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Urti: testi degli esercizi

Urti in Meccanica classica

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Urti: testi degli esercizi

 

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Urti: autori e revisori

 

Testi degli esercizi sugli urti

 

Esercizio 1.   (\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Tre blocchetti di massa m_1= 1 kg, m_2= 4\,\text{kg}, m_3= 3\,\text{kg} stanno su un asse orizzontale liscio. Il blocchetto m_1 ha velocità v_1= 2 \,\text{m/s}, il blocchetto m_2 è fermo, il blocchetto m_3 ha velocità v_3= -1\,\text{m/s} . Nello stesso istante contemporaneamente i blocchetti m_1 e m_3 urtano il blocchetto m_2, provenendo da versi opposti rispetto alla sua posizione, e vi restano attaccati. Calcolare: a) la velocità del sistema dopo l’urto, b) la variazione della quantità di moto di m_1 nell’urto; c) la variazione dell’energia cinetica di m_3 nell’urto.

 

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Figura 1: schema dell’esercizio urti 1.

 
 

Svolgimento esercizio 1.
 

Esercizio 2   (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Una massa M=0.5 kg, poggiata su un piano orizzontale liscio, è collegata tramite una molla ad una molla (k=450 \text{N}\cdot\text{m}^{-1}) ad una parete rigida. Essa esegue delle oscillazioni armoniche di ampiezza A=20 cm. Quando si trova nel punto di massima elongazione più lontano dalla parete, M viene colpita da una massa m=0.1 kg che si muove con velocità v=18 \text{m}\cdot \text{s}^{-1} lungo l’asse della molla. Calcolare la velocità del sistema delle due masse subito dopo l’urto e l’ampiezza A' delle oscillazioni dopo l’urto. Si assuma una lunghezza a riposo della molla nulla e che l’urto tra le due masse avvenga in modo completamente anelastico.

 

 

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Figura 2: schema dell’esercizio urti 2.

 
 

Svolgimento esercizio 2.
 

Esercizio 3  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Un corpo puntiforme si muove lungo un’asse orizzontale. All’istante t=0 [s] esso passa nell’origine con velocità v_0=3.317 \left[\dfrac{\text{m}}{\text{s}}\right] diretta verso le x positive. Per t>0 [s] il corpo è sottoposto a un’accelerazione a(x)=-5x\,\left[\dfrac{1}{\text{s}^2}\right]-3\,\left[\dfrac{\text{m}}{s}^2\right].
Calcolare:

a) dove si ferma.

Se durante il moto nella posizione x=0.4 [m], il corpo ne urta uno eguale e fermo e vi rimane attaccato, calcolare:

b) la velocità del sistema subito dopo l’urto.

 

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Figura 3: traiettoria di un corpo puntiforme soggetto ad accelerazione variabile e urto in x = 0.4 m.

 
 

Svolgimento esercizio 3.
 

Esercizio 4  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Un proiettile di massa m=0.1 kg e velocità v=200 m/s urta una sfera mantenuta in equilibrio da un filo inestensibile. La velocità v è orientata come in figura 4 e dopo l’urto la massa complessiva del sistema è M=10kg. Si consideri l’urto completamente anelastico e che avvenga in un tempo \tau=5\cdot10^{-4} s.

Calcolare

a) la variazione di quota della sfera dopo l’urto;

b) il valore della forza media durante l’urto.

 

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Figura 4: schema dell’esercizio urti 4.

 
 

Svolgimento esercizio 4.
 

Esercizio 5  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Sopra un piano orizzontale liscio sono posti due punti materiali di masse m_1 = 0.15 kg e m_2 = 0.37 kg, a contatto tra loro. Il punto m_1 è attaccato ad una molla di costante elastica k, in condizioni di riposo. Si sposta verso sinistra, comprimendo la molla, il punto m_1 di una quantità x_0=12 cm, mentre m_2 resta fermo, e lo si lascia libero con velocità nulla. Il punto m_1 ritorna verso il punto m_2 e lo urta in modo completamente anelastico. Calcolare lo spostamento massimo verso destra del sistema rispetto alla posizione di riposo della molla.

 

 

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Figura 5: schema dell’esercizio urti 5.

 
 

Svolgimento esercizio 5.
 

Esercizio 6  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Una sbarra rettilinea si trova in quiete sopra un piano orizzontale liscio; la sua lunghezza è \ell e la massa m. Mediante un colpo di martello dato a un estremo viene comunicata alla sbarra un impulso \vec{J} orientato come nella figura che segue. Calcolare:

  1. la velocità del centro di massa della sbarra;
  2. la velocità angolare della sbarra;
  3. ‘energia cinetica della sbarra.

 

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Figura 6: schema dell’esercizio urti 6.

 
 

Svolgimento esercizio 6.
 

Esercizio 7  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Un’asta lunga \ell e di massa M è in un piano verticale, ed è vincolata a ruotare, senza attrito, attorno al proprio centro O. Un punto materiale di massa m, lanciato verticalmente dal basso verso l’alto, colpisce l’asta a distanza R da O e vi rimane attaccato; la velocità prima dell’urto di m è v ed è diretta come in figura 7. Calcolare:

  1. la velocità angolare subito dopo l’urto;
  2. l’energia dissipata nell’urto;
  3. la velocità angolare del sistema quando ha compiuto una rotazione di \pi/2;
  4. (punto bonus) determinare il momento angolare del centro di massa rispetto ad O e del sistema m+M rispetto al centro di massa, un istante prima dell’urto, e dopo l’urto.

 
 

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Figura 7: schema dell’esercizio urti 7.

 
 

Svolgimento esercizio 7.
 

Esercizio 8  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Siano un punto materiale di massa m e un sistema di riferimento fisso Oxy. Il punto materiale di massa m all’istante iniziale t=0 ha la velocità \vec{v}_0, diretta nel verso positivo dell’asse delle x, come rappresentato in figura 8a. Successivamente il punto materiale colpisce un secondo punto materiale di uguale massa ed inizialmente fermo. Entrambi i punti materiali sono vincolati a muoversi nel piano xy. Dopo l’urto, considerato elastico, la prima particella ha una velocità \vec{v}_{f,1} formante un angolo \theta con l’asse delle x, come rappresentato in figura 8b. Determinare modulo e direzione della velocità \vec{v}_{f,2} della seconda particella un’istante dopo l’urto. I risultati vanno espressi in funzione del modulo della velocità \vec{v}_0 e l’angolo \theta.

 

 

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Svolgimento esercizio 8.
 

Esercizio 9  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Un pendolo semplice, di massa m_1= 0.2 kg e lunghezza \ell=0.5 m, è tenuto in equilibrio statico ad angolo \theta= 60^\circ rispetto alla verticale da una forza orizzontale F orientata come in figura 9. Calcolare

  • a) il modulo di \vec{F}.

Si rimuove \vec{F} e il corpo è lasciato libero di oscillare. Quando raggiunge la verticale urta contro un punto materiale di massa m_2=0.1 kg fermo sul bordo di un gradino alto h=0.6 m. Dopo l’urto l’ampiezza dell’oscillazione del pendolo è \theta_1 = 30^\circ mentre m_2 cade sotto l’azione della forza peso. Calcolare:

 

  • b) la velocità di m_2 subito dopo l’urto;
  • c) lo spazio orizzontale d percorso da m_2 prima di toccare terra.

 

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Figura 9: schema dell’esercizio urti 9.

 
 

Svolgimento esercizio 9.

 

Esercizio 10  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Si consideri un sistema costituito da due corpi A e B puntiformi, di massa m_A ed m_B, disposti agli estremi di un’asta, di massa trascurabile e lunghezza d. Il sistema è libero di ruotare senza attrito nel piano verticale, attorno ad un asse passante per O e perpendicolare al piano sul quale giace il sistema. Le distanze dei due punti A e B dal punto O sono rispettivamente d_A e d_B. Inizialmente il sistema è in quiete in posizione orizzontale. Ad un certo istante un proiettile di massa m e velocità v_0, inclinata di un angolo \theta= 20^\circ rispetto alla direzione AB, colpisce il corpo B, attraversandolo ed uscendone con una velocità v_0/2 e con la stessa direzione di entrata. Per effetto dell’urto il sistema inizia a ruotare. Si imponga che valga la condizione m_Ad_A=m_Bd_B, allora sotto questa condizione, calcolare:

a) la velocità angolare \omega_0 del sistema immediatamente dopo l’urto;

b) la velocità v_A del corpo A quando raggiunge la posizione più bassa A_1;

c) la forza media orizzontale R_{x,M} e verticale R_{y,M} della forza impulsiva generata in O durante l’urto, assunto di durata \Delta t.

d) la componente media orizzontale F_{x,M} e verticale F_{y,M} della forza impulsiva generata tra la massa m e m_B durante l’urto, assunto di durata \Delta t.

 

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Figura 10: schema dell’esercizio urti 10.

 
 

Svolgimento esercizio 10.

 

Esercizio 11  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Un disco omogeneo di massa M=0.5 kg e raggio R=20 cm ruota senza attrito in un piano orizzontale intorno al suo asse di simmetria con velocità angolare \omega_0= 30 rad/s. Un proiettile di massa m=60 g viene sparato, con direzione parallela all’asse di rotazione, sul bordo del disco, perpendicolarmente al piano del disco. Il proiettile, la cui velocità iniziale è v_0=20\,\,\text{m}\cdot \text{s}^{-1} diretta come in figura 11, dopo l’urto rimane conficcato nel disco. Calcolare:
a) la velocità angolare \omega_i del sistema dopo l’urto;
b) il lavoro W delle forze non conservative durante l’urto.

 

 

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Figura 11: schema dell’esercizio urti 11.

 
 

Svolgimento esercizio 11.

 

Esercizio 12  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Una palla di massa M viene fatta cadere da ferma da un’altezza h_i e, dopo aver rimbalzato sul pavimento, risale fino ad un’altezza h_f<h_i. Sapendo che nel contatto con il piano agisce una forza media F_m, determinare:

a) il tempo di contatto della palla con il piano;

b) l’energia dissipata nell’urto.

 


 

Figura 12: schema dell’esercizio urti 12.

 
 

Svolgimento esercizio 12.

 

Esercizio 13  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Un cannoncino inizialmente in quiete, di massa M e dimensioni trascurabili, è vincolato ad una molla di costante elastica k su un piano orizzontale senza attrito. All’istante t=0 viene sparato un proiettile di massa m con velocità iniziale \vec{v}_0 e angolo \theta rispetto all’orizzonte. Il proiettile tocca terra dopo un tempo t_0 dallo sparo e il cannoncino si muove di moto armonico con periodo T. Determinare:

a) la velocità iniziale \vec{v}_0 del proiettile;

b) la velocità di rinculo del cannoncino;

c) la compressione massimale della molla.

 

 

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Figura 13: schema dell’esercizio urti 13.

 
 

Svolgimento esercizio 13.

 

Esercizio 14  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Un disco di raggio R è mantenuto fermo in un piano verticale; all’istante t=0 esso viene lasciato cadere. Quando ha percorso una distanza h il disco viene agganciato sul bordo ad un asse fisso orizzontale, ortogonale al disegno e passante per O, attorno al quale il disco ruota senza attrito. Calcolare il valore di h necessario affinché il disco compia una rotazione di 270^\circ, fermandosi in tale posizione.

 

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Figura 14: schema dell’esercizio urti 14.

 
 

Svolgimento esercizio 14.

 

Esercizio 15  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Un corpo rigido di massa m può ruotare senza attrito attorno ad un asse orizzontale, passante per O e perpendicolare al piano verticale, come in figura 15. Esso viene spostato di modo che la retta congiungente il suo centro di massa CM col punto O sia orizzontale; da questa posizione viene abbandonato con velocità angolare iniziale nulla.
Quando il CM si trova sulla verticale passante per O il corpo rigido urta un sistema formato da cubi a contatto; a seguito dell’urto il corpo rigido si ferma e il sistema di cubi entra in movimento, con moto traslatorio.
Le masse dei cubi valgono m_1 e m_2, i coefficienti di attrito rispetto al piano di scorrimento sono \mu_1 e \mu_2. Si osserva che i cubi si fermano dopo un tempo t^\star. Calcolare:

1) la forza che si esercita tra le superfici di contatto dei due cubi durante il moto;
2) la velocità iniziale del sistema dei due cubi;
3) la velocità angolare del corpo rigido al momento dell’urto.

 

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Figura 15: schema dell’esercizio urti 15.

 
 

Svolgimento esercizio 15.

 

Esercizio 16  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Una molla di costante elastica k e massa trascurabile, viene compressa di una lunghezza l. Al suo estremo viene appoggiato un corpo di massa m su un piano orizzontale senza attrito (si veda la figura 16).
Riestendendosi, la molla lancia il corpo che urta tangenzialmente contro la periferia di un disco omogeneo di massa M e raggio R. Dopo l’urto il corpo rimbalza indietro nella stessa direzione di prima dell’urto con velocità v_0. Si determini:

a) la velocità angolare \omega con cui il disco ruota dopo l’urto;
b) se c’è stata nell’urto variazione di energia cinetica e, se sì, quanto vale;
c) il modulo dell’impulso ricevuto dal supporto dell’asse del disco;
d) nell’ipotesi che la massa m non torni indietro e non ci siano urti successivi al primo, determinare il numero di giri fatti dal disco prima di fermarsi se sul suo asse agisce un momento di attrito \tau_0 costante.

 

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Figura 16: schema dell’esercizio urti 16.

 
 

Svolgimento esercizio 16.
 

Esercizio 17  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Due aste uguali, ciascuna di massa m_2 = \text{0,72 kg} e lunghezza d = \text{0,8 m}, sono fissate tra loro come mostrato in figura 17 (stesso centro, angolo 90^\circ); esse stanno in un piano verticale e possono ruotare attorno ad un asse fisso orizzontale passante per il loro centro O e ortogonale al piano che le contiene. Inizialmente le aste sono in quiete, con l’asta AB verticale. Un proiettile puntiforme, avente massa m_1 = \text{0,15 kg} e velocità v_1, in moto lungo la linea orizzontale tratteggiata, colpisce l’estremo B e vi resta conficcato. A seguito dell’urto il sistema entra in rotazione con velocità angolare \omega_0 = \text{5 rad}\cdot\text{s}^{-1}. Calcolare:

a) il valore di v_1.

Nell’istante in cui è stato compiuto un quarto di giro, per cui l’asta AB è orizzontale, la velocità angolare vale \omega= \text{5,6 rad}\cdot\text{s}^{-1}. Calcolare:

b) il valore del momento di attrito M costante che agisce sull’asse di rotazione;

c) sempre nello stesso istante in cui \omega= \text{5,6 rad}\cdot\text{s}^{-1}, le componenti tangenziale e normale dell’accelerazione di m_1.

 

 

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Figura 17: schema dell’esercizio urti 17.

 
 

Svolgimento esercizio 17.
 

 

Esercizio 18  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Due dischi identici di massa M=5 kg e raggio R=0,2 m sono liberi di ruotare indipendentemente attorno ad un asse orizzontale fisso passante per i loro centri. Attorno al disco A è avvolto un filo che sostiene una massa m=2 kg. Si lascia libera m ed il disco A si mette in moto mentre il disco B resta fermo. Nell’istante in cui il disco A raggiunge la velocità angolare \omega_i=15\,\,\text{rad}\cdot \text{s}^{-1} il disco B viene spinto contro A e vi rimane incollato. Calcolare:

a) la velocità angolare del sistema subito dopo l’urto;

b) l’impulso trasmesso all’asse nell’urto.

Supporre che il disco A sia incernierato e il disco B sia libero di scorrere lungo l’asse di rotazione; questo ci permette di spostare il disco B dalla sua posizione iniziale e con un’opportuna forza esterna spingerlo contro il blocco A.

 

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Figura 18: schema dell’esercizio urti 18.

 
 

Svolgimento esercizio 18.

 

Esercizio 19  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Un corpo rigido formato da un’asta di massa m = \text{1.5 kg} e lunghezza d e da un disco di eguale massa e raggio R = d/4, è posato sopra un piano orizzontale su cui può muoversi senza attrito ed è inizialmente in quiete. Un punto materiale di massa M = 0.4 kg, in moto con velocità v = 10 \,{\text{m}}\cdot{\text{s}^{-1}}, urta il corpo rigido nel punto P distante r = 7/8\ d dall’estremo O e vi resta attaccato. Nell’ipotesi che sul corpo non agisca alcun vincolo:

a) descrivere il moto del sistema corpo-punto dopo l’urto, precisando se si tratta di moto traslatorio, rotatorio o rototraslatorio;

b) calcolare la velocità del centro di massa del sistema dopo l’urto.

Se invece il corpo è vincolato in O, attorno a cui può ruotare, calcolare:

c) la velocità del centro di massa del sistema dopo l’urto;

d) l’impulso subito dal perno in O durante l’urto.

 

 

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Figura 19: schema dell’esercizio urti 19.

 
 

Svolgimento esercizio 19.

 

Esercizio 20  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Sopra un piano orizzontale liscio è posto un disco di massa m=\text{0,1 kg} e raggio R=\text{10 cm}, che ruota con velocità angolare costante \omega=40\,\text{rad}\cdot \text{s}^{-1} attorno ad un asse verticale passante per il centro O. Una sbarretta di massa m e lunghezza R si muove sul piano con velocità costante v=4\,\text{m}\cdot \text{s}^{-1} lungo una linea retta passante per O. Ad un certo istante la sbarretta urta il bordo del disco e vi rimane attaccata in direzione radiale. Se l asse di rotazione è fisso, calcolare:

a) la velocità angolare \omega' del sistema disco-sbarretta dopo l’urto.

Se invece il disco è libero di muoversi, calcolare:

b) dopo l urto la velocità del centro di massa del sistema e la velocità angolare \omega''.

 

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Figura 20: schema dell’esercizio urti 20.

 
 

Svolgimento esercizio 20.

 

Esercizio 21  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Consideriamo un disco di raggio R e massa m posto su un piano orizzontale che sta ruotando con velocità costante \omega ed un’asta di lunghezza R, massa m e spessore trascurabile, la quale procede con velocità \vec{v} come in figura 21. L’asta urta il disco rimandogli attaccata (urto completamente anelastico). Determinare la velocità del centro di massa, la velocità angolare del sistema dopo l’urto e la variazione di energia cinetica prima e dopo l’urto nelle seguenti situazioni:

a) Il disco è vincolato a ruotare rispetto ad un asse passante per il proprio centro di massa e perpendicolare al piano su cui giace;
b) Il disco non ha nessun tipo di vincolo.

Si trascuri ogni forma di attrito.

 

 

Figura 21: schema dell’esercizio urti 21.

 
 

Svolgimento esercizio 21.

 

Esercizio 22  (\bigstar\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar). Una guida rettilinea, inclinata rispetto all’orizzontale di un angolo \alpha è saldata ad un blocco A appoggiato su di un piano orizzontale liscio; la massa complessiva della guida e del blocco è m_A.
Un corpo B, di piccole dimensioni e massa m_B, può scorrere lungo la guida con attrito trascurabile ed è collegato all’estremità superiore della guida mediante una molla di costante elastica k e lunghezza di riposo \ell_0.
Inizialmente il sistema è in quiete e in condizioni di equilibrio, un piccolo corpo di massa m_c è in caduta verticale, urta con velocità di modulo v_0 contro B e vi rimane attaccato. Si determini:

  1. il modulo a_A dell’accelerazione del blocco A subito dopo l’urto.
  2. Il modulo v_A della velocità del blocca A subito dopo l’urto.

Nel disegno che segue è stato rappresento un sistema di riferimento fisso Oxy, che può essere considerato come il “laboratorio” dal quale si osserveranno gli eventi che seguiranno prima e dopo l’urto.

 

 

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Figura 22: schema dell’esercizio urti 22.

 
 

Svolgimento esercizio 22.

 
 

Esercizio 23  (\bigstar\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar). Una sferetta rigida, praticamente puntiforme e di massa m_1, cade lungo la verticale e urta elasticamente una semisfera rigida liscia, di massa m_2, nel punto A tale da formare l’angolo \alpha (si veda la figura 23). Il modulo della velocità posseduta dalla sferetta subito prima dell’urto è v_0. La semisfera, prima dell’urto, è in quiete su un piano orizzontale privo di attrito. Si calcoli la quantità di moto \vec{p} di m_1 immediatamente dopo l’urto con m_2.

 

 

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Figura 23: schema dell’esercizio urti 23.

 
 

Svolgimento esercizio 23.
 

Esercizio 24  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Un cubo di massa M e spigolo \ell è appoggiato su di un piano orizzontale al quale è incernierato senza attrito per uno spigolo. Un corpo di massa m, in moto con velocità v_0 parallela al piano orizzontale (si veda la figura 24), colpisce perpendicolarmente il bordo superiore della faccia del cubo opposta allo spigolo incernierato (punto P rappresentato in figura 24). Dopo l’urto la direzione di moto del corpo si inverte, mentre il modulo della sua velocità si riduce per un fattore k. Si calcoli il valore v_{min}, con v_0>v_{min}, tale che il cubo si ribalti. Nella figura 24 è stato rappresentato un sistema di riferimento fisso Oxyz e per indicare il vettore \vec{v}_0 è stato introdotto il versore \hat{x} per l’asse delle x. Inoltre, si assuma che la massa del cubo sia distribuita in modo omogeneo su tutto il suo volume, si trascuri ogni forma di attrito e sia dia per buono che il momento d’inerzia del cubo rispetto alla cerniera P sia I_P=\dfrac{2}{3}M\ell^2.

 

 

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Figura 24: schema dell’esercizio urti 24.

 
 

Svolgimento esercizio 24.
 

Esercizio 25  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Un cubo di lato 2a e massa M si muove con velocità iniziale \vec{v}_0 su un tavolo liscio. La velocità \vec{v}_0 è parallela al piano orizzontale. Quando il cubo raggiunge l’estremità O del tavolo il suo spigolo rimane bloccato ed il cubo inizia a ruotare senza attrito. Il momento di inerzia del cubo rispetto ad un asse orizzontale passante per il centro di una della facce è I=2/3Ma^2
Calcolare:

  1. la velocità angolare \vec{\omega} con cui il cubo inizia a ruotare;
  2. la velocità iniziale massima v_{0,\max} tale che il cubo non si ribalti.

 

 

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Figura 25: schema dell’esercizio urti 25.

 
 

Svolgimento esercizio 25.

Esercizio 26  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Una tavola quadrata di massa M distribuita in modo omogeneo su tutta l’area occupata dalla tavola e lato d è incernierata ad un asse verticale coincidente con il lato AB. Il vincolo impone alle rotazioni un momento di attrito costante \vec{M}_a. Il vettore \vec{M}_a è costante in modulo, direzione e verso coincidente con l’asse di rotazione. Ortogonalmente alla tavola viene sparato un proiettile di massa m con velocità \vec v. Questo proiettile perfora la tavola, in un tempo trascurabile, ed esce con velocità \vec{v}^{\,\prime} sempre ortogonalmente alla tavola. Il foro lasciato nella tavola dista h dall’asse AB. Si osserva che dopo aver percorso una distanza x_0>0 lungo l’orizzontale il proiettile è sceso di una distanza y_0>0 lungo la verticale rispetto al foro.
Dopo l’urto tra tavola e proiettile la tavola entra in rotazione e si ferma dopo aver percorso un angolo pari a \tilde{\theta}.
Calcolare:

  1. il modulo \left \vert\vec v \right \vert =v della velocità \vec v del proiettile in funzione dei parametri M_a, h, m, M, d, \tilde{\theta}, x_0, y_0 e g;
  2. il modulo \vert\vec \vec{J}\vert=J dell’impulso \vec{ J} subito dall’asse AB nell’urto M_a, h, m, M, d, \tilde{\theta}, x_0, y_0, g e v.
  3. Con M_a si intende la componente del vettore \overrightarrow{M}_a orientata lungo l’asse di rotazione, che essendo un momento frenante, implica che M_a<0.

 

 

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Figura 26a: tavola con foro \displaystyle O a distanza \displaystyle h dal lato incernierato \displaystyle AB.

 

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Figura 26b: moto del proiettile all’uscita dalla tavola.

 
 

Svolgimento esercizio 26.

Esercizio 27  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Un disco omogeneo di massa M e raggio R è vincolato a ruotare senza attrito intorno ad un asse orizzontale fisso passante per il centro del disco C. Sull’asse è collegata una molla a spirale che esercita sul disco un momento di richiamo M=-k\theta, dove \theta è l’angolo di rotazione del disco rispetto all’asse verticale (si veda la figura 27a) e k è una costante avente unità di misura [\text{N}\cdot \text{m}].
Una massa m urta orizzontalmente il disco con velocità \Vec{v} in corrispondenza del suo punto più basso O, in maniera completamente anelastica. Sia \theta_{\text{max}} l’angolo di rotazione massimo che percorre il disco dopo l’urto, calcolare il modulo di \Vec{v} in funzione di M, m e k e \theta_{\max}.

 

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Figura 27: situazione schematica a) del disco ruotato di un angolo \displaystyle \theta e della molla a spirale che esercita il momento di richiamo; b) del sistema di disco e massa \displaystyle m con il sistema di riferimento fisso \displaystyle Oxyz.

 
 

Svolgimento esercizio 27.
 

Esercizio 28  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Un proiettile puntiforme P, di massa m, si muove, con velocità di modulo pari a w, avente direzione orizzontale e giaciente su un piano verticale \Pi. Il proiettile si conficca istantaneamente, rimanendovi attaccato, nel punto A (si veda la figura 28) di un disco rigido e omogeneo, di massa M e raggio r, incernierato nel punto O, giacente sullo stesso piano verticare \Pi e inizialmente in quite, con b (si veda la figura 28). Determinare il modulo \omega della velocità angolare del disco subito dopo l’urto in funzione dei parametri m, M, w, b, r e b.

 

 

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Figura 28: schematizzazione del problema prima dell’urto (sinistra) e dopo l’urto (destra).

 
 

Svolgimento esercizio 28.
 

Esercizio 29  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Una molla ideale di costante elastica k e lunghezza a riposo \ell_0 mantiene inizialmente orizzontale un’asta omogenea di lunghezza L e massa M incernierata all’altro estremo nel punto C, attorno a cui è libera di ruotare. Una massa m inizialmente ferma all’istante t=0 cade da una quota h al di sopra dell’asta e vi si conficca, a distanza orizzontale d da C, come rappresentato in figura 1.
Determinare la velocità angolare dell’asta immediatamente dopo l’urto. Supponendo che, dopo un certo tempo, le oscillazioni dell’asta si smorzino fino ad arrestarsi ed il sistema arrivi all’equilibrio, calcolare la differenza tra la lunghezza della molla prima dell’urto e quella raggiunta al nuovo equilibrio. Si assuma che, nella nuova posizione di equilibrio dell’asta, la molla rimanga verticale (ossia l’asta possa ancora essere considerata approssimativamente orizzontale).

 

 

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Figura 29: rappresentazione schematica del problema prima dell’impatto.

 
 

Svolgimento esercizio 29.
 

Esercizio 30  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Consideriamo un disco di massa m, con distribuzione omogenea di massa e raggio R, che scivola senza attrito su un piano orizzontale con una velocità orizzontale iniziale \vec{v}_0. Immaginiamo che, ad un certo istante, un piccolo dente situato sul bordo del disco impatti contro un punto fisso P, come mostrato in figura 30. Assumendo che l’impatto tra il dente e il punto fisso P sia perfettamente elastico, vogliamo determinare la velocità finale \vec{v}_f del centro di massa del disco e la velocità angolare \vec{\omega} del disco subito dopo l’urto, relativamente a un sistema di riferimento inerziale.

 

 

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Figura 30: illustrazione delle varie fasi avvenuto nell’urto tra disco e piolo.

 
 

Svolgimento esercizio 30.
 

Esercizio 31  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Consideriamo un anello di massa m_3 = 2.5 \, \text{kg} e raggio R = 30 \, \text{cm}, inizialmente in quiete su un piano orizzontale privo di attrito.
Due corpi puntiformi, con masse rispettivamente di m_1 = 2 \, \text{kg} e m_2 = 0.5 \, \text{kg}, si spostano entrambi rispettivamente alla velocità \vec{v}_1 e \vec{v}_2, tale che \vert \vec{v}_1\vert = \vert \vec{v}_2\vert= v = 4 \, \text{m}\cdot \text{s}^{-1}, seguendo la traiettoria illustrata nella figura 31. In un dato momento, i due corpi entrano in contatto nello stesso istante con l’anello e vi aderiscono permanentemente.
Si richiede di determinare:

  1. la velocità del centro di massa (CM) del sistema complessivo successivamente all’urto;
  2. la velocità angolare dell’intero sistema.

 

 

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Figura 31: schema dell’esercizio urti 31.

 
 

Svolgimento esercizio 31.
 

Esercizio 32  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Consideriamo un anello di massa M e raggio R, che riposa in quiete su un piano orizzontale perfettamente liscio. Un proiettile di massa m, muovendosi orizzontalmente alla velocità iniziale di modulo v_0, colpisce tangenzialmente l’anello e rimane incastrato in esso. Si richiede di determinare:

  • la velocità lineare dell’anello subito dopo l’urto.
  • La velocità angolare dell’anello dopo l’urto.
  • L’energia dissipata durante l’urto.

 

 

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Figura 32: schema dell’esercizio urti 32.

 
 

Svolgimento esercizio 32.
 

Esercizio 33  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Un carrello di massa M può scorrere su un piano orizzontale liscio ed è sagomato in modo che la faccia superiore sia piana ed inclinata di un angolo \alpha rispetto all’orizzontale. Una sferetta di massa m urta perpendicolarmente la faccia superiore del carrello, che inizialmente è in quiete. Il modulo della velocità prima dell’urto è v_0. Si calcoli la velocità \vec{V}_M del carrello nei seguenti casi:

  1. nel caso in cui l’urto sia completamente anelastico;
  2. nel caso in cui l’urto sia perfettamente elastico.

 

 

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Figura 33: schema dell’esercizio urti 33.

 
 

Svolgimento esercizio 33.
 

Esercizio 34  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Un proiettile di massa m e velocità \vec{v} attraversa la massa di un pendolo semplice, emergendo con velocità \frac{\vec{v}}{2}. Sia M la massa del pendolo e L la lunghezza del filo. Determinare:

  1. la velocità minima che deve avere la massa M del pendolo, immediatamente dopo l’urto, per poter compiere un giro completo.
  2. La velocità iniziale \vec{v} del proiettile, prima dell’urto, assumendo che sia soddisfatta la condizione della domanda precedente.

 

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Figura 34: schema dell’esercizio urti 34.

 
 

Svolgimento esercizio 34.
 

Esercizio 35  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar).Consideriamo un disco omogeneo di massa M e raggio R che ruota su un piano verticale attorno a un asse orizzontale passante per il suo centro. Questo asse oppone alla rotazione un momento di attrito \tau_0 costante. Una massa m, di dimensioni trascurabili, cade verticalmente sul bordo del disco e vi rimane attaccata. La traiettoria della massa passa esattamente per l’asse di rotazione del disco, come si può dedurre dalla figura 35. Data la velocità angolare \omega_1 del disco immediatamente prima dell’urto, si determini:

  1. la velocità angolare \omega_2 del disco immediatamente dopo l’urto in funzione di M, \omega_1 e m;
  2. il momento di attrito \tau_0, sapendo che \tilde{t} secondi prima dell’urto il disco ruotava con una velocità angolare \omega_0, in funzione di \omega_0, \omega_1, \tilde{t}, M e R;
  3. la velocità angolare \omega^\star del disco nell’istante in cui la massa m raggiunge la posizione più bassa, in funzione di M, \omega_1, m, g, \tau_0.

Si supponga che \omega_1 < \omega_0.

 

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Figura 35: schema dell’esercizio urti 35.

 
 

Svolgimento esercizio 35.
 

Esercizio 36  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar). Consideriamo un proiettile di massa m che impatta perpendicolarmente su una porta a una distanza d dai cardini, con una velocità iniziale \vec{v}_0. La porta ha un momento d’inerzia I_0 rispetto all’asse passante per i cardini. Dopo l’impatto, il proiettile prosegue nel suo cammino con una velocità \vec{v}_1, mentre la porta inizia a ruotare con una velocità angolare \vec{\omega}_1. Con v_0 e \omega_1 indichiamo rispettivamente i moduli di \vec{v}_0 e \vec{v}_1. Si desidera determinare:

  1. la velocità finale \vec{v}_1 del proiettile, espressa in funzione di m, v_0, d, I_0, e \omega_1;
  2. l’energia meccanica dissipata durante l’evento, espressa in funzione di I_0, \omega_1, m, v_0, e d;
  3. la forza media esercitata sulla porta, se il proiettile impiega un tempo \tilde{t} > 0 per attraversarla, espressa in funzione di m, \tilde{t}, v_0, d, I_0, e \omega_1.

Si assume che m v_0 d > I_0 \omega_1.

 

 

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Figura 36: schema dell’esercizio urti 36.

 
 

Svolgimento esercizio 36.
 

Esercizio 37  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). \textbf{Esercizio 37} (\bigstar \bigstar\bigstar\openbigstar \openbigstar ). Consideriamo un’asta di massa M e lunghezza L che può ruotare senza attrito intorno a un asse verticale passante per il suo centro O grazie a un perno. L’asta e la massa m si trovano su di un piano orizzontale liscio. Si consideri la massa dell’asta distribuita in modo omogeneo su tutta la sua lunghezza. All’estremo dell’asta è fissata una molla di costante elastica k, inizialmente a riposo, e ancorata a un punto fisso, come rappresentato in figura 37. L’asta viene colpita in modo completamente anelastico all’estremo opposto da un proiettile di massa m e velocità iniziale \vec{v}_0, che rimane conficcato in essa. Immediatamente dopo l’urto, il sistema composto dall’asta e dal proiettile ruota con velocità angolare \vec{\omega} e la molla si allunga raggiungendo un’elongazione massima x_M>0. Siano v_0 e \omega rispettivamente i moduli di \vec{v}_0 e \vec{\omega}.

Le grandezze da determinare sono:

  1. la velocità iniziale v_0 del proiettile in funzione di L, m e \omega;
  2. la costante elastica k della molla in funzione di \omega_0, x_M, L, m e M;
  3. il periodo T delle piccole oscillazioni del sistema in funzione di k, m e M.

 

 

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Figura 37: schema dell’esercizio urti 37.

 
 

Svolgimento esercizio 37.
 

Esercizio 38  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Consideriamo un punto materiale di massa m che cade su un piano inclinato, inclinato di un angolo \alpha rispetto all’orizzontale. Se l’urto contro il piano, situato ad un’altezza h dal punto di impatto, è elastico, si vuole calcolare l’altezza massima che la massa m raggiunge rispetto al livello del punto di impatto, assumendo che il piano inclinato sia immobile.

 

 

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Figura 38: schema dell’esercizio urti 38.

 
 

Svolgimento esercizio 38.
 

Esercizio 39  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar). Osserviamo dal sistema di riferimento fisso Oxyz rappresentato in figura 39 un’asta rigida di massa trascurabile e lunghezza \ell. Questa è sospesa da un’estremità attraverso una cerniera minuta C, solidamente fissata a un punto su una guida orizzontale che coincide con l’asse x. L’asta, capace di ruotare liberamente e senza attrito attorno a C, porta due masse puntiformi m_1 e m_2, collocate rispettivamente nel centro e nell’estremità libera. Inizialmente, l’asta è ferma in posizione verticale.

Consideriamo poi un corpo di massa m_3, trattato come un punto materiale, che si muove nel piano verticale xy e impatta la massa m_2, rimanendovi successivamente unito. La velocità \vec{v}_0 del corpo m_3 poco prima della collisione presenta componenti v_{0x} e v_{0y} lungo gli assi x e y, rispettivamente. Sono richieste le determinazioni di:

  1. la velocità angolare \omega_0 dell’asta subito dopo la collisione in funzione di m_1, m_2, m_3, v_{0,x} e \ell;
  2. l’ampiezza massima dell’angolo \theta_{\text{max}} che l’asta raggiunge a seguito dell’urto in funzione v_{0,x}, m_1, m_2, m_3, g, \ell e v_{0,x};
  3. l’impulso \vec{J} esercitato dalla reazione della cerniera durante la collisione sull’asta in funzione di m_1, m_2, m_3, \omega_0, \ell, v_{0,x} e v_{0,y}.

 

 

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Figura 39: schema dell’esercizio urti 39.

 
 

Svolgimento esercizio 39.
 





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