Esercizio 56 . Due cilindri, aventi rispettivamente raggi
e
e momenti d’inerzia
e
, sono sostenuti da assi fissi perpendicolari al piano come mostrato in figura. Il cilindro grande ruota inizialmente con velocità angolare
, mentre quello piccolo si sposta verso destra finchè, giunto a contatto con quello grande, viene posto in rotazione per attrito. Cessata la fase di slittamento i cilindri ruotano con velocità costante in verso opposto.
Esprimere la velocità angolare finale in funzione di
e
.
Richiami teorici.
Ricordiamo la prima e la seconda legge cardinale per i corpi rigidi:
(1)
dove è la somma di tutte le forze esterne,
è la quantità di moto totale del sistema,
è la somma di tutti i momenti esterni al sistema,
è la velocità del polo scelto per il calcolo del momento angolare totale del sistema,
è la velocità del centro di massa ed infine
è il momento angolare totale del sistema rispetto al polo
.
Se per il calcolo dei momenti esterni scegliamo un polo fisso o il centro di massa otteniamo
quindi (1) diventa
(2)
Se il corpo rigido ha massa indipendente dal tempo e possiede una certa simmetria rispetto all’asse di rotazione, allora (2) può essere riscritta come segue
(3)
dove è il momento d’inerzia rispetto al polo scelto per il calcolo dei momenti esterni e
è l’accelerazione angolare.
Svolgimento. Chiamiamo il cilindro con momento d’inerzia
e
il cilindro con il momento d’inerzia
rispetto ai propri centri di massa. I momenti d’inerzia sono considerati ovviamente rispetto all’asse passante per il proprio centro di massa. Inizialmente
ruota con velocità angolare
e
è in quiete,
viene successivamente spostato e messo a contatto con
interagendo con
tramite una forza di attrito
.
Inizialmente, dopo il contatto, i due cilindri rotolano e strisciano, fino a che ad un certo istante il moto diviene di puro rotolamento e le velocità periferiche sono uguali rispetto ad un sistema di riferimento fisso. I due cilindri, e
, sono vincolati a rimanere a contatto, quindi non si ha la conservazione del momento angolare. Sul punto di contatto dei due dischi è presente una forza di attrito
. Per il principio di azione e reazionei[1], le forze di attrito generate sono applicate entrambe sul punto di contatto dei cilindri e sono tangenti ad ambo le circonferenze; in particolare, su
è applicata ad una distanza
dal suo centro di massa che tramite un momento frenante produce un rallentamento, mentre su
è applicata ad una distanza
dal centro del disco e tramite un momento produce un aumento della sua velocità angolare. Per il calcolo dei momenti, per entrambi scegliamo come polo il loro centro di massa ed osserviamo che è un polo fisso. Applichiamo (3) ottenendo
(4)
dove è l’accelerazione angolare di
nonché la derivata rispetto al tempo della velocità angolare
, mentre
è l’accelerazione angolare di
, similarmente a prima è la derivata rispetto al tempo della velocità angolare
. Il segno meno nella (4)
sta ad indicare che
rallenta perchè sottoposta alla decelazione
. Si vuole far notare che
è una forza di cui non sappiamo la natura, quindi nel caso più generale possibile è una funzione del tempo.
Facendo il rapporto tra (4) e (4)
otteniamo
(5)
e quest’ultima puo’ essere riscritta come
Integriamo ora tra l’istante e
che è l’istante in cui il moto diventa di puro rotolamento:
(6)
Dal momento che il moto diventa di puro rotolamento, vale la seguente relazione
quindi sostituendo in (6) abbiamo
da cui concludiamo che
1. l principio di azione e reazione afferma che ad ogni reazione corrisponde una reazione uguale ed opposta, agente sulla stessa retta di applicazione. ↩
Fonte: David Halliday, Robert Resnick, Jearl Walker – Fondamenti di fisica, Meccanica, Seconda edizione, Zanichelli.