L’esercizio 9 sul lavoro e l’energia fa parte della raccolta inclusa nella cartella Dinamica del punto materiale: Lavoro ed energia in Meccanica classica. Questo esercizio segue Esercizio lavoro ed energia 8 ed è il precedente di Esercizio lavoro ed energia 10. Questo esercizio è progettato per studenti che frequentano un corso di Fisica 1, indirizzato a chi studia ingegneria, fisica o matematica.
Testo esercizio lavoro ed energia 9
Esercizio 9 . Una molla ideale (priva di massa) di costante elastica
e lunghezza a riposo
è posta verticalmente lungo un piano orizzontale. Ad un’altezza
dalla molla si trova un blocco di massa
tenuto in sospensione verticale mediante un apposito filo. Ad un certo punto il filo viene tagliato ed il blocco cade verso la molla la quale è dotata di un particolare supporto per cui il blocco resta incollata ad essa. Una volta che il corpo
rimane attaccato alla molla, si determini:
a) l’altezza massima e l’altezza minima
del corpo rispetto al suolo sfruttando la conservazione dell’energia e da esse dedurre la legge oraria del blocco;
b) applicando le leggi della dinamica la legge oraria del blocco e successivamente calcolare ed
.
Si ipotizzi che nell’urto tra e la molla si conservi l’energia.
Svolgimento punto a.
(1)
dove e
rappresentano l’energia cinetica del sistema tra l’istante iniziale (fig.1a) e quello finale (fig.1b). Analogamente per l’energia potenziale
ed
rappresentano l’energia potenziale del sistema tra l’istante iniziale (fig.1a) e quello finale (fig.1b).
In virtù del sistema di riferimento utilizzato si ha che l’eq.(1) diventa
(2)
dove rappresenta la velocità del blocco di massa
incollato alla molla alla generica altezza
rispetto al piano orizzontale.
L’altezza massima
e l’altezza minima
raggiunte dal corpo durante la sua oscillazione incollato alla molla sono quelle particolari quote
tali che la velocità
nell’eq.(2).
Quindi sostituiamo nell’eq.(2) e otteniamo
(3)
Ponendo , l’eq.(3) diventa
(4)
le cui soluzioni sono
(5)
(6)
Dalla eq.(6) si vede che l’altezza minima è quella a cui corrisponde il segno
, viceversa l’altezza massima
è la soluzione in cui prendiamo il segno
, ossia
Il blocco di massa una volta raggiunta la molla si muoverà di moto armonico, oscillando intorno alla posizione di equilibrio.
Quindi conoscendo
ed
possiamo determinare la legge oraria del moto calcolando la posizione di equilibrio. Consideriamo una situazione generica per cui il blocco di massa
si trova sulla molla comprimendola di un tratto
, come in figura 2.
Quando il sistema è all’equilibrio, l’altezza del blocco
rispetto al piano orizzontale sarà tale che
(7)
dove rappresenta l’altezza del blocco
rispetto al piano orizzontale quando esso è in equilibrio.
Osservando l’espressione di ed
riconosciamo che la quantità
è proprio
(eq.(7)) per cui deduciamo che l’ampiezza
dell’oscillazione sarà
(8)
e quindi la legge oraria del corpo sarà
(9)
dove come noto dall’oscillatore armonico e
da determinare imponendo le condizioni iniziali.
Derivando l’equazione (9) si ottiene
(10)
Per concludere bisogna conoscere la fase che possiamo determinare calcolando la velocità del blocco iniziale, ossia
(11)
dove rappresenta la velocità del blocco appena
raggiunge la molla.
Per calcolare
possiamo applicare la conservazione dell’energia tra l’istante in cui il blocco
viene lasciato cadere e l’istante in cui tocca la molla (vedi figura 3), preservando le stesse scelte del sistema di riferimento e dello zero dell’energia potenziale fatte in precedenza in figura 1.
(12)
Inserendo l’espressione di (ottenuta nell’eq.(12)) nell’eq.(11) e sostituendo
nell’eq.(10), segue che
(13)
Quindi la legge oraria descritto dal blocco incollato alla molla di costante
è
Svolgimento punto b.
(14)
Riscrivamo l’eq.(14) in maniera tale da ricondurci all’equazione di un oscillatore armonico semplice di cui conosciamo la soluzione, perché nota in letteratura. Mettiamo in evidenza
nell’eq.(14) e otteniamo
(15)
Posto e
l’eq.(15) diventa
(16)
da cui
(17)
(18)
La legge oraria ottenuta nell’eq.(18) presenta due valori da determinare, e
, che possiamo calcolare imponendo condizioni iniziali, cioè
(19)
Elevando al quadrato entrambe le equazioni nel sistema (19) e sommando membro a membro si ha che
(20)
da cui
(21)
che coincide con il risultato ottenuto precedentemente (eq.(8)), cioè . Sostituendo il valore di
appena trovato ad esempio nella seconda equazione del sistema (19) si ha che
(22)
o anche
(23)
che coincide con il risultato ottenuto precedentemente trovato nell’eq.(13). Ponendo si trova
e ponendo
si trova
, come ottenuto in precedenza.