ha
(4)
Invece, poiché e
, si ha
(5)
Esempio 1.3 (). Per la definizione 1.1
,
per
è equivalente a
, cioè al fatto che
sia infinitesima per
.
Vedremo che è essenziale essere in grado di manipolare -piccolo di quantità del tipo
per
. Risultano quindi importanti le seguenti regole di calcolo, che riportiamo senza dimostrazione, proponendo al lettore di provarle come esercizio e rimandando a [1
, sezione 6.6] per una discussione completa sull’argomento.
, per ogni
.
-
.
.
- Se
, allora
;
- Se
, allora
.
- Se
, allora
.
- Se
, allora
. Inoltre
.
-
.
Richiamiamo adesso il principale argomento della dispensa, ossia la formula di Taylor. Se è continua o derivabile in
, le definizioni si possono tradurre nelle rispettive stime
(6)
In altre parole, è approssimabile, in un intorno di
, con un polinomio di grado
con resto infinitesimo se è continua, o di grado
con resto che tende a
più velocemente di
, se essa è derivabile. La derivabilità di
migliora cioè l’approssimazione polinomiale disponibile.
La formula di Taylor mostra che una funzione derivabile
volte in
si può approssimare con un polinomio
di grado
con un resto
che, per
, tende a
più velocemente di
. Rimandiamo a [2] per una discussione esaustiva dell’argomento.
(7)
Il polinomio al membro di destra è detto polinomio di Taylor di
di grado
centrato in
.
è inoltre l’unico polinomio di grado minore o uguale a
con tale proprietà: ovvero se
ha grado minore o uguale a
ed è tale che
, allora
.
I polinomi di Taylor centrati in sono anche detti polinomi di Mclaurin. Forniamo alcuni sviluppi mediante i polinomi di Mclaurin di funzioni che utilizzeremo nel seguito, rimandando a [2
sezione 4.5] per una lista esaustiva.
(8)
(9)
(10)
(11)
Riportiamo infine il principio di sostituzione nel calcolo dei limiti e la definizione di funzioni asintotiche. Essi sono strumenti comunemente usati nel calcolo dei limiti e, nel seguito, analizzeremo da vicino la loro applicazione e le limitazioni a cui essi sono soggetti.
(12)
Allora dei due limiti
(13)
uno esiste se e solo se esiste l’altro e, in tal caso, essi coincidono.
Le funzioni si dicono asintotiche per
.
Il principio di sostituzione afferma dunque che, se le funzioni in gioco sono asintotiche per
, esse possono essere “sostituite” nel calcolo dei limiti di prodotti e quozienti.
Osserviamo esplicitamente che il principio di sostituzione si applica solamente ai limiti di prodotti, quozienti e potenze di funzioni, non quando queste operazioni sono combinate a somme: vedremo nel seguito che in tali casi in generale la conclusione è falsa.
Polinomi di Taylor nel calcolo dei limiti
Leggi...
Tra le numerose potenzialità di questo strumento, riveste notevole importanza il suo uso nel calcolo dei limiti.
Risposta. I limiti spesso richiedono di eseguire operazioni algebriche tra funzioni, che risultano facilmente effettuabili tra polinomi. Sostituendo alle funzioni i rispettivi sviluppi di Taylor e tenendo conto dei resti, è spesso più semplice calcolare il limite richiesto.
Esempio 1
Leggi...
(14)
che presenta una forma indeterminata .
Si può tentare allora di scrivere il numeratore in una forma che permetta di confrontarlo agevolmente col denominatore, ossia di stimare con quale “velocità” esso tenda a
.
Una strategia è usare i polinomi di Taylor della funzione centrati nel punto
, in cui si vuole calcolare il limite. La questione principale è individuare il grado
del polinomio di Taylor
da utilizzare. Poiché il limite richiede sostanzialmente di confrontare il numeratore con
, sembra ragionevole considerare uno sviluppo di Taylor di grado
.
Nonostante abbiamo già espresso questo sviluppo in (10), a titolo di esempio lo calcoliamo utilizzando il teorema 1.5, arrestandoci al terzo ordine:
(15)
dove abbiamo utilizzato il fatto che , che
e che
. Sostituendo al numeratore in (14) otteniamo
(16)
dove nell’ultima uguaglianza abbiamo usato che, per definizione di -piccolo, vale
.
Questo esempio mostra come l’uso dei polinomi di Taylor semplifichi il calcolo del limite, proprio in virtù del fatto che somme e prodotti di polinomi sono piuttosto semplici da trattare. In quanto svolto si è deciso di considerare il polinomio di Taylor di ordine della funzione seno; tale scelta è stata motivata da considerazioni euristiche e sembra in qualche modo arbitraria. Dato che questo è un tema ricorrente nell’uso dell’espansione di Taylor nel calcolo dei limiti, è naturale porsi la seguente domanda.
Risposta. Se si riduce il limite a una forma indeterminata per
, è sufficiente sviluppare fino all’ordine
di infinitesimo del denominatore, ossia al primo termine non nullo del suo sviluppo di Taylor. Infatti se
con
, si ha
(17)
e tale limite è facilmente calcolabile. In ogni caso, “sbagliare” il grado di sviluppo non porta a risultati scorretti.
Commenti.
Analizziamo cosa sarebbe accaduto se si fosse sviluppato il seno a un ordine diverso da , insieme ad altri aspetti del procedimento seguito.
(18)
dove l’ultima uguaglianza deriva dal calcolo esplicito delle derivate della funzione , che sappiamo essere cicliche con “periodo” 4:
e
. Sostituendo in 14 si ottiene
(19)
dove nella seconda uguaglianza si è usato il punto ?? della proposizione 1.4
per scrivere .
Come previsto, sviluppare il seno a un ordine maggiore del necessario ha prodotto maggiori informazioni (al prezzo di calcoli ulteriori), ma ciò ha comunque portato alla soluzione del limite. Osserviamo che dal calcolo risulta evidente che sarebbe bastato sviluppare il seno fino all’ordine , in quanto l’unico termine dello sviluppo che contribuisce al risultato finale del limite è
, mentre gli altri forniscono addendi infinitesimi anche dopo la divisione per
.
La risposta è negativa: sviluppando fino al grado si sarebbe ottenuto
e quindi
(20)
che non fornisce abbastanza informazioni per concludere il calcolo. Infatti sappiamo soltanto che il numeratore tende a “più velocemente” di
, ma non siamo in grado di confrontarlo con
: ad esempio per ognuna delle seguenti funzioni vale
(21)
ma il rapporto di ciascuna di esse con ha limiti diversi per
:
(22)
Sviluppare a ordini bassi per “risparmiare” sui calcoli potrebbe quindi non fornire sufficienti informazioni per la soluzione del limite.
Osserviamo però che il problema riscontrato in 20 permette di capire quale sia il grado corretto a cui sviluppare il seno. Infatti la causa del fallimento è stata il fatto che il resto non è confrontabile con
. Risulta evidente che, per risolvere il limite, occorre scrivere lo sviluppo di Taylor in modo che il resto sia confrontabile con
: ciò è possibile se esso è
con
, per definizione di
-piccolo e per il punto 4 della proposizione 1.4
(23)
Tale procedimento è scorretto in quanto la funzione non è nulla, come invece si otterrebbe trascurando il resto
nello sviluppo di Taylor del seno.
(24)
che è scorretta per i summenzionati motivi. Ricordiamo che il principio di sostituzione dato dalla proposizione 1.6 è utilizzabile quando il limite richiede un prodotto o un rapporto di funzioni, mentre la sua applicazione in casi in cui vi sono somme di funzioni può appunto condurre a risultati scorretti.
Riassumiamo quindi le conclusioni sul trascurare i resti e sull’uso del principio di sostituzione nei casi non previsti dalla proposizione 1.6.
Risposta. In generale, si ottengono risultati scorretti. Si suggerisce pertanto di scrivere sempre i resti degli sviluppi utilizzati e di tenerne conto nell’effettuare le operazioni.
Esempio 2
Leggi...
(25)
che si presenta come una forma indeterminata , trattabile mediante l’approssimazione di Taylor.
Secondo la strategia suggerita nella risposta alla domanda 2.2, sicuramente arriveremo alla soluzione sviluppando tutto all’ordine di infinitesimo del denominatore. Determiniamo dunque innanzitutto il primo termine non nullo dello sviluppo di Taylor del denominatore e poi sviluppiamo il numeratore allo stesso ordine.
(26)
(27)
dove abbiamo scritto in virtù dei punti 1 e 3 della proposizione 1.4
, mentre
grazie al punto 2 della proposizione 1.4
. In definitiva, il numeratore ha ordine di infinitesimo
.
(28)
(29)
(30)
Coerentemente con (11), lo sviluppo al secondo ordine della funzione è invece2
(31)
Inserendo (29), (30) e (27) in (25) si ottiene
(32)
dove per definizione di
-piccolo.
-
Ricordiamo che tali sviluppi possono essere ottenuti anche applicando i limiti notevoli:
(33)
e ragionando similmente col limite notevole
. ↩
-
Anche questo sviluppo può alternativamente ottenersi operando come sopra con il limite notevole
↩
Commenti.
(34)
(35)
che non dà abbastanza informazioni per concludere il calcolo, per gli stessi motivi indicati nei commenti all’esempio 1 .
In tal caso occorre però fare attenzione a non trascurare i resti: tale dimenticanza porterebbe a soluzioni scorrette, cioè ad esempio
(36)
che è errata in quanto il numeratore non è la funzione identicamente nulla.
(37)
usando in maniera scorretta il principio di sostituzione si otterrebbe
(38)
che è errato in quanto non tiene conto che le approssimazioni e
valgono a meno di resti che si stimano con
; poiché in questo caso tali quantità sono pari a
, esse devono essere tenute in conto nel calcolo del limite, in quanto sono confrontabili con il denominatore, che infatti ha ordine di infinitesimo pari a
.
Sostanzialmente, usare in questa maniera il principio di sostituzione corrisponde a trascurare alcuni addendi nella somma al numeratore, il che ovviamente comporta risultati scorretti.
Poiché invece al denominatore compaiono soltanto dei prodotti, da
(39)
usando (correttamente in questo caso) la proposizione 1.6 si ottiene
(40)
(41)
per il denominatore senza calcolare le derivate della funzione. L’unicità dei polinomi di Taylor data dal teorema 1.5 implica dunque che è il polinomio di Taylor della funzione definita da
.
Ottenere tale sviluppo calcolando esplicitamente le derivate prima e seconda della funzione avrebbe comportato molti più calcoli.
Questa strategia alternativa per determinare polinomi di Taylor è conveniente soprattutto quando il calcolo delle derivate è molto oneroso. Si pensi ad esempio a voler calcolare il polinomio di Taylor di ordine della stessa funzione: calcolare le sue derivate in
è sconveniente, mentre osservando che
(42)
si giunge, mediante semplici calcoli algebrici, a
(43)
dove nella seconda uguaglianza abbiamo scritto solo i termini del prodotto aventi grado minore o uguale a , dato che i restanti sono pari a
per le proprietà degli
-piccoli date dalla proposizione 1.4
.
(44)
Svolgimento . Il lettore può facilmente rendersi conto che già calcolare le derivate seconda o terza della funzione richiede calcoli molto lunghi e quindi ovviamente non seguiremo questa strada.
Come sopra, la strategia migliore è utilizzare sviluppi noti e manipolazioni algebriche per scrivere come un polinomio e un resto che sia
; per l’unicità dei polinomi di Taylor fornita dal teorema 1.5, tale polinomio sarà necessariamente il polinomio di Taylor di
richiesto.
Utilizzando gli sviluppi3
(45)
con , si ottiene
(46)
dove al terzo passaggio, nel calcolare la potenza di esponente del polinomio, abbiamo scritto solo i termini di grado minore o uguale a
, mentre abbiamo stimato gli altri con
. Infatti, scrivendo per esteso la potenza, si vede che gli unici termini di grado minore o uguale a
si ottengono come segue:
Osserviamo che, mentre per sviluppare fino all’ordine
è stato necessario utilizzare lo sviluppo fino all’ordine
del seno, per trattare i termini
è stato sufficiente lo sviluppo al primo ordine
.
-
Abbiamo scritto il resto dello sviluppo del seno come
in quanto il termine successivo dello sviluppo sarebbe
, che appunto è un
. ↩
Esempio 3
Leggi...
(47)
A causa del fatto che esso è un limite per , l’espansione di Taylor non sembra a prima vista appropriata. Però, mediante il cambio di variabile
, si ottiene
(48)
che, alla base della potenza, presenta una forma indeterminata del tipo .
Osservando che il denominatore è un polinomio di grado
, decidiamo di utilizzare l’espansione al secondo ordine della funzione esponenziale
per
, ottenendo
(49)
dove alla seconda uguaglianza abbiamo usato il punto 3 della proposizione 1.4
, mentre alla terza uguaglianza abbiamo usato l’espansione del logaritmo per
, osservando che, nei termini in cui il logaritmo compare elevato al quadrato, è sufficiente usare
.
Tornando dunque a (48), si ottiene
(50)
dove nella terza uguaglianza abbiamo usato per
, nella quarta abbiamo utilizzato il punto 7 della proposizione 1.4
e nell’ultima abbiamo usato la continuità della funzione esponenziale.
Commenti.
(51)
e poi sfruttare per
, giungendo a
(52)
dove l’ultima uguaglianza segue dalla proposizione 1.4 e dal fatto che, svolgendo il quadrato del trinomio, tutti i termini hanno grado maggiore o uguale a . Il resto dello svolgimento sarebbe stato analogo. Osserviamo come anche in questo caso il polinomio di Taylor di ordine 3 della funzione definita da
sia stato ottenuto con pochi calcoli rispetto a quelli necessari usando la definizione degli stessi mediante le derivate della funzione in
.
In realtà, non vi è alcuna contraddizione: se avessimo voluto studiare esclusivamente il limite di tale frazione, lo sviluppo all’ordine del numeratore sarebbe stato sufficiente:
(53)
Nell’esempio 3, però, occorre studiare il limite di tale frazione quando essa è elevata a , che fornisce cioè una forma indeterminata
. Per risolvere tale forma indeterminata, è necessaria un’informazione più precisa sulla base della potenza, e ciò giustifica l’aver dovuto sviluppare il numeratore fino all’ordine
.
Si può infatti verificare che sviluppare all’ordine il numeratore della frazione non è sufficiente:
(54)
in quanto il limite è indeterminato per le ragioni viste precedentemente.
Riferimenti bibliografici
[1]Acerbi, E. & Buttazzo, G., Primo corso di Analisi Matematica, Pitagora Editrice (1997).
[2]Qui Si Risolve, Espansione di Taylor: teoria, esempi e applicazioni pratiche.
Tutta la teoria di analisi matematica
Leggi...
- Teoria Insiemi
- Il metodo della diagonale di Cantor
- Logica elementare
- Densità dei numeri razionali nei numeri reali
- Insiemi Numerici
- Il principio di induzione
- Gli assiomi di Peano
- L’insieme dei numeri reali: costruzione e applicazioni
- Concetti Fondamentali della Retta Reale: Sintesi Teorica
- Costruzioni alternative di
- Binomio di Newton
- Spazi metrici, un’introduzione
- Disuguaglianza di Bernoulli
- Disuguaglianza triangolare
- Teoria sulle funzioni
- Funzioni elementari: algebriche, esponenziali e logaritmiche
- Funzioni elementari: trigonometriche e iperboliche
- Funzioni goniometriche: la guida essenziale
- Teorema di Bolzano-Weierstrass per le successioni
- Criterio del rapporto per le successioni
- Definizione e proprietà del numero di Nepero
- Limite di una successione monotona
- Successioni di Cauchy
- Il teorema ponte
- Teoria sui limiti
- Simboli di Landau
- Funzioni continue – Teoria
- Il teorema di Weierstrass
- Il teorema dei valori intermedi
- Il teorema della permanenza del segno
- Il teorema di Heine-Cantor
- Il teorema di esistenza degli zeri
- Il metodo di bisezione
- Teorema ponte versione per le funzioni continue
- Discontinuità di funzioni monotone
- Continuità della funzione inversa
- Teorema delle contrazioni o Teorema di punto fisso di Banach-Caccioppoli
- Teoria sulle derivate
- Calcolo delle derivate: la guida pratica
- Teoria sulle funzioni convesse
- Il teorema di Darboux
- I teoremi di de l’Hôpital
- Teorema di Fermat
- Teoremi di Rolle e Lagrange
- Il teorema di Cauchy
- Espansione di Taylor: teoria, esempi e applicazioni pratiche
- Polinomi di Taylor nei limiti: istruzioni per l’uso
- Integrali definiti e indefiniti
- Teorema fondamentale del calcolo integrale (approfondimento)
- Integrali ricorsivi
- Formule del trapezio, rettangolo e Cavalieri-Simpson
- Teoria sugli integrali impropri
- Funzioni integrali – Teoria
- Introduzione ai numeri complessi – Volume 1 (per un corso di ingegneria — versione semplificata)
- Introduzione ai numeri complessi – Volume 1 (per un corso di matematica o fisica)
- Serie numeriche: la guida completa
- Successioni di funzioni – Teoria
- Teoremi sulle successioni di funzioni
- Serie di funzioni – Teoria
- Serie di potenze – Teoria
- Serie di Fourier – Teoria e applicazioni
- Integrali multipli — Parte 1 (teoria)
- Integrali multipli — Parte 2 (teoria e esercizi misti)
- Regola della Catena — Teoria ed esempi.
- Jacobiano associato al cambiamento di coordinate sferiche
- Guida ai Massimi e Minimi: Tecniche e Teoria nelle Funzioni Multivariabili
- Operatore di Laplace o Laplaciano
- Teoria equazioni differenziali
- Equazione di Eulero
- Teoria ed esercizi sulla funzione Gamma di Eulero
- Teoria ed esercizi sulla funzione Beta
- Approfondimento numeri complessi
- Diverse formulazioni dell’assioma di completezza
- Numeri di Delannoy centrali
- Esercizi avanzati analisi
Tutte le cartelle di Analisi Matematica
Leggi...
- Prerequisiti di Analisi
- Successioni
- Funzioni
- Funzioni continue-lipschitziane-holderiane
- Calcolo differenziale
- Derivate
- Calcolo delle derivate
- Retta tangente nel calcolo differenziale
- Punti di non derivabilità nel calcolo differenziale
- Esercizi sul teorema di Weierstrass con l’uso delle derivate
- Studio di funzione completo nel calcolo differenziale
- Esercizi teorici nel calcolo differenziale
- Metodo di bisezione
- Metodo di Newton
- Teoremi del calcolo differenziale
- Calcolo integrale
- Integrali impropri
- Espansione di Taylor
- Funzioni integrali (Approfondimento)
- Numeri Complessi
- Serie numeriche
- Successioni di funzioni
- Serie di funzioni
- Serie di potenze
- Serie di Fourier
- Trasformata di Fourier
- Funzioni di più variabili
- Teoria Funzioni di più variabili
- Massimi e minimi liberi e vincolati
- Limiti in due variabili
- Integrali doppi
- Integrali tripli
- Integrali di linea di prima specie
- Integrali di linea di seconda specie
- Forme differenziali e campi vettoriali
- Teorema di Gauss-Green
- Integrali di superficie
- Flusso di un campo vettoriale
- Teorema di Stokes
- Teorema della divergenza
- Campi solenoidali
- Teorema del Dini
- Equazioni differenziali lineari e non lineari
- Equazioni differenziali lineari
- Equazioni differenziali non lineari
- Analisi complessa
- Fondamenti
- Funzioni olomorfe
- Integrale di Cauchy e applicazioni
- Teorema della curva di Jordan e teorema fondamentale dell’Algebra
- Teorema di inversione di Lagrange
- Teorema dei Residui
- Funzioni meromorfe
- Prodotti infiniti e prodotti di Weierstrass
- Continuazione analitica e topologia
- Teoremi di rigidità di funzioni olomorfe
- Trasformata di Mellin
- Equazioni alle derivate parziali
- Funzioni speciali
- Analisi funzionale
- Complementi
- Funzioni Convesse
Tutti gli esercizi di geometria
In questa sezione vengono raccolti molti altri esercizi che coprono tutti gli argomenti di geometria proposti all’interno del sito con lo scopo di offrire al lettore la possibilità di approfondire e rinforzare le proprie competenze inerenti a tali argomenti.
Algebra lineare.
Geometria analitica.
Geometria differenziale.
Risorse didattiche aggiuntive per approfondire la matematica
Leggi...
- Math Stack Exchange – Parte della rete Stack Exchange, questo sito è un forum di domande e risposte specificamente dedicato alla matematica. È una delle piattaforme più popolari per discutere e risolvere problemi matematici di vario livello, dall’elementare all’avanzato.
- Art of Problem Solving (AoPS) – Questo sito è molto noto tra gli studenti di matematica di livello avanzato e i partecipanti a competizioni matematiche. Offre forum, corsi online, e risorse educative su una vasta gamma di argomenti.
- MathOverflow – Questo sito è destinato a matematici professionisti e ricercatori. È una piattaforma per domande di ricerca avanzata in matematica. È strettamente legato a Math Stack Exchange ma è orientato a un pubblico con una formazione più avanzata.
- PlanetMath – Una comunità collaborativa di matematici che crea e cura articoli enciclopedici e altre risorse di matematica. È simile a Wikipedia, ma focalizzata esclusivamente sulla matematica.
- Wolfram MathWorld – Una delle risorse online più complete per la matematica. Contiene migliaia di articoli su argomenti di matematica, creati e curati da esperti. Sebbene non sia un forum, è una risorsa eccellente per la teoria matematica.
- The Math Forum – Un sito storico che offre un’ampia gamma di risorse, inclusi forum di discussione, articoli e risorse educative. Sebbene alcune parti del sito siano state integrate con altri servizi, come NCTM, rimane una risorsa preziosa per la comunità educativa.
- Stack Overflow (sezione matematica) – Sebbene Stack Overflow sia principalmente noto per la programmazione, ci sono anche discussioni rilevanti di matematica applicata, specialmente nel contesto della scienza dei dati, statistica, e algoritmi.
- Reddit (r/Math) – Un subreddit popolare dove si possono trovare discussioni su una vasta gamma di argomenti matematici. È meno formale rispetto ai siti di domande e risposte come Math Stack Exchange, ma ha una comunità attiva e molte discussioni interessanti.
- Brilliant.org – Offre corsi interattivi e problemi di matematica e scienza. È particolarmente utile per chi vuole allenare le proprie capacità di problem solving in matematica.
- Khan Academy – Una risorsa educativa globale con lezioni video, esercizi interattivi e articoli su una vasta gamma di argomenti di matematica, dalla scuola elementare all’università.