Esercizio lavoro ed energia 20
L’esercizio 20 sul lavoro e l’energia fa parte della raccolta inclusa nella cartella Dinamica del punto materiale: Lavoro ed energia in Meccanica classica. Questo esercizio segue Esercizio lavoro ed energia 19 ed è il precedente di Esercizio lavoro ed energia 21. Questo esercizio è progettato per studenti che frequentano un corso di Fisica 1, indirizzato a chi studia ingegneria, fisica o matematica.
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Testo lavoro ed energia 20
Esercizio 20 . Una molla ideale di costante elastica si trova su di un piano orizzontale ad un’altezza dal suolo. In un esperimento si spara una palla di massa , comprimendo la molla di una quantità per colpire un bersaglio che si trova al suolo ad una distanza dalla base del piano orizzontale. Purtroppo, la sfera manca il bersaglio di una distanza pari ad . Al secondo tentativo, qual’è la quantità di cui deve essere compressa la molla affinché la sfera colpisca il bersaglio? Si richiede di esprimere in funzione di , e .
Nota. Si consideri il sistema conservativo e la sfera puntiforme.
Svolgimento.
Supponiamo che la molla venga compressa di una quantità (da calcolare) in modo tale che la palla cada perfettamente in corrispondenza del bersaglio. Osserviamo che la palla, una volta lanciata, descriverà un moto parabolico, con velocità iniziale di modulo diretta lungo l’asse positivo delle . Poiché non sono presenti forze di attrito, si conserva l’energia meccanica del sistema in ogni istante. Applichiamo la conservazione dell’energia meccanica tra l’istante in cui la molla risulta compressa di una quantità e l’istante in cui quest’ultima viene rilasciata. All’inizio l’energia meccanica del sistema sarà esclusivamente elastica, ossia
(1)
mentre, quando la molla verrà rilasciata, la sua energia elastica sarà convertita totalmente in energia cinetica. Nell’istante del rilascio la velocità della palla è ; per cui l’energia meccanica finale del sistema vale
(2)
Dalla conservazione dell’energia meccanica tra i due istanti di tempo considerati, è possibile calcolare il modulo della velocità con la quale la palla viene lanciata dalla sommità del piano orizzontale, ovvero
(3)
dove nel primo passaggio abbiamo sfruttato i risultati ottenuti nelle equazioni (1) e (2). Dopo di che, la palla cadrà nel vuoto, muovendosi di moto parabolico. La sua velocità iniziale è , partendo dalla sommità del piano orizzontale. Le leggi orarie lungo gli assi ed , sono
(4)
per . Esisterà un certo istante di tempo in corrispondenza del quale la palla impatterà il suolo, cioè . Dopo aver percorso un tratto orizzontale pari a (ossia la palla colpisce il bersaglio), il sistema (4) può essere riscritto come
(5)
Sostituendo il tempo (definito nell’equazione (5)) nell’equazione (5), si ha
(6)
da cui, sostituendo il valore di (calcolato nell’equazione (3)) nell’equazione (6), si ottiene
(7)
Osserviamo che nell’espressione di , ricavata nell’equazione (7), è presente il fattore . Sappiamo che deve essere espressa in funzione di , e . Pertanto dobbiamo esprimere il fattore in funzione di , e . Nel primo lancio (vedi figura 3) la molla è compressa di una quantità ed, una volta rilasciata, la palla descriverà un moto parabolico con velocità iniziale .
Per calcolare il modulo della velocità con cui la palla viene lanciata dalla sommità del piano, procediamo come fatto in precedenza. In particolare, per la conservazione dell’energia meccanica tra l’istante in cui la molla è compressa e l’istante in cui quest’ultima viene rilasciata, si ha
(8)
Quindi, come prima, la palla descriverà una traiettoria parabolica con velocità iniziale , partendo dalla sommità del piano orizzontale. Le leggi orarie del moto lungo l’asse ed , sono
(9)
Sappiamo che al primo lancio la palla giunge a terra di una quantità prima del bersaglio, posto ad una distanza dall’origine . Ciò si traduce dicendo che all’istante in cui il corpo tocca il suolo () lo spazio orizzontale percorso dalla palla sarà . In virtù di quanto detto, si ottiene
(10)
Sostituendo il tempo ottenuto dalla prima equazione del sistema (10) nella seconda equazione del sistema, si trova
(11)
da cui, sostituendo il valore di (calcolato nell’equazione (8)) in (11), otteniamo
(12)
Rammentiamo che nell’espressione di ottenuta nell’equazione (7), è presente il fattore che va espresso in funzione di , e . Pertanto, sfruttando l’equazione (12), si ha
(13)
Sostituendo il risultato dell’equazione (13) nell’equazione (7), si giunge ad
(14)
Abbiamo dunque trovato la quantità richiesta. Si conclude che
Osservazione.
(15)
Dalla prima equazione del sistema (5), sostituendo il valore di calcolato nell’equazione (3), si trova
(16)
da cui, sostituendo il risultato ottenuto per , si ottiene
(17)
Dai risultati ottenuti alle equazioni (15) e (17), deduciamo che in entrambi i tentativi la palla impiega lo stesso tempo per raggiungere il suolo.
Esercizi di Meccanica classica
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Ulteriori risorse didattiche per la fisica
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- American Physical Society (APS) – La APS è una delle organizzazioni più importanti per i fisici. Il sito offre accesso a pubblicazioni, conferenze, risorse educative e aggiornamenti sulle novità del mondo della fisica.
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Lavoro ed energia nelle energie rinnovabili: fondamenti per un futuro sostenibile
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Il concetto di lavoro in fisica si riferisce al trasferimento di energia attraverso l’applicazione di una forza su un corpo che si muove nella direzione della forza stessa. In termini di energia rinnovabile, il lavoro viene svolto ogni volta che una fonte naturale di energia, come il vento, il sole, o l’acqua, viene convertita in una forma di energia utilizzabile, come l’elettricità. Ad esempio, nelle turbine eoliche, il lavoro è compiuto dal vento che esercita una forza sulle pale, facendole ruotare. Questa rotazione viene convertita in energia elettrica attraverso un generatore. Il vento compie lavoro sulle pale, trasferendo loro l’energia cinetica necessaria per generare elettricità. Nei pannelli fotovoltaici, i fotoni provenienti dal sole “spingono” gli elettroni attraverso un semiconduttore, generando corrente elettrica. Anche se il concetto di lavoro qui è meno intuitivo rispetto all’eolico, l’energia solare svolge un lavoro fondamentale nel liberare gli elettroni necessari per produrre energia. Nelle centrali idroelettriche, l’acqua che cade da un’altezza compie lavoro sulle turbine situate alla base delle dighe. Questo lavoro, dovuto all’energia potenziale dell’acqua, viene trasformato in energia cinetica e infine in energia elettrica.
L’energia è la capacità di un sistema di compiere lavoro. Nelle energie rinnovabili, la sfida principale è catturare e convertire l’energia disponibile nell’ambiente in una forma utilizzabile. Le principali forme di energia coinvolte nelle tecnologie rinnovabili includono l’energia cinetica, come quella del vento e dell’acqua in movimento, che può essere convertita direttamente in energia elettrica, l’energia solare, che può essere convertita in energia elettrica attraverso pannelli fotovoltaici o utilizzata per riscaldare fluidi in impianti solari termici, e l’energia potenziale, come l’energia immagazzinata nell’acqua dietro una diga, che può essere rilasciata per generare energia elettrica.
Uno degli obiettivi principali nello sviluppo delle tecnologie rinnovabili è migliorare l’efficienza con cui queste tecnologie convertono l’energia disponibile in energia utilizzabile. L’efficienza è spesso definita come il rapporto tra l’energia prodotta e l’energia disponibile, e può essere limitata da vari fattori, tra cui le perdite energetiche sotto forma di calore e l’inefficienza dei componenti meccanici ed elettrici. La sostenibilità delle energie rinnovabili non dipende solo dall’efficienza, ma anche dalla capacità di queste tecnologie di ridurre l’impatto ambientale rispetto alle fonti fossili. A differenza del carbone, del petrolio e del gas naturale, le fonti rinnovabili non emettono direttamente gas serra durante la produzione di energia e possono essere sfruttate in modo continuo senza esaurirsi nel tempo.
Mentre il mondo si sposta verso un futuro più sostenibile, l’importanza delle energie rinnovabili continuerà a crescere. Gli sviluppi tecnologici stanno rendendo queste fonti di energia sempre più competitive rispetto alle fonti tradizionali, riducendo i costi e migliorando l’affidabilità. Con il continuo progresso nella scienza dei materiali e nelle tecnologie di stoccaggio dell’energia, le energie rinnovabili sono destinate a svolgere un ruolo centrale nel soddisfare le esigenze energetiche globali, contribuendo al contempo a mitigare il cambiamento climatico. In conclusione, il concetto di lavoro ed energia è intrinsecamente legato alle energie rinnovabili, fornendo una base per comprendere come queste tecnologie catturano e trasformano le risorse naturali in energia utilizzabile. Con l’aumento della consapevolezza ambientale e la pressione per ridurre le emissioni di carbonio, le energie rinnovabili rappresentano non solo una soluzione necessaria, ma anche una strada percorribile verso un futuro energetico sostenibile.
Lavoro ed energia: l’evoluzione storica e scientifica di due concetti fondamentali della fisica
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Il concetto di energia ha una storia più lunga e complessa. L’idea che il movimento e le forze potessero essere legate a una sorta di “capacità di compiere lavoro” risale all’antichità, ma il concetto moderno di energia iniziò a prendere forma solo nel XVII secolo. Un passo importante fu fatto con i lavori di Gottfried Wilhelm Leibniz e Émilie du Châtelet nel XVII e XVIII secolo. Leibniz sviluppò il concetto di vis viva (forza viva), che corrisponde all’energia cinetica moderna, come il prodotto della massa di un corpo e del quadrato della sua velocità. Questo concetto fu ulteriormente sviluppato da Émilie du Châtelet, che chiarì il ruolo dell’energia potenziale, contribuendo a formare la base del principio di conservazione dell’energia.
Nel XIX secolo, scienziati come Joule, Helmholtz, e Thomson (Lord Kelvin) consolidarono il concetto di energia come quantità fisica conservata. Joule, in particolare, dimostrò l’equivalenza tra lavoro meccanico e calore, stabilendo il principio di conservazione dell’energia, noto come la prima legge della termodinamica.
La formalizzazione del lavoro e dell’energia come concetti interconnessi permise agli scienziati di sviluppare una comprensione più profonda dei processi fisici. In meccanica classica, il lavoro svolto su un sistema è strettamente legato alle variazioni di energia del sistema, e questa comprensione è alla base di molte applicazioni in ingegneria e fisica. Nel tempo, questi concetti sono diventati fondamentali non solo nella meccanica, ma anche in altre branche della fisica, come la termodinamica e l’elettromagnetismo, fornendo un linguaggio comune per descrivere e analizzare un’ampia gamma di fenomeni naturali.