Esercizi teorici su massimi e minimi di funzioni
In questo articolo sono presentati alcuni esercizi teorici su massimi e minimi di funzioni, analizzando sia casi di funzioni continue, sia prescindendo da tale ipotesi, senza tuttavia richiedere l’utilizzo delle derivate.
Gli esercizi vengono svolti attraverso un’ampia varietà di tecniche classiche (teorema di Weierstrass, dei valori intermedi in primis) integrate con metodi e idee provenienti altri campi dell’Analisi Matematica. La raccolta è quindi destinata agli studenti e agli appassionati che desiderano approfondire la loro conoscenza teorica dei massimi e minimi di funzioni di variabile reale attraverso esercizi di carattere pratico. Auguriamo a tutti una buona lettura.
La parte teorica di riferimento per gli esercizi trattati è raccolta nelle dispense di teoria sulle funzioni e sulle funzioni continue.
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Ottieni il documento contenente 9 esercizi teorici svolti sui massimi e minimi di funzioni.
Autori e revisori.
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Richiami teorici
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In tal caso scriviamo e si dice punto di massimo per .
Analogamente, si dice minimo di in se esiste tale che
In tal caso scriviamo e si dice punto di minimo per .
Un punto può non essere di massimo o di minimo assoluto per , ma può esserlo se restringiamo a un intorno di . Ciò produce le seguenti definizioni.
Analogamente, si dice punto di minimo locale per se esiste tale che
Testi degli esercizi
Cosa si può dire del minimo e del massimo della funzione ? Come cambia la risposta se la funzione non è continua?
Massimo e minimo della funzione valore assoluto.
Sia definita da
Poiché ha un minimo negativo e un massimo positivo, allora esiste almeno un punto tale che , per il teorema degli zeri [2, teorema 5.3]. Poiché la funzione è sempre non negativa, allora
Passiamo ora ai punti di massimo. Da
(1)
e ricordando che è equivalente a , otteniamo
(2)
Segue .
Risposta per funzione non continua.
Osserviamo che nel ragionamento relativo al massimo non abbiamo utilizzato la continuità di . Pertanto, anche se non è continua, ha massimo e vale
(3)
Notiamo che, se non è continua, in generale non ha minimo in . Consideriamo infatti e sia la funzione definita da
(4)
il cui grafico è rappresentato a sinistra in figura 1.
Figura 1: a sinistra il grafico della funzione , a destra il grafico di ; si vede che ha massimo pari a . Essa non ha minimo, in quanto è l’estremo inferiore di , ma non appartiene alla sua immagine.
Si vede che e , ma la funzione , definita dall’espressione
(5)
e rappresentata a destra in figura 1, non ha minimo. Infatti si ha , ma tale valore non è assunto e quindi essa non possiede minimo.
Osservazione.
Con un procedimento simile a quello utilizzato sopra, si può dimostrare la seguente generalizzazione dell’esercizio 1.
Proposizione 4. Sia una funzione continua tale che . Allora si ha
(6)
Allora necessariamente per la funzione si ha che
Svolgimento.
(7)
Essa è decrescente e quindi
(8)
Si ha però per ogni . Dunque è una funzione crescente, pertanto si ha
(9)
(10)
allora ammette massimo o minimo in . Mostrare che lo stesso risultato vale se è definita in un intervallo aperto e soddisfa
(11)
Svolgimento
Dimostriamo la seguente proprietà
Proposizione 5. Sia una funzione soddisfacente le ipotesi dell’esercizio 3. Se assume un valore maggiore di , allora ha massimo. Analogamente, se assume un valore minore di , allora ha minimo.
Tale proposizione implica ovviamente la tesi: infatti, se non è costante,assumerà un valore diverso da e quindi, per la proposizione 2, avrà massimo o minimo. Osserviamo inoltre che, nel caso , allora dalla proposizione 2 segue che ha necessariamente minimo. Analogamente, se , allora la proposizione 2 implica che ha necessariamente massimo. Dimostriamo quindi la proposizione 2.
Se assume un valore maggiore di , esiste tale che . Per l’ipotesi , dalla definizione di limite segue che esiste tale che
(12)
Da tale disuguaglianza si ha ovviamente che . Poiché l’intervallo è chiuso e limitato e è continua, per il teorema di Weierstrass 3 essa assume su tale intervallo valore massimo, nel punto . Poiché , si ha
(13)
Da tale relazione e da (12), segue che
(14)
quindi assume valore massimo.
Nel caso in cui il dominio di è l’intervallo aperto l’argomento è lo stesso, a meno di sostituire con e per un opportuno.
- Nel qual caso avrà ovviamente sia minimo che massimo. ↩
(15)
ha massimo e minimo in .
Svolgimento.
Si ha per ogni in quanto in tale intervallo. Poiché , allora
(16)
Per provare che ha massimo, osserviamo che
(17)
dove si è usato il noto limite e il teorema sul limite delle funzioni composte. Dunque soddisfa le ipotesi dell’esercizio 3 e, poiché assume valori maggiori di , per la proposizione 2. essa possiede massimo assoluto. Il grafico di è rappresentato in figura 2.
Figura 2: la funzione dell’esercizio 4. Essa possiede massimo e minimo.
Svolgimento.
Supponiamo che per ogni , dove è un numero pari e . Si ha
(18)
dove si è sfruttato che il fattore tra parentesi ha limite . Poiché è continua, si può applicare l’esercizio 3 per trarre le seguenti conclusioni:
- ha minimo se , in quanto in tal caso è superiormente illimitata e dunque non possiede massimo;
- ha massimo se , in quanto in tal caso è inferiormente illimitata e dunque non possiede minimo.
In particolare, non può avere sia massimo che minimo. Il grafico di nel caso e è rappresentato in figura 3.
Figura 3: il polinomio dell’esercizio 5. nel caso e . Si vede che è illimitato inferiormente e possiede massimo.
Svolgimento.
Sia un periodo di . Poiché è continua nell’intervallo chiuso , possiamo ad essa applicare il teorema di Weierstrass 3. per ottenere l’esistenza del massimo e del minimo su tale insieme:
(19)
Proviamo che tali valori costituiscono anche il massimo e il minimo di in . Sia e sia tale che
(20)
Osserviamo che un tale esiste, poiché i punti con hanno distanza e dunque uno di essi deve necessariamente appartenere all’intervallo . Per la periodicità di si ha quindi
(21)
Dall’arbitrarietà di , da tali disuguaglianze e dal fatto che i valori sono assunti da , segue che essi sono rispettivamente minimo e massimo di in .
Figura 4: poiché il comportamento di una funzione periodica di periodo è determinato dalla sua restrizione all’intervallo , se essa è continua allora si può applicare il teorema di Weierstrass in e dedurne che possiede massimo e minimo assoluti in .
Osservazione 2.
Osserviamo che in questa soluzione non si può direttamente utilizzare il teorema di Weierstrass per ottenere l’esistenza del massimo e del minimo di in , poiché tale insieme non è limitato. Abbiamo quindi avuto necessità di ricondurci, grazie alla periodicità di , all’intervallo chiuso e limitato e poi osservare che il grafico di è costituito da “copie” della porzione di grafico in .
Osservazione 3.
Questo esercizio può essere utilizzato anche in esempi più pratici: ad esempio per dimostrare che la funzione definita da
(22)
ha massimo e minimo. Hint: è periodica.
Svolgimento.
Figura 5: grafico (in blu) della funzione ; si noti che il grafico di consiste di copie scalate di fattori della porzione del grafico di corrispondente all’intervallo .
Il grafico di una tale funzione è rappresentato in figura 5. Poiché è continua nell’intervallo , per il teorema di Weierstrass 3 essa possiede massimo e minimo in tale insieme. Proviamo che tali valori sono rispettivamente il massimo e il minimo assoluti di in . A tal fine, consideriamo e sia tale che : un tale esiste in quanto si può scegliere
(24)
ossia la parte intera di . Poiché si ha quindi
(25)
dove si è usata l’equazione (23). La precedente equazione prova quindi che e sono rispettivamente il minimo e il massimo di in .
Svolgimento alternativo.
La soluzione appena presentata possiede delle strette somiglianze con quella dell’esercizio 6. Vediamo infatti che la soluzione può essere ricondotta a tale esercizio: proponiamo dunque una soluzione alternativa che lo utilizza direttamente.
Consideriamo la funzione definita da
(26)
In altre parole, con definita da
(27)
è una funzione continua in quanto composizione di funzioni continue. Proviamo inoltre che essa è periodica di periodo . Infatti, si ha
(28)
dove si è usata l’equazione (23). Dunque è periodica e, per l’esercizio 6, essa ha massimo e minimo in , assunti rispettivamente in .
Proviamo che e che tale valore è assunto in :
(29)
Analogamente si prova che e che tale valore è assunto in .
Svolgimento.
Mostriamo che è costante nell’intervallo . Ciò, per l’arbitrarietà di , implicherà la tesi.
Poiché è chiuso e limitato, possiamo applicare il teorema di Weierstrass 3. che assicura l’esistenza del massimo e di un punto di massimo .
Mostriamo che è costantemente pari a in e, a tal fine, proviamo che in ogni intervallo con . Definiamo infatti l’insieme
(30)
e osserviamo che non è vuoto in quanto . Poiché , esso è limitato superiormente e quindi esiste . Per definizione di estremo superiore, esiste una successione tale che . Da in ogni intervallo e dal fatto che , si ha
(31)
La continuità di e il teorema ponte [1] implicano dunque . Dato che è un punto di minimo locale per , esiste tale che
(32)
Osserviamo però che la disuguaglianza non può essere stretta, in virtù del fatto che è anche un punto di massimo assoluto per in , in quanto . Dunque la disuguaglianza è in realtà un’uguaglianza e vale
(33)
Tale uguaglianza, insieme a (31), prova che
(34)
Ciò implica che , altrimenti esisterebbero elementi di strettamente maggiori di , contro l’ipotesi che esso sia l’estremo superiore di . Questo ragionamento prova che
(35)
In maniera analoga si mostra che in .
2. La funzione si dice convessa se
(36)
Rimandiamo a [4] per una trattazione approfondita dell’argomento.↩
Svolgimento primo punto.
Sia , sia un punto di massimo assoluto e siano tali che
(37)
Si ha
(38)
Dato che , ponendo e usando la convessità di si ottiene
(39)
dove l’ultima disuguaglianza segue dal fatto che è il massimo assoluto di . Dato che il primo e l’ultimo membro della catena di disuguaglianze è lo stesso, tutte le relazioni devono essere delle uguaglianze. In particolare le disuguaglianze e non possono essere strette e quindi vale
(40)
Dall’arbitrarietà di e segue che è costantemente pari a .
Svolgimento secondo punto.
Se invece è un punto di massimo locale, per definizione esiste un intorno di in cui esso è un punto di massimo assoluto per . Per il ragionamento appena esposto e per la convessità di , essa è costante in tale intorno. Non si può però concludere che sia costante nell’intero intervallo . Si consideri infatti la funzione definita da
(41)
il cui grafico è rappresentato in figura 6. è convessa e il punto è di massimo locale per , ma essa non è costante in . Chiaramente, però, è localmente costante, e infatti lo è in .
Figura 6: la funzione definita in (41); è convessa ma, nonostante sia un suo punto di massimo locale, essa non è globalmente costante. è però localmente costante in un intorno di .
Riferimenti bibliografici
[1] Qui Si Risolve Continuità per successioni: il teorema ponte
[2] Qui Si Risolve Funzioni Continue – Teoria.
[3] Qui Si Risolve Teoria delle funzioni.
[4] Qui Si Risolve Teoria sulle funzioni convesse.
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