Successioni per ricorrenza — Esercizi misti
Benvenuti nella nostra guida sulle successioni definite per ricorrenza. Questo articolo offre una breve introduzione teorica seguita da 27 esercizi svolti, mirati a consolidare le competenze teoriche e pratiche degli studenti. Oltre alla semplice risoluzione degli esercizi, poniamo l’accento sul ragionamento che guida la soluzione, fornendo una vera e propria guida al problem solving, essenziale per un argomento spesso trascurato nei corsi di Analisi Matematica.
Questa guida è pensata per gli studenti universitari che desiderano una preparazione approfondita e completa in vista dell’esame di Analisi Matematica. Auguriamo a tutti una lettura proficua e stimolante.
.
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Le successioni definite per ricorrenza
Una successione è una legge che associa a ogni numero naturale uno e un solo valore reale . In molte situazioni, ad esempio per descrivere eventi che si ripetono a tempi discreti e la cui evoluzione dipende dagli stati precedenti, è utile considerare le successioni definite per ricorrenza (dette anche ricorsive) il cui termine -esimo è definito da una funzione dei termini precedenti. Come primo esempio, possiamo considerare una successione espressa come:
dove è un numero reale e è una funzione.
Esempio 1. La successione
è definita per ricorrenza. A partire dal primo termine è possibile determinare i termini successivi:
e così via.
In generale
dove e è una funzione.
Esempio 2. Un classico esempio di successione definita per ricorrenza è quella che permette la costruzione dei numeri di Fibonacci
Come nell’esempio precedente è possibile determinare i termini successivi a partire da e
e così via.
Per le successioni ricorsive potrebbe essere difficile determinare un’espressione analitica esplicita e quindi affrontare il loro studio con gli strumenti standard a nostra disposizione. L’obiettivo di queste dispense è proprio quello di spiegare tramite numerosi esempi diverse strategie utili per lo studio di successioni ricorsive. Prima di tutto è necessario verificare che la successione sia ben definita: ad esempio se la funzione è irrazionale bisogna verificare che il radicando risulti sempre maggiore o uguale di 0 oppure se è una funzione fratta che il denominatore sia sempre diverso da 0, eccetera.
Esempio 3. Consideriamo la successione ricorsiva
Per essere ben definita, gli elementi della successione devono soddisfare la condizione
ovvero . Ma
che è ovviamente impossibile in .
Il problema del calcolo del limite di una successione definita per ricorrenza, dopo aver controllato che sia ben definita, si divide in due parti: prima bisogna dimostrare che il limite esiste, e solo in seguito determinare tale limite.
Dire se la successione definita per ricorrenza
è convergente, divergente o indeterminata.
Svolgimento.
In questo modo è evidente che, considerando le due sottosuccessioni estratte, la prima dei soli termini dispari, la seconda dei soli termini pari
la successione di partenza è indeterminata. Se infatti per assurdo ammettesse limite, allora ogni sottosuccessione estratta convergerebbe a tale limite.
ammette limite.
Svolgimento.
Calcolando i primi termini della successione possiamo ipotizzare che sia monotona crescente; infatti
Poiché e per ogni abbiamo dimostrato che la successione è crescente, positiva e quindi ammette limite (finito o infinito).
Dopo aver dimostrato l’esistenza del limite per la successione , cosa fare per determinare il valore?
Svolgimento.
Studiamo l’andamento dei primi termini della successione
Possiamo dimostrare per induzione che
- Dalla definizione di sappiamo che ; inoltre
quindi la tesi è verificata per .
- Supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’asserto per
ovvero la tesi.
Quindi la nostra successione coincide con la somma parziale della serie armonica per ogni . Allora
Svolgimento.
Da questo possiamo dedurre che per ogni . In questo caso è di nuovo possibile calcolare il limite con gli strumenti standard a nostra disposizione perché è stato possibile determinare un’espressione esplicita del termine -esimo della successione. Quindi
Svolgimento.
Dalla definizione
Dimostriamo per induzione che
- La tesi è verificata per , infatti
- Supponiamo vera la tesi per e dimostriamo l’asserto per
ovvero la tesi.
Quindi
Svolgimento.
Quindi
Svolgimento.
Dalla definizione
(1)
- Per dalla definizione
da cui la (1) segue perché
quindi la tesi.
- Supponiamo vera l’uguaglianza per e dimostriamola per :
ovvero la tesi.
Riconosciamo nell’esponente la serie armonica che diverge positivamente.
Quindi per qualsiasi valore di
Svolgimento.
Congetturiamo che e dimostriamolo per induzione:
- la tesi è banalmente verificata per .
- Dimostriamo l’asserto per , supponendo vera l’ipotesi per .
ovvero la tesi.
Allora
Svolgimento.
Inoltre
Iterando questo procedimento possiamo supporre che . Dimostriamo l’uguaglianza per induzione.
- Dalla definizione
Calcolando il valore dell’espressione per otteniamo , quindi l’asserto è verificato per .
- Supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’uguaglianza per .
ovvero la tesi.
Siamo riusciti a rendere esplicito il termine -esimo della successione e possiamo concludere che
per ogni .
Svolgimento.
Dalla definizione
Dimostriamo per induzione
- La tesi è verificata per , infatti
- Supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’asserto per
ovvero la tesi.
Siamo riusciti nuovamente a esprimere il termine -esimo della successione in funzione del solo valore iniziale, quindi
Svolgimento.
Dal calcolo dei primi termini
possiamo ipotizzare che . Dimostriamo l’uguaglianza per induzione.
- Per
la tesi è banalmente verificata.
- Supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’asserto per
ovvero la tesi. Allora
Svolgimento.
dove . Quindi se definitivamente
Nel caso in cui allora
Infine per poiché , definitivamente
Concludendo:
Negli esempi precedenti siamo riusciti a esprimere il termine -esimo della successione in modo esplicito e non ricorsivo. Nel caso generale dobbiamo adottare una diversa strategia:
supponiamo che
allora, nel caso autonomo1, . Se è una funzione continua, allora il valore limite apparterrà all’insieme delle soluzioni dell’equazione
(2)
comprendendo tra queste anche i valori e .
- Si parla di successioni autonome quando il termine generale non dipende esplicitamente da . ↩
- se allora la successione è non decrescente,
- se allora la successione è non crescente.
- Per sappiamo che .
- Supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’asserto per ; poiché per ipotesi induttiva allora
è ben definita è banalmente maggiore uguale a 0.
- L’ipotesi è verificata per ; infatti
- Supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’asserto per
- .
- Supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’asserto per
Per induzione la proprietà è verificata per ogni ; quindi
- Un insieme si dice invariante per se . In questo caso l’intervallo è invariante per . ↩
- Disegnare il grafico della funzione .
- Riportare il valore di sull’asse delle ascisse.
- Considerare le successioni di punti
tale che sono punti appartenenti al grafico della funzione e sono punti della bisettrice del primo e del terzo quadrante.
- per ogni ,
- per ogni ,
- .
- il passo base è banalmente verificato poiché ;
- supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’asserto per ; la quantità
è ben definita perché somma di termini positivi ( per ipotesi induttiva) e , ovvero la tesi.
- per
- Supponiamo che l’ipotesi valga per e dimostriamo l’asserto per . Dall’ipotesi induttiva e grazie alla monotonia della funzione
ovvero la tesi.
- Per l’asserto è verificato per definizione.
- Supponiamo vera l’ipotesi per ,
ovvero la tesi3 .
- Osserviamo come anche in questo calcolo è stata sfruttata la monotonia della funzione . ↩
- per ogni ,
- dal teorema 1 per ogni ,
- .
- Per
- Supponiamo che l’ipotesi valga per e dimostriamo l’asserto per . Dall’ipotesi induttiva
ovvero la tesi.
- la sottosuccessione degli indici pari è monotona decrescente; infatti
e l’ultima disuguaglianza è valida per . Quindi la successione è decrescente e limitata inferiormente da , perciò
- Analogamente si dimostra che la sottosuccessione degli indici dispari è monotona crescente
dove l’ultima disuguaglianza è valida per . La successione è crescente e limitata superiormente da , perciò
- Per l’asserto segue dalla definizione di .
- Per
possiamo concludere che poiché per ipotesi induttiva.
- Per i termini dispari della successione sono limitati inferiormente da , mentre quelli pari limitati superiormente dallo stesso valore. Se consideriamo le due successioni e , allora
Per studiare la monotonia di queste successioni, osserviamo che
Allora
- la sottosuccessione degli indici pari è monotona non decrescente; infatti
Da cui
e possiamo concludere
- Analogamente si dimostra che la sottosuccessione degli indici dispari è monotona non crescente e limitata inferiormente da :
dove l’ultima disuguaglianza è verificata per . Allora
e quindi
- la sottosuccessione degli indici pari è monotona non decrescente; infatti
- Per possiamo ragionare in modo analogo e dimostrare che la sottosuccessione degli indici dispari è monotona crescente e limitata superiormente da , mentre la sottosuccessione degli indici pari è monotona decrescente e limitata inferiormente dallo stesso valore. Possiamo concludere, svolgendo i calcoli, che per ogni
- Per l’asserto è ovvio dalla definizione.
- Supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo la tesi per .
(3)
Quindi
ovvero la tesi.
- la tesi è banalmente vera per ;
- supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’asserto per
Per cui è sufficiente verificare che
che è equivalente a
che possiamo dimostrare nuovamente per induzione.
- Per abbiamo .
- Dimostriamo la tesi per supponendo vera l’ipotesi per
- Per abbiamo .
- Supponiamo vera la tesi per e dimostriamo la disuguaglianza per ,
ovvero la tesi.
- Per abbiamo che
- Supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’asserto per
ovvero la tesi.
- per converge se e solo se ;
- per dobbiamo distinguere i casi:
- se la successione converge per ogni ;
- se , converge per ogni e diverge per .
- La tesi è ovvia per .
- Supponendo vera l’ipotesi per , dimostriamo l’asserto per .
(4)
ovvero la tesi.
- per , .
- Supponiamo vera la disuguaglianza per e dimostriamo l’asserto per ,
dove l’ultima disuguaglianza vale per ipotesi induttiva.
-
Il valore è il numero aureo. Per la definizione di tale valore si considera un rettangolo di dimensioni e e si pone . Un rettangolo si dice aureo se vale la proporzione
le cui radici sono . Essendo e valori positivi, allora il numero aureo è pari a . Inoltre è nota una connessione tra i numeri di Fibonacci e il numero aureo già dal XIX secolo: sia l’-esimo numero di Fibonacci allora
tale rapporto si avvicina progressivamente al numero aureo, ovvero si può dimostrare che . ↩
- Dalla definizione , .
- Supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’asserto per
- Dalla definizione .
- Supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’asserto per
Resta da verificare che
dove l’ultima disuguaglianza è verificata per ogni . Dunque
e quindi, per il teorema del confronto:
- Per la tesi è ovvia dalla definizione perché
- Supponendo vera l’ipotesi per , dimostriamo che :
e la disuguaglianza è verificata per ogni . Osservando che per ogni , otteniamo la tesi.
- Per abbiamo
Quindi per ogni .
- Supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’asserto per
ovvero
e la disuguaglianza è verificata per ogni .
- se o la successione è identicamente nulla, infatti
- Se la successione è crescente e limitata quindi
- Se da (5) sappiamo che e quindi la successione per sarà crescente e nuovamente limitata. Possiamo concludere anche in questo caso che
- per
- Supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’asserto per :
ovvero la tesi.
- Studiare la funzione .
- Studiare il comportamento della successione definita per ricorrenza
- Per la tesi è ovvia per come è stata definita la successione.
- Supponiamo vera l’ipotesi per e dimostriamo l’asserto per . Dalla definizione
possiamo osservare che è l’integrale di una funzione positiva sull’intervallo , dove per ipotesi induttiva. Per le proprietà di monotonia della funzione integrale6 possiamo concludere che , ovvero la tesi.
- Se , se allora la funzione integrale . ↩
- verificare che la successione sia ben definita;
- dimostrare, spesso grazie al metodo induttivo, che il limite esiste sfruttando molte volte o la monotonia o la limitatezza e la convergenza di sottosuccessioni;
- determinare il valore di tale limite: in che modo?
- Riuscendo a determinare in modo esplicito il termine -esimo oppure
- risolvendo l’equazione oppure
- minorando o maggiorando il termine -esimo per poi utilizzare il teorema del confronto.
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- Il metodo della diagonale di Cantor
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- Densità dei numeri razionali nei numeri reali
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- Costruzioni alternative di
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Da (2) capiamo come la ricerca del valore limite di una successione definita per ricorrenza ricada nel più complesso problema di ricerca di un punto fisso per una funzione di variabile reale.
Dimostrazione.
La verifica di questa proprietà è una semplice applicazione della definizione della successione ; infatti se allora
ovvero è non decrescente. Se allora
quindi risulta non crescente.
Svolgimento.
.
Calcoliamo alcuni termini della successione
e congetturiamo che la successione sia monotona crescente.
Dimostriamo per induzione che per ogni .
e nell’ultima disuguaglianza abbiamo sfruttato la monotonia della funzione ; quindi, per induzione, la proposizione è vera per ogni .
Per determinare il limite per risolviamo l’equazione
La successione non può tendere a perché il primo termine è e abbiamo dimostrato che la successione è crescente. Gli unici candidati al limite sono e . Ora se il limite fosse allora, siccome la successione è crescente, dovrebbe succedere che per ogni . Se invece il limite fosse , allora dovrebbe accadere che definitivamente.
Dimostriamo per induzione che per ogni .
La monotonia della successione poteva essere dimostrata anche sfruttando il teorema 1. Osservando che
Poiché abbiamo dimostrato2 che allora la successione è crescente.
Un metodo grafico per visualizzare l’andamento dei termini della successione è il diagramma a ragnatela. Disegniamo la funzione in un piano cartesiano e partendo dal punto di coordinate procediamo lungo la retta verticale fino a intersecare il grafico della funzione nel punto
Successivamente si procede lungo la retta orizzontale fino a intersecare la bisettrice del primo e del terzo quadrante nel punto per poi raggiungere verticalmente il grafico della funzione nel punto
e così via. Dal grafico
si osserva che i punti si avvicinano al punto fisso della funzione .
Osservazione 1.
Allora l’ascissa del punto è l’elemento -esimo della successione definita per ricorrenza. In questo modo è possibile delineare una strategia per dimostrare la convergenza della successione verso il punto fisso della funzione .
Svolgimento.
possiamo costruire un piano di azione per dimostrare la convergenza della successione:
Dimostriamo per induzione che :
La successione è quindi ben definita per ogni e crescente; infatti
Per il teorema della successioni monotone possiamo concludere che
Ricerchiamo il punto fisso della funzione ,
Poiché per ogni , l’unico candidato limite, oltre a , è . Dimostriamo sempre per induzione che la successione è limitata superiormente da .
Possiamo concludere che
Un diverso approccio consiste nel dimostrare che per e sfruttare il teorema 1 per dimostrare la monotonia della successione e, vista la limitatezza, concludere la convergenza.
Svolgimento.
possiamo costruire una strategia di azione per dimostrare la convergenza della successione:
La dimostrazione del primo punto è analoga a quella fatta nell’esercizio precedente.
Dimostriamo che la successione è decrescente per induzione.
Per il teorema della successioni monotone possiamo concludere che
Gli unici punti fissi della funzione sono e ; in questo caso escludiamo immediatamente il caso infinito perché la successione parte da 10 ed è decrescente. Inoltre non è ammissibile perché la successione è a termini positivi; quindi
Anche in questo caso un diverso approccio consiste nel dimostrare che per e sfruttare il teorema 1 per dimostrare la monotonia della successione e, vista la limitatezza, concludere la convergenza.
Svolgimento.
Dal grafico a ragnatela
possiamo capire che la successione non è monotona e che assumerà valori sia più grandi che più piccoli del punto fisso in modo alternato. Possiamo comunque ipotizzare che sia limitata
quindi per ogni . La condizione di limitatezza non è ovviamente sufficiente per concludere la convergenza della successione ma, se questa ammettesse limite, tale valore sarebbe da ricercare nell’insieme delle soluzioni reali dell’equazione
Ovviamente il valore non è accettabile perché la successione è a termini positivi. Inoltre, se
quindi per ogni . Come previsto se , la successione non risulta monotona, infatti
Quindi i termini risulteranno alternativamente maggiori e minori di ; in questi casi possiamo considerare separatamente le sottosuccessioni e .
Se allora
quindi la successione è limitata inferiormente e superiormente. Per studiare la monotonia osserviamo che
Allora
Ne segue che
Svolgimento.
Determiniamo se possibile quali condizioni deve soddisfare la successione per essere monotona,
Poiché per ogni , cerchiamo di verificare se e quando per .
Quindi i termini della successione sono alternativamente maggiori e minori di tale valore; dobbiamo quindi distinguere i due casi:
con .
Svolgimento.
Svolgimento.
Dalla relazione (3) si ricava
per il teorema del confronto.
Svolgimento.
possiamo ipotizzare che
Per induzione:
Possiamo quindi concludere che
ovvero la tesi.
Dunque per confronto
Svolgimento.
Inoltre la successione è monotona decrescente, infatti per ogni . Per determinare il valore di tale limite passiamo al limite nella relazione analitica del termine generale e otteniamo
Poiché la successione è decrescente escludiamo il candidato limite e concludiamo che
Trovare un’espressione esplicita per e determinare per quali valori di e converge.
Svolgimento.
ipotizziamo che
e dimostriamolo per induzione.
Per lo studio della convergenza osserviamo preliminarmente che converge se e solo se . Infatti per
Allora,
Svolgimento.
Cerchiamo di determinare se e quando la successione è monotona crescente
Per (4) possiamo elevare al quadrato a sinistra e a destra della disuguaglianza e ottenere
Sempre per (4) , quindi verifichiamo che per ogni 5. Procediamo per induzione:
La successione è limitata superiormente e monotona crescente, quindi ammette limite finito. Per determinare tale valore risolviamo l’equazione
e otteniamo i due candidati limite e . Ovviamente è da escludere perché per ogni . Possiamo concludere che
Svolgimento.
ovvero . Dimostriamo per induzione che anzi vale la disuguaglianza per ogni .
Con una sola dimostrazione abbiamo ottenuto che la successione è definita per ogni e che è limitata inferiormente.
Sempre per induzione dimostriamo che per ogni .
Svolgimento.
Sempre per induzione possiamo dimostrare che
(5)
Cerchiamo inoltre di capire se e quando la successione è crescente
Dallo studio dell’equazione
possiamo determinare il comportamento della successione al variare di :
Calcolare
Svolgimento.
ovvero
Dimostriamo per induzione che la successione è non decrescente:
Da questa dimostrazione possiamo concludere che
e quindi considerare i reciproci, ottenendo l’uguaglianza
riuscendo così a riscrivere il termine -esimo della serie come
Quindi
ovvero la serie proposta è telescopica. Allora
Per lo studio del comportamento della successione definita per ricorrenza riprendiamo l’esercizio 4 e nel nostro caso possiamo concludere che
quindi
Svolgimento punto a.
Dalla definizione di otteniamo
e cerchiamo di risolvere l’integrale con la sostituzione naturale
Grazie al metodo di decomposizione in fratti semplici otteniamo che
Possiamo quindi ricavare l’espressione analitica di
e studiare il suo grafico. La funzione ha dominio coincidente con l’insieme dei numeri reali e inoltre è simmetrica rispetto all’origine degli assi, infatti
Dallo studio del segno otteniamo che
ovvero per ogni . Grazie al calcolo dei limiti
scopriamo che la funzione ammette due asintoti orizzontali, il primo per e il secondo per . Dallo studio della derivata prima
otteniamo che la funzione è strettamente decrescente e possiamo disegnarne il grafico.
Svolgimento punto b.
Dal punto a) dell’esercizio è possibile riscrivere la successione definita per ricorrenza come
Dimostriamo per induzione che per ogni .
Dalla riscrittura del termine -esimo possiamo studiare la condizione affinché la successione sia monotona decrescente,
e tale condizione è vera per ogni .
Dallo studio dell’equazione , già affrontato nel punto a), possiamo verificare che l’unico candidato limite è e concludere che, poiché la successione è decrescente e positiva, .
Ovviamente nel caso autonomo è possibile stilare una strategia per studiare la convergenza della successione grazie anche alla costruzione di un diagramma a ragnatela.
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