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Esercizi spazi vettoriali 7 — Somma e intersezione di sottospazi

Spazi vettoriali

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Esercizi spazi vettoriali 7 — Somma e intersezione di sottospazi

In questa raccolta vengono proposti 30 esercizi svolti sulla somma e l’intersezione di spazi vettoriali. Questo articolo continua il percorso didattico sugli spazi vettoriali, si veda ad esempio Esercizi svolti su basi e dimensioni e Esercizi svolti su sottospazi vettoriali e basi.

Ogni esercizio è stato selezionato e ogni soluzione è stata curata al fine di garantire chiarezza didattica ed espositiva. Auguriamo quindi a tutti una piacevole lettura.

 

Scarica gli esercizi svolti

Ottieni il documento contenente 102 esercizi risolti, contenuti in 72 pagine ricche di dettagli, per migliorare la tua comprensione degli spazi vettoriali.

 

Sommario

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In questa dispensa vengono proposti esercizi misti sulla somma e sull’intersezione di sottospazi vettoriali. I testi degli esercizi sono tratti dal sito didattico del professore Antonio Cigliola.


 

Autori e revisori


 

Notazioni su somma e intersezioni di sottospazi vettoriali

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A

\mathrm{rk}

\det

\dim

\mathscr{M}_{n,m}(\mathbb{R})

\mathscr{L}(v_1,\dots, v_n)

\mathbb{R}[x]

\mathbb{R}_{\leq n}[x]

\operatorname{Sym}_n(\mathbb{R})

\operatorname{ASym}_n(\mathbb{R})

U \oplus W

\boldsymbol{0}

Matrice dei coefficienti del sistema lineare;

Rango di una matrice;

Determinante di una matrice;

Dimensione di uno spazio vettoriale;

Spazio generato dai vettori v_1,\dots, v_n;

Spazio generato dai vettori v_1,\dots, v_n;

Insieme dei polinomi in una variabile a coefficienti reali;

Insieme dei polinomi in una variabile di grado minore o uguale a n a componenti reali;

Spazio delle matrici simmetriche a componenti reali;

Spazio delle matrici antisimmetriche a componenti reali;

Somma diretta dei sottospazi vettoriali U e W;

Vettore nullo di un generico spazio vettoriale.


 

Premessa teorica su somma e intersezione di sottospazi vettoriali

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In questa sezione richiamiamo brevemente le principali definizioni e proprietà che verranno usate negli esercizi che seguono. Per eventuali dimostrazioni si può fare riferimento a [[1], [2] ].

Definizione 2.1 (Dimensione). Sia V uno spazio vettoriale avente una base costituita da n elementi. Allora si dice che V ha dimensione n.

Definizione 2.2 (Codimensione). Sia V uno spazio vettoriale avente dimensione finita e sia W\subseteq V un suo sottospazio vettoriale. Si definisce codimensione di W in V la quantità

    \[ 	\operatorname{codim} W=\dim V-\dim W.\]

Proposizione 2.3 ([1] Teorema 6, Ch.2). Sia V uno spazio vettoriale e sia W\subseteq V un suo sottospazio vettoriale. Allora

    \[ \dim W\leq \dim V.\]

Teorema 2.4 (Formula delle dimensioni, [2] Teorema 4.18, Ch.4). Siano U e W due sottospazi vettoriali di uno spazio vettoriale V di dimensione finita. Vale la seguente relazione:

(1)   \begin{equation*} \operatorname{dim} (U+W)=\operatorname{dim} U+\operatorname{dim} W-\operatorname{dim} (U \cap W). \end{equation*}

Teorema 2.5 ([2] Ch.4, Ch.5). La dimensione di un sottospazio vettoriale U di uno spazio vettoriale V di dimensione finita è pari alla dimensione dello spazio ambiente meno il rango della matrice del sistema delle sue equazioni cartesiane, ovvero il rango di tale matrice è pari alla codimensione del sottospazio vettoriale U.


 

Testi degli esercizi su somma e intersezione di sottospazi vettoriali

Esercizio 1  (\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar)Sono dati i vettori

    \[v_1=(-1,0,0),\quad v_2=(2,1,-1),\quad v_3=(1,1,-1)\]

di \mathbb{R}^3. Sia W= \mathscr{L}\left(v_1, v_2, v_3\right). Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento diretto per W.

Svolgimento.

Osserviamo che v_1+v_2=v_3 e v_1, v_2 sono indipendenti, quindi \mathscr{L}\left(v_1, v_2, v_3\right)=\mathscr{L}\left(v_1, v_2\right). Da questo segue che

    \[\operatorname{dim}W=2,\]

la codimensione di W è pari a 1 e una sua base è

    \[\left\{v_1, v_2\right\}.\]

Osserviamo poi che

    \[(x,y,z)\in \mathscr{L}\left(v_1, v_2\right)\Longleftrightarrow \exists t, s \in \mathbb{R} \text { tali che }(x,y,z)=t v_1+s v_2,\]

ovvero

    \[\exists t, s \in \mathbb{R} \text { tali che } (x,y,z)=t(1,0,0)+s(2,1,-1) \Longleftrightarrow \exists t, s \in \mathbb{R} \text { tali che } \left\{\begin{array}{l} x=t+2 s \\ y=s \\ z=-s \end{array}.\right\]

Quelle appena trovate sono le equazioni parametriche del generico vettore in W. Sostituendo la terza equazione nella seconda si ottiene y+z=0, che è l’equazione cartesiana. Poiché la codimensione di W è pari a 1, il sistema di equazioni cartesiane che lo descrive ha una sola equazione per il teorema 2.5.

Ci resta ora da trovare un complemento diretto di W. Siccome \dim (\mathbb{R}^{3})=3 e \dim W=2, un complemento diretto di W deve avere dimensione 1. Siccome il vettore

    \[(0,1,0)\notin W\]

in quanto non soddisfa l’equazione cartesiana y+z=0, il sottospazio

    \[U=\mathscr{L}\left((1,0,0)\right)\]

ha dimensione 1 e U\cap W=\{\mathbf{0}\}, quindi per la formula delle dimensioni ((2.4)) possiamo concludere che U è un complemento diretto di W in \mathbb{R}^3.


 
 

Esercizio 2  (\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento diretto per W \subseteq \mathbb{R}^4, dove

    \[W=\mathscr{L}((2,-1,1,1),\ (0,0,0,0),\ (1,-1,1,1),\ (1,0,0,0),\ (4,-2,2,2)).\]

Svolgimento.

Osserviamo che

    \[(2,-1,1,1)=(1,-1,1,1)+(1,0,0,0)\]

e

    \[(4,-2,2,2)=2\ (2,-1,1,1),\]

mentre il vettore nullo è linearmente dipendente da ogni sistema di vettori. Segue che

    \[W=\mathscr{L}((1,-1,1,1),\ (1,0,0,0))\]

ed essendo questi due vettori linearmente indipendenti, la dimensione di W è 2 e i vettori (1,-1,1,1),\ (1,0,0,0) ne costituiscono una base. La codimensione di W è quindi 4-2=2, in quanto stiamo lavorando in \mathbb{R}^{4}.

Siccome

    \[\mathscr{L}((1,-1,1,1),(1,0,0,0))=\{s(1,-1,1,1)+t(1,0,0,0) \colon s, t \in \mathbb{R}\},\]

otteniamo come equazioni parametriche

    \[(x,y,z,w) \in W \Longleftrightarrow x=s+t, \quad y=-s, \quad z=s, \quad w=s,\quad\quad s,t\in\mathbb{R}.\]

Sostituendo w=s in y=-s e z=s, si ottengono le seguenti equazioni cartesiane:

    \[z-w=0, \quad y+w=0,\]

che sono 2 in quanto la codimensione di W è 2.

Detto U un complemento diretto di W in \mathbb{R}^{4}, essendo \dim W=2 segue che \dim U=4-2=2. Osserviamo che

    \[(0,0,1,0),\ (0,0,0,1) \notin W\]

in quanto non soddisfano le equazioni cartesiane di W e sono linearmente indipendenti. Detto U il sottospazio generato da questi due vettori, osserviamo che \dim U=2 e un qualunque elemento di U, avente la forma (0,0,a,b) con a,b\in\mathbb{R}, appartiene a W se e solo se soddisfa le equazioni cartesiane di W, ma questo accade se e solo se a=b=0. Quindi, siccome W\cap U=\{\mathbf{0}\}, per la formula delle dimensioni ((2.4)) possiamo quindi concludere che il sottospazio U generato dai vettori

    \[(0,0,1,0),\ (0,0,0,1),\]

è tale che \dim(U+W)=4, quindi W \oplus U = \mathbb{R}^4 e quindi è un complemento diretto di W in \mathbb{R}^4.


 
 

Esercizio 3  (\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento per U \subseteq \mathbb{R}^3, dove

    \[U=\mathscr{L}((1,-3,-2),\ (0,-1,-1),\ (0,2,2),\ (0,0,0),\ (-1,2,1)).\]

Svolgimento.

Osserviamo che

    \[(0,-1,-1)-(-1,2,1)=(1,-3,-2)\]

e il vettore nullo è combinazione lineare di ogni vettore. Inoltre,

    \[(0,-1,-1)=-\frac{1}{2}(0,2,2).\]

Segue che

    \[U=\mathscr{L}((0,2,2),\ (-1,2,1))\]

e, essendo i due vettori linearmente indipendenti, la dimensione di U è 2 e una base sarà proprio

    \[\left\{(0,2,2),\ (-1,2,1)\right\}.\]

Poichè lo spazio ambiente è \mathbb{R}^{3}, la codimensione di U è 3-2=1.

Per le equazioni parametriche abbiamo

    \begin{align*} (x, y, z) \in U &\Leftrightarrow(x, y, z)=t(0,2,2)+s(-1,2,1)\quad \text{con}\ t,s \in \mathbb{R}\\& \Leftrightarrow x=-s,\quad y=2 t+2 s,\quad z=2 t+s\quad \text{con}\ t,s \in \mathbb{R}. \end{align*}

Siccome

    \[y=2t+2s = 2t+s+s=z-x,\]

possiamo quindi dedurre l’equazione cartesiana:

    \[y+x-z=0,\]

che è una sola in quanto la codimensione di U è 1.

Sia ora

    \[V=\mathscr{L}((1,0,0)).\]

Osserviamo che U\cap V=\{\mathbf{0}\} in quanto (1,0,0)\notin U poichè non soddisfa l’equazione cartesiana di U. Inoltre, \dim V=1. Per la formula delle dimensioni ((2.4)) si ha \dim(U+V)=3, ovvero U\oplus V = \mathbb{R}^3, quindi possiamo concludere che V è un complemento diretto di U in \mathbb{R}^3.


 
 

Esercizio 4  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Sia dato il sottospazio di \mathbb{R}^4

    \[E=\left\{\left(x_1, x_2, x_3, x_4\right) \in \mathbb{R}^4 \colon x_1-x_2=2 x_1+x_3+2 x_4=0\right\} .\]

Si determinino due basi distinte B_1 e B_2 di E. Trovare le matrici del cambiamento di base ed entrambe le equazioni del cambiamento di coordinate nel passaggio da una base all’altra.

Svolgimento.

Le due equazioni che definiscono l’insieme E non sono una multiplo dell’altra, quindi \dim E=4-2=2 per il teorema 2.5 e una base di E è data da

    \[B_1=\left\{\left(\begin{array}{c} 1 \\ 1 \\ -2 \\ 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{c} 0 \\ 0 \\ -2 \\ 1 \end{array}\right)\right\}.\]

Prima di continuare nello svolgimento, ricordiamo che per matrice di cambiamento di base da B_1 a B_2 si intende quella matrice che fornisce le coordinate del generico vettore del sottospazio E rispetto alla base B_2, a partire dalle coordinate dello stesso vettore rispetto alla base B_1.

Per ottenere una base diversa basta moltiplicare un vettore di B_1 per uno scalare non nullo ottenendo ad esempio

    \[B_2=\left\{\left(\begin{array}{c} 2 \\2 \\ -4 \\ 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{c} 0 \\ 0 \\ -2 \\ 1 \end{array}\right)\right\}.\]

La matrice del cambio di base da B_1 a B_2 si ottiene scrivendo i vettori di B_1 in coordinate rispetto a B_2, ottenendo perciò

    \[\left(\begin{array}{c} 1 \\1 \\ -2 \\ 0 \end{array}\right)=\frac{1}{2}\left(\begin{array}{c} 2 \\ 2 \\ -4\\ 0 \end{array}\right)\]

e

    \[\left(\begin{array}{c} 0 \\ 0 \\ -2\\ 1 \end{array}\right)=1\left(\begin{array}{c} 0 \\ 0\\ -2\\1 \end{array}\right).\]

La matrice

    \[\left(\begin{array}{cc} \dfrac{1}{2} & 0 \vspace{0.1cm}\\ 0 & 1 \end{array}\right)\]

sarà quindi la matrice del cambio di base da B_1 a B_2, mentre la sua inversa, ovvero

    \[\left(\begin{array}{cc}2 & 0 \\ 0 & 1\end{array}\right),\]

è la matrice del cambio di base da B_2 a B_1.

In particolare, se (X,Y) sono le coordinate in base B_1 mentre (x,y) sono le coordinate in base B_2, allora

    \[\left(\begin{array}{c} X \\ Y \end{array}\right)=\left(\begin{array}{cc} 2 & 0 \\ 0 & 1 \end{array}\right)\left(\begin{array}{c} x \\ y \end{array}\right)=\left(\begin{array}{c} 2 x \\ y \end{array}\right)\]

e similmente

    \[\left(\begin{array}{c} x \\ y \end{array}\right)=\left(\begin{array}{cc} \dfrac{1}{2} & 0 \vspace{0.1cm}\\ 0 & 1 \end{array}\right)\left(\begin{array}{c} X \\ Y \end{array}\right)=\left(\begin{array}{c} \dfrac{1}{2} X  \vspace{0.1cm} \\ Y \end{array}\right).\]


 
 

Esercizio 5  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Sia dato

    \[U=\mathscr{L}\left(\left(\begin{array}{cc}1 & 0 \\ 0 & 0\end{array}\right),\left(\begin{array}{cc}1 & 1 \\ 0 & 0\end{array}\right),\left(\begin{array}{cc}2 & 1 \\ 0 & 0\end{array}\right),\left(\begin{array}{cc}-1 & -1 \\ 0 & 0\end{array}\right)\right)\]

sottospazio di \mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}).

Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento diretto per U.

Svolgimento.

Osserviamo che

    \[\left(\begin{array}{cc} 2 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right)=\left(\begin{array}{cc} 1 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right)+\left(\begin{array}{cc} 1 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right)\]

e

    \[\left(\begin{array}{cc} -1 & -1 \\ 0 & 0 \end{array}\right)=-\left(\begin{array}{cc} 1 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\]

quindi

    \[U=\mathscr{L}\left(\left(\begin{array}{cc}1 & 0 \\ 0 & 0\end{array}\right),\left(\begin{array}{cc}1 & 1 \\ 0 & 0\end{array}\right)\right).\]

Siccome

    \[\left(\begin{array}{cc} 1 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right)\]

non è multiplo di

    \[\left(\begin{array}{cc} 1 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\]

segue che

    \[\left\{\left(\begin{array}{cc} 1 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{cc} 1 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right)\right\}\]

è una base e quindi \dim U=2. Ma allora, la codimensione di U è pari a 4-\dim U=4-2=2.

Se

    \[\left(\begin{array}{cc} x_1 & x_2 \\ x_3 & x_4 \end{array}\right) \in U\]

allora esistono s,t\in\mathbb{R} tali che

    \[\left(\begin{array}{cc} x_1 & x_2 \\ x_3 & x_4 \end{array}\right)=t\left(\begin{array}{cc} 1 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right)+s\left(\begin{array}{cc} 1 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\]

ovvero

    \[\left\{\begin{array}{l} x_1=t+s \\ \\ x_2=s \\ \\ x_3=0 \\ \\ x_4=0 \end{array}\right.\]

Le equazioni cartesiane sono dunque

    \[\left\{\begin{array}{l} x_3=0 \\ \\ x_4=0 \end{array}\right.\]

e queste sono sufficienti in quanto la codimensione di U è 2.

Vogliamo ora trovare un complemento diretto W di U. Le matrici

    \[E_{2, 1}=\left(\begin{array}{cc} 0 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right)\]

e

    \[E_{2, 2}=\left(\begin{array}{cc} 0 & 0 \\ 0 & 1 \end{array}\right)\]

non appartengono a U in quanto le equazioni cartesiane non sono soddisfatte e inoltre sono indipendenti, quindi generano un sottospazio di dimensione 2. Chiamiamo tale sottospazio W. Ogni elemento di W è della forma

    \[ \left(\begin{array}{cc} 0 & 0 \\ a & b \end{array}\right),\qquad a,b\in\mathbb{R} \]

e appartiene a U se e solo se soddisfa le sue equazioni cartesiane, ma questo accade se e solo se a=b=0. Siccome U\cap W=\{\boldsymbol{0}\} e \dim W=2, per la formula delle dimensioni ((2.4)) si ha \dim(U+W)=4, quindi U\oplus W=\mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}) e quindi possiamo concludere che un complemento diretto di U è dato da

    \[W=\mathscr{L}(E_{2,1}, E_{2,2}).\]


 
 

Esercizio 6  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Sia dato

    \[T=\{f(x) \in \mathbb{R}_{\leq 2}[x] \colon f(-2)=0\}\]

sottospazio vettoriale di \mathbb{R}[x]. Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni pararmetriche ed un complemento diretto per T.

Svolgimento.

Osserviamo che, per il Teorema di Ruffini, P\in T se e solo se \deg P\leq 2 e (x+2)|P, quindi se e solo se

    \[P(x)=(a x+b)(x+2)\]

con a,b \in \mathbb{R}. Scegliendo (a,b)=(0,1) e (a,b)=(1,0), si ottengono due polinomi indipendenti in quanto hanno grado diverso (grado 1 e 2 rispettivamente) e che generano T, quindi una base e pertanto \dim T=2. Una possibile base è quindi

    \[\left\{x+2, x^2+2 x\right\} .\]

Se P \in T allora P(x)=a x^2+b x+c; inoltre P(-2)=0, quindi 4 a-2 b+c=0 (questa è l’equazione cartesiana). Ricavando a dall’equazione si ottiene

    \[\left\{\begin{array}{l} c=t \\ \\ b=s \\ \\ a=\frac{s}{2}-\frac{t}{4} \end{array}\right.\]

con t,s\in\mathbb{R}.

Detto W=\mathscr{L}(1), siccome W\cap T=\{\boldsymbol{0}\} in quanto 1\not\in T e \dim W=1, per la formula delle dimensioni ((2.4)) si ha \dim(W+T)=3, ovvero W\oplus T=\mathbb{R}_{\le2}[x] e quindi W è un complemento diretto di T.


 
 

Esercizio 7  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Sia dato S il sottoinsieme di \mathbb{R}[x] definito da

    \[S=\{f(x) \in \mathbb{R}_{\le 4}[x] \colon f(-1)=f(1)=0\}  .\]

sottospazio vettoriale di \mathbb{R}_{\le4}[x]. Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento diretto per S.

Svolgimento.

Osserviamo che, per il teorema di Ruffini, P\in S se e solo se \deg P\leq 4 e (x+1)(x-1)|P, quindi

    \[P(x)=(x-1)(x+1)\left(a x^2+bx+c\right)\]

con a,b,c\in\mathbb{R}. La dimensione di S è quindi 3 perchè i polinomi che si ottengono scegliendo (a,b,c)=(0,0,1),\ (a,b,c)=(0,1,0), e (a,b,c)=(1,0,0) sono

    \[\left\{(x-1)(x+1),(x-1)(x+1) x,(x-1)(x+1) x^2\right\}\]

e sono linearmente indipendenti in quanto hanno tutti grado diverso tra loro (rispettivamente di grado 2,3,4). Essendo linearmente indipendenti ed essendo generatori di S, essi formano anche una base per S.

Un generico polinomio di quarto grado si scrive come

    \[p(x)=a x^4+b x^3+c x^2+d x+e.\]

Imponendo le condizioni p(1)=p(-1)=0 si ottiene

    \[\left\{\begin{array}{l} a+b+c+d+e=0 \\ \\ a-b+c-d+e=0 \end{array}\right.\]

che corrisponde a un sistema di equazioni cartesiane per S e, ponendo a=u,b=v,c=w si ottengono le equazioni

    \[e=-u-w,\quad\quad d=-v,\]

che, insieme alle altre tre, costituiscono le equazioni parametriche di S. Osserviamo che \operatorname{dim} \mathbb{R}_{\le4}[x]=5 e 1, x \not\in S in quanto non soddisfano le equazioni cartesiane di S. Inoltre, detto U il sottospazio generato da 1,x, ogni suo elemento si scrive come a+bx, con a,b\in\mathbb{R} e appartiene a S se e solo se si annulla sia in 1 che -1, ma questo accade se e solo se a=b=0. Siccome U\cap S=\{\boldsymbol{0}\} e \dim U=2, per la formula delle dimensioni (2.4) si ha \dim(U+S)=5, ovvero U\oplus S=\mathbb{R}_{\le4}[x] e quindi possiamo concludere che un complemento diretto di S è \mathscr{L}(1, x).


 
 

Esercizio 8  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Sia n un intero positivo. Dimostrare che gli insiemi \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}), \ \operatorname{ASym}_n(\mathbb{R}) sono complementari in \mathscr{M}_{n,n}(\mathbb{R}). Calcolare inoltre la loro dimensione e determinare una loro base.

Svolgimento.

Consideriamo separatamente i singoli punti.

  • \mathscr{M}_n(\mathbb{R}) = \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}) \oplus \operatorname{Asym}_n(\mathbb{R}). Infatti, data A \in \mathscr{M}_n(\mathbb{R}), si ha

    (2)   \begin{equation*} 		A 		= 		\dfrac{A+ A^T}{2} + \dfrac{A - A^T}{2}, 		\end{equation*}

    e le matrici \frac{A+ A^T}{2} e \frac{A+ A^T}{2} sono rispettivamente simmetrica e asimmetrica. Infatti, in componenti si ha

    (3)   \begin{gather*} 		\left( \dfrac{A+ A^T}{2} \right)_{ij} 		= 		\dfrac{(A)_{ij} + (A)_{ji}}{2} 		= 		\dfrac{(A)_{ji} + (A)_{ij}}{2} 		= 		\left( \dfrac{A+ A^T}{2} \right)_{ji} 		\qquad 		\forall i,j \in \{1,\dots,n\}, 		\\\\ 		\left( \dfrac{A- A^T}{2} \right)_{ij} 		= 		\dfrac{(A)_{ij} - (A)_{ji}}{2} 		= 		-\dfrac{(A)_{ji} - (A)_{ij}}{2} 		= 		-\left( \dfrac{A- A^T}{2} \right)_{ji} 		\qquad 		\forall i,j \in \{1,\dots,n\}. 		\end{gather*}

    Ciò mostra che \mathscr{M}_n(\mathbb{R}) = \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}) + \operatorname{Asym}_n(\mathbb{R}). Per verificare che la somma è diretta, basta osservare che \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}) \cap \operatorname{Asym}_n(\mathbb{R}) = \{\mathbf{0}\}, ossia che l’unica matrice simmetrica e antisimmetrica è quella nulla. Infatti, se A \in \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}) \cap \operatorname{Asym}_n(\mathbb{R}), si ha

    (4)   \begin{equation*} 		(A)_{ij} 		= 		(A)_{ji} 		= 		- (A)_{ij} 		\qquad 		\forall i,j \in \{1,\dots,n\}, 		\end{equation*}

    dove la prima uguaglianza usa il fatto che A \in \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}), mentre la seconda usa che A \in \operatorname{Asym}_n(\mathbb{R}). Tale equazione mostra quindi (A)_{ij}=0 per ogni i,j \in \{1,\dots,n\}. Ciò appunto dimostra l’asserto.

  • Basi di \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}) e \operatorname{Asym}_n(\mathbb{R}). Sia \{E^{hk}\}_{h,k=1}^n la base canonica di \mathscr{M}_n(\mathbb{R}), ossa costituita dalle matrici E^{hk} definite, al variare di h,k \in \{1,\dots,n\}, da

    (5)   \begin{equation*} 		(E^{hk})_{ij} 		= 		\begin{cases} 		1				& \text{se } (i,j)=(h,k)\\ 		0				& \text{altrimenti}. 		\end{cases} 		\end{equation*}

    Definiamo ora i sistemi \{S^{hk}\}_{h\geq k} e \{A^{hk}\}_{h> k} dati da

    (6)   \begin{gather*} 		S^{hk} = (E^{hk}+E^{kh}) 		\quad 		\forall 1 \leq k < h \leq n, 		\qquad 		S^{hk} = E^{hk} 		\quad 		\text{se } h=k, 		\\ 		A^{hk} = (E^{hk}-E^{kh}) 		\quad 		\forall 1 \leq k < h \leq n. 		\end{gather*}

    Si ha

    (7)   \begin{gather*} 		\begin{aligned} 		&(S^{hk})_{ij} 		= 		\begin{cases} 		1				& \text{se } (i,j)=(h,k) \text{ oppure } (i,j) = (k,h)\\ 		0				& \text{altrimenti}, 		\end{cases} 		\\[10pt] 		&(A^{hk})_{ij} 		= 		\begin{cases} 		1				& \text{se } (i,j)=(h,k)\\ 		-1				& \text{se } (i,j) = (k,h)\\ 		0				& \text{altrimenti}. 		\end{cases} 		\end{aligned} 		\end{gather*}

    Ad esempio

    (8)   \begin{equation*} 	\begin{aligned} 		&S^{12} 		= 		\begin{pmatrix} 		0 	& 1	& 0	& \dots	& 0\\ 		1	& 0 & 0 & \dots & 0\\ 		0	& 0 & 0	& \dots & 0\\ 		\vdots	& \vdots  & \vdots	& \ddots & \vdots\\ 		0	& 0 & 0	& \dots & 0\\  		\end{pmatrix},\\[10pt] 		&S^{22} 		= 		\begin{pmatrix} 		0 	& 0	& 0	& \dots	& 0\\ 		0	& 1 & 0 & \dots & 0\\ 		0	& 0 & 0	& \dots & 0\\ 		\vdots	& \vdots  & \vdots	& \ddots & \vdots\\ 		0	& 0 & 0	& \dots & 0\\  		\end{pmatrix},\\[10pt] 		& A^{12} 		= 		\begin{pmatrix} 		0 	& -1	& 0	& \dots	& 0\\ 		1	& 0 & 0 & \dots & 0\\ 		0	& 0 & 0	& \dots & 0\\ 		\vdots	& \vdots  & \vdots	& \ddots & \vdots\\ 		0	& 0 & 0	& \dots & 0\\  		\end{pmatrix}. 		\end{aligned} 		\end{equation*}

    Dunque le matrici S^{hk} sono tutte simmetriche e le matrici A^{hk} sono tutte antisimmetriche. I sistemi di matrici \{S^{hk}\}_{h\geq k} e \{A^{hk}\}_{h> k} sono chiaramente entrambi linearmente indipendenti, avendo le uniche componenti non nulle in posizioni diverse. Affermiamo che costituiscono dei generatori (e quindi delle basi) rispettivamente di \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}) e \operatorname{Asym}_n(\mathbb{R}): data una matrice simmetrica M \in \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}), è immediato verificare che

    (9)   \begin{equation*} 		M 		%= 		%\sum_{h,k=1}^n 		%(M)_{hk} E^{hk} 		%= 		%\sum_{1 \leq k \leq h \leq n} 		%(M)_{hk} (E^{hk} + E^{kh}) 		%= 		\sum_{1 \leq k \leq h \leq n} 		(M)_{hk} S^{hk}. 		\end{equation*}

    Analogamente, data una matrice antisimmetrica N \in \operatorname{Asym}_n(\mathbb{R}), si ha

    (10)   \begin{equation*} 		N 		%= 		%\sum_{h,k=1}^n 		%(N)_{hk} E^{hk} 		%= 		%\sum_{1 \leq k < h \leq n} 		%(N)_{hk} (E^{hk} - E^{kh}) 		= 		\sum_{1 \leq k < h \leq n} 		(N)_{hk} A^{hk}. 		\end{equation*}

  • Dimensioni di \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}) e \operatorname{Asym}_n(\mathbb{R}). Poiché i sistemi \{S^{hk}\}_{h\geq k} e \{A^{hk}\}_{h> k} costituiscono delle basi rispettivamente di \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}) e \operatorname{Asym}_n(\mathbb{R}), per calcolare le rispettive dimensioni basta determinare la cardinalità di tali sistemi. Le matrici del sistema \{S^{hk}\}_{h\geq k} sono tante quanti le componenti di una generica matrice in \mathscr{M}_n(\mathbb{R}) che si trovano sopra la diagonale principale (essa compresa). Essi sono n alla prima riga, n-1 alla seconda, e così via, fino a 1 elemento all’n-esima riga, ossia

    (11)   \begin{equation*} 		\dim \big( \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}) \big) 		= 		\sum_{h=1}^n (n+1-h) 		= 		\sum_{h=1}^n h 		= 		\dfrac{n(n+1)}{2}. 		\end{equation*}

    Analogamente si ottiene che le matrici del sistema \{A^{hk}\}_{h > k} sono tante quanti le componenti di una generica matrice in \mathscr{M}_n(\mathbb{R}) che si trovano sopra la diagonale principale (essa esclusa), cioè

    (12)   \begin{equation*} 		\dim \big( \operatorname{Asym}_n(\mathbb{R}) \big) 		= 		\sum_{h=1}^n (n-h) 		= 		\sum_{h=0}^{n-1} h 		= 		\dfrac{n(n-1)}{2}. 		\end{equation*}

    Come verifica, si osservi che

    (13)   \begin{equation*} 		\dim \big( \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}) \big) 		+ 		\dim \big( \operatorname{Asym}_n(\mathbb{R}) \big) 		= 		\frac{n(n+1)}{2} + \dfrac{n(n-1)}{2} 		= 		n^2 		= 		\dim \big(\mathscr{M}_n(\mathbb{R}) \big), 		\end{equation*}

    in accordo con \mathscr{M}_n(\mathbb{R}) = \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}) \oplus \operatorname{Asym}_n(\mathbb{R}). Infatti, una volta calcolata la dimensione di \operatorname{Sym}_n(\mathbb{R}), quella di \operatorname{Asym}_n(\mathbb{R}) poteva anche essere ottenuta indirettamente, sfruttando questa relazione.


 
 

Esercizio 9  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Dato k\in\mathbb{R}, si considerino i sottospazi

    \[U=\mathscr{L}((2, k, 1),(k, 2,0))\]

e

    \[W=\mathscr{L}((0,0, k))\]

di \mathbb{R}^3. Al variare di k \in \mathbb{R}, determinare la dimensione ed una base di U+W e di U \cap W. Per quali valori di k i sottospazi U e W sono complementari (ovvero U \oplus W=\mathbb{R}^3)?

Svolgimento.

Sia M la matrice che ha per colonne i vettori che determinano U e W, ovvero

    \[M=\left(\begin{array}{lll} 2 & k & 0 \\ k & 2 & 0 \\ 1 & 0 & k \end{array}\right).\]

Il suo determinante è, sviluppando rispetto alla terza colonna,

    \[k \operatorname{det}\left(\begin{array}{ll} 2 & k \\ k & 2 \end{array}\right)=k\left(4-k^2\right).\]

  • Se k\in\mathbb{R}\setminus\{ 0,2,-2\}, il rango di M è 3, quindi \dim (U+W)=3; essendo \dim U=2 e \dim W=1, dalla formula

        \[\operatorname{dim} (U+W)=\operatorname{dim} U+\operatorname{dim} W-\operatorname{dim} (U \cap W)\]

    segue che

        \[\operatorname{dim} U \cap W=0,\]

    ovvero la somma è diretta e una base di U+W=\mathbb{R}^3 è

        \[\left\{ 	(2,k,1),\ (k,2,0),\ (0,0,k)\right\}.\]

  • Se k=0 allora W=0, U+W=U e U\cap W=0, quindi anche in questo caso la somma è diretta e una base di U+W=U è

        \[\left\{(2,0,1),\ (0,2,0)\right\},\]

    in quanto i due generatori di U sono indipendenti e quindi costituiscono una base di U.

  • Se k \in \{2,-2\} il rango di M è strettamente minore di 3 in quanto il determinante è nullo. Tuttavia i vettori

        \[(2,k,1)\quad \text{e}\quad (k,2,0)\]

    sono linearmente indipendenti, quindi il rango di M è 2.

    Segue che \dim( U+W)=2 e si ha W\subseteq U in quanto (0,0,k) si può scrivere come combinazione lineare di vettori che formano la base di U. Infatti

        \[ 	(0,0,2)=2(2,2,1)-2(2,2,0),\qquad (0,0,-2)=-2(2,2,1)+2(2,2,0). \]

    Segue che

        \[U\cap W=W\]

    e

        \[U+W=U.\]

    Segue che

        \[\left\{(0,0,k)\right\}\]

    è una base di U\cap W mentre

        \[\left\{(2,k,1),\ (k,2,0)\right\}\]

    è una base di U+W.

    Poichè U\cap W=W \neq \{\boldsymbol{0}\}, la somma non è diretta.


 
 

Esercizio 10  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Dato k\in\mathbb{R}, siano dati i sottospazi

    \[A=\mathscr{L}\left(x^2-1,-k x^2+1\right)\]

e

    \[B=\mathscr{L}\left(k x^2+k, k x+x^2\right)\]

di \mathbb{R}_{\leqslant 2}[x].

Al variare di k \in \mathbb{R}, determinare la dimensione ed una base di A+B e di A \cap B.

Per quali valori di k il vettore x^2-2 k x+1 appartiene ad A+B?

Svolgimento.

Denotiamo v_1=x^2-1, v_2=-kx^2+1, v_3=k x^2+k, v_4=k x+x^2.

La matrice che ha per colonne le coordinate di tali vettori rispetto alla base canonica di \mathbb{R}_{\leq 2}[x] è

(14)   \begin{equation*} 	M=\left(\begin{array}{cccc} 	-1 & 1 & k & 0 \\ 	0 & 0 & 0 & k \\ 	1 & -k & k & 1 	\end{array}\right). 	\end{equation*}

Innanzitutto osserviamo che \dim(A+B)=\operatorname{rk}(M) per il teorema 2.5. Consideriamo ora separatamente i casi k=0 e k\neq 0.

  • Se k=0 allora il rango di M è evidentemente 2. In questo caso A=\mathscr{L}(x^2-1,1) e B=\mathscr{L}(x^2). Osserviamo che B \subseteq A in quanto x^2=(x^2-1)+1, quindi si ha A \cap B=B e A+B=A. Segue che \operatorname{dim}(A+B)=2 e \operatorname{dim}(A \cap B)=1. Una base di A+B è data da

        \[\left\{x^2-1,1\right\}\]

    mentre una base di A \cap B

        \[\left\{x^2\right\}.\]

    In questo caso, essendo

        \[x^2+1=x^2-1+2(1),\]

    si ha che x^2+1 \in A+B.

  • Si fissi ora k \neq 0; il minore di M dato dalle colonne 1,3,4

    (15)   \begin{equation*} 	\begin{pmatrix} 	-1	&	k	&	0\\ 	0	&	0	&	k\\ 	1	&	k	&	1 	\end{pmatrix} 	\end{equation*}

    ha determinante (sviluppando rispetto alla seconda riga) pari a -k(-k-k)=2k^2 \neq 0, per cui è invertibile e quindi il rango di M è pari a 3. Da ciò si ha che \dim(A+B)=3 e quindi A+B = \mathbb{R}_{\leq 2}[x] e che una sua base è quindi la base canonica di \mathbb{R}_{\leq 2}[x]. Inoltre da A+B = \mathbb{R}_{\leq 2}[x] segue anche che il polinomio x^2-2kx + 1 appartiene a A+B.

    È immediato verificare che

    (16)   \begin{equation*} 	\dim A 	= 	\begin{cases} 	1			& \text{se } k = 1\\ 	2			& \text{se } k \in \mathbb{R} \setminus \{0,1\}, 	\end{cases} 	\qquad 	\dim B = 2 \quad 	\forall k \in \mathbb{R} \setminus \{0\}, 	\end{equation*}

    quindi per la formula della dimensione si ha

    (17)   \begin{equation*} 	\dim(A \cap B) 	= 	\begin{cases} 	0			& \text{se } k = 1\\ 	1			& \text{se } k \in \mathbb{R} \setminus \{0,1\}. 	\end{cases} 	\end{equation*}

    Determiniamo quindi una base di A \cap B nel caso in cui k \in \mathbb{R} \setminus \{0,1\}. Poiché \dim(A \cap B)=1, basta trovare un polinomio non nullo che vi appartiene. Occorre quindi determinare \alpha,\beta,\gamma,\delta \in \mathbb{R} non tutti nulli e tali che

    (18)   \begin{equation*} 	\begin{split} 	\alpha(x^2-1) + \beta(-kx^2 + 1) 	= 	\gamma(kx^2+k) + \delta(kx+x^2), 	%\iff & 	%(\alpha - k \beta - k \gamma - \delta)x^2 	%+ 	%\delta k x 	%+ 	%(-\alpha + \beta +k\gamma) 	%= 	%0 	\end{split} 	\end{equation*}

    che è equivalente al sistema

    (19)   \begin{equation*} 	\begin{cases} 	\alpha - k \beta - k \gamma - \delta = 0\\ 	\delta = 0 \\ 	-\alpha + \beta -k\gamma = 0 	\end{cases} 	\iff 	\begin{cases} 	\alpha - k \beta - k \gamma = 0\\ 	\delta = 0\\ 	(1-k)\beta 	 -2k\gamma		= 0, 	\end{cases} 	\end{equation*}

    dove si è sommata la prima equazione alla terza. Scegliendo ad esempio \beta=1 nella terza equazione (che è lecito in quanto i coefficienti di \beta e \gamma sono entrambi non nulli), si ottiene la soluzione

    (20)   \begin{equation*} 	\delta=0,\quad 	\beta= 1,\quad 	\gamma = \dfrac{1-k}{2k},\quad 	\alpha = k + \dfrac{1-k}{2}, 	\end{equation*}

    che mostra che

    (21)   \begin{equation*} 	A \cap B 	= \mathscr{L}(\gamma(kx^2+k)) 	=  \mathscr{L}(x^2+1). 	\end{equation*}


 
 

Esercizio 11  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Dato k\in\mathbb{R}, sia Z il sottospazio di \mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}) generato dalle matrici

    \[A_1=\left(\begin{array}{cc}1 & 1 \\ 0 & k\end{array}\right)\]

e

    \[A_2=\left(\begin{array}{cc}2 k & 0 \\ 1 & k\end{array}\right).\]

Al variare di k \in \mathbb{R}, determinare un sottospazio complementare di Z.

Svolgimento.

Le matrici A_1 e A_2 sono indipendenti per ogni scelta di k \in \mathbb{R}, infatti

(22)   \begin{equation*} 	\alpha A_1 + \beta A_2 	= 	\begin{pmatrix} 	\alpha+2k\beta 	& \alpha\\ 	\beta			& (\alpha+\beta)k 	\end{pmatrix} 	= 	\begin{pmatrix} 	0	& 0\\ 	0	& 0 	\end{pmatrix} 	\iff 	\alpha=\beta=0. 	\end{equation*}

Dunque \dim Z = 2. Dall’espressione della generica combinazione lineare \alpha A_1 + \beta A_2 riportata in (22), si vede che

(23)   \begin{equation*} 	\begin{pmatrix} 	x	&	0\\ 	0	&	y 	\end{pmatrix} 	\in Z 	\iff x=y=0. 	\end{equation*}

Poiché

(24)   \begin{equation*} 	X \coloneqq 	\left\{ \begin{pmatrix} 	x	&	0\\ 	0	&	y 	\end{pmatrix} 	\colon x,y \in \mathbb{R} 	\right\} 	= 	\mathscr{L}\left( 	\begin{pmatrix} 	1	&	0\\ 	0	&	0 	\end{pmatrix} 	, 	\begin{pmatrix} 	0	&	0\\ 	0	&	1 	\end{pmatrix} 	\right), 	\end{equation*}

si ha \dim X=2 e da (23) segue X \cap Z = \{\mathbf{0}\}, ossia \dim(X+Z)=4 per la formula della dimensione ((2.4)) e quindi X \oplus Z = \mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}).


 
 

Esercizio 12  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Sia data la matrice A=\left(\begin{array}{cc}2 & 0 \\ 1 & -1\end{array}\right) \in \mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}). Dimostrare che l’insieme

    \[T=\left\{X \in \mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}) \colon A X=X A\right\}\]

è un sottospazio vettoriale di \mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}). Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento diretto per T.

Svolgimento.

Per ogni \lambda,\mu\in\mathbb{R} e per ogni X,Y\in T vale

    \[(\lambda X+\mu Y) A=\lambda X A+\mu YA=\lambda A X+\mu A Y=A(\lambda X+\mu Y).\]

Segue che T è un sottospazio vettoriale di \mathscr{M}_2(\mathbb{R}).

Posto

    \[X=\left(\begin{array}{ll} x & y \\ z & w \end{array}\right),\]

si ha

    \[A X=\left(\begin{array}{cc} 2 & 0 \\ 1 & -1 \end{array}\right)\left(\begin{array}{cc} x & y \\ z & w \end{array}\right)=\left(\begin{array}{cc} 2 x & 2 y \\ x-z & y-w \end{array}\right)\]

e

    \[X A=\left(\begin{array}{ll} x & y \\ z & w \end{array}\right)\left(\begin{array}{cc} 2 & 0 \\ 1 & -1 \end{array}\right)=\left(\begin{array}{cc} 2 x+y & -y \\ 2 z+w & -w \end{array}\right),\]

da cui segue che X \in T se e solo se

    \begin{equation*} \left\{\begin{array}{l} 2 x=2 x+y \\ \\ 2 y=-y \\ \\ 2 z-w=x-z \\ \\ y-w=-w \end{array}\right. . \end{equation*}

Dalla quarta equazione si ricava y=0, ma allora la prima e seconda sono vere per ogni x. Dalla terza troviamo x=3z-w. Segue che

    \[X=\left(\begin{array}{cc} 3 z-w & 0 \\ z & w \end{array}\right)=z\left(\begin{array}{ll} 3 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right)+w\left(\begin{array}{cc} -1 & 0 \\ 0 & 1 \end{array}\right).\]

Possiamo quindi concludere che la dimensione di T è 2 e una base è

    \[\left\{\left(\begin{array}{ll} 3 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right) ,\left(\begin{array}{cc} -1 & 0 \\ 0 & 1 \end{array}\right)\right\}.\]

Le equazioni parametriche sono

    \[x=3 t-s,\  y=0,\  z=t,\ w=s\quad\quad s,t\in\mathbb{R},\]

mentre le equazioni cartesiane sono

(25)   \begin{equation*} \left\{\begin{array}{l} x-3 z+w=0 \\ \\ y=0 \end{array}\right. . \end{equation*}

Siccome \operatorname{dim} \mathcal{M}_{2,2}(\mathbb{R})=4, la codimensione è 2. Dato

    \[U=\mathscr{L}\left(\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right)\right),\]

le due matrici che generano U sono indipendenti, quindi \dim U=2. Inoltre T\cap U=\{\boldsymbol{0}\} in quanto un generico elemento di U si scrive come

    \[\left(\begin{array}{ll} 0 & y \\ z & 0 \end{array}\right)\]

e appartiene a T se e solo se soddisfa le equazioni cartesiane (25) di T, ma questo succede se e solo se y=z=0. Siccome \dim U=2, per la formula delle dimensioni ((2.4)) segue che U\oplus T= \mathcal{M}_{2,2}(\mathbb{R}) e quindi U è un complemento diretto di T.


 
 

Esercizio 13  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Dimostrare che l’insieme

    \[U=\left\{\left(\begin{array}{cc} 	a-2 b & 0 \\ 	b & -a 	\end{array}\right) \in \mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}) \colon a, b \in \mathbb{R}\right\}\]

è un sottospazio vettoriale di \mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}). Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento diretto per U.

Svolgimento.

Osserviamo che, scegliendo (a,b)=(1,0) e (a,b)=(0,1), si ha

    \[U=\mathscr{L}\left(\left(\begin{array}{cc} 1 & 0 \\ 0 & -1 \end{array}\right),\left(\begin{array}{cc} -2 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right)\right),\]

quindi U è un sottospazio vettoriale di dimensione 2 e abbiamo trovato una sua base. La codimensione di U è 2 e, posto x,y,z,w le componenti di una matrice

    \[A=\left(\begin{array}{cc} x & y \\ z & w \end{array}\right)\]

le sue equazioni parametriche sono

    \[x=t-2 s \quad y=0 \quad z=s \quad w=-t\quad\quad s,t\in\mathbb{R},\]

da cui ricaviamo le equazione cartesiane y=0 e x=-w-2z.

Consideriamo ora

    \[W=\mathscr{L}\left(\left(\begin{array}{ll} 0 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right)\right).\]

Osserviamo che U\cap W=\{\boldsymbol{0}\} in quanto un generico elemento di W si scrive come

    \[\left(\begin{array}{ll} 0 & y \\ z & 0 \end{array}\right)\]

e appartiene a U se e solo se soddisfa le equazioni cartesiane di U, ovvero se e solo se y=z=0. Inoltre \dim W=2 in quanto i due generatori sono indipendenti. Segue per la formula delle dimensioni ((2.4)) che U\oplus V=\mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}) e quindi W è un complemento diretto di U.


 
 

Esercizio 14  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Dimostrare che l’insieme

    \[W=\left\{a-b+a x+b x^2 \in \mathbb{R}_{\leqslant 2}[x] \colon a, b \in \mathbb{R}\right\}\]

è un sottospazio vettoriale di \mathbb{R}_{\leqslant 2}[x]. Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento diretto per W.

Svolgimento.

Osserviamo che, poichè

    \[a-b +ax +bx^2= a(1+x) + b(x^2-1)\]

al variare di a,b \in \mathbb{R}, si ha

    \[W=\mathscr{L}\left(1+x, x^2-1\right),\]

quindi W è un sottospazio vettoriale di dimensione 2 con base

    \[\left\{1+x, x^2-1\right\}.\]

Inoltre, essendo \operatorname{dim} \mathbb{R}_{\leq2}[x]=3, allora la codimensione di W è 3-\dim W=3-2=1.

Un generico polinomio di \mathbb{R}_{\leq2}[x] è della forma a_2 x^2+a_1 x+a_0, quindi, essendo ogni polinomio di W della forma a-b+ax+bx^2, le equazioni parametriche di W sono

    \[a_2=t,\quad a_1=s,\quad a_0=s-t\quad\quad s,t\in\mathbb{R}\]

e l’equazione cartesiana è

    \[a_1-a_2-a_0=0.\]

Consideriamo

    \[Z=\mathscr{L}(1).\]

Osserviamo che Z\cap W=\{\boldsymbol{0}\} in quanto i polinomi costanti non nulli non appartengono a W (se un poliniomio costante vi appartenesse, avremmo a=b=0 per definizione di W, ma allora il termine noto diventerebbe a-b=0, ovvero otterremmo il polinomio identicamente nullo). Siccome \dim Z=1, per la formula delle dimensioni ((2.4)) segue che Z\oplus W=\mathbb{R}_{\le 2}[x] e quindi Z è un complemento diretto di W.


 
 

Esercizio 15  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Nello spazio vettoriale \mathbb{R}_{\leqslant 3}[x], si considerino i seguenti sottospazi vettoriali:

    \[\begin{array}{c} 	U=\left\{f(x) \in \mathbb{R}_{\leqslant 3}[x]\colon f(1)=0\right\},\\ \\ 	W=\left\{\tilde{a}+(\tilde{b}-2\tilde{ a}) x+(\tilde{a}-\tilde{b}) x^3 \in \mathbb{R}_{\leq 3}[x] \colon \tilde{a}, \tilde{b} \in \mathbb{R}\right\}. 	\end{array}\]

Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento diretto per U, W, U+W e U \cap W.

Svolgimento.

Sia

    \[P(x)=a_3 x^3+a_2 x^2+a_1 x+a_0\]

un generico polinomio di grado al più 3. Consideriamo U,\  W,\  U+W,\  U\cap W separatamente.

  • Per il teorema di Ruffini, dato che f(1)=0, possiamo dedurre che un generico elemento di U si scrive come

        \[P(x)=(x-1)\left(a x^2+b x+c\right),\]

    quindi la dimensione di U è 3 e la sua codimensione è 1. Una sua base, ottenuta scegliendo (a,b,c)=(1,0,0),\  (a,b,c)=(0,1,0),\  (a,b,c)=(0,0,1), è

        \[\left\{x^2(x-1), x(x-1),(x-1)\right\} .\]

    Infatti, i tre generatori sono linearmente indipendenti, avendo tutti grado diverso dagli altri. Inoltre, un generico polinomio P di U è

        \[P(x)=a x^3+b x^2+c x-a x^2-b x-c=a x^3+x^2(b-a)+x(c-b)-c,\]

    quindi le equazioni parametriche sono

        \[a_3=a, \quad a_2=b-a, \quad a_1=c-b, \quad a_0=-c\quad\quad  a,b,c \in \mathbb{R}.\]

    Da queste deduciamo a_2=b-a_3 e a_1=-a_0-b. Sostituendo b=-a_0-a_1 nell’equazione di a_2 otteniamo l’equazione cartesiana

        \[a_2+a_1+a_0+a_3=0.\]

    Equivalentemente, l’equazione cartesiana si poteva ottenere semplicemente ponendo

        \[f(1)=a_3+a_2+a_1+a_0=0.\]

    Un complemento diretto di U è ad esempio

        \[T=\mathscr{L}(x^3).\]

    Infatti x^3\notin U non soddisfando l’equazione cartesiana di U e quindi U\cap T=\{\boldsymbol{0}\}. Siccome \dim T=1, per la formula delle dimensioni ((2.4)) si ha quindi U\oplus T=\mathbb{R}_{\le 3}[x] e quindi T è un complemento diretto di U.

  • Abbiamo

        \[W=\mathscr{L}\left(1-2 x+x^3, x-x^3\right)\]

    in quanto ogni elemento w\in W può essere scritto come combinazione lineare

        \[w=a(1-2 x+x^3)+b(x-x^3). 	\]

    Segue che la dimensione di W è 2 e la codimensione di W è 2.

    Le equazioni parametriche sono

        \[a_0=a, \quad a_1=b-2a, \quad a_2=0, \quad a_3=a-b\quad\quad a,b\in\mathbb{R}\]

    e quindi le equazioni cartesiane sono

        \[ 	\left\{\begin{array}{l} 	a_2=0\\ 	\\ 	a_1+a_3+a_0=0 	\end{array}\right. . 	\]

    Infine, un complemento diretto di W è ad esempio

        \[Z=\mathscr{L}\left(x^2, 1+x^2\right).\]

    Infatti l’intersezione con W è nulla poichè gli elementi di Z, che sono della forma a+(a+b)x^2, con a,b\in\mathbb{R} soddisfano le equazioni cartesiane di W se e solo se a=b=0. Inoltre \dim Z=2 perché i generatori sono indipendenti e quindi \dim(W+Z)=4 per la formula della dimensione ((2.4)), ossia W\oplus Z=\mathbb{R}_{\le 3}[x]. Quindi Z è un complemento diretto per W.

  • Innanzitutto vale

        \[\dim(U+W)\geq \dim U=3;\]

    inoltre

        \[x-x^3=-(x^2(x-1)+x(x-1))\]

    e

        \[1-2x+x^3=-(x-1)+x^2(x-1)+x(x-1),\]

    ovvero i generatori di W si scrivono come combinazione lineare degli elementi della base di U. Segue che W\subset U e quindi \dim(U+W)=\dim U=3 in quanto U+W=U e perciò un complemento diretto è lo stesso trovato per U.

  • Essendo W\subset U, segue che U\cap W=W e perciò \dim (U\cap W)=\dim W=2. Infine, un complemento diretto per U\cap W può essere lo stesso trovato per W.

 
 

Esercizio 16  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) Nello spazio vettoriale \mathbb{R}_{\leqslant 3}[x], si considerino i seguenti sottospazi vettoriali:

    \[\begin{array}{c} 	U=\left\{f(x) \in \mathbb{R}_{\leqslant 3}[x]\colon f(-1)=f(0)=0\right\}, \\ \\ 	W=\left\{a_3 x^3+a_2 x^2+a_1 x+a_0 \in \mathbb{R}[x]\colon 2 a_0+a_1-2 a_2+a_3=a_0+a_1+a_2+a_3=0\right\}, 	\end{array}\]

Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento diretto per U, W, U+W e U \cap W. Dire se U e W sono a somma diretta. Completare una base di U \cap W ad una base di W.

Svolgimento.

Consideriamo U,\  W,\  U+W,\  U\cap W separatamente.

  • Per il teorema di Ruffini, dato che f(0)=f(-1)=0, un generico polinomio di U si scrive come

        \[f(x)=x(x+1)(a x+b)\quad\quad a,b\in\mathbb{R},\]

    Una base di U si ottiene scegliendo ad esempio (a,b)=(0,1) e (a,b)=(1,0):

        \[\left\{x(x+1), x^2(x+1)\right\}.\]

    I due generatori sono linearmente indipendenti, avendo grado diverso. Segue che la dimensione di U è 2 e la sua codimensione è \dim\mathbb{R}_{\leq 3}[x]-2=2.

    Svolgendo i prodotti nell’espressione di f si ottiene

        \[f(x)=\left(x^2+x\right)(a x+b)=a x^3+a x^2+b x^2+b x=a x^3+x^2(a+b)+b x .\]

    Da qui si può effettivamente vedere quanto affermato sulla base di U:

        \[ f(x)=a(x^3+x^2)+b(x^2+x).\]

    Le equazioni parametriche sono

        \[a_3=a, \quad a_2=a + b, \quad a_1=b, \quad a_0=0,\quad\quad a,b\in\mathbb{R}.\]

    Le equazioni cartesiane saranno quindi

        \[a_0=0\]

    e

        \[a_3+a_1-a_2=0.\]

    Infine, un complemento diretto di U è ad esempio

        \[Z=\mathscr{L}(1, x).\]

    Infatti U\cap Z=\{\boldsymbol{0}\} in quanto un qualunque elemento non nullo di Z è un polinomio di al più grado 1, quindi ha al più una radice, mentre f\in U se e solo se ha come radici almeno 0,-1. Poiché 1 e x sono indipendenti, \dim Z=2 e, per la formula della dimensione ((2.4).), si ha \dim(Z+U)=4, ovvero Z\oplus U=\mathbb{R}_{\le 3}[x], quindi Z è un complemento diretto per U.

  • Consideriamo ora W.

    Innanzitutto le equazioni cartesiane sono fornite dal testo. Data poi la matrice del sistema lineare omogeneo che definisce W

        \[\left(\begin{array}{cccc} 2 & 1 & -2 & 1 \\ 1 & 1 & 1 & 1 \end{array}\right),\]

    essa ha rango 2 in quanto le due righe sono linearmente indipendenti, quindi \dim W=4-2=2 per il teorema 2.5.

    Se poniamo ora a_3=a e a_2=b nelle equazioni cartesiane, abbiamo a_1=-3b-a e a_0=3b, che sono le equazioni parametriche. Dunque, un generico polinomio di W si scrive come

        \[f(x)=a x^3+b x^2+(-3 b-a) x+3 b=a(x^3-x)+b(x^2-3x+3)\quad a,b\in\mathbb{R},\]

    quindi i polinomi x^3-x e x^2-3x+3 sono due generatori di W e, essendo indipendenti, ne costituiscono una base.

    Un complemento di W è ad esempio

        \[T=\mathscr{L}(1, x).\]

    Infatti T\cap W=\{\boldsymbol{0}\} in quanto un qualunque elemento di T ha la forma a_0+a_1x, con a_0,a_1\in\mathbb{R} e sostituendo a_2=a_3=0 nelle equazioni cartesiane di W si ottiene il sistema

        \[\left\{\begin{array}{c}2a_0+a_1=0\\ \\ a_0 + a_1 =0,\end{array}\right.\]

    che ha come unica soluzione quella nulla, ovvero a_0=a_1=0. Inoltre, \dim T=2 in quanto i generatori 1,x sono linearmente indipendenti e quindi per la formula delle dimensioni ((2.4)) si ha \dim(W+T)=4, ovvero T\oplus W=\mathbb{R}_{\le 3}[x]. Possiamo quindi concludere che T è un complemento diretto di W.

  • Gli elementi di U\cap W soddisfano contemporaneamente le equazioni di U e quelle di W, quindi le equazioni cartesiane di U\cap W sono date dal seguente sistema formato dalle equazioni cartesiane sia di U sia di W:

        \[\left\{\begin{array}{l} 2a_0+a_1-2a_2+a_3=0\\ \\a_0+a_1+a_2+a_3=0\\ \\a_0=0\\ \\ a_3+a_1-a_2=0 \end{array}\right.,\]

    ovvero, risolvendo:

        \[a_0=a_2=0,\qquad a_3+a_1=0.\]

    Si deducono quindi le equazioni parametriche

        \[a_0=a_2=0,\quad a_3=t, \quad a_1=-t,\quad\quad t\in\mathbb{R}.\]

    Segue che \dim (U\cap W)=1 e perciò la sua codimensione è 3 e la somma di U e W non è diretta. Osserviamo che

        \[x-x^3 \in U \cap W,\]

    quindi tale vettore costituisce una base di U\cap W, mentre un complemento diretto di U\cap W è dato ad esempio da

        \[T=\mathscr{L}(1, x, x^2).\]

    Infatti 1,x,x^2\notin U\cap W, sono linearmente indipendenti e T\cap (W\cap U)=\{\boldsymbol{0}\} in quanto gli elementi di T hanno al più grado 2, mentre i polinomi di W\cap U hanno grado 3. Siccome \dim T=3 essendo i generatori linearmente indipendenti, per la formula delle dimensioni ((2.4)) \dim(T+(U\cap W))=4, dunque T\oplus(U\cap W)=\mathbb{R}_{\le 3}[x] e quindi possiamo concludere che T è un complemento diretto di U\cap W.

  • Consideriamo infine U+W. Siccome x-x^3 \in U , mentre x^2-3 x+3 \not\in U, si ha

        \[U+W=\mathscr{L}(x^2-3 x+3, x(x+1), x^2(x+1))\]

    e, essendo i tre polinomi linearmente indipendenti (infatti il terzo polinomio ha grado 3, mentre i primi due polinomi hanno entrambi grado 2 ma non sono uno multiplo dell’altro), la dimensione di U+W è 3 e una sua base è data da

        \[\left\{x^2-3 x+3, x(x+1), x^2(x+1)\right\}.\]

    Inoltre la codimensione di U+W è 1.

    Un qualunque elemento f(x)\in U+W si scrive come

        \[ f(x)=a(x^{2}-3x+3)+b(x^2+x)+c(x^3+x^2)=cx^3+(a+b+c)x^2+(-3a+b)x+3a,\]

    quindi le equazioni parametriche sono

        \[a_0=3a,\quad a_1=b-3a,\quad a_2=a+b+c,\quad a_3=c,\qquad a,b,c\in\mathbb{R}. \]

    Sostituendo c=a_3,\ a=a_0/3,\ b=a_1+a_0 nell’espressione per a_2 si ottiene l’equazione cartesiana

        \[\frac{4a_0}{3}+a_1+a_3-a_2=0, \]

    ovvero

        \[4a_0+3a_1+3a_3-3a_2=0. \]

    Infine, un complemento diretto di U+W è ad esempio S=\mathscr {L}(x). Infatti, poiché x \notin (U+W), si ha (U+W) \cap S=\{\boldsymbol{0}\} e, per la formula della dimensione ((2.4)), \dim( (U+W)+S )=4, ovvero (U+W)\oplus S=\mathbb{R}_{\le 3}[x]. Quindi S è un complemento diretto per U+W.


 
 

Esercizio 17  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) Nello spazio vettoriale \mathscr{M}_{3,2}(\mathbb{R}), si considerino i seguenti sottospazi vettoriali:

    \[\begin{array}{c} 	U=\left\{\left(\begin{array}{cc} 	a_1 & a_2 \\ 	b_1 & b_2 \\ 	c_1 & c_2 	\end{array}\right) \in \mathscr{M}_{3,2}(\mathbb{R}) \colon\left\{\begin{array}{l} 	a_1-b_1+c_1=0 \\ 	a_2+b_2-c_2=0 	\end{array}\right.\right\} ,\\ \\ 	W=\left\{\left(\begin{array}{cc} 	a_1 & a_2 \\ 	b_1 & b_2 \\ 	c_1 & c_2 	\end{array}\right) \in \mathscr{M}_{3,2}(\mathbb{R}) \colon\left\{\begin{array}{l} 	a_1+a_2=0 \\ 	b_1-b_2=0 \\ 	c_1+c_2=0 	\end{array}\right.\right\}. 	\end{array}\]

Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento diretto per U, W, U+W e U \cap W. Dire se U e W sono a somma diretta.

Svolgimento.

Innanzitutto lo spazio vettoriale \mathscr{M}_{3,2}(\mathbb{R}) delle matrici che stiamo considerando ha dimensione pari a 2\times 3=6.

Consideriamo ora U,\  W,\  U+W,\  U\cap W separatamente.

  • La matrice

        \[\left(\begin{array}{cccccc} 1 & -1 & 1 & 0 & 0 & 0 \\ 0 & 0 & 0 & 1 & 1 & -1 \end{array}\right)\]

    ha rango 2, dove in ogni riga le incognite sono indicate nel seguente ordine: a_1,b_1,c_1,a_2,b_2,c_2. Poichè questa è la matrice del sistema delle equazioni cartesiane che definiscono U, e le 2 equazioni sono indipendenti, \dim U=6-2 =4 per il teorema 2.5, mentre la codimensione di U sarà quindi 2.

    Le equazioni cartesiane sono date dal testo, mentre, posto a_1=a,\ a_2=b, c_1=c,\ b_2=d, si ha b_1=a+c e c_2=b+d con a,b,c,d \in \mathbb{R}, ottenendo quindi le equazioni parametriche.

    Da questo segue che

        \[\left(\begin{array}{cc} a_1 & a_2 \\ b_1 & b_2\\ c_1 & c_2 \end{array}\right)=\left(\begin{array}{cc} a & b \\ a+c & d \\ c & b+d \end{array}\right)=a\left(\begin{array}{ll} 1 & 0 \\ 1 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right)+c\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 1 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right)+b\left(\begin{array}{ll} 0 & 1 \\ 0 & 0 \\ 0 & 1 \end{array}\right)+d\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 0 & 1 \\ 0 & 1 \end{array}\right)\]

    al variare di a,b,c,d \in \mathbb{R} e quindi una base è

        \[\left\{\left(\begin{array}{ll} 1 & 0 \\ 1 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 1 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 1 \\ 0 & 0 \\ 0 & 1 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 0 & 1 \\ 0 & 1 \end{array}\right)\right\}.\]

    Un complemento diretto è ad esempio

        \[Z=\mathscr {L}\left(\left(\begin{array}{ll} 1 & 0 \\ 0 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 1 \\ 0 &  0\\ 0 & 0 \end{array}\right)\right).\]

    Infatti, Z\cap U=\{\boldsymbol{0}\} in quanto un qualunque elemento di Z è della forma

        \[ \left(\begin{array}{ll} a_1 & a_2 \\ 0 &  0\\ 0 & 0 \end{array}\right)\]

    e appartiene a U se e solo se soddisfa le equazioni cartesiane di U, ma questo avviene se e solo se a_1=a_2=0. Inoltre, dalla formula delle dimensioni ((2.4)) segue che \dim(U+Z)=6, ovvero U\oplus Z=\mathscr{M}_{3,2}(\mathbb{R}). Possiamo quindi concludere che Z è un complemento diretto di U.

  • La matrice del sistema delle equazioni cartesiane che definiscono W

        \[\left(\begin{array}{cccccc} 1 & 0 & 0 & 1 & 0 & 0 \\ 0 & 1 & 0 & 0 & -1 & 0 \\ 0 & 0 & 1 & 0 & 0 & 1 \end{array}\right)\]

    ha rango 3, quindi, poiché le 3 equazioni sono indipendenti, \dim W=6-3 =3. La codimensione di W è quindi 3. Osserviamo che le tre matrici

        \[\left(\begin{array}{cc} 1 & -1 \\ 0 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\quad\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 1 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\quad\left(\begin{array}{cc} 0 & 0 \\ 0 & 0 \\ 1 & -1 \end{array}\right)\]

    sono in W e quindi formano una base di W, essendo indipendenti.

    Posto a_1=a,\ b_1=b,\ c_1=c con a,b,c \in \mathbb{R}, si ricavano b_2=b,\ c_2=-c,\  a_2=-a, e abbiamo così trovato le equazioni parametriche di W.

    Un complemento diretto di W è dato da

        \[V=\mathscr{L}\left( \left(\begin{array}{cc} 1 & 0 \\ 0 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 1 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{cc} 0 & 0 \\ 0 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right)\right).\]

    Infatti W\cap V=\{\boldsymbol{0}\} in quanto un qualunque elemento di V è della forma

        \[ \left(\begin{array}{ll} a_1 & 0 \\ b_1 &  0\\ c_1 & 0 \end{array}\right)\]

    e appartiene a W se e solo se soddisfa le equazioni cartesiane di W, ma questo avviene se e solo se a_1=b_1=c_1=0. Inoltre, essendo \dim V=3 (i suoi generatori sono linearmente indipendenti), dalla formula delle dimensioni ((2.4)) segue che \dim(V+W)=6, ovvero V\oplus W=\mathscr{M}_{3,2}(\mathbb{R}). Possiamo quindi concludere che V è un complemento diretto di W.

  • Consideriamo la matrice del sistema delle equazioni cartesiane che definiscono U e W, quindi U\cap W:

        \[\left(\begin{array}{cccccc} 1 & -1 & 1 & 0 & 0 & 0 \\ 0 & 0 & 0 & 1 & 1 & -1\\ 1 & 0 & 0 & 1 & 0 & 0 \\ 0 & 1 & 0 & 0 & -1 & 0 \\ 0 & 0 & 1 & 0 & 0 & 1 \end{array}\right).\]

    Osserviamo che il minore 5\times 5

        \[N=\left(\begin{array}{ccccc}  -1 & 1 & 0 & 0 & 0 \\  0 & 0 & 1 & 1 & -1\\  0 & 0 & 1 & 0 & 0 \\  1 & 0 & 0 & -1 & 0 \\  0 & 1 & 0 & 0 & 1 \end{array}\right)\]

    ha determinante 2. Infatti, sviluppando secondo Laplace rispetto alla terza riga, si ottiene

        \begin{equation*} \begin{aligned} \det N&=\det \left(\begin{array}{cccc} -1 & 1  & 0 & 0 \\ 0 & 0  & 1 & -1\\ 1 & 0  & -1 & 0 \\ 0 & 1  & 0 & 1\end{array}\right)=2. \end{aligned} \end{equation*}

    Essendo \det N non nullo, segue che il rango della matrice è 5. Segue dal teorema 2.5 che

        \[\dim(U\cap W)=6-5=1.\]

    Osserviamo che

        \[U\cap W=\mathscr{L}\left( \left(\begin{array}{cc} 1 & -1 \\ 1 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right)\right)\]

    in quanto, rispetto alla base di U, abbiamo

        \[ \left(\begin{array}{cc} 1 & -1 \\ 1 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right)=\left(\begin{array}{cc} 1 & 0 \\ 1 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right)-\left(\begin{array}{cc} 0 & 1 \\ 0 & 0 \\ 0 & 1 \end{array}\right)+\left(\begin{array}{cc} 0 & 0 \\ 0 & 1 \\ 0 & 1 \end{array}\right) \]

    mentre rispetto alla base di W si ha

        \[ \left(\begin{array}{cc} 1 & -1 \\ 1 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right)=\left(\begin{array}{cc} 1 & -1 \\ 0 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right)+\left(\begin{array}{cc} 0 & 0 \\ 1 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right) \]

    (la scelta di tale generatore per U\cap W si basa sul trovare un elemento che soddisfi le equazioni cartesiane sia di U che W). Le equazioni parametriche di U\cap W saranno quindi

        \[c_1=c_2=0, \quad a_1=-a_2=t, \quad b_1=b_2=t,\]

    al variare di t\in\mathbb{R}.

    Infine, un complemento diretto di U\cap W è ad esempio

        \[T=\mathscr{L}\left(\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 0 & 0 \\ 0 & 1 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 0 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 1 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 0 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 1 & 0 \\ 0 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right)\right).\]

    Infatti, T\cap (U\cap W)=\{\boldsymbol{0}\} in quanto il generatore di U\cap W non si può scrivere come combinazione lineare delle matrici che generano T. Infatti basta osservare che la componente t_{1,2} (in corrispondenza della prima riga e seconda colonna) di tutti i generatori di T è nulla mentre quella del generatore di U \cap W non lo è, essendo pari a -1. Inoltre, essendo tali matrici linearmente indipendenti, \dim T=5 e per la formula delle dimensioni ((2.4)) si ha \dim (T+(U\cap W))=6, ovvero T+(U\cap W)=\mathscr{M}_{3,2}(\mathbb{R}), quindi T è complemento diretto di U\cap W.

  • Dalla formula della dimensione ((2.4))si deduce che \dim (U+W)=6, quindi U+W=\mathscr {M}_{3,2}(\mathbb{R}). Tuttavia, U\cap W\neq \{\boldsymbol{0}\} quindi la somma non è diretta.

 
 

Esercizio 18  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) Nello spazio vettoriale \mathbb{R}^5, si considerino i seguenti sottospazi vettoriali:

    \[\begin{array}{c} 	U=\mathscr{L}((1,1,0,-1,1),(-1,1,0,0,1),(0,0,0,0,0),(0,2,0,-1,2),(0,1,0,-1,0)), \\ \\ 	W=\left\{\left(x_1, x_2, x_3, x_4, x_5\right) \in \mathbb{R}^5 \colon\left\{\begin{array}{l} 	x_1-x_2+x_3=0 \\ 	x_1+2 x_4-x_5=0 	\end{array}\right\}\right. . 	\end{array}\]

Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento diretto per U, W, U+W e U \cap W. Dire se U e W sono a somma diretta.

Svolgimento.

Consideriamo W,\  U,\  U+W,\  U\cap W separatamente.

  • La matrice dei coefficienti del sistema lineare che definisce W

        \[\left(\begin{array}{ccccc} 1 & -1 & 1 & 0 & 0 \\ 1 & 0 & 0 & 2 & -1 \end{array}\right)\]

    ha rango 2, quindi la codimensione di W è 2 mentre la dimensione di W è 3.

    Le equazioni cartesiane sono date nel testo; inoltre, posto x_2=t,\ x_3=s,\ x_4=v si ottiene x_1=t-s e x_5=2v+t-s, con s,t,v\in\mathbb{R}, ottenendo così le equazioni parametriche.

    Infine, siccome un generico elemento di W si scrive come

        \begin{align*} ( x_1, x_2, x_3, x_4, x_5)&=\left( t-s, t, s, v, 2 v+t-s \right)\\&=t(1,1,0,0,1)+s(-1,0,1,0,-1)+v(0,0,0,1,2)\quad s,t,v\in\mathbb{R}, \end{align*}

    una sua base sarà

        \[\left\{\left( 1, 1, 0 , 0, 1 \right),\ (-1,0,1,0,-1),\ (0,0,0,1,2) \right\},\]

    in quanto i tre vettori sono linearmente indipendenti.

    Un complemento diretto di W è ad esempio

        \[Z=\mathscr{L}\left( (1,0,0,0,0),\ (0,0,0,0,1)\right).\]

    Infatti, la sua intersezione con W è banale: essendo ogni elemento di Z della forma (x_1,0,0,0,x_5), esso appartiene anche a W se e solo se soddisfa le equazioni cartesiane di W, ma questo avviene se e solo se x_1=x_5=0. Siccome Z\cap W=\{\boldsymbol{0}\} e \dim Z=2, per la formula delle dimensioni ((2.4)) si ha che \dim (Z+W)=5, quindi Z\oplus W=\mathbb{R}^5, e quindi Z è un complemento diretto di W.

  • Consideriamo U. Chiaramente (0,0,0,0,0) si ottiene come combinazione lineare degli altri vettori e

        \[(0,2,0,-1,2)=(1,1,0,-1,1)+(-1,1,0,0,1),\]

    quindi

        \[U=\mathscr{L}((1,1,0,-1,1),(-1,1,0,0,1),(0,1,0,-1,0)).\]

    La matrice contenente la prima, la seconda e la quarta coordinata dei generatori di U

        \[\left(\begin{array}{ccc} 1 & -1 & 0 \\ 1 & 1 & 1 \\ -1 & 0 & -1 \end{array}\right)\]

    ha determinante -1, quindi i generatori di U sono indipendenti e dunque

        \[\{(1,1,0,-1,1),(-1,1,0,0,1),(0,1,0,-1,0)\}\]

    è una base di U. Segue che \dim U=3, mentre la sua codimensione è 2.

    Posto \left(x_1, x_2, x_3, x_4, x_5\right) \in U, esistono quindi u,v,w\in\mathbb{R} tali che

        \begin{align*} \left(x_1,x_2,x_3,x_4,x_5\right)&=u(1,1,0,-1,1)+v(-1,1,0,0,1)+w(0,1,0,-1,0)\\&=\left(u-v, u+v+w, 0, -u-w, u-v\right) \end{align*}

    ottenendo così le equazioni parametriche di U:

        \[x_1=u-v,\quad x_2=u+v+w,\quad x_3=0,\quad x_4=-u-w,\quad x_5=u-v,\quad u,v,w\in\mathbb{R}. \]

    Ma allora, attraverso delle semplici sostituzioni si ottengono le equazioni cartesiane

        \[x_3=0,\quad x_5-x_1=0.\]

  • Un insieme di generatori di U+W è dato dall’unione dei due sistemi di generatori di U e di W, ossia

        \[\{(1,1,0,-1,1),(-1,1,0,0,1),(0,1,0,-1,0),(1,1,0,0,1),(-1,0,1,0,-1),(0,0,0,1,2)\}.\]

    Per stabilire la dimensione di U+W e trovarne una base, calcoliamo ora il rango della matrice avente per colonne questi vettori usando l’algoritmo di Gauss:

        \begin{equation*}     \begin{aligned}         M=\left(\begin{array}{cccccc} 1 & -1 & 0 & 1 & -1 & 0 \\ 1 & 1 & 1 & 1 & 0 & 0 \\ 0 & 0 & 0 & 0 & 1 & 0 \\ -1 & 0 & -1 & 0 & 0 & 1 \\ 1 & 1 & 0 & 1 & -1 & 2 \end{array}\right)\stackrel{\begin{array}{l} R_2=R_2-R_1 \\ R_4=R_4+R_1 \\ R_5=R_5-R_1 \end{array}}{\longrightarrow}&\left(\begin{array}{rrrrrr} 1 & -1 & 0 & 1 & -1 & 0 \\ 0 & 2 & 1 & 0 & 1 & 0 \\ 0 & 0 & 0 & 0 & 1 & 0 \\ 0 & -1 & -1 & 1 & -1 & 1 \\ 0 & 2 & 0 & 0 & 0 & 2 \end{array}\right)\\\stackrel{\begin{array}{l} R_4=2 R_4+R_2 \\ R_5=R_5-R_2 \end{array}}{\longrightarrow}&\left(\begin{array}{cccccc} 1 & -1 & 0 & 1 & -1 & 0 \\ 0 & 2 & 1 & 0 & 1 & 0 \\ 0 & 0 & 0 & 0 & 1 & 0 \\ 0 & 0 & -1 & 2 & -1 & 2 \\ 0 & 0 & -1 & 0 & -1 & 2 \end{array}\right).     \end{aligned} \end{equation*}

    Dato che abbiamo due pivot e il minore

        \[\left(\begin{array}{ccc} 0 & 0 & 1 \\ -1 & 2 & -1 \\ -1 & 0 & -1 \end{array}\right)\]

    ha determinante pari a 2, ciò implica che le prime 5 colonne della matrice sono indipendenti e perciò segue che il rango è 5 e una possibile base è

        \[\{(1,1,0,-1,1),(-1,1,0,0,1),(0,1,0,-1,0),(1,1,0,0,1), (-1,0,1,0,-1)\}.\]

    Inoltre, essendo

        \[\operatorname{dim} (U+W)=5=\operatorname{dim} \mathbb{R}^5\]

    si ha che

        \[U+W=\mathbb{R}^5.\]

  • Consideriamo infine U\cap W.

    Essendo \dim(U+W)=5,\ \dim U=\dim W=3, per la formula della dimensione \dim(U\cap W)=1.

    Le equazioni cartesiane di U \cap W, che si ottengono dal sistema formato dalle equazioni cartesiane di U e quelle di W, sono date dal sistema

        \[\left\{\begin{array}{l} 	x_1-x_2+x_3=0 \\ 	x_1+2 x_4-x_5=0\\ 	x_3=0\\ 	x_5-x_1=0 \end{array}\right. .\]

    Inserendo x_1-x_5=0 in x_1+2x_4-x_5=0, si ottiene x_4=0. Pertanto le 4 equazioni cartesiane di U \cap W sono x_1=x_2=x_5 e x_3=x_4=0. Segue che una base di U\cap W è data dal vettore

        \[\left(1 , 1 , 0,0,1\right)\]

    e le equazioni parametriche sono

        \[x_1=x_2=x_5=t,\quad x_3=x_4=0,\quad t\in\mathbb{R}.\]

    Un complemento diretto di U\cap W è ad esempio

        \[T=\mathscr{L}(\left( 1 , 0 , 0,0,0 \right),\ \left( 0,1,0,0,0 \right),\ \left( 0,0,1,0,0 \right),\ \left( 0,0,0,1,0 \right)).\]

    Infatti, T\cap (U\cap W)=\{\boldsymbol{0}\} in quanto il generatore (1,1,0,0,1) di U\cap W non si può scrivere come combinazione lineare degli elementi di T in quanto l’ultima componente dei generatori di T è nulla mentre quella del generatore di U \cap W non lo è. Inoltre, essendo \dim T=4, per la formula delle dimensioni ((2.4)) vale \dim (T+(U\cap W))=5, ovvero T\oplus (U\cap W)=\mathbb{R}^5, e quindi T è un complemento diretto di U\cap W.

    Siccome U\cap W\neq\{\boldsymbol{0}\}, la somma U+W non è diretta.


 
 

Esercizio 19  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) Nello spazio vettoriale \mathbb{R}^5, si considerino i seguenti sottospazi vettoriali:

    \[\begin{array}{c} 		U=\left\{\left(x_1, x_2, x_3, x_4, x_5\right) \in \mathbb{R}^5 \colon\left\{\begin{array}{l} 		2 x_1-2 x_2-x_3=0 \\ 		x_1+x_4-x_5=0 		\end{array}\right\}\right., \\ \\ 		W=\left\{\left(x_1, x_2, x_3, x_4, x_5\right) \in \mathbb{R}^5 \colon\left\{\begin{array}{l} 		x_1-x_2+x_3=0 \\ 		x_2+2 x_3-x_4=0 \\ 		x_5=0 		\end{array}\right\}\right. . 		\end{array}\]

Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento per U, W, U+W e U \cap W. Dire se U e W sono a somma diretta.

Svolgimento.

Consideriamo U,\  W,\  U+W,\  U\cap W separatamente.

  • Le due equazioni che definiscono U non sono una multipla dell’altra, quindi la codimensione di U è 2 mentre la dimensione di U è 3.

    Ricordiamo che le equazioni cartesiane di U sono date dal testo e sono 2 x_1-2 x_2-x_3=0 e x_1+x_4-x_5=0. Ricavando x_3,x_5 in funzione di x_1,x_2,x_4, dalla prima equazione cartesiana si ottiene x_3=2x_1-2x_2, mentre dalla seconda otteniamo x_5=x_1+x_4. Le equazioni parametriche saranno quindi

        \[ x_1=u,\ x_2=v,\ x_3=2u-2v,\ x_4=w,\ x_5=u+w\quad\quad u,v,w\in\mathbb{R}.\]

    Una base di U sarà quindi

        \[\left\{\left(\begin{array}{l}      	1 \\      	0 \\      	2 \\      	0 \\      	1      	\end{array}\right),\left(\begin{array}{c}      	0 \\      	1 \\      	-2 \\      	0 \\      	0      	\end{array}\right),\left(\begin{array}{l}      	0 \\      	0 \\      	0 \\      	1 \\      	1      	\end{array}\right)\right\}.\]

  • Passiamo ora a W.

    Il rango della matrice che descrive il sistema di equazioni cartesiane che definiscono W

        \[\left(\begin{array}{ccccc} 1 & -1 & 1 & 0 & 0 \\ 0 & 1 & 2 & -1 & 0 \\ 0 & 0 & 0 & 0 & 1 \end{array}\right)\]

    è 3, quindi la codimensione di W è 3 mentre la dimensione è 2.

    Inoltre, dalle equazioni cartesiane date nel testo, possiamo dedurre subito le equazioni parametriche di W:

        \[ x_5=0,\   x_4=t,\  x_3=s,\   x_2=t-2s,\  x_1=t-3s\quad\quad t,s\in\mathbb{R}.\]

    Dalle equazioni parametriche si vede che il generico vettore di W si scrive quindi come

        \[ t\left(\begin{array}{l} 1 \\ 1 \\ 0 \\ 1 \\ 0 \end{array}\right)+s\left(\begin{array}{c} -3 \\ -2 \\ 1 \\ 0 \\ 0 \end{array}\right),\qquad t,s \in \mathbb{R}\]

    per cui i vettori

        \[\left\{\left(\begin{array}{l} 1 \\ 1 \\ 0 \\ 1 \\ 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{c} -3 \\ -2 \\ 1 \\ 0 \\ 0 \end{array}\right)\right\}\]

    sono dei generatori di W e quindi costituiscono una base, avendo cardinalità pari alla dimensione di W.

  • Passiamo ora allo studio di U\cap W e U+W.

    Per determinare la dimensione di U \cap W, studiamo il sistema costituito dalle 5 equazioni cartesiane di U e di W, quindi applichiamo l’algoritmo di Gauss alla matrice seguente:

        \begin{align*} %\begin{split} \left(\begin{array}{ccccc} 2 & -2 & -1 & 0 & 0 \\ 1 & 0 & 0 & 1 & -1 \\ 1 & -1 & 1 & 0 & 0 \\ 0 & 1 & 2 & -1 & 0 \\ 0 & 0 & 0 & 0 & 1 \end{array}\right)\stackrel{\begin{array}{l} 	R_3=R_3-R_2 \\ 	R_2=R_2-\frac{R_1}{2} 	\end{array} }{\longrightarrow}&\left(\begin{array}{ccccc} 2 & -2 & -1 & 0 & 0 \\[8pt] 0 & 1 & \dfrac{1}{2} & 1 & -1 \\[8pt] 0 & 1 & 2 & -1 & 0 \\ 0 & 0 & 0 & 0 & 1 \end{array}\right)\\ &\\ \stackrel{ 	\begin{array}{l} 	R_3=R_3+R_2 \\ 	R_4=R_4-R_2 	\end{array} }{\longrightarrow} &\left(\begin{array}{ccccc} 2 & -2 & -1 & 0 & 0 \\[8pt] 0 & 1 & \dfrac{1}{2} & 1 & -1 \\[8pt] 0 & 0 & \dfrac{3}{2} & 0 & 0 \\[8pt] 0 & 0 & \dfrac{3}{2} & -2 & 1 \\[8pt] 0 & 0 & 0 & 0 & 1 \end{array}\right)\\&\\ \stackrel{\begin{array}{l} 	R_4=R_4-R_3 	\end{array}} {\longrightarrow} &\left(\begin{array}{ccccc} 2 & -2 & -1 & 0 & 0 \\[8pt] 0 & 1 & \dfrac{1}{2} & 1 & -1 \\[8pt] 0 & 0 & \dfrac{3}{2} & 0 & 0 \\[8pt] 0 & 0 & 0 & -2 & 1 \\ 0 & 0 & 0 & 0 & 1 \end{array}\right).     %\end{split} \end{align*}

    Osserviamo che il rango della matrice è 5, essendoci 5 pivot. Quindi, applicando il teorema 2.5 si ha \dim (U\cap W)=0 mentre la sua codimensione è 5. Inoltre, da ciò possiamo dedurre che U e W sono in somma diretta, ovvero U\oplus W=\mathbb{R}^{5}. Di conseguenza, un complemento diretto di U sarà W e viceversa.


 
 

Esercizio 20  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) Nello spazio vettoriale \mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}), si considerino i seguenti sottospazi vettoriali:

    \[\begin{array}{c} 	U=\left\{\left(\begin{array}{cc} 	a_1 & a_2 \\ 	b_1 & b_2 	\end{array}\right) \in \mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}) \colon a_1+a_2+b_1+b_2=0\right\} ,\\ \\ 	W=\mathscr{L}\left(\left(\begin{array}{cc} 	-2 & 2 \\ 	1 & 2 	\end{array}\right),\left(\begin{array}{cc} 	2 & -2 \\ 	-1 & -2 	\end{array}\right),\left(\begin{array}{cc} 	-1 & 0 \\ 	1 & 0 	\end{array}\right)\right) 	\end{array}.\]

Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento diretto per U, W, U+W e U \cap W. Dire se U e W sono a somma diretta.

Svolgimento.

Consideriamo U,W,U+W,U\cap W separatamente.

  • Per il teorema 2.5, \dim U=3 in quanto U ha una sola equazione cartesiana che è data dal testo. Le equazioni parametriche si ricavano ponendo a_1=a, a_2=c, b_1=b nell’equazione cartesiana e sono

        \[a_1=a,\quad a_2=c,\quad b_1=b,\quad b_2=-a-b-c\quad a,b,c\in\mathbb{R} .\]

    Siccome ogni elemento di U si scrive come

        \[\left(\begin{array}{ll} a_1 & a_2 \\ b_1 & b_2 \end{array}\right)=a\left(\begin{array}{cc} 1 & 0 \\ 0 & -1 \end{array}\right)+b\left(\begin{array}{cc} 0 & 0 \\ 1 & -1 \end{array}\right)+c\left(\begin{array}{cc} 0 & 1 \\ 0 & -1 \end{array}\right),\qquad a,b,c\in\mathbb{R}, \]

    e poiché tali matrici sono indipendenti, il sistema seguente è una base di U:

        \[\left\{\left(\begin{array}{cc} 1 & 0 \\ 0 & -1 \end{array}\right),\left(\begin{array}{cc} 0 & 0 \\ 1 & -1 \end{array}\right),\left(\begin{array}{cc} 0 & 1 \\ 0 & -1 \end{array}\right)\right\}.\]

    Inoltre, essendo \dim U=3, la codimensione sarà 1. Infine, osserviamo che

        \[T=\mathscr{L}\left(\left(\begin{array}{ll} 1 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right)\right)\]

    è un complemento diretto di U. Infatti, U\cap T=\{\boldsymbol{0}\} in quanto la matrice che lo genera non appartiene a U non soddisfacendo l’equazione cartesiana. Inoltre, siccome \dim T=1, per la formula delle dimensioni ((2.4)) si ha che \dim(U+T)=4, ovvero U\oplus T=\mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}), quindi T è un complemento diretto di U.

  • Riguardo W, osserviamo che

        \[\left(\begin{array}{cl} 2 & -2 \\ -1 & -2 \end{array}\right)=-\left(\begin{array}{cc} -2 & 2 \\ 1 & 2 \end{array}\right)\]

    e quest’ultima non è multipla di

        \[\left(\begin{array}{rr} -1 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right).\]

    Segue che

        \[\operatorname{dim} W=2,\quad\quad W= \mathscr{L}\left(\left(\begin{array}{cc} -2 & 2 \\ 1 & 2 \end{array}\right),\left(\begin{array}{cc} -1 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right)\right),\]

    una base di W è data da

        \[ \left\{\left(\begin{array}{cc} -2 & 2 \\ 1 & 2 \end{array}\right),\left(\begin{array}{cc} -1 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right)\right\}\]

    e la codimensione di W sarà anche essa 2.

    Siccome ogni elemento di W si scrive come

        \[\left(\begin{array}{ll} a_1 & a_2 \\ b_1 & b_2 \end{array}\right)=t\left(\begin{array}{cc} -2 & 2 \\ 1 & 2 \end{array}\right)+s\left(\begin{array}{cc} -1 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right),\qquad t,s\in\mathbb{R}, \]

    Le equazioni parametriche sono

        \[a_1=-2 t-s,\quad a_2=2 t,\quad b_1=t+s,\quad b_2=2 t\quad\quad s,t\in\mathbb{R},\]

    da cui le cartesiane

        \[a_2-b_2=0\quad \text { e }\quad a_1+b_1+\frac{b_2}{2}=0.\]

  • Passiamo ora a U+W.

    Siccome

        \[\operatorname{dim} (U+W) \geq \operatorname{dim} U=3\]

    e

        \[\left(\begin{array}{cc} -2 & 2 \\ 1 & 2 \end{array}\right) \not\in U\]

    in quanto tale matrice non soddisfa l’equazione cartesiana di U, allora \dim(U+W)>3, quindi, siccome lo spazio ambiente \mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}) ha dimensione 4, vale \dim (U+W)=4 e perciò

        \[U+W=\mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}).\]

  • Dalla formula della dimensione ((2.4)) segue che

        \[\dim(U\cap W)=\dim U +\dim W-\dim(U+W)=1,\]

    quindi la sua codimensione è 3 e una base di U\cap W è

        \[\left\{\left(\begin{array}{cc} 1 & 0 \\ -1 & 0 \end{array}\right)\right\}\]

    in quanto tale matrice appartiene sia a U che a W.

    Siccome ogni elemento di U\cap W si scrive come

        \[\left(\begin{array}{ll} a_1 & a_2 \\ b_1 & b_2 \end{array}\right)=t\left(\begin{array}{cc} 1 & 0 \\ -1 & 0 \end{array}\right),\qquad t\in\mathbb{R},\]

    le equazioni parametriche sono

        \[a_1=t,\quad a_2=0,\quad  b_1=-t,\quad b_2=0,\quad t\in\mathbb{R},\]

    mentre quelle cartesiane sono

        \[b_2=a_2=a_1+b_1=0.\]

    Infine, per la formula delle dimensioni ((2.4)), un complemento diretto di U\cap W è ad esempio

        \[Z=\mathscr{L}\left(\left(\begin{array}{ll} 1 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 0 & 1 \end{array}\right)\right)\]

    in quanto la matrice che genera U \cap W non appartiene ad esso (una qualunque combinazione lineare delle matrici che generano Z ha componente a_3=0, mentre il generatore di U\cap W ha componente a_3=-1).

    Infine, essendo \dim(U\cap W)=1, l’intersezione di U e W non è banale e quindi la somma non è diretta.


 
 

Esercizio 21  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Siano dati i sottospazi vettoriali

    \[V=\left\{(x, y) \in \mathbb{R}^2 \colon x+y=0\right\}\]

e

    \[W=\left\{(x, y) \in \mathbb{R}^2 \colon x-y=0\right\} .\]

Qual è il più piccolo sottospazio vettoriale di \mathbb{R}^2 che contiene V \cup W? Determinare una sua base.

Svolgimento.

Osserviamo che (1,-1)\in V in quanto soddisfa l’equazione cartesiana x+y=0, mentre (1,1)\in W in quanto soddisfa l’equazione cartesiana x-y=0.

Per definizione, il più piccolo sottospazio che contiene V\cup W è V+W. Osserviamo che V+W=\mathbb{R}^2. Infatti, \dim V=\dim W=1 e V\cap W=\{\boldsymbol{0}\}, quindi per la formula delle dimensioni ((2.4))

    \[\dim(V+W)=\dim V+\dim W-\dim (V\cap W)=2=\dim(\mathbb{R}^2). \]

Infine, siccome V+W=\mathbb{R}^2, una base di V+W è data dalla base canonica di \mathbb{R}^2, ovvero

    \[\{(1,0),(0,1)\}.\]


 
 

Esercizio 22  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) In \mathbb{R}^3 siano dati i sottospazi U definito dall’equazione

    \[x+y-z=0\]

e W quello generato da (2,4,6) e (1,3,4). Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento diretto per U, W, U+W e U \cap W. Dire se U e W sono a somma diretta.

Svolgimento.

Consideriamo separatamente U,W,W+U,W\cap U.

  • Cominciamo a considerare U.

    L’equazione cartesiana è data dal testo, ovvero x+y-z=0. Segue che \dim U=2 e la sua codimensione è 1.

    Poichè ogni elemento di U soddisfa l’equazione cartesiana x+y-z=0, esplicitando z=x+y in funzione di x,y osserviamo che ogni elemento di U si scrive come (t,s,t+s), con t,s\in\mathbb{R}, quindi le equazioni parametriche di U sono

        \[ 	x=t,\quad y=s,\quad z=t+s,\qquad t,s\in\mathbb{R}. \]

    Una base di U sarà quindi

        \[\{(1,0,1),(0,1,1)\}\]

    e quindi un complemento è ad esempio

        \[T=\mathscr{L}((0,1,0)).\]

    Infatti (0,1,0) \notin U, quindi U \cap T= \{\boldsymbol{0}\} e, per la formula della dimensione ((2.4)), segue che \dim(U+T)=3, ossia U\oplus T=\mathbb{R}^3 e T è un complemento diretto per U.

  • Passiamo ora a W. Dato che (2,4,6) e (1,3,4) non sono uno multiplo dell’altro, formano una base di W che quindi ha dimensione 2 e codimensione 1.

    Le equazioni parametriche sono

        \[(x, y, z)=t(2,4,6)+s(1,3, 4)\quad\quad \forall s,t \in \mathbb{R}\]

    da cui

        \[x=2 t+s,\quad y=4 t+3 s,\quad z=6 t+4 s\quad\quad \forall s,t \in \mathbb{R}.\]

    L’equazione cartesiana sarà quindi x+y-z=0. Osserviamo che è uguale a quella di U, quindi U=W.

  • Essendo U=W, si ha che U+W=U\cap W=U, quindi la somma non è diretta.

 
 

Esercizio 23  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) Si consideri il sottoinsieme W di \mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}) definito da

    \[U=\left\{A \in \mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}) \colon A=A B\right\},\qquad B=\left(\begin{array}{cc}1 & 1 \\ 0 & -1\end{array}\right).\]

Sia poi W=\operatorname{Sym}_{2,2}(\mathbb{R}). Determinare la dimensione, la codimensione, una base, equazioni cartesiane, equazioni parametriche ed un complemento diretto per U, W, U+W e U \cap W. Dire se U e W sono a somma diretta.

Svolgimento.

Consideriamo separatamente U,W,U+W,U\cap W.

  • Cominciamo con U. Data

        \[     A=\left(\begin{array}{ll}     x & y \\     z & w     \end{array}\right),\]

    abbiamo

        \[A=AB\Longleftrightarrow A B=\left(\begin{array}{ll} x & y \\ z & w \end{array}\right)\left(\begin{array}{cc} 1 & 1 \\ 0 & -1 \end{array}\right)=\left(\begin{array}{ll} x & x-y \\ z & z-w \end{array}\right)=\left(\begin{array}{ll} x & y \\ z & w \end{array}\right)=A,\]

    da cui le equazioni cartesiane x-2y=0 e z-2w=0. Poichè le equazioni sono indipendenti, segue che la dimensione di U è 2 e anche la codimensione è 2.

    Esplicitando x,z in funzione di y,w, abbiamo che x=2y e z=2w. Poichè un generico elemento di U si scrive come

        \[\left(\begin{array}{ll} 2t & t \\ 2s & s \end{array}\right)=t\left(\begin{array}{ll} 2 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right)+s\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 2 & 1 \end{array}\right),\qquad s,t \in \mathbb{R},\]

    si ha che le equazioni parametriche sono

        \[x=2t,\quad y=t,\quad z=2s,\quad w=s\quad\quad \forall s,t \in \mathbb{R}\]

    e, poiché le matrici sono indipendenti, costituiscono anche una base di U.

    Un complemento diretto è ad esempio

        \[Z=\mathscr{L}\left(\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right)\right)\]

    in quanto i suoi generatori sono indipendenti (quindi tale sottospazio ha dimensione 2) e un qualunque elemento di tale sottospazio non appartiene a U. Infatti un generico elemento di Z si scrive come

        \[A=\left(\begin{array}{ll} 0 & y \\ z & 0 \end{array}\right),\qquad y,z\in\mathbb{R}\]

    e appartiene a U se e solo se A=AB, ovvero se e solo se

        \[ \left(\begin{array}{ll} 0 & y \\ z & 0 \end{array}\right)=\left(\begin{array}{ll} 0 & y \\ z & 0 \end{array}\right)\left(\begin{array}{cc} 1 & 1 \\ 0 & -1 \end{array}\right)=\left(\begin{array}{cc} 0 & -y \\ z & z \end{array}\right)\Leftrightarrow y=z=0. \]

    Siccome U\cap Z=\{\boldsymbol{0}\} e \dim Z=2 in quanto le matrici che lo generano sono linearmente indipendenti, per la formula delle dimensioni ((2.4)) si ha \dim (U+Z)=4, quindi U\oplus Z=\mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}) e quindi Z è un complemento diretto di U.

  • Per l’esercizio 8, la dimensione di W è 3, la codimensione 1 e una base di W è

        \[\left\{\left(\begin{array}{ll} 0 & 1 \\ 1 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 1 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 0 & 1 \end{array}\right)\right\}.\]

    L’equazione cartesiana è y-z=0 in quanto

        \[ A=\left(\begin{array}{ll} x & y \\ z & w \end{array}\right)\in W \Longleftrightarrow y-z=0,\]

    mentre quelle parametriche sono

        \[x=s,\quad y=t,\quad z=t,\quad w=u,\quad s,t,u\in\mathbb{R}.\]

    infine, per l’esercizio 8, un complemento diretto di W è \operatorname{Asym}_2(\mathbb{R}).

  • Una generica matrice A\in W si scrive come

        \[A=\left(\begin{array}{ll} x & y \\ y & w \end{array}\right)\]

    con x,y,w\in\mathbb{R}, e, imponendo che verifichi le equazioni cartesiane di U, si trova x=2y e y=2w. Segue che A\in U\cap W se e solo se è della forma

        \[A=\left(\begin{array}{cc} 4w & 2w \\ 2w & w \end{array}\right)=w\cdot \left(\begin{array}{cc} 4  & 2 \\ 2 & 1 \end{array}\right)\]

    con w\in\mathbb{R}, e

    (26)   \begin{equation*} W \cap U=\mathscr{L}\left(\left(\begin{array}{ll} 4 & 2 \\ 2 & 1 \end{array}\right)\right), \end{equation*}

    da cui \dim(U\cap W)=1 mentre la codimensione è 3.

    Da (26) si ottengono facilmente le equazioni parametriche. Infatti

        \[ A=\left(\begin{array}{ll} x & y \\ z & w \end{array}\right)\in U\cap W \Longleftrightarrow x=4t,\quad y=2t,\quad z=2t,\quad w=t, \quad t\in\mathbb{R}.\]

    Le equazioni cartesiane di U\cap W si ottengono unendo quelle di U e di W. Poichè le equazioni cartesiane di U e W sono indipendenti tra loro, il sistema formato dalle equazioni cartesiane di U e W non è ridondante, quindi le equazioni cartesiane di U\cap W saranno

        \[x-2y=0,\quad z-2w=0,\quad z-y=0.\]

    Un complemento diretto di U\cap W è ad esempio

        \[T=\mathscr{L} \left(\left(\begin{array}{ll} 1 & 0 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 1 \\ 0 & 0 \end{array}\right),\left(\begin{array}{ll} 0 & 0 \\ 1 & 0 \end{array}\right)\right).\]

    Infatti, il generatore di W \cap U non appartiene a T (l’ultima componente non è nulla) e quindi (W \cap U) \cap T = \{\boldsymbol{0}\} e, per la formula della dimensione ((2.4)), \dim((U\cap W)+T)=1+3=4, quindi (U\cap W) + T= \mathscr{M}_{2,2}(\mathbb{R}).

  • Essendo l’intersezione W\cap U non banale, la loro somma non è diretta. Inoltre

        \[\operatorname{dim} (U+W)=\operatorname{dim} U+\operatorname{dim} W-\operatorname{dim} (U \cap W)=2+3-1=4,\]

    da cui

        \[U+W=\mathscr M_{2,2}(\mathbb{R}).\]


 
 

Esercizio 24  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Sono dati i sottospazi di \mathbb{R}^4

    \[U=\left\{\left(x_1, x_2, x_3, x_4\right) \in \mathbb{R}^4 \colon x_1-2 x_2+x_4=0\right\}\]

\mathrm{e}

    \[V=\left\{\left(x_1, x_2, x_3, x_4\right) \in \mathbb{R}^4 \colon x_1-2 x_2+x_4=x_1+x_2+x_3=0\right\} .\]

Completare una base di U \cap V ad una base di U+V.

Svolgimento.

Per come sono definiti, V\subseteq U, quindi V\cap U=V e V+U=U. Dunque, basta completare una base di Vad una di U.

Dalle equazioni cartesiane di V, ovvero

    \[x_1- 2x_2+x_4 = x_1 + x_2 + x_3 = 0,\]

ricavando x_3,x_4 in funzione di x_1 e x_2 si ottiene x_4=-x_1+2x_2, x_3=-x_1-x_2. Quindi ogni vettore di V si scrive come

    \[(a,b,-a-b,-a+2b) = a(1,0,-1,-1) + b(0,1,-1,2) \qquad a,b \in \mathbb{R}\]

e, poiché i due vettori sono indipendenti, costituiscono una base di V.

Per il teorema 2.5 \dim U=3 in quanto per ipotesi ha una sola equazione cartesiana. Poichè V \subseteq U, per completare la base esibita di V a una base di U basta trovare un vettore di U che non appartiene a V, ossia che soddisfi la prima equazione cartesiana di V ma non la seconda. Ad esempio

    \[(2,1,0,0)\]

è una scelta adeguata.


 
 

Esercizio 25  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Sono dati i sottospazi di \mathbb{R}^4

    \[U=\left\{\left(x_1, x_2, x_3, x_4\right) \in \mathbb{R}^4 \colon x_1-x_2+x_4=x_2+x_3=0\right\}\]

e

    \[V=\left\{\left(x_1, x_2, x_3, x_4\right) \in \mathbb{R}^4 \colon x_1+x_3+x_4=x_1+x_2+x_3=0\right\} .\]

 

  1. Calcolare la dimensione di U, V, U+V ed U \cap V.
  2. Completare una base di U, V, U+V ed U \cap V ad una base di \mathbb{R}^4.

Svolgimento punto 1.

Dato che le equazioni che definiscono U e V non sono una multipla dell’altra, si ha

    \[\dim U=\dim V=2.\]

Osserviamo che

    \[x_1+x_3+x_4=x_1-x_2+x_4+x_2+x_3,\]

ovvero la prima equazione cartesiana di V si ottiene come somma delle due equazioni cartesiane di U, quindi può essere trascurata nel calcolo dell’intersezione dei sottospazi. Segue che

    \[U \cap V=\left\{x \in \mathbb{R}^4 \colon x_1-x_2+x_4=x_2+x_3=x_1+x_2+x_3=0\right\}.\]

La matrice relativa al sistema delle equazioni cartesiane di U \cap V

    \[\left(\begin{array}{cccc} 1 & -1 & 0 & 1 \\ 0 & 1 & 1 & 0 \\ 1 & 1 & 1 & 0 \end{array}\right)\]

ha rango 3 in quanto il minore

    \[\left(\begin{array}{ccc} 1 & -1 & 0 \\ 0 & 1 & 1 \\ 1 & 1 & 1 \end{array}\right)\]

ha determinante -1, quindi \dim(U\cap V)=1 in quanto le tre equazioni che definiscono U \cap V sono indipendenti, e perciò per la formula delle dimensioni ((2.4)) si ha

    \[\dim(U+V)=\dim U +\dim V-\dim (U\cap V)=2+2-1=3. \]

Svolgimento punto 2.

Una base di U\cap V è ad esempio

    \[\{(0,1,-1,1)\},\]

in quanto, dalle equazioni cartesiane di U\cap V, basta esplicitare x_1,x_3,x_4 in funzione di x_2, ottenendo

    \[x_3=-x_2,\qquad x_1=-x_2-x_3=0,\qquad x_4=x_2.\]

Quindi poichè \dim (U\cap V)=1 e ogni vettore in U\cap V si scrive come (0,a,-a,a) con a\in\mathbb{R}, scegliendo a=1 otteniamo la base indicata sopra. Inoltre, per completarla a una base di \mathbb{R}^4 basta aggiungere

    \[(1,0,0,0),(0,1,0,0) \text { e }(0,0,1,0),\]

in quanto sono vettori linearmente indipendenti e una qualunque combinazione lineare di essi ha sempre x_4=0 e quindi non può essere pari al generatore di U \cap V. Questo prova che, detto

    \[ T=\mathscr{L}((1,0,0,0),(0,1,0,0),(0,0,1,0)),\]

T\cap (U \cap V)=\{\boldsymbol{0}\} e, poiché \dim T=3, per la formula delle dimensioni ((2.4)) vale T\oplus(U\cap V)=\mathbb{R}^4 e quindi T è un complemento diretto di U \cap V.

Una base di U è ad esempio

    \[\{(-1,0,0,1),(1,1,-1,0)\}.\]

Infatti, usando le equazioni cartesiane di U ed esplicitando x_3,x_1 in funzione di x_4,x_2, si ottiene x_3=-x_2 e x_1=x_2-x_4, si ottiene che ogni vettore di U è della forma (a,-a-b,b,-a-b) con a,b\in\mathbb{R}, scegliendo (a,b)=(1,0) e (a,b)=(0,1) otteniamo i vettori indicati sopra. Per completare questa base a una base di \mathbb{R}^4 basta aggiungere

    \[(1,0,0,0) \text { e }(1,-1,0,0)\]

in quanto sono linearmente indipendenti e l’unica combinazione lineare di essi, della forma

    \[(a+b,-b,0,0),\qquad a,b\in\mathbb{R},\]

che soddisfa le equazioni cartesiane di U è tale che a=b=0. Questo prova che, detto

    \[ Z=\mathscr{L}((1,0,0,0),(1,-1,0,0) ),\]

Z\cap U=\{\boldsymbol{0}\} e inoltre, siccome \dim Z=2, per la formula delle dimensioni ((2.4)) abbiamo che \dim (Z+U)=4, quindi Z\oplus U=\mathbb{R}^4, ovvero Z è un complemento diretto di U.

Una base di V è ad esempio

    \[\{(0,-1,1,-1),(1,-1,0,-1)\}.\]

Infatti, dalle equazioni cartesiane di V, esplicitando x_2 e x_4 in funzione di x_1 e x_3 si ottiene x_2=x_4=-x_1-x_3 e perciò ogni elemento di V si scrive come

    \[(a,-a-b,b,-a-b) = a(1,-1,0,-1) + b(0,-1,1,-1) \qquad a,b \in \mathbb{R}.\]

Poiché i due generatori esibiti sono indipendenti, essi costituiscono una base di V. Per completarla a una base di \mathbb{R}^4 basta aggiungere

    \[(1,0,0,0) \text { e }(1,1,0,0)\]

in quanto sono linearmente indipendenti e nessuna combinazione lineare non nulla di essi, della forma (a+b,b,0,0) con a,b\in\mathbb{R}, soddisfa le equazioni cartesiane di V. Detto

    \[ S=\mathscr{L}((1,0,0,0),(1,1,0,0) ),\]

abbiamo quindi che V \cap S=\{\boldsymbol{0}\} e, poiché hanno entrambi dimensione 2, per la formula delle dimensioni ((2.4)) si ha \dim(V+S)=4, cioè V+S=\mathbb{R}^4, quindi S è un complemento diretto di V.

Una base di V+U è ad esempio

    \[\{(0,-1,1,-1),(1,-1,0,-1),(1,1,-1,0)\}=\{v_1,v_2,v_3\}\]

in quanto tutti e tre i vettori sono linearmente indipendenti. Infatti una combinazione lineare av_1+bv_2+c v_3 di essi è nulla solo se soddisfa

    \[b+c=0,\quad a-c=0,\quad-a-b+c=0\]

e, sommando le tre equazioni si ottiene c=0, da cui si deduce, sostituendo nelle altre, che a=b=0. Per completarla a una base di \mathbb{R}^4 basta aggiungere (1,0,0,0). Mostriamo che questo vettore non si ottiene come combinazione lineare di elementi della base. Infatti, se esistono x,y,z\in\mathbb{R} tali che

    \[(1,0,0,0)=x(0,-1,1,-1)+y(1,-1,0,-1)+z(1,1,-1,0) \]

o equivalentemente

    \[\left\{\begin{array}{l} 1=y+z \\ 0=-x-y+z \\ 0=x-z \\ 0=-x-y  \end{array}\right.\]

allora sostituendo la quarta equazione nella seconda uguaglianza si ottiene z=0. Sostituendo z=0 nella terza equazione si ha x=0 e, sostituendo a sua volta nella quarta, si ha y=0. La prima equazione è quindi incompatibile con le altre. Quindi (1,0,0,0) è indipendente dagli altri 3 vettori, e quindi il sistema dei 4 costituisce una base di \mathbb{R}^4.


 
 

Esercizio 26  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) Sia V uno spazio vettoriale reale di dimensione 4 e sia

    \[\mathscr{B}=\left\{l_1, l_2, l_3, l_4\right\}\]

una sua base. Siano

    \[Y=\mathscr{L}\left(l_1-2 l_2 , l_1+l_3 , 3 l_1-4 l_2+l_3\right)\]

e

    \[Z=\mathscr{L}\left(l_2-3 l_3 , l_1-2 l_2+7 l_3\right) .\]

 

  1. Si determinino basi e dimensioni di Y, Z, Y \cap Z ed Y+Z.
  2. Stabilire se la somma di Y e Z è diretta.

Svolgimento punto 1.

Osserviamo che

    \[3 l_1-4 l_2+l_3=2\left(l_1-2 l_2\right)+l_1+l_3\]

e l_1-2l_2 non è multiplo di l_1+l_3. Segue che la dimensione di Y è 2 e una base è

    \[\left\{l_1-2 l_2, l_1+l_3\right\} .\]

Dato che l_2-3l_3 non è multiplo di l_1-2 l_2+7 l_3 si ha \dim Z=2 e una base è

    \[\left\{l_2-3 l_3, l_1-2 l_2+7 l_3\right\} .\]

Osserviamo che la matrice le cui colonne sono costituite dalle coordinate dei generatori di Y,Z nella base \mathscr{B}

    \[\left(\begin{array}{cccc} 1 & 1 & 0 & 1 \\ -2 & 0 & 1 & -2 \\ 0 & 1 & -3 & 7 \\ 0 & 0 & 0 & 0 \end{array}\right)\]

non è invertibile avendo il determinante nullo e il rango è 3 in quanto le prime tre colonne sono linearmente indipendenti:

    \[a\left(\begin{array}{c} 1\\ -2  \\ 0\\ 0  \end{array}\right)+b\left(\begin{array}{c} 1\\ 0  \\ 1\\ 0  \end{array}\right)+c\left(\begin{array}{c} 0\\ 1  \\ -3\\ 0  \end{array}\right)=0 \Leftrightarrow \left\{\begin{array}{c} a+b=0\\ -2a+c=0  \\ b-3c=0 \end{array} \right. . \]

Ricavando b dalla prima equazione e c dalla seconda e sostituendo nella terza si ha -7a=0, ossia a=0, da cui b=c=0. Quindi \dim (Y+Z)=3 e una base è data da

    \[\left\{l_1-2 l_2, l_1+l_3, l_2-3 l_3\right\}.\]

Per la formula delle dimensioni ((2.4))

    \[ \operatorname{dim} (Y\cap Z)=\operatorname{dim} Y+\operatorname{dim} Z-\operatorname{dim} (Y + Z)=2+2-3=1.\]

Inoltre, una base di Y\cap Z è

    \[ \{l_1+l_3\}\]

in quanto questo elemento appartiene alla base di Y e inoltre appartiene anche a Z essendo combinazione lineare dei generatori di Z: si ha infatti l_1+l_3=2(l_2-3l_3)+(l_1-2l_2+7l_3).

Svolgimento punto 2.

Poichè \dim(Y\cap Z)=1, la somma di Y e Z non è diretta.

 
 

Esercizio 27  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) Sia V uno spazio vettoriale reale di dimensione 5 e siano E ed F suoi sottospazi di dimensione 3 e 4 rispettivamente. Fornire una stima per le dimensioni di E+F ed E \cap F.

Svolgimento.

Osserviamo che E, F \subseteq E+F \subseteq V, quindi

    \[\max \{\operatorname{dim} E, \operatorname{dim} F\} \leq \operatorname{dim}(E+F) \leq \operatorname{dim} V\]

e perciò

(27)   \begin{equation*} 4\leq \operatorname{dim} (E+F) \leq 5.\end{equation*}

Osserviamo che entrambi i valori possono essere effettivamente raggiunti. Infatti, se E\subset F allora E+F=F, quindi \dim (E+F)=\dim F=4. Se invece E\not\subset F allora necessariamente \dim (E+F)=5 essendo

    \[\dim F=4<\dim (E+F)\leq \dim V=5,\]

dove, per la prima disuguaglianza, abbiamo usato il fatto che se E non è un sottoinsieme di F, allora E+F ha dimensione strettamente maggiore di F.

Passiamo ora ad una stima per \dim(E\cap F). Dalla formula della dimensione ((2.4))

    \[\operatorname{dim} (E \cap F)=\operatorname{dim} E+\operatorname{dim} F-\operatorname{dim} (E+F)\]

segue che

(28)   \begin{equation*} \operatorname{dim} (E \cap F)=7-\operatorname{dim} (E+F), \end{equation*}

quindi per (27) si ha

    \[2 \leq \dim (E \cap F) \leq 3.\]

Ancora una volta, entrambi i valori possono essere assunti. Infatti, poiché si è mostrato che i valori 4 e 5 possono essere assunti per \dim(E+F), ovviamente in tali casi, per (28), \dim(E \cap F) assume valori rispettivamente 3 e 2.


 
 

Esercizio 28  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) Siano dati in \mathbb{R}^3 i sottospazi vettoriali E_h, generato dai vettori v_1=(2,1,0), v_2= (0,2, h) e v_3=(2,3, h), dove h è un parametro reale, e

    \[F=\left\{(x, y, z) \in \mathbb{R}^3 \colon x-y=y+z=0\right\} .\]

Stabilire per quali valori di h si ha che E_h \oplus F=\mathbb{R}^3.

Svolgimento.

Poiché \dim F=1 in quanto le due equazioni che lo definiscono non sono una multipla dell’altra, si ha che E_h \oplus F = \mathbb{R}^3, se e solo se \dim E_h=2 e E_h \cap F= \{\mathbf{0}\}.

Osserviamo che per ogni h\in\mathbb{R} v_3=v_2+v_1 quindi E_h=\mathscr{L}\left(v_1, v_2\right) e dato che v_1 e v_2 non sono multipli, si ha che \dim E_h=2 per ogni h\in\mathbb{R}.

Inoltre, un generatore di F è il vettore w=(1,1,-1), quindi E_h \cap F=\{\boldsymbol{0}\} se e solo se la matrice M le cui colonne sono v_1,v_2 e w è invertibile. Si ha (stiamo sviluppando secondo Laplace rispetto alla prima riga)

    \begin{equation*}\begin{aligned}  \det M&=\det\left(\begin{array}{rrr}  2 & 0 & 1 \\  1 & 2 & 1 \\  0 & h & -1  \end{array}\right)=\\\\ &=2\cdot \det \left(\begin{array}{rr}  2  & 1 \\  h & -1  \end{array}\right)+\det \left(\begin{array}{rr}  1  & 2 \\  0 & h  \end{array}\right)=\\\\ &=2\cdot (-2-h)+h=-4-h.  \end{aligned}\end{equation*}

Poiché M è invertibile se e solo se \det M \neq 0 e ciò vale se e solo se h\neq -4, la somma è diretta se e solo se h \neq -4.


 
 

Esercizio 29  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) Siano dati in \mathbb{R}^4 il sottospazio E generato da u_1=(1,1,2,0) ed u_2=(0,1,0,1), ed il sottospazio F_k definito dalle soluzioni del sistema

    \[\left\{\begin{array}{l}x-z=0 \\ \\ y+z+k w=0\end{array}\right.,\]

con k parametro reale. Per quali valori di k la somma E+F_k è diretta?

Svolgimento.

Le equazioni parametriche per E sono

    \[x=t,\  y=t+s,\  z=2 t,\  w=s\quad\quad\forall t,s\in\mathbb{R}\]

e quindi quelle cartesiane sono

    \[2 x-z=0\  \text { e }\  x-y+w=0.\]

Inoltre, \dim E=2 in quanto i due generatori u_1,u_2 sono linearmente indipendenti (la prima componente di u_2 è nulla mentre in u_1 è diversa da zero). Inoltre, \dim F_k=2 per ogni valore di k per il teorema teorema 2.5. in quanto le equazioni cartesiane di F_k sono sempre linearmente indipendenti per ogni valore di k.

Osserviamo ora che, essendo \dim E=\dim F_k=2 per ogni valore di k, la somma è diretta se e solo se \dim( F_k\cap E)=0 e questo è vero se e solo se la matrice dei coefficienti del sistema formato dalle equazioni cartesiane di F_k e di E (cioè il sistema di equazioni cartesiane di E \cap F_k)

    \[M=\left(\begin{array}{cccc} 1 & 0 & -1 & 0 \\ 0 & 1 & 1 & k \\ 2 & 0 & -1 & 0 \\ 1 & -1 & 0 & 1 \end{array}\right)\]

è invertibile.

È facile vedere che una eventuale combinazione lineare delle colonne che dia il vettore nullo deve avere il coefficiente della prima e della terza uguali (per la prima riga). Per la terza riga questi devono essere quindi entrambi nulli. La seconda e la quarta colonna sono dipendenti se e solo se k=-1. Infatti i coefficienti della seconda e della quarta colonna possono essere non nulli se e solo se k=-1. Segue che esistono combinazioni lineari non banali delle colonne che danno il vettore nullo se e solo se k=-1, dunque M è invertibile se e solo se k \neq -1.

Segue che se k\neq -1 allora la somma è diretta mentre se k=-1 non lo è.


 
 

Esercizio 30  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) Si considerino i sottospazi di \mathbb{R}^4

    \[\begin{array}{c} 	V_1=\mathscr{L}((2,1,0,1),(1,2,3,2),(1,0,-1,0)) \\ \\ 	V_2=\left\{(x, y, z, t) \in \mathbb{R}^4 \colon 2 x+2 y+z+2 t=2 x-z=y+z+t=0\right\} . 	\end{array}\]

Determinare le dimensioni di V_1 e V_2 e stabilire se \mathbb{R}^4=V_1 \oplus V_2.

Svolgimento.

La dimensione di V_1 è data dal rango della matrice

    \[M:=\left(\begin{array}{ccc} 2 & 1 & 1 \\ 1 & 2 & 0 \\ 0 & 3 & -1 \\ 1 & 2 & 0 \end{array}\right)\]

le cui colonne sono costituite dai generatori di V_1. Osserviamo subito che il rango di M è 2 in quanto il doppio della prima riga è pari alla seconda più 3 volte la terza.

Ora osserviamo che

    \[(2 x-z)+2(y+z+t)=2 x+2 y+z+2 t\]

quindi

    \[V_2=\left\{(x, y, z, t) \in \mathbb{R}^4 \colon 2 x-z=y+z+t=0\right\}\]

e siccome le due equazioni non sono una multipla dell’altra segue che \dim V_2=2.

Osserviamo ora che siccome V_1 e V_2 hanno entrambi dimensione 2, si ha che

    \[\mathbb{R}^4=V_1 \oplus V_2 \Leftrightarrow \operatorname{dim} V_1 \cap V_2=0 .\]

Siccome i primi due vettori generatori di V_1 sono indipendenti e quindi formano una sua base, le equazioni parametriche di V_1 sono

    \[x=2 w+s, \quad y=w+2 s,\quad z=3 s,\quad t=w+2s,\quad\quad w,s\in\mathbb{R},\]

da cui le equazioni cartesiane

    \[x-y-t+z=0 \text { e } y-t=0.\]

Notiamo che la dimensione di V_1\cap V_2 è zero se e solo se la matrice dei coefficienti del sistema formato dalle equazioni cartesiane di V_1 e V_2

    \[A\coloneqq\left(\begin{array}{cccc} 1 & -1 & 1 & -1 \\ 0 & 1 & 0 & -1 \\ 0 & 1 & 1 & 1 \\ 2 & 0 & -1 & 0 \end{array}\right)\]

è invertibile.

Usando l’algoritmo di Gauss si ottiene

    \begin{align*} $A$&\stackrel{\begin{array}{l} 	R_4=R_4-2R_1 	\end{array}}{\longrightarrow}\left(\begin{array}{cccc} 1 & -1 & 1 & -1 \\ 0 & 1 & 0 & -1 \\ 0 & 1 & 1 & 1 \\ 0 & 2 & -3 & 2 \end{array}\right)\\&\stackrel{\begin{array}{ll} 	R_3=R_3-R_2\\ R_4=R_4-2R_2 	\end{array}}{\longrightarrow}\left(\begin{array}{cccc} 1 & -1 & -1 & -1 \\ 0 & 1 & 0 & -1 \\ 0 & 0 & 1 & 2 \\ 0 & 0 & -3 & 4 \end{array}\right)\\&\stackrel{\begin{array}{l} R_4=R_4+3R_1 	\end{array}}{\longrightarrow}\left(\begin{array}{cccc} 1 & -1 & -1 & -1 \\ 0 & 1 & 0 & -1 \\ 0 & 0 & 1 & 2 \\ 0 & 0 & 0 & 10 \end{array}\right). \end{align*}

Segue che il rango di A è 4 e quindi la somma è diretta.


 
 

Riferimenti bibliografici

[1]. Serge Lang, Algebra lineare, Torino, Bollati Boringhieri, 1992.

[2]. Edoardo Sernesi, Geometria 1, Bollati Boringhieri, 1994.

 
 

Ulteriori esercizi di geometria

In questa sezione vengono raccolti molti altri esercizi che coprono tutti gli argomenti di geometria proposti all’interno del sito con lo scopo di offrire al lettore la possibilità di approfondire e rinforzare le proprie competenze inerenti a tali argomenti.

Strutture algebriche.











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