Esercizio 36 . Due corpi
e
, di masse
, si trovano su un piano scabro inclinato di
rispetto all’orizzontale, sono collegati da una molla ideale di massa trascurabile, e costante elastica
. Inizialmente i due corpi sono tenuti fermi ad una distanza relativa pari alla lunghezza di riposo della molla; inoltre, il corpo
si trova ad una quota maggiore rispetto al corpo
, come illustrato in figura 1. Ad un certo istante si lascia il corpo
libero di muoversi mentre
è tenuto fermo mediante un opportuno vincolo esterno:
scende verso il basso e prima di fermarsi percorre un tratto
.
Calcolare:
- il coefficiente di attrito dinamico
comune ai due corpi.
Nell’istante in cui si ferma esso viene bloccato con un opportuno vincolo esterno mentre
è libero di muoversi. Si calcoli:
- lo spazio
percorso da
prima di fermarsi la prima volta;
- l’energia cinetica massima raggiunta da
nella fase di discesa.
Supporre che valga la condizione e che
ed
non si scontrino mai.
Svolgimento. Punto 1. Osserviamo che sul corpo agiscono la forza peso
, la reazione vincolare
(che non compie lavoro perché istante per istante ortogonale alla direzione del moto), la forza elastica
e la forza di attrito dinamico
. Tutte le forze sono rappresentate in figura 3. Il lavoro totale
fatto sul di esso sarà dato da
(1)
Poiché tra le tre forze in esame, la forza di attrito non è conservativa segue che il lavoro svolto da essa è pari alla variazione di energia meccanica del sistema , ossia
(2)
dove ed
rappresentano rispettivamente l’energia meccanica del sistema nell’istante iniziale e finale rispettivamente del moto del corpo
in un generico istante
.
Definiamo un sistema di riferimento fisso , dove l’origine
è posto alla stessa quota alla quale si arresta il corpo
, definisce arbitrariamente lo zero dell’energia potenziale gravitazionale, come rappresentato in figura 2.
Siano l’energia potenziale gravitazionale di
nell’istante iniziale,
l’energia cinetica iniziale di
nell’istante iniziale,
l’energia potenziale della molla di
nell’istante iniziale,
l’energia potenziale gravitazionale di
nell’istante finale,
è l’energia cinetica di
nell’istante finale,
è l’energia potenziale della molla di
nell’istante finale. Per istante finale si intende quando la molla è allungata di
, ovvero quando il corpo ha percorso un’altezza pari a
rispetto alla posizione iniziale, per poi fermarsi.
In virtù di come abbiamo costruito il riferimento osserviamo che il corpo
, inizialmente in quiete (quindi ha energia cinetica iniziale nulla, cioè
) e posto ad una quota pari a
con la molla nella posizione di riposo (
), avrà un’energia meccanica totale iniziale
data da
(3)
Nell’istante finale il corpo si arresta (
) al livello zero dell’energia potenziale gravitazionale e la molla, poiché
è tenuto fermo da un opportuno vincolo esterno, risulterà allungata di una quantità pari a
per cui l’energia meccanica finale
è data da
(4)
Quindi in virtù di quanto ottenuto nelle equazioni (3) e (4) deduciamo che
(5)
Sostituendo l’equazione (5) nell’equazione (2) otteniamo che il lavoro compiuto dalla forza di attrito nell’intervallo di tempo considerato è pari a
(6)
Cambiamo sistema di riferimento e scegliamo un sistema di riferimento fisso tale per cui il corpo
in un generico istante si trovi nell’origine
. Il sistema di riferimento è rappresentato nella figura che segue.
Dal secondo principio della dinamica, proiettando le forze lungo gli assi e
, abbiamo che
(7)
dove è l’accelerazione del corpo in un generico istante
. Si osservi che abbiamo orientato la forza elastica nel verso negativo perché la molla si sta allungando.
Il lavoro compiuto dalla forza di attrito dinamico nel percorso fatto è dato da
(8)
Si ricordi che per definizione il modulo della forza di attrito dinamico è dato da
(9)
dove abbiamo sfruttato l’espressione di ottenuta nella seconda equazione del sistema (7).
Sostituendo nell’equazione (8), l’espressione di appena ottenuta nell’equazione (9), si ha che
(10)
In virtù di quanto detto, dalle equazioni (5) e (10), l’equazione (2) diventa
(11)
da cui ricaviamo che il coefficiente di attrito dinamico è dato da
Osserviamo che è ben definito perché vale la condizione
.
Punto 2. Lo svolgimento del punto 2 è perfettamente analogo a quello del punto 1, se non per il fatto che il corpo in esame è e percorre un tratto
lungo il piano inclinato prima di arrestarsi. Rappresentiamo in figura 4 il sistema in esame negli istanti iniziali e finali, dove questa volta l’origine
del riferimento fisso
corrisponde alla quota alla quale si arresta il corpo
. Analogamente a prima abbiamo definito lo zero dell’energia potenziale al livello dell’origine
.
Inizialmente, prima che il corpo venga lasciato libero di muoversi, quest’ultimo si trova ad un’altezza
rispetto all’origine
e la molla risulta allungata di
(per quanto visto nel punto 1) per cui l’energia meccanica iniziale di
è data da
(12)
Successivamente, nell’istante finale in cui il corpo si arresta alla quota dell’origine l’unico contributo energetico è quello elastico, ossia la molla risulta allungata di una quantità
, pertanto
(13)
Il lavoro compiuto dalla forza di attrito dinamico è dato da
(14)
L’equazione (2), per il corpo , si scrive come
(15)
da cui, in virtù delle equazioni (12),(13) e (14), si ha che
(16)
Possiamo riscrivere l’espressione di appena ottenuta (equazione (16)) nella seguente maniera
(17)
da cui sostituendo l’espressione di ricavata nel punto 1, si ha che
(18)
Deduciamo pertanto che il corpo percorre un tratto lungo il piano inclinato che è il triplo di quello percorso dal corpo
prima di arrestarsi, ossia
Punto 3. Per calcolare la massima energia cinetica che il corpo raggiunge durante la fase di discesa, osserviamo che quando esso ha percorso un tratto generico
lungo il piano inclinato la sua energia cinetica è pari a
, grazie al teorema dell’energia lavoro o teorema delle forze vive. Quello che dobbiamo fare è considerare quanto già fatto nel punto 2, con l’unica differenza che il corpo
adesso si trova ad una distanza generica
da quella iniziale, con una certa velocità e quindi una energia cinetica
. In particolare nell’istante iniziale l’energia meccanica del corpo
è data dall’equazione (12). Nell’istante finale, invece, all’energia meccanica
contribuiscono, oltre l’energia potenziale elastica (si veda l’equazione (13), con l’eccezione che va sostituito
al posto di
), anche la forza peso
e l’energia cinetica
, ossia
(19)
Il lavoro della forza di attrito per percorre uno spazio pari ad lungo il piano inclinato è
(20)
Utilizzando le equazioni (12), (19), e (20), l’equazione (15) diventa
(21)
(22)
oppure
(23)
o anche
(24)
Dalla forma analitica di deduciamo che essa sia una parabola con concavità verso il basso per cui il punto di massimo si ottiene ponendo (in alternativa, il lettore può utilizzare le formule del vertice di una parabola, ottenendo, chiaramente, il medesimo risultato)
(25)
(26)
Quindi, valutando l’espressione di in corrispondenza di
, abbiamo che
(27)
ovvero
(28)
da cui, utilizzando l’equazione (26), si ha
(29)
Sostituendo, nella precedente equazione, il valore di (calcolato nell’equazione (29)), si ottiene
(30)
Osserviamo che, essendo , possiamo riscrivere l’espressione di
appena ottenuta (equazione (30)) nella seguente maniera
(31)
da cui sostituendo l’espressione di ricavata nel punto 1, si trova
(32)
Pertanto la massima energia cinetica che il corpo assume durante la fase di discesa è pari a
{Metodo alternativo per il calcolo di . Un metodo alternativo per risolvere il punto 3 consiste nell’utilizzare la seconda legge della dinamica. Sul corpo
agiscono la forza peso
, la reazione vincolare
, la forza di attrito dinamico
e la forza elastica
.
Dal secondo principio della dinamica, scegliendo un sistema di riferimento fisso con l’asse delle
diretto lungo l’asse delle
, abbiamo che
(33)
In particolare dalla prima equazione del sistema (33) sappiamo che
(34)
dove abbiamo utilizzato l’equazione (9).
L’equazione (34) descrive un oscillatore armonico smorzato che raggiunge la massima velocità quando la sua accelerazione è nulla, ossia
(35)
che coincide con calcolato nel punto 3, da cui poi si ottiene
nella maniera già illustrata.