Verifica del limite – Richiami di teoria
In questo articolo riportiamo i concetti teorici necessari a svolgere gli esercizi della raccolta di Esercizi sulla verifica del limite. La trattazione è sintetica, ma contiene gli elementi utili alla soluzione degli esercizi.
Introduzione
Il nostro ambiente di lavoro è la cosiddetta retta reale estesa, ossia l’insieme . Essa consiste appunto dell’insieme dei numeri reali con l’aggiunta dei simboli e , che vengono detti rispettivamente meno infinito e più infinito e rappresentano l’idea intuitiva di numeri infinitamente grandi in modulo, rispettivamente minori e maggiori di ogni numero reale; infatti l’usuale relazione d’ordine su si estende per definizione a
(1)
Intorni e punti di accumulazione
Poiché per lo studio dei limiti dobbiamo formalizzare l’idea intuitiva di “avvicinarsi a un elemento di “, bisogna definire la nozione di intorno di un elemento , cioè un insieme di numeri reali che “circonda” .
Dato , si dice intorno di un insieme contenente un intervallo aperto delle seguenti forme:
1. se , con ;
2. se , con ;
3. se , con .
Osservazione 1. Dato che un intorno è dunque un qualsiasi insieme contenente un intervallo aperto delle forme specificate nella definizione 1, vedremo che nella pratica è sufficiente lavorare con gli intervalli aperti della forma , e . Segnaliamo infatti che alcuni testi definiscono intorni esclusivamente tali intervalli, proprio in virtù del fatto che la topologia di e la teoria dei limiti che ne deriva rimane invariata.
Vogliamo ora definire il concetto di limite di una funzione. Come anticipato nell’introduzione, tale nozione è una formalizzazione della seguente idea intuitiva: se è una funzione e , a quale valore si avvicina se si avvicina a ?
Per dare significato a questa idea, però, occorre che il punto sia “avvicinabile” da punti del dominio di , altrimenti non è definita “nei dintorni” di . Questa nozione si formalizza mediante il concetto di punto di accumulazione.
Dato e , esso si dice punto di accumulazione per se ogni intorno di contiene punti di distinti da ; in formule, se
(2)
Intuitivamente parlando, è di accumulazione per se i punti di si “addensano” intorno a . Osserviamo che non deve necessariamente appartenere all’insieme affinché esso sia un punto di accumulazione per esso: si verifica facilmente ad esempio che è un punto di accumulazione per l’insieme , pur non appartenendo a esso.
Notiamo inoltre che può anche non essere un numero reale, può cioè essere pari a o . Si vede facilmente che è un punto di accumulazione per l’insieme se e solo se è illimitato inferiormente, mentre è un punto di accumulazione per l’insieme se e solo se è illimitato superiormente.
Limiti
Possiamo ora enunciare la definizione di limite.
Sia , sia un punto di accumulazione per , sia una funzione e sia . Si dice che è il limite di per che tende a se, per ogni intorno di , esiste un intorno di tale che
(3)
In tal caso si scrive
(4)
La definizione di limite, per quanto possa sembrare oscura, formalizza effettivamente l’idea intuitiva presentata prima: ha limite in se può essere reso arbitrariamente vicino a se è sufficientemente vicino a . Infatti, analizziamo nel dettaglio le varie parti della definizione.
- Si richiede che sia un punto di accumulazione per perché vogliamo studiare il comportamento di nei punti di vicini a , escludendo però , come si vedrà analizzando \eqref{eq:def_limite}. può essere un numero reale o anche o ; in questi ultimi due casi, vogliamo studiare il comportamento di quando diventa rispettivamente arbitrariamente piccolo o arbitrariamente grande. Ovviamente, affinché ciò sia possibile, occorre che il dominio di sia illimitato rispettivamente inferiormente o superiormente, cioè che o siano dei punti di accumulazione per .
- La parte nella definizione 3 “per ogni intorno di … ” formalizza proprio l’idea intuitiva “ può essere reso arbitrariamente vicino a “. Infatti, “per ogni intorno di ” significa proprio “per qualsiasi grado di vicinanza tra e “.
- La parte nella definizione “esiste un intorno di tale che … ” significa “per abbastanza vicino a …”.
- La parte “” significa che è vicino a quanto desiderato.
- La parte “” significa che la condizione è vera per ogni sufficientemente vicino a (cioè ) su cui si possa calcolare (cioè ), diverso però da stesso (cioè ).
La definizione 3 è una delle più importanti della Matematica, dunque invitiamo il lettore a riflettere su di essa e a prendersi il tempo necessario a comprenderla. Lo scopo di questa dispensa consiste proprio nell’applicazione di tale definizione in numerosi casi particolari che coprano una varietà abbastanza ampia di situazioni, proprio al fine di comprenderla meglio e verificarne l’utilità.
Come si evince dalla definizione 3, il punto in cui si calcola il limite di può non appartenere al dominio di , dunque il valore potrebbe non esistere (ad esempio quando ). Ciò fa intuire l’importanza della nozione di limite, che consente di studiare i valori di intorno a , anche nei casi in cui non è definita. Vedremo numerosi esempi di tali circostanze nel corso della dispensa.
Sottolineiamo inoltre che, anche quando appartiene al dominio di , il valore in generale non ha alcuna relazione con l’eventuale limite di in . Infatti, dall’equazione (3) si vede che deve appartenere all’intorno di scelto, per ogni escluso . Cioè, in accordo con (3), il valore non ha alcuna influenza sul valore del limite e anzi si può vedere che, se si modifica assegnandole qualunque valore in , essa continua ad avere lo stesso limite.
In altre parole, nella definizione di limite, siamo interessati soltanto ai valori che assume nei punti “vicini” a , trascurando completamente l’eventuale valore assunto in , che non ha alcuna rilevanza. Anche di tali situazioni vedremo numerosi esempi nel corso della dispensa.
Risulta utile vedere come si scrive esplicitamente la definizione 3 suddividendo le casistiche in cui , , e , , . Infatti, in ognuno di questi casi, gli intorni di e assumono forme diverse, come si evince dalla definizione 2. Li mostriamo nella tabella 1 fornendo per ognuno di essi più modi equivalenti per esplicitare la definizione 3. Sottolineiamo che, in virtù dell’osservazione 1, utilizziamo direttamente gli intervalli aperti contenuti negli intorni; infatti, poiché ogni intorno contiene un intervallo aperto della forma stabilita dalla definizione 2, tale posizione non è restrittiva.
Osservazione 2. Poiché la nozione di limite serve per caratterizzare il comportamento di nelle vicinanze di , per studiare la validità della definizione 3 è sufficiente verificarla solo per intorni “sufficientemente piccoli” di , cioè contenuti in un fissato intorno di . Infatti, supponiamo di sapere che per ogni intorno di esiste un intorno di tale che
(5)
Consideriamo ora un qualunque intorno di . Se , allora appunto sappiamo esibire un intorno di per cui valga (5). Se invece , per definizione di intorno si ha . Poiché per sappiamo che esiste un intorno di soddisfacente (5), si ha
(6)
Dunque, i casi esplicitati dalla tabella 1 si possono modificare nelle seguenti forme.
- : “Per ogni …”, dove ;
- : “Per ogni …”, dove ;
- : “Per ogni …”, dove .
Utilizzeremo molte volte questa semplice osservazione nelle soluzioni degli esercizi.
Un risultato che riteniamo opportuno riportare e che consente appunto di parlare del limite di una funzione in un punto, è il seguente teorema di unicità, basato sull’osservazione che elementi distinti di possiedono intorni disgiunti.
Sia , sia e sia un punto di accumulazione per . Se il limite esiste, allora esso è unico.
Limiti sinistri e destri
Dato , può essere necessario studiare il comportamento di una funzione quando la variabile si avvicini a “da sinistra” o “da destra”, ossia quando si avvicini a assumendo però solo valori rispettivamente minori o maggiori di . Tale studio conduce alle nozioni di limiti sinistro e destro e, per presentarla, anteponiamo la seguente definizione di punti di accumulazione sinistri e destri di un sottoinsieme di numeri reali.
Dato e , esso si dice punto di accumulazione sinistro per se esso è un punto di accumulazione dell’insieme , ossia se e solo se per ogni si ha
(7)
Analogamente si dice punto di accumulazione destro se esso è un punto di accumulazione dell’insieme , ovvero se e solo se per ogni si ha
(8)
Segue subito dalla definizione che, se è un punto di accumulazione sinistro o destro per , allora esso è un punto di accumulazione per nel senso della definizione 1. Viceversa, se è di accumulazione per non è detto che esso sia di accumulazione sia destro che sinistro per , ma si può mostrare che esso è di accumulazione destro o sinistro per .
Osservazione 3. Si noti inoltre che la nozione di punto di accumulazione sinistro e destro non sarebbe particolarmente significativa se : sarebbe di accumulazione destro per se e solo se è di accumulazione per , mentre sarebbe di accumulazione sinistro per se e solo se è di accumulazione per . Ciò giustifica, nella definizione 4, aver assunto .
Utilizzando questi strumenti, possiamo definire i limiti sinistro e destro di una funzione in un punto.
Siano , sia un punto di accumulazione sinistro per , sia una funzione e sia .
Si dice che è il limite sinistro di per che tende a se, per ogni intorno di , esiste tale che
(9)
In tal caso si scrive
(10)
Analogamente si definisce il limite destro di per ed esso si indica con .
Osservazione 4. Non vengono definiti i limiti sinistri e destri nei casi in cui o in quanto, per l’osservazione 3, i limiti in tali punti sono soltanto destri (per ) e sinistri (per ).
Per i limiti sinistri e destri valgono tutte le osservazioni precedentemente effettuate per i limiti, con le dovute modifiche. Riportiamo poi il seguente risultato, utile nella soluzione di alcuni esercizi, che afferma che una funzione ha limite in un punto se e solo se i due limiti destro e sinistro in tale punto esistono e coincidono con .
Sia , sia un punto di accumulazione sinistro e destro per , sia e sia . Le seguenti affermazioni sono equivalenti:
;
.
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