Esercizio 43 . Un’asta omogenea di lunghezza
è appoggiata in corrispondenza dello spigolo di un gradino di altezza
e di un piano orizzontale scabro con coefficiente di attrito statico
, come mostrato nella figura 1. Se l’asta è in equilibrio, dimostrare che vale la seguente relazione
(1)
dove è l’angolo che forma l’asta con il piano orizzontale.
Svolgimento.
Le forze esterne agenti sull’asta sono la reazione vincolare relativa al punto d’appoggio
sul gradino, la forza peso
applicata nel centro di massa
dell’asta (dove
è la massa dell’asta), la forza d’attrito
agente nel punto d’appoggio
tra asta e piano orizzontale, ed infine la reazione vincolare
applicata in
. In figura 2 rappresentiamo le forze esterne agenti sull’asta e il sistema di riferimento fisso
scelto.
Imponiamo che la somma delle forze esterne e dei momenti esterni agenti sull’asta sia nulla, cioè
(2)
dove si è indicato con il
-esimo momento esterno agente sull’asta in esame, e con
e
le componenti della
-esima forza esterna lungo le direzioni
e
rispettivamente. In figura 3 rappresentiamo gli angoli notevoli del problema:
che l’asta forma al suo punto di contatto con il pavimento e il suo complementare
.
(3)
mentre per la direzione avremo
(4)
Ricavando dalla equazione (3) e sostituendolo nell’equazione (4), si otterrà
(5)
la quale diventa, esplicitando rispetto a ,
(6)
Imponiamo che la somma dei momenti esterni sia nulla risposto al polo . Si osserva che il momento della forza
è nullo, in quanto il braccio è nullo, essendo la forza in questione applicata proprio in
.
Le uniche forze esterne con momento non nullo sono che ha distanza
dal polo
, la forza
che ha distanza
dal polo
, ed infine alla forza
che ha distanza
dal polo
.
L’equazione cardinale della statica, pertanto, si scriverà come segue:
(7)
(8)
Dalle geometria del problema si ha , ed osservando che
, avremo che l’equazione (8) diventa
(9)
Sostituendo (definita nell’equazione (9)) nell’equazione (6) si ottiene
(10)
da cui
(11)
(12)
(13)
Affinché il sistema sia in equilibrio, deve valere che la forza d’attrito sia inferiore o uguale alla forza di attrito statico massima, cioè
(14)
Sostituendo (definita nell’equazione (13)) e
(definita nell’equazione (9)) nella relazione (14), si ottiene
(15)
ovvero
(16)
e osservando che , si giunge ad
(17)
vale a dire
(18)
ovvero
(19)
Infine, applicando la formula di duplicazione del seno, si ottiene
(20)
che è proprio (1), ovvero quello che volevamo ottenere.