Esercizio 28 . Un punto materiale di massa
poggia su di un piano orizzontale ed è attaccato ad una molla ideale di costante elastica
. Inizialmente il corpo
ha velocità
e la molla è a riposo, come in figura 1. Tra la cassa e la superficie orizzontale di appoggio c’è attrito, con coefficienti di attrito statico e dinamico rispettivamente pari a
e
. Si determini la relazione che deve esistere tra il modulo
della velocità della cassa e le grandezze
e
affinché la cassa rimanga ferma nella posizione corrispondente al massimo allungamento della molla.
Svolgimento. Si propongono due metodi differenti: il primo metodo prevede la risoluzione dell’equazione del moto del sistema a partire dalle leggi della dinamica, il secondo, invece, sfrutta il teorema delle forze vive.
Primo metodo. Sia un sistema di riferimento cartesiano fisso con origine
, coincidente con la posizione iniziale della cassa, ed orientato come illustrato in figura 2.
La cassa, avendo una velocità iniziale di modulo pari a , si allontana dalla posizione di equilibrio, allungando la molla, di una quantità
. Costruiamo il diagramma di corpo libero per la cassa come fatto in figura 2. Su di essa agiscono la forza peso
, la reazione vincolare
, la forza di attrito dinamico (essendo la cassa in movimento)
e la forza elastica
. Tutte le forze succitate sono rappresentate in figura 2. Dalla seconda equazione della dinamica, proiettando le forze lungo gli assi
ed
, si ha
(1)
Ricordiamo che la forza di attrito dinamico è , otteniamo
(2)
dove abbiamo sostituito l’espressione di ottenuta dalla seconda equazione del sistema (1). Sostituendo l’espressione di
(ottenuta all’equazione (2)) nella prima equazione del sistema (1), si ha
(3)
Abbiamo scritto l’equazione del moto lungo l’asse orizzontale in maniera tale da poter definire la quantità , da cui
(4)
(5)
Sfruttando quanto ottenuto l’equazione (3) diventa
(6)
che è l’equazione di un oscillatore armonico con pulsazione . La soluzione generale dell’equazione (6) è nota ed è pari ad
(7)
con e
due parametri da determinare in base alle condizioni iniziali.
Ricordando che , segue che la soluzione dell’equazione (7), scritta in termini della variabile
, diventa
(8)
Per determinare i parametri e
utilizziamo le condizioni iniziali del problema.
La velocità della cassa al generico istante è ottenuta derivando l’equazione (8) rispetto al tempo, ossia
(9)
La cassa all’istante iniziale è nell’origine del sistema di riferimento, ed ha una velocità pari a in modulo, ossia
(10)
Elevando al quadrato entrambe le equazioni del sistema (10) e sommandole membro a membro, si trova
(11)
(12)
Per calcolare l’angolo di fase , dividiamo ciascun membro della prima equazione del sistema (10) per i corrispondenti membri della seconda equazione, per cui
(13)
dove nell’ultimo passaggio abbiamo utilizzato il fatto che . Ovviamente
perché se
vorrebbe dire che
e questo andrebbe contro le condizioni iniziale del problema, in quanto la velocità iniziale non è vero.
Se sostituiamo l’espressione dell’ampiezza e della fase
, calcolate nelle equazioni (12) e (13), rispettivamente, nella legge oraria della cassa data dall’equazione (8), abbiamo che
(14)
È noto che
(15)
(16)
Raggiunta l’elongazione massima , essendo un moto armonico, il corpo
si ferma. Pertanto scrivendo la seconda legge della dinamica in corrispondenza di questa configurazione (si veda il sistema (1)) si ha
(17)
dove rappresenta il modulo della forza di attrito statico, mentre
il modulo della forza elastica in corrispondenza della massima elongazione.
Ricordiamo che in generale la forza di attrito statico è tale che
(18)
Dunque affinché il corpo resti in equilibrio dinamico è necessario che
(19)
Sostituendo l’espressione di , calcolata nell’equazione (16), nella condizione data dall’equazione (19) si trova
(20)
Il primo ed il secondo membro della disequazione (20) sono quantità positive (quindi possiamo elevare al quadrato ambo i membri), per cui elevando al quadrato ambo i membri della disequazione, si ottiene
Si conclude che la relazione cercata è
Secondo metodo. Applichiamo il teorema delle forze vive per determinare .
Per il teorema delle forze vive, si ha
(21)
dove abbiamo assunto che la velocità finale del corpo sia nulla in corrispondenza della massima elongazione, essendo un moto armonico; è il lavoro fatto dalla forza di attrito dinamico e
è il lavoro compiuto dalla molla nel tratto
.
L’equazione (21) diventa
(22)
Risolvendo l’equazione di secondo grado (22) rispetto alla incognita si ha
dove abbiamo preso la soluzione con il segno perchè si deve determinare la massima elongazione rispetto alla posizione di equilibrio (vedi Approfondimento).
Osserviamo che l’espressione di appena ottenuta coincide con il risultato ottenuto all’equazione (16) nel primo metodo.
Dopodiché il procedimento segue esattamente gli stessi passaggi visti già nel primo metodo.
Approfondimento. Nella risoluzione del secondo metodo, abbiamo preso come soluzione dell’equazione (22) quella con il segno . In virtù di questa scelta si ha
(23)
(24)
dove abbiamo posto È immediato notare che
, e ciò sembrerebbe contraddire l’aver identificato
come la massima elongazione.
Per ovviare a questo apparente paradosso, ricordiamo che in un moto armonico il corpo oscilla intorno alla posizione di equilibrio. Calcoliamo quindi la coordinata della posizione di equilibrio , imponendo
(25)
Quindi sostituendo il valore di appena ottenuto nelle espressioni di
e di
(equazioni (23) e (24)), si ha
(26)
e
(27)
Quindi effettivamente per come è stata definita rappresenta la massima elongazione della molla rispetto alla posizione di equilibrio
mentre
ne rappresenta la sua massima compressione, come illustrato anche in figura 3.