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Esercizio 25 . Un cubo di lato e massa si muove con velocità iniziale su un tavolo liscio. La velocità è parallela al piano orizzontale. Quando il cubo raggiunge l’estremità del tavolo il suo spigolo rimane bloccato ed il cubo inizia a ruotare senza attrito. Il momento di inerzia del cubo rispetto ad un asse orizzontale passante per il centro di una della facce è
Calcolare:
- la velocità angolare con cui il cubo inizia a ruotare;
- la velocità iniziale massima tale che il cubo non si ribalti.
Svolgimento punto 1.
Chiamiamo l’intervallo infinitesimo di durata dell’urto. Applichiamo il teorema del momento angolare, scegliendo come polo , ottenendo
(1)
dove , e rappresentato rispettivamente il momento delle forze , e . Osserviamo quanto segue
(2)
perché le forze e sono applicate rispettivamente nel polo , pertanto hanno momento nullo. Inoltre, si ha
(3)
perché l’intervallo di tempo è brevissimo e quindi possiamo considerare il momento della forza peso nell’istante dell’urto non dipendente dal tempo, e inoltre essendo tale momento non “grandissimo”, il suo prodotto con è circa zero. Avvalendoci di quanto detto, si ha
(4)
ovvero
(5)
dove è il momento angolare un’istante prima dell’urto e è il momento angolare dopo l’urto; in altri termini si conserva il momento angolare rispetto al polo .
Dal teorema di König, sappiamo che il momento angolare totale di un corpo rigido rispetto ad un sistema di riferimento inerziale è dato dalla somma del momento angolare dovuto al moto del centro di massa e di quello del sistema rispetto al centro di massa, ossia:
(6)
dove è la massa totale del sistema, è la velocità angolare, è il vettore posizione del centro di massa rispetto al sistema di riferimento inerziale e è la velocità del centro di massa. Prima dell’urto il corpo rigido trasla con velocità , pertanto , e quindi il contributo iniziale al momento angolare è dato unicamente dal centro di massa. Sia il momento angolare del cubo rispetto al punto prima dell’urto, segue dalla (6) che
(7)
dove il verso del momento angolare è stato determinato applicando la regola della mano destra. In seguito all’urto il corpo rigido rimane incernierato, pertanto ruoterà con velocità angolare rispetto ad un asse passante per il polo , e perpendicolare al piano orizzontale; poiché il moto del cubo rispetto al polo diventa istantaneamente rotatorio, segue che l’unico contributo al momento angolare un istante dopo l’urto è
(8)
dove è il momento d’inerzia del cubo rispetto al polo . Il teorema Huygens-Steiner ci permette di calcolare il momento di inerzia rispetto ad un asse parallelo a quello noto passante per il centro di massa. Il teorema dice che il momento di inerzia risultante è
(9)
dove è la distanza tra il centro di massa e il polo . Facendo riferimento alla figura 3, nel nostro caso avremo
(10)
quindi l’equazione (8) diventa
(11)
dove è la velocità angolare un’istante dopo l’urto. A questo punto, imponendo la conservazione del momento angolare, si avrà:
(12)
da cui, si ricava
Svolgimento punto 2.
In questa configurazione abbiamo infatti che la forza peso genera un momento nullo rispetto al polo , in quanto essa è parallela al vettore posizione del centro di massa rispetto al polo ; dal momento che la forza genera sempre un momento esterno nullo rispetto al polo , si può concludere che non saranno presenti momenti esterni che metteranno in rotazioni il cubo. Segue che il cubo raggiunge una posizione di equilibrio instabile e pertanto non si ribalta. A questo punto sfruttiamo la conservazione dell’energia meccanica. Si ha:
(13)
dove con e si indicano rispettivamente l’energia cinetica e l’energia potenziale del cubo un istante dopo l’urto e con e le energie che esso possiede quando raggiunge la posizione di equilibrio. Poiché stiamo imponendo che il centro di massa raggiunge il punto di equilibrio a velocità nulla, si ha . Inoltre, poiché durante la rotazione il cubo rimane incernierato al punto , il contributo dell’energia cinetica è solo rotazionale; si ha dunque
(14)
Scegliendo come livello zero dell’energia potenziale gravitazionale il piano orizzontale, abbiamo
(15)
e
(16)
Sfruttando quanto ottenuto, l’equazione (13) diventa
(17)
(18)
Sostituendo l’espressione di trovata al punto precedente nell’equazione (18), otteniamo
(19)
Semplificando l’espressione e risolvendo per , si ottiene:
(20)
da cui si ottiene
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