Leggi della dinamica: 58 Eserciz svolti
Le leggi della dinamica rappresentano uno degli argomenti fondamentali nei corsi di fisica 1, ed è essenziale esercitarsi per comprenderle appieno. In questo articolo troverete 58 esercizi svolti sulle leggi di Newton. Questa raccolta rappresenta una selezione accurata degli esercizi che riteniamo più significativi nei seguenti testi:
- Rosati, Luigi. Fisica Generale (Vol. 1-2). Zanichelli, 1997.
- Mencuccini, C., Silvestrini, G. Fisica (Vol. 1-2). Liguori Editore, 2000.
- Mazzoldi, P., Nigro, M., Voci, C. Elementi di Fisica (Vol. 1-3). Edises, 2004.
- Resnick, R., Halliday, D., Walker, J. Fundamentals of Physics (10th Edition). Wiley, 2013.
- Goldstein, H. Classical Mechanics (3rd Edition). Addison-Wesley, 2001.
- Griffiths, D.J. Introduction to Electrodynamics (4th Edition). Cambridge University Press, 2017.
- Landau, L.D., Lifshitz, E.M. Mechanics (Vol. 1 of Course of Theoretical Physics). Pergamon Press, 1976.
Oltre ai testi di riferimento tradizionali, abbiamo integrato la raccolta con esercizi selezionati da prove d’esame di vari docenti universitari, arricchendola ulteriormente con problemi originali elaborati dal nostro team di esperti.
Gli esercizi sono progettati per studenti di ingegneria, fisica e matematica che seguono il corso di Fisica 1, oltre che per appassionati della materia. La collezione include problemi di varia difficoltà: dai più semplici a quelli complessi, che richiedono una riflessione prolungata per giungere alla soluzione. È una risorsa preziosa che offre stimoli anche agli esperti del settore, grazie alla presenza di esercizi particolarmente sfidanti.
Il capitolo successivo, coerentemente con l’ordine didattico, è dedicato alla Dinamica del punto materiale: Lavoro ed energia in Meccanica classica, dove potrete trovare 82 esercizi svolti, selezionati con la medesima cura.
Potete accedere all’intero corso di meccanica classica, risultato del materiale prodotto dal nostro team negli ultimi 4 anni. Ulteriori dettagli sugli autori e i revisori sono disponibili nella sezione dedicata alla fisica.
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Autori e revisori
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Autori e Revisori:
Valerio Brunetti, Giuseppe Palaia.
Autori:
Romano Rotonda, Daniele Massaro, Andrea Corradini, Davide Vignotto, Cosimo Tommasi.
Revisori:
Autori in collaborazione:
Giulia Romoli, Antonio Figura, Christian Magliano.
Ex Autori & Revisori:
Patrizio Di Lorenzo, Simone Brozzesi, Nicola Santamaria, Vittorio Larotonda, Leonardo Rebeschini, Simone Romiti, Antonio Junior Iovino, Daniele Bjørn Malesani, Tiziano Schiavone, Serena Lezzi, Marco Chilioiro.
Introduzione
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Le leggi della dinamica, formulate da Isaac Newton nel XVII secolo, rappresentano uno dei pilastri della fisica. Queste leggi descrivono il moto degli oggetti e le forze che li influenzano, costituendo il fondamento della meccanica classica. La storia del loro sviluppo riflette i progressi scientifici dell’epoca e l’evoluzione del pensiero umano riguardo alla natura e all’universo.
Prima di Newton, vari filosofi e scienziati avevano cercato di comprendere il moto e le forze. Tra questi, Galileo Galilei fu uno dei più influenti. Intorno al 1600, Galileo condusse esperimenti che sfidarono le teorie aristoteliche sul moto, che sostenevano che lo stato naturale dei corpi fosse la quiete e che un oggetto in movimento avrebbe cessato di muoversi se non fosse stata applicata una forza continua. Galileo dimostrò che un corpo in movimento, in assenza di attrito, continuerebbe a muoversi indefinitamente, introducendo il concetto di inerzia, che sarebbe diventato centrale nella prima legge di Newton.
Isaac Newton, ispirato dalle opere di Galileo e di altri scienziati come Johannes Kepler e René Descartes, formalizzò le tre leggi fondamentali della dinamica nel suo celebre lavoro Philosophiæ Naturalis Principia Mathematica, pubblicato nel 1687. La prima legge di Newton, o legge dell’inerzia, afferma che un corpo persiste nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme a meno che non venga applicata una forza esterna. Questo principio si oppone alla teoria fisica di Aristotele, dimostrando che il moto non richiede una forza per essere mantenuto, ma piuttosto una forza per essere alterato.
La seconda legge di Newton, o legge della forza e dell’accelerazione, stabilisce che la variazione del moto di un corpo è proporzionale alla forza applicata su di esso e avviene nella direzione della forza stessa. Questo principio introduce il concetto di forza come causa del cambiamento dello stato di moto e ha permesso di formulare previsioni quantitative sul moto degli oggetti.
La terza legge di Newton, nota come legge di azione e reazione, afferma che per ogni azione c’è una reazione uguale e contraria. Questa legge esprime una proprietà fondamentale delle forze e fu utilizzata da Newton per dimostrare la conservazione della quantità di moto.
Le leggi della dinamica di Newton non solo hanno rivoluzionato la fisica, ma hanno anche influenzato altre discipline e la visione generale del mondo. Esse hanno fornito una base solida per il calcolo delle orbite planetarie, permettendo a Newton di spiegare e prevedere il moto dei corpi celesti. Inoltre, queste leggi sono diventate fondamentali per lo sviluppo dell’ingegneria e della tecnologia, dalla costruzione di ponti e edifici alla progettazione di veicoli e macchinari.
Nel corso del tempo, la meccanica newtoniana è stata rivalutata e, in alcuni casi, ampliata. La teoria della relatività di Albert Einstein ha introdotto correzioni significative per oggetti che si muovono a velocità prossime a quella della luce, e la meccanica quantistica ha rivelato che, su scala atomica e subatomica, le leggi di Newton non si applicano esattamente come descritto. Tuttavia, nonostante queste rivoluzioni scientifiche, le leggi della dinamica di Newton restano estremamente valide e precise nella maggior parte delle situazioni quotidiane e continuano ad essere insegnate come parte fondamentale della fisica.
La storia delle leggi della dinamica è un esempio affascinante di come la scienza si evolve attraverso l’osservazione, la sperimentazione e la sintesi teorica. Le intuizioni di Newton hanno cambiato radicalmente la nostra comprensione del mondo fisico e continuano ad essere una parte essenziale della fisica moderna.
Dinamica del punto materiale
La Cinematica si occupa dello studio del movimento dei corpi considerando esclusivamente aspetti geometrici, ossia la posizione e il tempo. Tuttavia, per comprendere più a fondo i fenomeni che governano il movimento, è necessario introdurre la Dinamica, che analizza il moto in relazione alle forze che lo determinano. In questo contesto, concentreremo la nostra attenzione sulla Dinamica del punto materiale, concetto fondamentale nella fisica classica. Un punto materiale è un corpo le cui dimensioni lineari sono trascurabili rispetto alle altre lunghezze caratteristiche del problema in esame. Di conseguenza, non è necessario considerare né la struttura interna del corpo né le sue eventuali rotazioni su sé stesso.
La decisione di trattare un corpo come punto materiale dipende strettamente dal contesto del problema specifico. Ad esempio, una navicella spaziale può essere approssimata come punto materiale quando si studia la sua orbita attorno alla Terra. Tuttavia, tale semplificazione risulta inadeguata quando si analizzano fenomeni come il rientro nell’atmosfera terrestre, dove le forze aerodinamiche e il comportamento delle diverse parti della navicella diventano rilevanti.
Il principio di inerzia o primo principio della dinamica
Il principio di inerzia o primo principio della dinamica, formulato da Galileo Galilei e successivamente formalizzato da Isaac Newton, è uno dei pilastri fondamentali della meccanica classica.
Questo principio afferma che, un corpo mantiene il proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme finché una forza esterna non interviene a modificarne lo stato. In altre parole, un corpo non soggetto a interazioni esterne continuerà a muoversi in linea retta con velocità costante, o rimarrà in quiete se già fermo. Questa proprietà dei corpi, di resistere a cambiamenti nel loro stato di moto, è definita inerzia.
Il principio di inerzia è applicabile solo in sistemi di riferimento in cui le forze come l’attrito e altre forze agenti si annullano tra loro. Per esempio, è una buona approssimazione considerare una sferetta su un piano orizzontale levigato come soggetta al principio di inerzia. In assenza di attrito, infatti, un corpo continuerà a muoversi indefinitamente lungo una retta. Tuttavia, per una comprensione più approfondita della validità del principio di inerzia, è fondamentale considerare la natura del sistema di riferimento.
Il sistema di riferimento inerziale
Dal primo principio della dinamica si definisce cosa è un sistema di riferimento inerziale.
Un sistema di riferimento inerziale è un sistema di riferimento in cui il principio di inerzia è valido. Questo significa, dal punto di vista cinematico, che all’interno di tale sistema, un corpo non soggetto a forze esterne mantiene il suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme.
I sistemi di riferimento inerziali sono essenziali nella meccanica classica poiché forniscono il contesto in cui le leggi di Newton sono applicabili in modo diretto e senza correzioni.
Un sistema di riferimento è detto non inerziale quando si muove con un’accelerazione rispetto a un sistema di riferimento inerziale. Dal punto di vista cinematico, un sistema di riferimento non inerziale è un sistema soggetto a un’accelerazione, che può essere lineare o rotazionale.
In questi sistemi, le leggi della dinamica di Newton non si applicano direttamente, e per descrivere correttamente il moto degli oggetti, è necessario introdurre forze apparenti o pseudo-forze, come la forza centrifuga o la forza di Coriolis.
Queste forze non derivano da interazioni fisiche reali, ma sono invece un risultato dell’accelerazione del sistema di riferimento stesso. Esempi comuni di sistemi di riferimento non inerziali includono un’automobile che accelera o una giostra che ruota. In questi contesti, per comprendere e prevedere il moto degli oggetti, è essenziale tenere conto delle pseudo-forze (forza apparenti) che emergono a causa dell’accelerazione del sistema.
In ogni caso, l’obiettivo di questo articolo non è trattare i sistemi di riferimento non inerziali o le forze apparenti. Pertanto, in tutte le analisi e negli esercizi proposti, si farà sempre riferimento a sistemi di riferimento inerziali.
La massa di un corpo
La massa di un corpo è una proprietà fondamentale nella dinamica, in quanto determina la risposta del corpo alle forze applicate. Se un corpo non si muove di moto rettilineo uniforme rispetto a un sistema di riferimento inerziale, l’accelerazione che esso possiede deve essere attribuita alle forze esercitate su di esso da altri sistemi materiali circostanti. Newton fu il primo a studiare quantitativamente le accelerazioni che due corpi possono acquisire interagendo tra loro, ignorando le interazioni con altri corpi. Le sue conclusioni possono essere riassunte nei seguenti punti:
- a) Se in un determinato istante uno dei due corpi possiede un’accelerazione , anche l’altro corpo possiede un’accelerazione .
- b) Le accelerazioni dei due corpi hanno la stessa direzione, ma versi opposti.
- c) Il rapporto tra i moduli delle due accelerazioni rimane costante nel tempo ed è uguale al valore di tale rapporto quando i corpi vengono lasciati liberi di interagire.
Consideriamo, ad esempio, due corpi posti alle estremità di una molla compressa. Quando la molla viene lasciata libera di espandersi, i corpi acquisiscono moto accelerato. Se le accelerazioni dei corpi rimangono proporzionali in ogni istante, allora anche le velocità e dei corpi devono essere tali che il rapporto tra di esse sia costante. Questo implica che il rapporto tra le masse dei corpi deve rimanere invariato nel tempo.
Il secondo principio di Newton
Quando un corpo di massa si muove di moto accelerato rispetto a un sistema di riferimento inerziale, esso è soggetto a una forza , che può essere espressa matematicamente come:
Questa equazione costituisce la definizione formale di forza, una grandezza vettoriale le cui dimensioni fisiche sono:
Nel sistema MKS (Metro-Kilogrammo-Secondo), l’unità di misura dell’intensità di una forza è definita come un’unità derivata dalla relazione , che lega il modulo della forza all’accelerazione. Di conseguenza, l’unità di misura della massa è il chilogrammo (kg), mentre l’unità di misura dell’accelerazione è il metro al secondo quadrato (). Pertanto, l’unità di misura della forza è il newton (N), definito come segue:
Il newton (N) rappresenta l’intensità di una forza che, agendo su un corpo di massa 1 kg, gli imprime un’accelerazione di .
La forza esercitata su un corpo è il risultato delle interazioni tra il corpo stesso e i sistemi materiali circostanti. Consideriamo, ad esempio, il caso di due soli corpi in interazione reciproca: sia la massa del primo corpo (denominato corpo 1), che assumiamo essere approssimabile a un punto materiale, e sia l’accelerazione che questo corpo possiede in un determinato istante a causa dell’interazione con il secondo corpo (corpo 2). In tal caso, la quantità rappresenta, per definizione, la forza agente sul punto materiale nell’istante considerato. Se consideriamo inoltre un terzo corpo (corpo 3) che interagisce con il corpo 1, è possibile definire in maniera analoga la forza . Una questione naturale che sorge è la seguente: cosa accade se il corpo 1 interagisce simultaneamente con i corpi 2 e 3?
L’accelerazione risultante sarà data dalla somma vettoriale delle accelerazioni dovute a ciascuna delle forze agenti:
Moltiplicando entrambi i membri della precedente equazione per , si ottiene:
In cui e corrispondono rispettivamente alle forze e . Pertanto, la forza complessiva agente sul corpo 1 è data dalla somma:
Le forze si sommano secondo la regola di addizione vettoriale, il che conferma che le forze sono quantità vettoriali. La precedente relazione è stata verificata sperimentalmente entro i limiti degli errori sperimentali, e la validità delle conseguenze di tale assunzione costituisce una prova tangibile del carattere vettoriale delle forze.
La forza risultante agente su un corpo è dunque la somma vettoriale delle singole forze esercitate sul corpo dai diversi sistemi materiali che interagiscono con esso.
Dato un punto materiale di massa , la relazione tra la forza risultante , l’accelerazione e la massa è espressa dalla seguente equazione:
Questa equazione rappresenta il Secondo principio di Newton, enunciato come segue:
In un sistema di riferimento inerziale, l’accelerazione di un punto materiale è direttamente proporzionale alla forza risultante agente su di esso e inversamente proporzionale alla massa del punto materiale.
L’equazione costituisce un fondamento cruciale per lo sviluppo della Dinamica ed è valida in generale nell’ambito della Meccanica Classica, purché il moto sia studiato in un sistema di riferimento inerziale (i sistemi di riferimento non inerziali saranno discussi).
Alcune considerazioni rilevanti sul secondo principio di Newton includono:
- a) Se a un corpo di massa nota vengono applicate successivamente diverse forze , , ecc., l’accelerazione risultante sarà sempre coerente con la relazione .
- b) Se una forza , precedentemente misurata, viene applicata a corpi di masse diverse , le relazioni () risulteranno tutte verificate, confermando la validità del secondo principio di Newton.
- c) Quando una forza viene applicata a un corpo già in moto, l’accelerazione prodotta è indipendente dalla velocità che il corpo aveva in quell’istante, e si somma a qualsiasi altra accelerazione già presente (principio dell’indipendenza delle azioni simultanee).
- d) Se più forze agiscono simultaneamente su un corpo, l’accelerazione risultante sarà la stessa di quella prodotta da una singola forza equivalente , somma vettoriale delle forze considerate.
È importante notare che il secondo principio della dinamica ha senso solo se applicato in un sistema di riferimento inerziale, la cui definizione deriva dal primo principio della dinamica. Pertanto, il secondo principio dipende dal primo. Quando , è possibile estendere la definizione di sistema di riferimento inerziale, che inizialmente si applicava solo in assenza di forze. In questo caso, si può considerare il sistema come inerziale anche se la somma delle forze è nulla.
Statica del punto materiale
Un punto materiale si trova in una posizione di equilibrio se la sua velocità è nulla e la risultante delle forze agenti su di esso è costantemente nulla. In tal caso, il punto materiale non subisce alcuno spostamento dalla posizione occupata: infatti, lo spostamento infinitesimo è nullo perché la velocità è nulla, e rimane tale poiché l’accelerazione è zero. Inversamente, se un punto materiale rimane in quiete, allora la risultante delle forze agenti su di esso deve essere nulla. Se invece ma , il punto si muoverà, come accade anche nel caso opposto in cui ma .
Condizione necessaria e sufficiente affinché un punto materiale resti in quiete in una determinata posizione è che la velocità sia nulla e che la risultante delle forze agenti rimanga costantemente nulla nel tempo.
La condizione può verificarsi sia in assenza di forze che nel caso in cui le forze si bilancino esattamente. Nel caso di due sole forze e , la condizione implica che e siano opposte tra loro. Nel caso di tre forze, una di esse deve essere opposta alla risultante delle altre due (); la somma può essere determinata utilizzando la regola del parallelogramma. In generale, la condizione implica che i vettori corrispondenti, disposti in sequenza, formino un poligono chiuso; per imporre ulteriormente tale condizione, è sufficiente che la somma vettoriale delle componenti lungo gli assi e sia nulla.
Se la posizione è una posizione di equilibrio, si possono distinguere le seguenti situazioni:
- Equilibrio stabile: se, a seguito di un piccolo spostamento dalla posizione di equilibrio, il punto materiale tende a ritornare nella posizione originale.
- Equilibrio instabile: se, a seguito di un piccolo spostamento dalla posizione di equilibrio, il punto materiale tende ad allontanarsi ulteriormente da essa.
- Equilibrio indifferente: se, in un intorno di , ciascun punto è una posizione di equilibrio.
Questi tre tipi di equilibrio possono essere osservati, ad esempio, nel caso di una pallina posata nel punto più basso di una conca (equilibrio stabile), sulla sommità di una collina (equilibrio instabile), o su un piano orizzontale (equilibrio indifferente).
Se un corpo è in equilibrio sotto l’azione di due forze e , l’equilibrio di una delle forze può essere determinato bilanciandola con un’altra forza di valore noto. In questo contesto, la forza più rilevante è la forza peso, la cui intensità può essere variata aggiungendo o rimuovendo pesi supplementari.
Seconda legge di Newton con massa variabile
Nella forma più generale, la seconda legge della dinamica può essere espressa in termini di quantità di moto. La quantità di moto di un corpo è definita come il prodotto della sua massa e della sua velocità :
La forza agente su un corpo è definita come la derivata temporale della quantità di moto:
Quando la massa del corpo è costante, questa relazione si riduce alla forma classica della seconda legge di Newton:
dove è l’accelerazione del corpo.
Tuttavia, se la massa del corpo varia nel tempo, la derivata della quantità di moto si espande come segue:
Qui, il termine rappresenta il contributo alla forza dovuto alla variazione della massa, mentre il termine rappresenta la forza dovuta all’accelerazione del corpo con massa variabile.
Pertanto, la forza agente su un corpo con massa variabile si esprime come:
Questa forma generale della seconda legge della dinamica è cruciale per descrivere situazioni in cui la massa di un corpo cambia durante il moto, come nel caso di un razzo che brucia carburante o un sacco che perde sabbia. Dunque, la seconda legge della dinamica può essere riformulata come segue.
In un sistema di riferimento inerziale, la derivata temporale della quantità di moto di un punto materiale è uguale alla risultante delle forze agenti su di esso.
Esempio: il sacco bucato
Consideriamo un esempio pratico: un sacco che perde sabbia durante il movimento. Supponiamo che la velocità del sacco sia e che la massa del sacco diminuisca costantemente a un tasso , dove è una costante positiva, avente unità di misura kg/s.
Applicando la seconda legge della dinamica in termini di quantità di moto, la forza agente sul sacco è:
In assenza di altre forze esterne (), questa relazione implica che:
cioè
La precedente equazione può essere risolta scegliendo un opportuno sistema di riferimento inerziale, ma questo esula dagli scopi di questa breve introduzione.
Il terzo principio della dinamica
Il terzo principio della dinamica, noto anche come principio di azione e reazione, è un concetto fondamentale nella fisica classica formulato da Isaac Newton. Questo principio enuncia che a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. In altre parole, se un corpo esercita una forza su un corpo , allora il corpo esercita simultaneamente una forza di uguale intensità ma di direzione opposta su . Queste due forze non si annullano a vicenda perché agiscono su corpi diversi.
Se un corpo esercita una forza su un corpo , allora il corpo esercita su una forza di uguale modulo, stessa direzione e verso opposto:
Questo principio è di fondamentale importanza perché stabilisce l’interazione reciproca tra due corpi. Le forze di azione e reazione hanno sempre la stessa natura (per esempio, entrambe sono forze gravitazionali, o entrambe sono forze elettromagnetiche) e agiscono lungo la linea che congiunge i centri dei due corpi.
Un esempio classico dell’applicazione del terzo principio è il caso di un libro appoggiato su un tavolo. Il libro esercita una forza verso il basso, dovuta al suo peso, sul tavolo. Secondo il terzo principio, il tavolo esercita una forza uguale e contraria verso l’alto sul libro, mantenendolo in equilibrio. Queste due forze, pur avendo lo stesso modulo e direzione opposta, agiscono su corpi diversi (il libro e il tavolo) e quindi non si annullano.
Un altro esempio significativo si può osservare nel moto dei corpi celesti. Quando un pianeta orbita attorno a una stella, la forza gravitazionale esercitata dalla stella sul pianeta è accompagnata da una forza di uguale intensità esercitata dal pianeta sulla stella. Anche in questo caso, le due forze agiscono su corpi diversi e quindi non si annullano, ma governano il moto orbitale del pianeta.
Il terzo principio della dinamica è applicabile in tutte le interazioni fondamentali conosciute, inclusi i campi gravitazionali, elettromagnetici e nucleari. La sua validità si estende anche ai fenomeni quotidiani, come camminare (dove i piedi spingono contro il suolo e il suolo spinge contro i piedi, permettendo il movimento) e il volo di un aereo (dove l’elica o i motori a getto spingono l’aria all’indietro e, per reazione, l’aereo viene spinto in avanti).
È importante notare che le forze di azione e reazione non si annullano mai tra loro poiché agiscono su corpi distinti. Inoltre, queste forze si manifestano sempre contemporaneamente: non può esistere una forza di azione senza la corrispondente forza di reazione.
Validità del terzo principio della dinamica nei sistemi di riferimento inerziali e non inerziali
Il terzo principio della dinamica, che afferma che a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, è un principio fondamentale della meccanica classica. Tuttavia, la sua validità dipende dal sistema di riferimento in cui viene applicato.
Sistemi di riferimento inerziali
Nei sistemi di riferimento inerziali, cioè quelli che non sono soggetti ad accelerazioni, il terzo principio di Newton è pienamente valido. Questo è perché in tali sistemi, le forze tra due corpi interagenti sono sempre reciproche e simultanee, rispettando rigorosamente l’uguaglianza e la direzione opposta delle forze di azione e reazione. Ad esempio, se un corpo esercita una forza su un corpo , il corpo eserciterà simultaneamente una forza di uguale intensità ma di verso opposto su . Questo principio è un riflesso della simmetria delle leggi della fisica in sistemi di riferimento inerziali.
Sistemi di riferimento non inerziali
Nei sistemi di riferimento non inerziali, cioè quelli che sono soggetti ad accelerazioni (come un sistema in rotazione o un sistema che subisce un’accelerazione lineare), il terzo principio della dinamica può non essere valido in modo semplice e diretto. La ragione risiede nel fatto che nei sistemi non inerziali compaiono forze aggiuntive chiamate forze apparenti o forze fittizie, come la forza centrifuga o la forza di Coriolis. Queste forze non derivano da interazioni fisiche tra corpi, ma sono il risultato dell’accelerazione del sistema di riferimento stesso.
Per esempio, consideriamo una persona che si trova all’interno di un’auto in curva. Dal punto di vista della persona, sembra esserci una forza che la spinge verso l’esterno della curva (la forza centrifuga). Tuttavia, questa forza non è esercitata da un altro corpo, e non c’è una reazione uguale e contraria corrispondente che possa essere identificata nel sistema di riferimento non inerziale dell’auto. In questo caso, il terzo principio della dinamica non è applicabile senza modifiche o considerazioni aggiuntive.
In un sistema di riferimento non inerziale, la presenza di forze apparenti rompe la simmetria che esiste nei sistemi inerziali, e quindi le forze di azione e reazione potrebbero non essere uguali e opposte. Di conseguenza, il terzo principio della dinamica, nella sua forma classica, non si applica direttamente nei sistemi non inerziali.
Versione alternativa del terzo principio della dinamica
Questa sezione è rivolta a chi ha già familiarità con la teoria dei sistemi di punti materiali. Pertanto, il contenuto va oltre gli scopi di questo articolo, ma lo includiamo per completezza. Un modo alternativo per enunciare il terzo principio della dinamica è il seguente.
In un sistema di riferimento inerziale, la quantità di moto totale e il momento angolare totale rispetto a un polo fisso di un sistema materiale libero si conservano.
Da questa formulazione si dimostra che:
Se un corpo esercita una forza su un corpo , allora il corpo esercita su una forza di uguale modulo, con la stessa direzione e verso opposto:
Bibliografia
Rosati, G., Fisica Generale 1, CEDAM, Padova, 1982.
Questo libro è una risorsa classica per la fisica generale e copre in dettaglio i principi della dinamica, tra cui le leggi di Newton e le applicazioni nella meccanica classica.
Mencuccini, C., & Silvestrini, V., Fisica: Meccanica e Termodinamica, Zanichelli, Bologna, 2007.
Un testo molto utilizzato nei corsi di fisica che fornisce una chiara esposizione dei concetti fondamentali della meccanica, inclusi gli esempi pratici come quelli citati negli articoli.
Holton, G., & Brush, S. G., Storia della fisica, Editori Laterza, Roma-Bari, 1999.
Questo libro offre una panoramica storica dello sviluppo della fisica, con particolare attenzione alla nascita e all’evoluzione delle leggi della dinamica e alla figura di Newton nel contesto storico.
Testi degli esercizi
Leggi della dinamica: esercizio 1
Esercizio 1 . Il sistema in figura 1 è composto da due masse kg e kg in equilibrio. Se la forza di attrito statico tra il blocco di massa e il piano di appoggio è massima, quanto vale il coefficiente di attrito statico?
Figura 1: schema del problema leggi della dinamica 1.
Leggi della dinamica: esercizio 2
Esercizio 2 . Due corpi di masse e , collegati da un filo, scendono lungo un piano inclinato di un angolo . Tra e il piano non c’è attrito mentre tra e il piano c’è attrito. Calcolare che valore deve avere il coefficiente di attrito affinchè il moto sia rettilineo uniforme.
Figura 2: schema del problema leggi della dinamica 2.
Leggi della dinamica: esercizio 3
Esercizio 3 . Due masse e collegate da un filo possono scorrere su un piano inclinato liscio. Ad è applicata una forza variabile, diretta come in figura 3, di modulo N/s (con espresso in secondi). Sapendo che il filo sopporta una tensione massima di modulo , determinare l’istante di rottura del filo.
Nota. Supporre il filo inestensibile e di massa trascurabile e trascurare ogni tipo di attrito.
Figura 3: schema del problema leggi della dinamica 3.
Leggi della dinamica: esercizio 4
Esercizio 4 . Un punto materiale di massa è collegato da un filo , inestensibile e di massa trascurabile, ad un punto fisso , e ad un punto materiale di massa tramite un filo , inestensibile e di massa trascurabile. I fili e hanno lunghezza rispettivamente e . Il sistema, che sta in un piano orizzontale, ruota con velocità angolare costante attorno al punto fisso . Si trascuri ogni forma di attrito. Si richiede di trovare i moduli delle tensioni dei due fili.
Figura 4: schema del problema leggi della dinamica 4.
Leggi della dinamica: esercizio 5
Esercizio 5 Due masse e sono posizionate su un piano inclinato con angolo . I coefficienti di attrito dinamico tra i blocchi e e il piano sono rispettivamente e , con . Le masse sono collegate da un filo di lunghezza .
All’istante , la massa inizia a scivolare lungo il piano. All’istante , il filo si tende e la massa comincia a muoversi. Da quel momento, entrambe le masse si muovono con velocità costante.
Si richiede di calcolare:
- Valori dei coefficienti di attrito. Il coefficiente di attrito in funzione di , , e , mentre va espresso in funzione di , , , , e .
- La tensione del filo in funzione di , , , e .