Esercizio 22 . Una guida rettilinea, inclinata rispetto all’orizzontale di un angolo
è saldata ad un blocco
appoggiato su di un piano orizzontale liscio; la massa complessiva della guida e del blocco è
.
Un corpo , di piccole dimensioni e massa
, può scorrere lungo la guida con attrito trascurabile ed è collegato all’estremità superiore della guida mediante una molla di costante elastica
e lunghezza di riposo
.
Inizialmente il sistema è in quiete e in condizioni di equilibrio, un piccolo corpo di massa è in caduta verticale, urta con velocità di modulo
contro
e vi rimane attaccato. Si determini:
- il modulo
dell’accelerazione del blocco
subito dopo l’urto.
- Il modulo
della velocità del blocca
subito dopo l’urto.
Nel disegno che segue è stato rappresento un sistema di riferimento fisso , che può essere considerato come il “laboratorio” dal quale si osserveranno gli eventi che seguiranno prima e dopo l’urto.
Svolgimento. Punto 1. Analizziamo il sistema prima dell’urto. Scegliamo un sistema di riferimento fisso , tale per cui l’asse
sia parallelo alla guida rettilinea, come nella figura che segue.
Per la seconda legge della diniaca nella direzione , si ha
(1)
dove è di quanto è allungata la molla quando il corpo
è in equilibrio prima dell’urto.
Analizziamo il sistema un’istante dopo l’urto. Nell’urto tra ed
si genera una forza istantanea di natura impulsiva che perturba il sistema; di conseguenza il sistema entrerà in moto e non rimarrà più in equilibrio.
Scegliamo un sistema di riferimento non inerziale solidale con
, orientato come il precedente sistema di riferimento, come nella figura che segue.
Dalla seconda legge della dinamica per il corpo di massa , nel sistema di riferimento
, si ha
(2)
dove è l’accelerazione di
rispetto al laboratorio,
è il modulo della reazione vincolare tra la guida e il corpo
,
è la proiezione della forza apparente
nella direzione dell’asse
,
è la proiezione della forza peso
nella direzione dell’asse
,
è la forza della molla nella direzione dell’asse
,
è la proiezione della forza apparente
nella direzione dell’asse
,
è la proiezione della forza peso
nella direzione dell’asse
, e infine
è il modulo dell’accelerazione relativa di
rispetto ad
. Si osservi che il vettore
è diretto nella sola direzione
perché il corpo
è vincolato a muoversi in quella direzione.
Dal sistema (2) si trova che
(3)
Osserviamo che è soggetto alle forze
e
, uguale ed opposte ad
e
rispettivamente, per il terzo principio della dinamica. Nella figura che segue riportiamo le forze che agiscono su
.
Osservando dal laboratorio, lungo l’asse delle per la seconda legge della dinamica per
, si ha
(4)
dove è la proiezione delle forza
lungo l’asse delle
e
è la proiezione della forza della molla
lungo l’asse delle
.
Sostituiamo (calcolata in (3)) in (4), ottenendo
(5)
L’accelerazione di subito dopo l’urto in funzione di
è
(6)
Sostituendo (calcolata in (1)) in (6), otteniamo
(7)
Si conclude che il modulo dell’accelerazione subito dopo l’urto è
Punto 2. Consideriamo il sistema composto da ed
. Nell’urto si genera una forza esterna di natura istantanea che perturba il sistema lungo la verticale (asse delle
). Da quanto detto deduciamo che si conserva la quantità di moto totale del sistema lungo l’orizzontale. Calcoliamo la quantità di moto
prima dell’urto lungo l’orizzontale. Siccome tutto è in quiete prima dell’urto si ha
(8)
Analizziamo la situazione dopo l’urto. Avvenuto l’urto la molla collegata ad si allungherà di una quantità
, come illustrato nella figura che segue.
Chiamiamo la posizione del centro di massa del blocco
rispetto al sistema fisso. La quantità di moto del sistema dopo l’urto lungo l’orizzontale rispetto al laboratorio può essere scritta come segue
(9)
dove e
sono rispettivamente la velocità di
e
nella direzione dell’asse delle
.
Imponiamo la conservazione della quantità di moto, cioè
(10)
da cui, sfruttando le equazioni (8) e (9), l’equazione (10) diventa
(11)
Consideriamo ora il sistema composto da e
.
Osserviamo che lungo la direzione della guida rettilinea si conserva (asse ) la quantità di moto del sistema composto da
e
.
Prima dell’urto la quantità di moto è
(12)
Dopo l’urto la quantità di moto è
(13)
Imponiamo la conservazione della quantità di moto. Abbiamo dunque
(14)
da cui, sfruttando le equazioni (12) e (13), l’equazione (14) diventa
(15)
Mettiamo a sistema le equazioni (11) e (15), si ottiene
(16)
pertanto
(17)
Si conclude che la velocità di dopo l’urto è
Fonte: Problemi di fisica generale – S.Rosati e L. Lovitch.