Esercizio lavoro ed energia 52
L’esercizio 52 sul lavoro e l’energia fa parte della raccolta inclusa nella cartella Dinamica del punto materiale: Lavoro ed energia in Meccanica classica. Questo esercizio segue Esercizio lavoro ed energia 51 ed è il precedente di un eventuale Esercizio lavoro ed energia 53. Questo esercizio è progettato per studenti che frequentano un corso di Fisica 1, indirizzato a chi studia ingegneria, fisica o matematica.
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Testo lavoro ed energia 52
Esercizio 52 . Un punto materiale di massa giace in quiete nel punto sul fondo di una guida liscia fissa con profilo semicircolare nel piano verticale di raggio . A partire da un certo istante al corpo è applicata una forza orizzontale di modulo costante. Calcolare:
- il modulo della velocità di quando raggiunge il punto più alto della guida;
- la reazione vincolare della guida nello stesso istante.
Svolgimento punto 1.
Per calcolare la velocità del corpo nel punto possiamo avvalerci del teorema delle forze vive. La variazione dell’energia cinetica del corpo di massa per andare dal punto della guida al punto della guida è data dal lavoro compiuto dalla forza risultante sulla massa durante tale spostamento, ossia
(1)
La forza risultate è . Essendo il corpo inizialmente in quiete nel punto (), segue che
(2)
dove è il modulo del vettore velocità del corpo nel punto , ovvero ciò che si vuol determinare. La reazione vincolare non compie lavoro essendo ortogonale allo spostamento del corpo in ogni istante. Dunque, il lavoro svolto dalla risultante delle forze agenti su è dato dal contributo della forza peso e da quello della forza orizzontale , ossia
(3)
Definiamo un sistema di riferimento inerziale con l’origine coincidente con il punto orientato come in figura 3 (dove la reazione vincolare non è stata raffigurata perché ininfluente ai fini dei calcoli successivi).
Il lavoro svolto dalla forza peso nel portare il corpo dal punto al punto è dato da
(4)
dove abbiamo posto e per come abbiamo definito il sistema di riferimento . Così come la forza peso, anche la forza è conservativa in quanto costante in modulo, direzione e verso. Pertanto esiste una funzione scalare (detto potenziale) tale per cui
(5)
dove il segno meno è dovuto al verso del vettore rispetto al riferimento . Integrando ambo i membri dell’equazione (5) rispetto alla variabile , si ha che
(6)
dove è una generica costante di integrazione. Quindi il lavoro svolto dalla forza nel portare il corpo dal punto al punto vale
(7)
dove abbiamo posto e per come abbiamo definito il sistema di riferimento . Mettendo a sistema le equazioni (4), (7) e (3), si ha
(8)
Dall’equazione (1) utilizzando le equazioni (2) e (8), otteniamo che
(9)
da cui il modulo della velocità del corpo di massa nel punto è
Osserviamo che il risultato appena ottenuto è matematicamente ben definito e ha senso fisico se e soltanto se
(10)
Svolgimento punto 2.
Dal secondo principio della dinamica, proiettando le forze lungo l’asse orizzontale (ossia nella direzione radiale del moto), si ha
(11)
dove è il modulo dell’accelerazione centripeta del corpo nel punto e vale
(12)
Sostituendo l’espressione dell’accelerazione centripeta (12) nell’equazione (11), si trova
(13)
dove abbiamo utilizzato l’espressione di ottenuta nel punto precedente. Nell’equazione (13) esplicitando , si ottiene
(14)
ossia
Osserviamo che la condizione trovata all’equazione (10) garantisce che l’espressione di appena ottenuta sia fisicamente coerente (i.e. ).
Esercizi di Meccanica classica
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Ulteriori risorse didattiche per la fisica
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Lavoro ed energia nelle energie rinnovabili: fondamenti per un futuro sostenibile
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Il concetto di lavoro in fisica si riferisce al trasferimento di energia attraverso l’applicazione di una forza su un corpo che si muove nella direzione della forza stessa. In termini di energia rinnovabile, il lavoro viene svolto ogni volta che una fonte naturale di energia, come il vento, il sole, o l’acqua, viene convertita in una forma di energia utilizzabile, come l’elettricità. Ad esempio, nelle turbine eoliche, il lavoro è compiuto dal vento che esercita una forza sulle pale, facendole ruotare. Questa rotazione viene convertita in energia elettrica attraverso un generatore. Il vento compie lavoro sulle pale, trasferendo loro l’energia cinetica necessaria per generare elettricità. Nei pannelli fotovoltaici, i fotoni provenienti dal sole “spingono” gli elettroni attraverso un semiconduttore, generando corrente elettrica. Anche se il concetto di lavoro qui è meno intuitivo rispetto all’eolico, l’energia solare svolge un lavoro fondamentale nel liberare gli elettroni necessari per produrre energia. Nelle centrali idroelettriche, l’acqua che cade da un’altezza compie lavoro sulle turbine situate alla base delle dighe. Questo lavoro, dovuto all’energia potenziale dell’acqua, viene trasformato in energia cinetica e infine in energia elettrica.
L’energia è la capacità di un sistema di compiere lavoro. Nelle energie rinnovabili, la sfida principale è catturare e convertire l’energia disponibile nell’ambiente in una forma utilizzabile. Le principali forme di energia coinvolte nelle tecnologie rinnovabili includono l’energia cinetica, come quella del vento e dell’acqua in movimento, che può essere convertita direttamente in energia elettrica, l’energia solare, che può essere convertita in energia elettrica attraverso pannelli fotovoltaici o utilizzata per riscaldare fluidi in impianti solari termici, e l’energia potenziale, come l’energia immagazzinata nell’acqua dietro una diga, che può essere rilasciata per generare energia elettrica.
Uno degli obiettivi principali nello sviluppo delle tecnologie rinnovabili è migliorare l’efficienza con cui queste tecnologie convertono l’energia disponibile in energia utilizzabile. L’efficienza è spesso definita come il rapporto tra l’energia prodotta e l’energia disponibile, e può essere limitata da vari fattori, tra cui le perdite energetiche sotto forma di calore e l’inefficienza dei componenti meccanici ed elettrici. La sostenibilità delle energie rinnovabili non dipende solo dall’efficienza, ma anche dalla capacità di queste tecnologie di ridurre l’impatto ambientale rispetto alle fonti fossili. A differenza del carbone, del petrolio e del gas naturale, le fonti rinnovabili non emettono direttamente gas serra durante la produzione di energia e possono essere sfruttate in modo continuo senza esaurirsi nel tempo.
Mentre il mondo si sposta verso un futuro più sostenibile, l’importanza delle energie rinnovabili continuerà a crescere. Gli sviluppi tecnologici stanno rendendo queste fonti di energia sempre più competitive rispetto alle fonti tradizionali, riducendo i costi e migliorando l’affidabilità. Con il continuo progresso nella scienza dei materiali e nelle tecnologie di stoccaggio dell’energia, le energie rinnovabili sono destinate a svolgere un ruolo centrale nel soddisfare le esigenze energetiche globali, contribuendo al contempo a mitigare il cambiamento climatico. In conclusione, il concetto di lavoro ed energia è intrinsecamente legato alle energie rinnovabili, fornendo una base per comprendere come queste tecnologie catturano e trasformano le risorse naturali in energia utilizzabile. Con l’aumento della consapevolezza ambientale e la pressione per ridurre le emissioni di carbonio, le energie rinnovabili rappresentano non solo una soluzione necessaria, ma anche una strada percorribile verso un futuro energetico sostenibile.
Lavoro ed energia: l’evoluzione storica e scientifica di due concetti fondamentali della fisica
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Il concetto di energia ha una storia più lunga e complessa. L’idea che il movimento e le forze potessero essere legate a una sorta di “capacità di compiere lavoro” risale all’antichità, ma il concetto moderno di energia iniziò a prendere forma solo nel XVII secolo. Un passo importante fu fatto con i lavori di Gottfried Wilhelm Leibniz e Émilie du Châtelet nel XVII e XVIII secolo. Leibniz sviluppò il concetto di vis viva (forza viva), che corrisponde all’energia cinetica moderna, come il prodotto della massa di un corpo e del quadrato della sua velocità. Questo concetto fu ulteriormente sviluppato da Émilie du Châtelet, che chiarì il ruolo dell’energia potenziale, contribuendo a formare la base del principio di conservazione dell’energia.
Nel XIX secolo, scienziati come Joule, Helmholtz, e Thomson (Lord Kelvin) consolidarono il concetto di energia come quantità fisica conservata. Joule, in particolare, dimostrò l’equivalenza tra lavoro meccanico e calore, stabilendo il principio di conservazione dell’energia, noto come la prima legge della termodinamica.
La formalizzazione del lavoro e dell’energia come concetti interconnessi permise agli scienziati di sviluppare una comprensione più profonda dei processi fisici. In meccanica classica, il lavoro svolto su un sistema è strettamente legato alle variazioni di energia del sistema, e questa comprensione è alla base di molte applicazioni in ingegneria e fisica. Nel tempo, questi concetti sono diventati fondamentali non solo nella meccanica, ma anche in altre branche della fisica, come la termodinamica e l’elettromagnetismo, fornendo un linguaggio comune per descrivere e analizzare un’ampia gamma di fenomeni naturali.