Esercizio 17 . Una pallina di massa
si trova su un piano orizzontale liscio ed è collegata, tramite un filo inestensibile, di massa trascurabile e passante per un piccolo foro
praticato nel piano, a un corpo di massa
, posto al di sotto del piano lungo la verticale passante per
. All’istante
la pallina si trova a distanza
da
e viene messa in moto lungo il piano con velocità
perpendicolare al filo e giacente sul piano orizzontale, come rappresentato in figura 1.
- Si descrivano tutte le forze che agiscono sul sistema, determinando in particolare la reazione vincolare
che il piano esercita sul filo nel punto
.
- Si determini il valore
del modulo di
tale per cui
inizia a ruotare restando a distanza
da
.
- Si trovino i valori della minima distanza
e della massima distanza
da
raggiunte da
durante il moto in funzione di
.
- Si dimostri che per qualsiasi valore di
non è possibile che
raggiunga il punto
, mentre ciò sarebbe possibile se il piano su cui si muove
presentasse attrito.
Svolgimento. Punto 1. Scegliamo un sistema di riferimento fisso , con l’origine coincidente con il foro
del piano, gli assi
e
giacenti sul piano orizzontale e l’asse
ortogonale a esso, come riportato in figura 2. Chiamiamo
,
e
rispettivamente i versori associati agli assi cartesiani
,
e
.
Nel sistema di riferimento scelto la massa è sottoposta alla forza peso
, diretta nel verso delle
negative, e alla tensione
del filo, diretta nel verso delle
positive. La massa
è invece sottoposta alla forza peso
, diretta nel verso delle
negative, alla reazione vincolare
del piano orizzontale, diretta nel verso delle
positive e tale da bilanciare la forza peso
, e alla tensione
del filo, che è diretta radialmente verso il punto
.
Restano ora da descrivere le forze che agiscono sul punto . Lo spezzone di filo verticale esercita sul punto
una tensione
diretta nel verso delle
negative, uguale e opposta alla tensione
che agisce sul corpo
, perché il filo è inestensibile e di massa trascurabile. Lo stesso discorso vale per lo spezzone di filo che si trova sul piano orizzontale, che esercita sul punto
una tensione
diretta lungo la direzione del filo verso
. A queste forze va aggiunta la reazione vincolare
che il piano orizzontale esercita sul filo nel punto
, dovuta al fatto che il piano orizzontale si comporta come un vincolo per il filo ed esercita una certa reazione vincolare nel punto in cui quest’ultimo cambia direzione, analogamente a quello che succede in una carrucola. Tutte le forze qui descritte sono riportate in figura 2, insieme al sistema di riferimento scelto.
Visto che il punto è fisso, per il secondo principio della dinamica vale
(1)
da cui risulta
(2)
Inoltre, il filo è inestensibile e di massa trascurabile, dunque, si ha
(3)
Questo implica che
(4)
Consideriamo la figura 3.
Dalla figura 3 si deduce che forma un angolo
con il piano orizzontale.
Punto 2. Ora assumiamo che inizi a ruotare restando a distanza
da
, ossia
si muove di un generico moto circolare attorno a
.
Il teorema del momento angolare applicato al corpo rispetto al polo
vale
(5)
ossia la somma dei momenti di tutte le forze esterne che agiscono su calcolate rispetto al polo
è uguale alla derivata rispetto al tempo del momento angolare
di
calcolato rispetto allo stesso polo. Le forze esterne che agiscono su
sono la forza peso
, la reazione vincolare
e la tensione
. Il momento associato alla forza peso
vale
(6)
dove abbiamo chiamato e
rispettivamente i versori radiale e trasverso associati al moto di
, mentre
è il vettore posizione della forza, ossia il vettore che collega il polo
con
e nell’ultimo passaggio abbiamo usato la relazione di ortogonalità tra versori
.
Il momento associato alla reazione vincolare vale
(7)
da cui notiamo che . Infine, il momento della tensione
vale
(8)
dove abbiamo sfruttato il fatto che il prodotto vettoriale di due vettori paralleli è nullo.
La sommatoria dei tre momenti ,
e
vale
, per cui l’equazione (5) diventa
(9)
ossia il momento angolare di
è costante nel tempo.
Il momento angolare iniziale di vale
(10)
dove è il raggio (costante) del moto circolare di
e
è la velocità tangenziale iniziale non nota di
da determinare.
Dalla conservazione (9) del momento angolare possiamo scrivere
(11)
Ricordando che per definizione e il raggio
del moto circolare sono costanti, segue che
(12)
ossia il modulo della velocità tangenziale di è costante in ogni istante
. Si conclude che il moto di
è circolare uniforme perché il modulo della velocità si conserva e la distanza dal polo
del punto materiale è costante.
Come detto, la massa resta sempre a distanza
da
, di conseguenza il corpo
si trova fermo a una quota
lungo l’asse delle
. Per il secondo principio della dinamica, questo implica che la sommatoria di tutte le forze che agiscono su
deve essere nulla, ossia
(13)
che implica
(14)
dove abbiamo usato l’equazione (3).
Inoltre, affinché il corpo possa muoversi di moto circolare uniforme la tensione
del filo deve fornire a
l’accelerazione centripeta necessaria a mantenere lo stato di moto circolare con raggio
. La relazione tra la tensione
e l’accelerazione centripeta
di
si trova valutando la seconda legge della dinamica nella direzione radiale e risulta
(15)
da cui otteniamo
(16)
e infine
(17)
da cui
Osservazione 1. Si osservi che le ipotesi del problema affermano che la massa si muova di moto circolare, senza specificare che il moto sia uniforme. Pertanto il fatto che
si conservi non è fatto ovvio, va dimostrato.
Punto 3. Chiamiamo la velocità iniziale di
tale che
In questa nuova configurazione si può dimostrare che la massa
non si muove più di moto circolare uniforme, ma descrive una traiettoria a spirale, la cui forma specifica dipende dal valore iniziale di
. Ai fini del nostro problema, per trovare i valori di
e
è sufficiente notare che nel moto del sistema fisico composto dalle due masse e dal filo si conservano sia l’energia meccanica totale
, sia il momento angolare totale
calcolato rispetto al polo
.
Le forze esterne del sistema sono ,
,
e
, mentre le forze interne sono
,
e
e
. Le reazioni vincolari
e
non compiono lavoro perché sono perpendicolari allo spostamento, mentre
e
sono forze conservative. Le forze interne
e
fanno lavoro nullo perché sono applicate nel polo
che è fermo, mentre
e
fanno lavoro uguale in modulo ma di segno opposto, pertanto la loro somma da lavoro complessivo nullo.
Fissiamo lo zero dell’energia potenziale gravitazionale in corrispondenza del piano orizzontale, cioè alla quota
, e definiamo
la lunghezza del filo. L’energia totale iniziale del sistema al tempo
è quindi
(18)
Nel generico istante la massa
ha velocità
diretta nella direzione dell’asse delle
, mentre
ha velocità
, dove
e
sono rispettivamente la velocità nella direzione radiale e trasversa. Nel generico istante
la lunghezza della corda che collega
al polo
è
, pertanto
si troverà alla quota
. Dunque, l’energia totale del sistema nel generico istante
è
(19)
Per la conservazione dell’energia, usando le due precedenti equazioni, si ha
(20)
Consideriamo ora il momento angolare calcolato rispetto al polo
. Il momento angolare
calcolato rispetto al polo
si conserva se la somma dei momenti di tutte le forze esterne applicate al sistema fisico composto da
,
e dal filo, che in questo caso sono
,
,
e
è nulla.
La somma dei momenti di e
rispetto al polo
è nulla, come già calcolato nel punto precedente dell’esercizio; restano ora da calcolare i momenti associati a
e
. Il momento associato a
è nullo in quanto la forza è applicata nel polo
e ha quindi braccio nullo; il momento associato a
è invece nullo in quanto il vettore posizione della forza e la forza sono paralleli e, in particolare, diretti entrambi lungo l’asse delle
, come si può notare dallo schema delle forze in figura 2. Dunque, possiamo calcolare il momento angolare totale del sistema al tempo
e a un generico tempo
ed eguagliarli, analogamente a quanto fatto per l’energia totale, perché
si conserva.
Il momento angolare iniziale del sistema è
(21)
dove si è tenuto conto che il momento angolare dovuto alla massa risulta nullo poiché la velocità di
e il vettore posizione che lo congiunge con
sono sempre paralleli (in realtà basta osservare che all’istante iniziale
è ferma, pertanto il suo momento angolare è nullo, dato che il momento angolare dipende dalla velocità).
Il momento angolare nel generico istante è
(22)
dove abbiamo usato il fatto che e
.
Per la conservazione del momento angolare, avvalendoci delle due precedenti equazioni, si ha
(23)
Mettendo a sistema le equazioni (20) e (23), si ottiene
(24)
Nel generico istante , si ha
(25)
da cui derivando ambo i membri la precedente equazione rispetto al tempo, si ottiene
(26)
(27)
Ricordando che è il versore radiale associato al moto di
e che
è il vettore posizione di
nel generico istante
, si ha
(28)
cioè abbiamo scritto la velocità di in coordinate polari.
Dalla precedente equazione deduciamo che è la velocità nella direzione radiale, cioè
. Sfruttando quanto detto, cioè che
, il sistema (24) diventa
(29)
Il sistema (29) ha due equazioni e tre incognite ,
e
. Tuttavia, nell’istante in cui il raggio
assume i valori
e
, il filo raggiunge rispettivamente la sua minima e massima lunghezza sul piano orizzontale: pertanto la velocità di
nella direzione radiale, deve essere nulla, ossia
. Se così non fosse, la frazione di filo sul piano orizzontale continuerebbe ad aumentare o diminuire di lunghezza a seconda del caso analizzato. Per quanto riguarda
, è chiaro che non potrà mai essere nulla dato che si conserva il momento angolare (che è sempre diverso da zero) e da (29)
vale
. Analogamente, nell’istante
in cui il raggio
assume i valori
e
, la massa
si ferma istantaneamente nel suo moto lungo l’asse delle
, dato che
, e quindi se
, si ha
. Dunque, per trovare
e
possiamo porre
in (29) e risolvere il sistema. Dal (29)
si ricava
(30)
che sostituita nella prima equazione del sistema (29) insieme alla condizione , dà
(31)
da cui
(32)
cioè
(33)
La precedente equazione si può riscrivere come
(34)
La precedente equazione ha soluzione banale
(35)
Le due soluzioni non banali si ottengono da
(36)
Applicando la formula risolutiva per le equazioni di secondo grado alla precedente equazione, si trova
La soluzione va scartata in quanto negativa, visto che per definizione vale
.
Resta ora da stabilire la gerarchia tra le altre due soluzioni, ossia se e per quali valori di vale
,
oppure
. Consideriamo la disuguaglianza
(37)
(38)
ossia una disequazione irrazionale del tipo , dove
svolge il ruolo di variabile indipendente, al variare della quale variano
e
.
La precedente disequazione, tenendo conto delle dovute condizioni di esistenza, può essere riscritta come segue
(39)
Ponendo
(40)
e
(41)
il precedente sistema di disequazioni diventa
(42)
La prima disequazione del precedente sistema è sempre vera perché somma di due termini sempre positivi. La seconda disequazione del sistema si può riscrivere come
(43)
Per la terza disequazione del sistema, si ha
(44)
Il sistema è verificato quando
(45)
Quindi, per vale
e possiamo scrivere
In altre parole, per il corpo
tende ad avvicinarsi al punto
con un moto a spirale, fino a raggiungere
; dopodiché,
inizia ad allontanarsi da
e
aumenta fino a raggiungere
, sempre con un moto a spirale. A questo punto il sistema si trova esattamente nella condizione iniziale in cui era al tempo
e il moto così descritto ricomincia, ripetendosi periodicamente all’infinito, in quanto nel sistema non ci sono dissipazioni di alcun tipo.
Al contrario, quando l’ordine delle soluzioni cambia, cioè vale
e abbiamo
ossia prima si allontana da
fino a raggiungere
, dopodiché si riavvicina fino a ritornare alla condizione iniziale fissata da
.
Nel caso in cui , possiamo sostituire
nella equazione
(46)
ottenendo
(47)
ossia e
si muove di moto circolare uniforme di raggio
a distanza fissa da
, come trovato nel punto 2 del problema.
Osservazione 2. Dall’equazione (27) deduciamo che la velocità di dipende dalla velocità radiale di
; pertanto, dato che, all’istante iniziale
per l’equazione (27) segue che
.
Punto 4. Ricordando i risultati del punto 3, possiamo dedurre che raggiunge il punto
durante il moto se per qualche valore di
troviamo
. Altrimenti, se
,
non potrà mai raggiungere
durante il suo moto.
Se vale abbiamo
, quindi per
è impossibile che
raggiunga
. Invece, per
, cioè per
, possiamo chiederci se
(48)
e cercare se esistono valori di che la risolvono.
Il termine in parentesi nell’equazione di sopra è sempre strettamente maggiore di zero, quindi l’equazione ammette come unica soluzione , ossia il moto banale in cui
non ha velocità tangenziale e compie un moto puramente radiale scivolando verso
trascinato dalla corda collegata a
e scivolando verso il basso per via della forza peso
. Abbiamo quindi dimostrato che per qualsiasi
è impossibile che
raggiunga
.
\noindent Si poteva giungere allo stesso risultato notando che se raggiungesse il punto
il suo momento angolare sarebbe
per qualsiasi velocità, in quanto
coincide con il polo scelto per calcolare i momenti, ma tale risultato è assurdo in quanto abbiamo già notato che nel sistema il momento angolare
è conservato e al tempo
il momento angolare di
vale
, per cui è impossibile che
possa passare da uno stato con
a uno stato con
sotto le ipotesi del problema.
Il discorso cambia se invece assumiamo che il piano orizzontale non è liscio: in questo caso, la forza di attrito esercitata dal piano su genera un momento esterno non nullo rispetto al polo
da cui deduciamo che il momento angolare
non è più conservato. In particolare, l’effetto della forza di attrito è quello di diminuire il momento angolare del sistema, fino al punto in cui
diventa uguale a zero: questo risultato è compatibile con il fatto che
possa raggiungere il punto
. Ciononostante, non è necessariamente vero che
raggiunge sempre
: se il coefficiente di attrito statico è sufficientemente alto,
potrebbe fermarsi e restare ferma in altri punti del piano, ma per opportune scelte dei parametri si può fare in modo che
raggiunga
in un tempo finito.