L’Esercizio Urti 38 è il trentottesimo della raccolta dedicata agli esercizi misti sugli urti. Questo esercizio segue l’Esercizio Urti 37. Successivamente, gli studenti potranno affrontare l’Esercizio Urti 39. Pensato per gli studenti di Fisica 1, è particolarmente utile per coloro che studiano ingegneria, fisica o matematica.
L’argomento successivo agli urti riguarda gli esercizi sulla gravitazione, mentre l’argomento precedente tratta gli esercizi svolti sulla dinamica del corpo rigido.
Testo esercizio urti 38
Esercizio 38 . Consideriamo un punto materiale di massa
che cade su un piano inclinato, inclinato di un angolo
rispetto all’orizzontale. Se l’urto contro il piano, situato ad un’altezza
dal punto di impatto, è elastico, si vuole calcolare l’altezza massima che la massa
raggiunge rispetto al livello del punto di impatto, assumendo che il piano inclinato sia immobile.
Svolgimento.
(1)
Definiamo un sistema di riferimento cartesiano fisso e descriviamo la posizione del punto materiale
in un istante generico
prima dell’impatto con il piano inclinato, come mostrato in Figura 1.
Consideriamo come sistema fisico unicamente la massa . Durante l’urto, si genera lungo l’asse
una reazione vincolare impulsiva
, pertanto non si conserva la quantità di moto in questa direzione. Lungo l’asse
, invece, non agiscono forze esterne di natura impulsiva, quindi la quantità di moto di
si conserva in tale direzione. In Figura 2 è rappresentata la situazione un istante prima dell’urto, dove
e
indicano rispettivamente le componenti di
lungo gli assi
e
.
Definiamo e
come i versori degli assi
e
, rispettivamente. La velocità del corpo immediatamente prima dell’urto, nel sistema di riferimento
, si esprime come:
(2)
Denotiamo con la velocità di
un istante dopo l’urto. In Figura 3, mostreremo la posizione della massa immediatamente dopo l’urto, dove
e
indicano le componenti di
lungo gli assi
e
. Inoltre, nella Figura 2, è illustrato
, l’angolo che la velocità
dopo l’urto forma con la normale al piano.
La velocità del corpo immediatamente dopo l’urto, nel sistema di riferimento , è data da:
(3)
Per imporre la conservazione della quantità di moto, utilizziamo le equazioni sopra riportate:
(4)
Dato che l’urto è elastico, si conserva anche l’energia meccanica per la massa , quindi:
(5)
Dal risultato dell’equazione (4) e dalla precedente equazione, deduciamo che .
Dopo l’urto, la massa segue un moto parabolico. Di seguito, in Figura 4, ne illustreremo l’andamento.
Adottiamo un nuovo sistema di riferimento cartesiano fisso , illustrato in Figura 5. Definiamo
come l’angolo formato dalla velocità finale con l’asse delle
. Inoltre, nella Figura 5 è rappresentato il versore normale
al piano inclinato.
Dalla Figura 5 si osserva che la velocità finale forma un angolo
con il versore normale
, e il versore
un angolo equivalente rispetto all’asse delle
, come si può dedurre attraverso considerazioni geometriche semplici. Pertanto, la geometria del problema stabilisce che:
(6)
Questa equazione correla l’angolo con l’angolo
, che è noto. Applicando la formula per l’altezza massima in un moto parabolico (\href{https://quisirisolve.com/fisica/meccanica-classica/cinematica-del-punto-materiale-nella-meccanica-classica/moto-parabolico/moto-parabolico-o-moto-del-proiettile-file-di-teoria/}{clicca qui per vedere la formula dell’altezza massima e la dimostrazione})), otteniamo:
(7)
Si osservi che:
- nel secondo passaggio abbiamo sostituito
, la componente verticale della velocità dopo l’urto;
- nel terzo passaggio abbiamo usato
, come determinato dall’equazione (5);
- nel quarto passaggio abbiamo inserito
, come da (6);
- nel quinto passaggio abbiamo convertito
in
usando le note formule degli archi associati;
- nel sesto passaggio abbiamo sostituito
, come stabilito dall’equazione (1).