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Esercizi sugli spazi vettoriali 8 — Sottospazi vettoriali

Spazi vettoriali

Home » Esercizi sugli spazi vettoriali 8 — Sottospazi vettoriali

In questo articolo proponiamo 14 esercizi svolti su sottospazi vettoriali. Prosieguo della raccolta Esercizi sugli spazi vettoriali – somma e intersezione, ha lo scopo di fornire ulteriore materiale per l’approfondimento di questa importante tematica dell’algebra lineare.

Gli esercizi sono accuratamente selezionati e completamente svolti: auguriamo a tutti una piacevole lettura.

sottospazi vettoriali

 

Sommario

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In questa dispensa vengono proposti esercizi risolti riguardo la struttura di sottospazio di uno spazio vettoriale V dato e sui concetti di dipendenza e indipendenza lineare.

 

Autori e revisori

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Notazioni su sottospazi vettoriali

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\mathbb{R}

\mathbb{C}

\mathbb{N}

\mathbb{K}

V

\dim V

\mathbf{0}_V\in V

\mathbf{0}

\operatorname{Id}

\mathcal{L}(v_1,..,v_n)\subseteq V

\mathbb{R}_{k}[x]

\mathcal{M}_{m\times n}(\mathbb{R})

\mathcal{M}_n(\mathbb{R})

campo dei numeri reali;

campo dei numeri complessi;

insieme numeri naturali (incluso lo zero);

generico campo;

generico spazio vettoriale;

dimensione dello spazio vettoriale V;

vettore nullo in V;

vettore nullo dello spazio vettoriale in esame;

matrice identità di dimensione deducibile dal contesto;

sottospazio vettoriale di V generato dai vettori v_1,...,v_n\in V.

spazio vettoriale dei polinomi a coefficienti reali nella variabile x aventi grado al più k;

spazio vettoriale della matrici quadrate m\times n a coefficienti reali;

spazio vettoriale della matrici quadrate n\times n a coefficienti reali.


 

Premessa teorica su sottospazi vettoriali

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In questa sezione richiamiamo brevemente i concetti teorici necessari per lo svolgimento degli esercizi proposti dalla dispensa: combinazione lineare, dipendenza ed indipendenza lineare, sottospazio vettoriale, base e dimensione.

Definizione 1.1. Sia V uno spazio vettoriale a coefficienti nel campo \mathbb{K} e sia n\in\mathbb{N} un numero naturale.  

  1. Un sottoinsieme S\subseteq V è detto sottospazio vettoriale di V se esso è uno spazio vettoriale a sua volta, ovvero se per ogni coppia di scalari \alpha, \beta\in\mathbb{K} e per ogni coppia di vettori v, w\in V si ha

    \[\alpha v+\beta w\in S.\]

    Osserviamo in particolare, scegliendo \alpha=\beta=0, che S deve contenere il vettore nullo di V.

  2. Dati n scalari \alpha_1,\cdots,\alpha_n\in\mathbb{K} ed n vettori v_1,\cdots,v_n\in V, il vettore u\in V dato da

    \[u=\alpha_1 v_1+\cdots\alpha_n v_n\]

    è detto combinazione lineare degli n vettori assegnati con coefficienti \alpha_1,\cdots,\alpha_n\in\mathbb{K}.

  3. Un sottoinsieme S\subseteq V è detto linearmente dipendente se esistono n vettori

    v_1,\cdots,v_n\in S ed n scalari \alpha_1,\cdots,\alpha_n\in\mathbb{K} non tutti nulli tali che

    \[\alpha_1 v_1+\cdots\alpha_n v_n=\bf 0.\]

    Altrimenti è detto linearmente indipendente.

  4. Dato un sottoinsieme S\subseteq V, chiamiamo

    \[\mathcal{L}(S)\subseteq V\]

    l’insieme di tutte le combinazioni lineari di un numero finito di elementi di S. Esso è un sottospazio vettoriale di V detto sottospazio generato da S. Se S è un insieme finito di n vettori S=\{v_1,\cdots,v_n\}, scriviamo

    \[\mathcal{L}(v_1,\cdots,v_n)\subseteq V.\]

    S è detto insieme dei generatori del sottospazio in questione.

  5. Chiamiamo base di uno spazio vettoriale V un insieme \mathcal{B}\subset V di generatori linearmente indipendenti di V. Se la base ha cardinalità finita m\in\mathbb{N} chiamiamo dimensione dello spazio V la cardinalità di \mathcal{B}, ovvero

    \[\operatorname{dim}V=m.\]

Ricordiamo, ad esempio, che l’insieme dei polinomi a coefficienti reali di grado minore o uguale a k è uno spazio vettoriale. Più esplicitamente tale spazio può essere descritto come:

\[\mathbb{R}_k[x]:=\{a_0+a_1x+\cdots+a_{n-1}x^{k-1}+a_kx^k  \colon   a_0,a_1,\dots,a_k \in \mathbb{R}\}.\]

Osserviamo inoltre che, per ogni numero naturale k\in\mathbb{N}, \mathbb{R}_k[x] è uno spazio vettoriale su \mathbb{R} di dimensione k+1, infatti una possibile base per questo spazio è data dall’insieme di vettori

\[\mathcal{B}=\{1,x,\dots,x^{k-1},x^k\}.\]


 

Testi degli esercizi su sottospazi vettoriali

Esercizio 1  (\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Quali dei seguenti sottoinsiemi di \mathbb{R}^3 sono anche sottospazi vettoriali? Motivare la risposta.

  1. V_1=\{(x, y, 1)\in \mathbb{R}^3\colon x, y \in \mathbb{R}\};
  2. V_2=\{(0, y, 0)\in \mathbb{R}^3 \colon   y \in \mathbb{R}\};
  3. V_3=\{(x, x, y)\in \mathbb{R}^3 \colon  x, y \in \mathbb{R}\};
  4. V_4=\{(x, y, z)\in \mathbb{R}^3 \colon   x, y, z \in \mathbb{R},\quad  x + y = z\};
  5. V_5=\{(x, y, z)\in \mathbb{R}^3 \colon  x, y, z \in \mathbb{R},\quad   x^2 + y^2 = z^2\}.

Svolgimento punto 1.

V_1 non è un sottospazio, in quanto la terza coordinata è forzata ad essere uguale a 1 e ciò ha come conseguenza che il vettore nullo non può appartenere al suddetto insieme.

Svolgimento punto 2.

V_2 è un sottospazio di \mathbb{R}^3; infatti prendiamo due elementi generici (0,x,0) e (0,y,0) appartenenti a tale insieme e mostriamo che una loro combinazione lineare è ancora un elemento di esso. Scegliamo dunque due numeri reali arbitrari \alpha e \beta e osserviamo che \alpha(0,x,0)+\beta(0,y,0)=(0,\alpha x+ \beta y,0) appartiene ancora all’insieme.

Svolgimento punto 3.

Un elemento di \mathbb{R}^3 appartiene a V_3 se e solo se la prima e la seconda componente sono uguali; mostriamo che tale condizione definisce un sottospazio di \mathbb{R}^3. Dati due scalari arbitrari \alpha,\beta\in\mathbb{R}^3, una generica combinazione lineare di elementi di V_3 è pari a

\[\alpha(x,x,y)+\beta(w,w,z)=(\alpha x + \beta w,\alpha x + \beta w,\alpha y + \beta z).\]

Osserviamo che in questo elemento risultante le prime due componenti sono ancora uguali: V_3 è quindi un sottospazio.

Svolgimento punto 4.

Mostriamo che V_4 di \mathbb{R}^3 è un sottospazio. Dati due scalari arbitrari \alpha,\beta\in\mathbb{R}, una generica combinazione lineare di elementi di V_4 è pari a

\[\alpha(x,y,z) +\beta(u,v,w) =(\alpha x+\beta u,\alpha y+\beta v,\alpha z+\beta w).\]

Proviamo che tale vettore soddisfa ancora la condizione che definisce V_4:

\[(\alpha x+\beta u)+(\alpha y+ \beta v)=\alpha(x+y)+\beta(u+v)=\alpha z+\beta w,\]

come volevasi dimostrare. La seconda uguaglianza segue dall’assunto che i due elementi di \mathbb{R}^3 scelti soddisfano la condizione che definisce V_4.

Svolgimento punto 5.

V_5 non è un sottospazio: il vettore (1,1,1) appartiene ad esso ma 2\cdot (1,1,1)=(2,2,2) no.

Osservazione.

Si noti che gli unici casi in cui le leggi algebriche defininenti gli insiemi studiati caratterizzano dei sottospazi sono quelli in cui le equazioni coinvolte sono lineari e omogenee. Sarà scopo del prossimo esercizio mettere in luce tale carattere algebrico dei sottospazi vettoriali.

 

Esercizio 2  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Mostrare che l’insieme delle soluzioni di un sistema lineare omogeneo di m equazioni in n incognite è un sottospazio vettoriale di \mathbb{R}^n.

Svolgimento.

Ricordiamo che un sistema lineare omogeneo è una collezione di equazioni in una o più indeterminate che siano lineari con termine noto nullo. Se abbiamo n indeterminate \{x_1,x_2,\dots,x_n\} ed m equazioni, un sistema lineare omogeneo \Sigma si presenterà, a meno di ordinare addendi ed equazioni, nella seguente forma:

\[\Sigma=\begin{cases} 	\text{ }	a_{1,1}x_{1}+a_{1,2}x_{1}+\cdots+a_{1,n}x_{n}=0 \\ 	\text{ }	a_{2,1}x_{1}+a_{2,2}x_{2}+\cdots+a_{2,n}x_{n}=0 \\ 	\text{ }\text{ }\text{ }\text{ }\qquad \qquad\qquad \vdots\\ 	a_{m,1}x_{1}+a_{m,2}x_{2}+\cdots+a_{m,n}x_{n}=0. 	\end{cases}\]

Scopo di questo esercizio è mostrare che l’insieme

\[S=\{(x_1,x_2,\cdots,x_n)   \colon  (x_1,x_2,\cdots,x_n)\text{ è soluzione di  } \Sigma \}\]

è un sottospazio vettoriale di \mathbb{R}^n.

Si prendano due soluzioni arbitrarie di \Sigma, (x_1,x_2,\cdots,x_n),(y_1,y_2,\cdots,y_n)\in\mathbb{R}^n, si scelgano due scalari \alpha,\beta\in\mathbb{R} e si consideri la combinazione lineare

\[\alpha(x_1,x_2,\cdots,x_n)+\beta(y_1,y_2,\cdots,y_n).\]

Mostriamo che essa è ancora una soluzione di \Sigma.

Per farlo scegliamo una qualsiasi equazione del sistema e verifichiamo che la nostra combinazione lineare è soluzione di essa (per l’arbitrarietà dell’equazione deduciamo dunque che la combinazione lineare è soluzione di tutte le equazioni, simultaneamente); scegliamo dunque l’equazione i-esima, con i \in \{1,\dots,m\} generico, e valutiamola nella combinazione lineare della soluzione. Otteniamo:

\[\begin{aligned} &a_{i,1}(\alpha x_1 + \beta y_1)+a_{i,2}(\alpha x_2 + \beta y_2)+\cdots + a_{i,n}(\alpha x_n + \beta y_n)=\\ \qquad &=\alpha (a_{i,1}x_1+a_{i,2}x_2 +\cdots + a_{i,n} x_n)+ \beta (a_{i,1}y_1+a_{i,2}y_2 +\cdots + a_{i,n} y_n)\\ \qquad & = 0. \end{aligned}\]

L’ultima identità segue dal fatto che (x_1,x_2,\cdots,x_n) e (y_1,y_2,\cdots,y_n) sono soluzioni di \Sigma.


 

Esercizio 3  (\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Quali dei seguenti sottoinsiemi di M_2(\mathbb{R}) sono anche sottospazi vettoriali? Motivare la risposta.

  1. V_1=\left\{ \begin{pmatrix} 			a & b \\ 			c & d 			\end{pmatrix}\in M_2(\mathbb{R})   \colon  c=0\right\};
  2. V_2=\{A \in M_2(\mathbb{R})  \colon   A^{T} = A\};
  3. V_3=\{A \in  M_2(\mathbb{R}) \colon  A^2 = A\};

  4. V_4=\left\{ \begin{pmatrix} 			a & b \\ 			c & d 			\end{pmatrix}\in M_2(\mathbb{R})   \colon  a+c=b+d\right\}.

Svolgimento punto 1.

V_1 è l’insieme delle soluzioni del sistema lineare omogeneo descritto dalla singola equazione

\[c=0.\]

In virtù di quando mostrato nell’esercizio 2, è quindi un sottospazio di M_2(\mathbb{R}).

Svolgimento punto 2.

Osserviamo come la trasposizione cambia le coordinate di una matrice generica A=\begin{pmatrix}  a & b \\  c & d  \end{pmatrix}:

\[A^{T}=\begin{pmatrix}  a & c \\  d & d  \end{pmatrix}.\]

Quindi l’insieme V_2 delle matrici uguali alla propria trasposta può essere espresso nella maniera seguente:

\[V_2=\left\{\begin{pmatrix}  a & c \\  d & d  \end{pmatrix} \in M_2(\mathbb{R}) \colon \text{ } b=c \right\}.\]

Anche questa volta notiamo che l’equazione che definisce V_2 è lineare e omogenea, possiamo dunque affermare che S è un sottospazio.

Svolgimento punto 3.

V_3 non è un sottospazio. La matrice identica

\[\operatorname{Id}=\begin{pmatrix}  1 & 0 \\  0 & 1  \end{pmatrix}\]

appartiene ovviamente a questo insieme ma 2\cdot \operatorname{Id} no; infatti

\[(2\cdot \operatorname{Id}) ^{2}=4 \cdot \operatorname{Id} \ne  2\cdot \operatorname{Id}.\]

Svolgimento punto 4.

V_4 è l’insieme delle soluzioni del sistema lineare omogeneo descritto dalla singola equazione

\[a-b+c-d=0.\]

In virtù di quanto mostrato nell’esercizio 2, è quindi un sottospazio di M_2(\mathbb{R}).


 

Esercizio 4  (\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Quali dei seguenti sottoinsiemi sono sottospazi vettoriali di \mathbb{R}_3[x]? Motivare la
risposta.

  1. A=\{p(x)\in \mathbb{R}_3[x] \colon  p(2) = 0\};
  2. B=\{p(x)\in \mathbb{R}_3[x] \colon  p(2) = 1\};
  3. C=\{a_1x + a_2x^2 \in \mathbb{R}_3[x]  			\}.

Svolgimento punto 1.

Siano q,r due polinomi di grado minore o uguale a 3 tali che q(2)=r(2)=0. Si scelgano \alpha, \beta \in \mathbb{R} e si formi il polinomio t:=\alpha r + \beta q; se valutiamo questo polinomio in 2 otteniamo ancora 0, infatti

\[t(2)=\alpha r(2)+ \beta q(2)=\alpha\cdot 0 + \beta \cdot 0 =0.\]

Ciò mostra che A è un sottospazio di \mathbb{R}_3[x].

Svolgimento punto 2.

B non è un sottospazio: infatti non contiene il polinomio nullo, che invece appartiene a un qualsiasi sottospazio.

Svolgimento punto 3.

Prendiamo due elementi con termine noto uguale a zero r=r_1 x+r_2 x^2, q=q_1 x+q_2 x^2 e, dati due coefficieinti reali \alpha,\beta\in\mathbb{R}, consideriamone un combinazione lineare

\[\alpha r + \beta q=\alpha(r_1 x+r_2 x^2)+\beta(q_1 x+q_2 x^2)=(\alpha r_1+\beta q_1)x+(\alpha r_2+\beta q_2)x^2.\]

Osserviamo che il polinomio così ottenuto è di secondo grado e il suo termine noto è ancora nullo: concludiamo che anche C è sottospazio.


 

Esercizio 5  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Sia U un sottospazio vettoriale di V su \mathbb{R}. Mostrare che

  1. se av \in U con a \ne 0, allora v \in U;
  2. se v, v + u \in U, allora u \in U.

Svolgimento punto 1.

Siccome a \ne 0 si può moltiplicare il vettore av per a^{-1}. Essendo U un sottospazio, il vettore risultante apparterrà ancora a U; dunque, a^{-1}\cdot av=1\cdot v=v appartiene a U.

Svolgimento punto 2.

Siccome v,v+u appartengono a U, dovrà appartenere a U anche il vettore (v+u) -v=u.

 

Esercizio 6  (\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Determinare se v \in \mathcal{L}( u, w)\subseteq V nei seguenti casi:
 

  1. V=\mathbb{R}^3 e v = (1, -1, 2), u = (1, 1, 1), w = (0, 1, 3).
  2. V=\mathbb{R}^3 e v = (3, 1, -3), u = (1, 1, 1), w = (0, 1, 3).
  3. V=M_2(\mathbb{R}) e v=	\begin{pmatrix} 			1 & 3 \\ 			-1 & 1 			\end{pmatrix}, u= \begin{pmatrix} 			1 & -1 \\ 			2 & 1 			\end{pmatrix}, w=\begin{pmatrix} 			2 & 1 \\ 			1 & 0 			\end{pmatrix}.

  4. V=M_2(\mathbb{R}) e v=\begin{pmatrix} 			1 & -4 \\ 			5 & 3 			\end{pmatrix}, u=\begin{pmatrix} 			1 & -1 \\ 			2 & 1 			\end{pmatrix}, w=\begin{pmatrix} 			2 & 1 \\ 			1 & 0 			\end{pmatrix}.

Metodo risoluzione generale esercizio.

Diamo prima un metodo per risolvere questo esercizio in generale, poi si mostreranno le soluzioni specifiche. Affermare che v \in \mathcal{L} (u,w) significa che esistono \alpha, \beta \in \mathbb{R} tali per cui v=\alpha u + \beta w. Quindi, in generale, avremo come incognite \alpha e \beta in un sistema lineare non omogeneo (le equazioni saranno tante quante la dimensione dello spazio e i termini noti le coordinate di v); v apparterrà allo spazio generato dunque se e solo se il sistema che abbbiamo creato ammette soluzione. Applichiamo questo ragionamento ai vari casi richiesti dalla traccia.

Svolgimento punto 1.

Imponendo v=\alpha u + \beta w, dobbiamo risolvere il seguente sistema:

\[\begin{cases} 		1=\alpha \\ 		-1= \alpha + \beta\\ 		2= \alpha + 3\beta. 		\end{cases}\]

Sostituendo la prima equazione nella seconda otteniamo \beta=-2. Sostituendo tutto nella terza equazione otteniamo 2=1+ 3\cdot(-2) cioè 2=-5, deducendo che il sistema in questione non ha soluzione. Concludiamo che il vettore v non è combinazione lineare dei vettori u,w.

Svolgimento punto 2.

Imponendo v=\alpha u + \beta w, dobbiamo risolvere il seguente sistema:

\[\begin{cases} 		3=\alpha \\ 		1= \alpha + \beta\\ 		-3= \alpha + 3\beta. 		\end{cases}\]

Sostituendo la prima equazione nella seconda otteniamo \beta=-2. Sostituendo tutto nella terza equazione otteniamo -3=3+3\cdot(-2) cioè -3=-3, che non contraddice le altre equazioni. Concludiamo che v=3u+(-2)v e dunque v appartiene al sottospazio generato da u,w.

Svolgimento punto 3.

Imponendo v=\alpha u + \beta w, dobbiamo risolvere il seguente sistema:

\[\begin{cases} 		1=\alpha + 2\beta\\ 		3= -\alpha + \beta\\ 		-1= 2\alpha + \beta \\ 		1 = \alpha. 		\end{cases}\]

Sostituendo la quarta equazione nella prima otteniamo \beta=0. Sostituendo nella seconda equazione si ottiene 3=-1, cioè il sistema non ammette soluzione. Deduciamo che v non appartiene allo spazio generato da u,w.

Svolgimento punto 4.

Imponendo v=\alpha u + \beta w, dobbiamo risolvere il seguente sistema:

\[\begin{cases} 		1=\alpha + 2\beta\\ 		-4= -\alpha + \beta\\ 		5= 2\alpha + \beta \\ 		3 = \alpha. 		\end{cases}\]

Sostituendo la quarta equazione nella prima otteniamo \beta=-1. Sostituendo nella terza equazione si ottiene \alpha=3 e si verifica facilmente che anche la seconda equazione è soddisfatta. Deduciamo che v appartiene allo spazio generato da u,w e che v=3u-w.


 

Esercizio 7  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Mostrare che un insieme di vettori \{v_1, v_2, \dots , v_n\} in uno spazio vettoriale V è linearmente dipendente se e solo se uno dei v_i è combinazione lineare dei rimanenti vettori.

Svolgimento.

Per mostrare l’equivalenza delle due proprietà cominciamo assumendo che l’insieme

\{v_1,v_2,\dots,v_n\} sia linearmente dipendente. Abbiamo che esistono a_1,a_2,\dots,a_n non tutti nulli tali che

\[a_1v_1+a_2v_2+\cdots,+a_nv_n=\bf 0.\]

Sappiamo che esiste i\in\{1,\dots,n\} tale per cui a_i \ne 0; sommando -a_iv_i a entrambi i membri dell’equazione e dividendo per a_i, si ottiene:

\[v_i=\dfrac{1}{a_i}\big( (-a_1)v_1+\cdots+(-a_{i-1})v_{i-1}+(-a_{i+1})v_{i+1}+\cdots+ (-a_n)v_n \big),\]

cioè v_i è combinazione lineare degli altri vettori.

Viceversa, se esiste i\in\{1,\cdots,n\} tale che v_i è combinazione lineare degli altri vettori, assumendo senza perdita di generalità i=1, abbiamo che

\[v_1=a_2 v_2+\cdots+a_n v_n \iff a_2 v_2+\cdots+a_n v_n-v_1=\bf 0.\]

Abbiamo così ottenuto una combinazione lineare a coefficienti non tutti nulli (in particolare quello di v_1 è -1) degli n vettori che dà il vettore nullo: l’insieme è dunque linearmente dipendente.


 

Esercizio 8  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) Sia V uno spazio vettoriale e A un insieme non necessariamente finito di vettori di V. Mostrare:

  1. Se A è linearmente indipendente, ogni sottoinsieme B \subseteq A, B \ne \emptyset è linearmente indipendente;
  2. Se A è linearmente dipendente, ogni sovrainsieme B di A, ossia ogni sottionsieme di V tale che A \subseteq B, è linearmente dipendente.

Svolgimento punto 1.

Sia B \subseteq A e siano B=\{v_1,\dots,v_k\}\in B. Poiché tali vettori appartengono anche ad A, che è linearmente indipendente, l’unica combinazione lineare di essi pari al vettore nullo è quella con coefficienti scalari tutti nulli, dunque B è linearmente indipendente.

Svolgimento punto 2.

Poiché A è dipendente, se B\supseteq A fosse indipendente lo sarebbe anche A per quanto provato nel punto precedente. Dunque B è linearmente dipendente.

 

Esercizio 9  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Determinare quali dei seguenti sottoinsiemi di \mathbb{R}^4 è costituito da vettori linearmente indipendenti:

  1. A=\{(0, 1, 2, 3),(1, 2, 3, 4),(2, 3, 4, 5),(3, 4, 5, 6),(4, 5, 6, 7)\};
  2. B=\{(1, 2, 3, 4),(2, 3, 4, 1),(3, 4, 1, 2),(0, 1, 6, 3)\};
  3. C=\{(1, 2, 3, 4),(2, 3, 4, 1),(5, 7, 9, -1)\};
  4. D=\{(1, 2, 3, 4),(2, 3, 4, 1),(1, 1, 1, 1)\};
  5. E=\{(2, 4, 6, 8),(3, 6, 9, 12)\}.

Premessa teorica.

Ricordiamo che un insieme di vettori \{v_1, \dots, v_n\} è linearmente indipendente se e solo se l’equazione (nelle indeterminate a_1, \dots, a_n)

\[a_1v_1+ \dots + a_nv_n=\bf 0,\]

ha come unica soluzione a_1=a_2=\cdots=a_n=0. Nello svolgimento sarà più chiaro come queste equazioni si traducano naturalmente in termini di sistemi di equazioni lineari omogenee.

Svolgimento punto 1.

Nel primo caso il sistema A è necessariamente dipendente, poiché m vettori in \mathbb{R}^n se m>n sono per forza dipendenti, in quanto una possibile base di \mathbb{R}^n è infatti data da n vettori aventi tutte le componenti nulle eccetto l’i-esima, per i che va da 1 ad n. Osserviamo che, ad esempio, la seguente combinazione lineare dà il vettore nullo:

\[(1,2,3,4)-(0,1,2,3)+(2,3,4,5)-(3,4,5,6)=\bf 0.\]

Svolgimento punto 2.

Anche in questo caso il sistema B è dipendente, poiché la seguente combinazione lineare è pari al vettore nullo:

\[(1,2,3,4)+(2,3,4,1)-(3,4,1,2)-(0,1,6,3)=\bf 0.\]

Svolgimento punto 3.

Scegliamo quattro coefficienti a_1, a_2, a_3, a_4\in\mathbb{R}. Ponendo a zero una combinazione lineare dei vettori dell’insieme C avente tali coefficienti, si ottiene il seguente sistema omogeneo:

\[\begin{cases} 		0=a_1+2a_2+5a_3\\ 		0=2a_1+3a_2+7a_3\\ 		0= 3a_1+4a_2+9a_3\\ 		0=4a_1+a_2-a_3. 	\end{cases}\]

Dalla quarta equazione abbiamo che

\[a_3=4a_1+a_2.\]

Sostituendo questa informazione nelle altre tre equazioni otteniamo tramite semplici manipolazioni algebriche

\[\begin{cases} 	0=21a_1+7a_2\\ 	0=2a_1+3a_2+7a_3\\ 	0=39a_1+13a_2\\ 	a_3=4a_1+a_2 \end{cases} \iff \begin{cases} 0=3a_1+a_2\\ 0=3a_1+a_2\\ 0=3a_1+a_2\\ a_3=4a_1+a_2. \end{cases} \iff \begin{cases} a_2=-3a_1\\ a_3=4a_1-3a_1=a_1 \end{cases}\]

Abbiamo dunque una combinazione (infinite in realtà) che mostra la dipendenza dei tre vettori: se poniamo a_1=1 allora per forza a_3=1, a_2=-3. Questi coefficienti, nella combinazione linare, forniscono il vettore nullo, infatti:

\[1\cdot \begin{pmatrix} 	1 \\ 	2 \\ 	3 \\ 	4 	\end{pmatrix}+(-3)\cdot \begin{pmatrix} 	2 \\ 	3 \\ 	4 \\ 	1 	\end{pmatrix}+1\cdot \begin{pmatrix} 	5 \\ 	7 \\ 	9 \\ 	-1 	\end{pmatrix}= \begin{pmatrix} 	0 \\ 	0 \\ 	0 \\ 	0 	\end{pmatrix},\]

dunque i vettori in questione sono linearmente dipendenti.

Svolgimento punto 4.

Si adotta lo stesso procedimento del punto precedente; il sistema è il seguente:

\[\begin{cases} 	0=a_1+2a_2+a_3\\ 	0=2a_1+3a_2+a_3\\ 	0= 3a_1+4a_2+a_3\\ 	0=4a_1+a_2+a_3 \end{cases}\iff \begin{cases} a_2=-a_1\\ 0=2a_1+3a_2+a_3\\ 0= 3a_1+4a_2+a_3\\ 0=4a_1+a_2+a_3. \end{cases}\]

Dove abbiamo sottratto alla prima equazione la seconda e ottenuto -a_1-a_2=0, cioè a_2=-a_1. Sostituiamo quindi la nuova prima equazione nella seconda e otteniamo:

\[\begin{cases} 	a_2=-a_1\\ 	a_1=a_3\\ 	0= 3a_1+4a_2+a_3\\ 	0=4a_1+a_2+a_3. \end{cases}\]

Sostituendo ancora una volta le due informazioni nella quarta equazione otteniamo

\[\begin{cases} a_2=-a_1\\ a_1=a_3\\ 0= 3a_1+4a_2+a_3\\ a_1=0. \end{cases}\]

Ma se a_1=0 allora sono forzate ad essere nulle anche le indeterminate a_2 e a_3. Da ciò deduciamo che tali coefficienti devono essere tutti nulli e i vettori in questione sono linearmente indipendenti.

Svolgimento punto 5.

I due vettori dell’insieme E sono, dall’esercizio 7, linearmente dipendenti in quanto proporzionali:

\[(2,4,6,8)=\dfrac{2}{3}(3,6,9,12).\]


 

Esercizio 10  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Per quali valori di k \in \mathbb{R} i vettori v_1 = (1, 1, 1), v_2 = (3, 2, k), v_3 = 		(0, 1, k) di \mathbb{R}^3 risultano linearmente dipendenti?

Svolgimento.

Dalla definizione tre vettori sono linearmente dipendenti se solo se l’equazione

\[a_1v_1+a_2v_2+a_3v_3=\bf 0\]

ammette una soluzione per i tre coefficienti a_1,a_2,a_3\in\mathbb{R} diversa da quella nulla. Scrivendo in componenti i tre vettori, otteniamo quindi il sistema lineare omogeneo parametrico:

\[\begin{cases} 	a_1+3a_2=0	\\ 	a_1+2a_2+a_3=0	\\ 	a_1+ka_2+ka_3=0, 	\end{cases}\]

da discutere al variare del parametro k\in\mathbb{R}. Esplicitando nella prima equazione la prima variabile in funzione della seconda a_1=-3a_2 e sostituendo tale equazione nella successiva si ottiene a_3=a_2. Sostituendo a loro volta tali identità nella terza equazione, si perviene al sistema equivalente:

\[\begin{cases} a_1=-3a_2	\\ a_3=a_2	\\ (-3+2k)a_2=0. \end{cases}\]

Dalle prime due equazioni si deduce quindi che l’eventuale soluzione deve essere nelle forma

(1) \begin{equation*} (a_1,a_2,a_3)=a_2(-3,1,1). \end{equation*}

  • Se k=-\frac{3}{2} la terza equazione è sempre soddisfatta e quindi l’equazione (1) fornisce infinite soluzioni non nulle del sistema al variare di a_2\in\mathbb{R}: i vettori in tal caso sono linearmente dipendenti.
  • Se k\neq-\frac{3}{2} la terza equazione è soddisfatta se e solo se a_2=0, l’equazione (1) implica in tal caso che il sistema ammette solo la soluzione nulla: i vettori sono quindi linearmente indipendenti.

 

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Esercizio 11  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar) Esistono valori di k \in \mathbb{R} per cui i vettori v_1 = (1, 1, 1, 3), v_2 = 		(3, 2, 0, k), v_3 = (0, 1, 1, k) di \mathbb{R}^4 risultano linearmente dipendenti?

Svolgimento.

Lo svolgimento di questo esercizio è quasi identico a quello dell’esercizio precedente. Scriviamo il sistema associato all’espressione a_1 v_1+a_2 v_2+a_3 v_3=0:

\[\begin{cases} 	a_1+3a_2=0\\ 	a_1+2a_2+a_3=0\\ 	a_1+a_3=0\\ 	3a_1+ka_2+ka_3=0. 	\end{cases}\]

Osserviamo che dalla terza equazione ricaviamo a_1=-a_3, sostituendo nella seconda si ha 2a_2=0, che implica a_2=0. Sostituendo nella prima e nella terza equazione si ottiene a_1=a_2=0. Deduciamo che in questo caso i tre vettori sono linearmente indipendenti per ogni valore di k\in\mathbb{R}.


 

Esercizio 12  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) Siano

\[S = \{(x, y, z) \in \mathbb{R}^3  	\colon    x + 5y - z = 0 \},\]

\[T = \{(x, y, z) \in \mathbb{R}^3 \colon  5x - y + z = 0 \}.\]

  1. Verificare che S e T sono sottospazi vettoriali di \mathbb{R}^3;
  2. trovare una base e la dimensione di S e T;
  3. considerare l’insieme S \cap T; si tratta di un sottospazio vettoriale? In caso affermativo, trovarne una base e la dimensione.

Svolgimento punto 1.

S e T sono entrambi sottospazi per quanto provato nell’esercizio 2: sono infatti definiti come soluzioni di sistemi di equazioni lineari omogenee.

Svolgimento punto 2.

Dalle equazioni che definiscono S, si vede che (x,y,z,) \in S se e solo se

(2) \begin{equation*} 		z=x+5y, 		\end{equation*}

ossia se e solo se

(3) \begin{equation*} 		(x,y,z)=(x,y,x+5y)=x(1,0,1) + y(0,1,5) 		\end{equation*}

con x,y \in \mathbb{R}. Da ciò si evince che S è generato dai vettori (1,0,1) e (0,1,5) che, essendo indipendenti in quanto non proporzionali, ne costituiscono anche una base. Pertanto \dim S = 2.

Analogamente, dalle equazioni che definiscono T, si vede che (x,y,z) \in T se e solo se

(4) \begin{equation*} 		z=-5x+y, 		\end{equation*}

ossia se e solo se

(5) \begin{equation*} 		(x,y,z)= (x,y,-5x+y) = x(1,0,-5) + y(0,1,1), 		\end{equation*}

con x,y \in \mathbb{R}. I due vettori (1,0,-5),(0,1,1) generano quindi T e ne costituiscono inoltre una base, essendo linearmente indipendenti in quanto non proporzionali. Pertanto \dim T = 2.

Svolgimento punto 3.

Un vettore appartiene a S \cap T se e solo se soddisfa tutte le equazioni che definiscono S e T. Costituendo tali equazioni un sistema lineare omogeneo esse definiscono un sottospazio per quanto visto nel’esercizio 2. Pertanto (x,y,z) \in S \cap T se e solo se

(6) \begin{equation*} 		z=x+5y,\quad z=-5x+y, 		\end{equation*}

ossia, uguagliando le due equazioni e ricavando x, se e solo se

(7) \begin{equation*} 		 x=-\frac{2}{3}y,\quad z=x+5y=\frac{13}{3}y. 		\end{equation*}

Quindi (x,y,z) \in S \cap T se e solo se

(8) \begin{equation*} 		(x,y,z) = \left(-\frac{2}{3}y,y,\frac{13}{3} y \right) 		= 		y \left(-\frac{2}{3},1,\frac{13}{3} \right), 		\end{equation*}

con z \in \mathbb{R}. Quindi il vettore \left(-\frac{2}{3},1,\frac{13}{3} \right) genera S \cap T e ne costituisce una base, poiché non nullo e quindi linearmente indipendente. Pertanto \dim (S \cap T)=1.


 

Esercizio 13  (\bigstar\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar) Si risponda alle stesse domande dell’esercizio precedente considerando i due sottoinsiemi di \mathbb{R}^4:

\[S = \{(x, y, z, w) \in \mathbb{R}^4 		 \colon	   y - z = 0, x + 2z = 0\},\]

\[T = \{(x, y, z, w) \in \mathbb{R}^4	 	\colon	  x - y + 2w = 0\}.\]

Svolgimento punto 1.

S e T sono spazi vettoriali per quanto provato nel secondo esercizio: sono infatti definiti come soluzioni di sistemi di equazioni lineari omogenee.

Svolgimento punto 2.

Dalle equazioni che definiscono S, si vede che (x,y,z,w) \in S se e solo se

(9) \begin{equation*} 		y=z,\qquad x=-2z, 		\end{equation*}

ossia se e solo se

(10) \begin{equation*} 		(x,y,z,w)=z(-2,1,1,0) + w(0,0,0,1), 		\end{equation*}

con z,w \in \mathbb{R}. Da ciò si evince che S è generato dai vettori (-2,1,1,0) e (0,0,0,1) che, essendo indipendenti in quanto non proporzionali, ne costituiscono anche una base. Pertanto \dim S = 2.

Analogamente, dalle equazioni che definiscono T, si vede che (x,y,z,w) \in T se e solo se

(11) \begin{equation*} 		y=x+2w, 		\end{equation*}

ossia se e solo se

(12) \begin{equation*} 		(x,y,z,w)= (x,x+2w,z,w) = x(1,1,0,0) + w(0,2,0,1) + z(0,0,1,0), 		\end{equation*}

con x,z,w \in \mathbb{R}. I tre vettori (1,1,0,0),(0,2,0,1),(0,0,1,0) generano quindi T e ne costituiscono inoltre una base, essendo un sistema linearmente indipendente: infatti osserviamo che il primo ed il terzo vettore sono indipendenti in quanto non proporzionali, inoltre essi hanno quarta componente nulla e quindi nessuna loro combinazione lineare può essere uguale al secondo vettore, che ha invece quarta componente pari ad 1. Pertanto \dim T = 3.

Svolgimento punto 3.

Un vettore appartiene a S \cap T se e solo se soddisfa tutte le equazioni che definiscono S e T. Costituendo tali equazioni un sistema lineare omogeneo esse definiscono un sottospazio per quanto visto nel’esercizio 2. Pertanto (x,y,z,w) \in S \cap T se e solo se

(13) \begin{equation*} 		y=z,\quad x=-2z, \quad w= \frac{y-x}{2}, 		\end{equation*}

ossia, sostituendo le prime due equazioni nella terza, se e solo se

(14) \begin{equation*} 		y=z,\quad x=-2z, \quad w= \frac{3}{2}z. 		\end{equation*}

Quindi (x,y,z,w) \in S \cap T se e solo se

(15) \begin{equation*} 		(x,y,z,w) = \left(-2z,z,z,\frac{3}{2} z \right) 		= 		z \left(-2,1,1,\frac{3}{2}\right), 		\end{equation*}

con z \in \mathbb{R}. Quindi il vettore \left(-2,1,1,\frac{3}{2}\right) genera S \cap T e ne costituisce una base, poiché non nullo e quindi linearmente indipendente. Pertanto \dim (S \cap T)=1.


 

Esercizio 14  (\bigstar\bigstar\largewhitestar\largewhitestar\largewhitestar)

  1. Trovare una base per lo spazio M_2(\mathbb{R}) delle matrici 2\times 2 a coefficienti reali, e calcolarne la dimensione.
  2. Trovare una base per lo spazio M_n(\mathbb{R}) delle matrici n \times n a coefficienti reali, e calcolarne la dimensione.
  3. Mostrare che l’insieme

    \[T 			^{\inf} 			_n 		(\mathbb{R})=\{A\in M_n(\mathbb{R})\colon a_{ij} = 0\quad\text{per}\quad j > i\}\]

    delle matrici triangolari inferiori n\times n a coefficienti reali è un sottospazio vettoriale di M_n(\mathbb{R}); trovare una base e calcolare la dimensione di tale spazio.

Svolgimento punto 1.

Osserviamo che M_2(\mathbb{R})=\left\{\begin{pmatrix} 		a & b \\ 		c & d 		\end{pmatrix} \colon   a,b,c,d \in \mathbb{R}\right\}. Una matrice in questo spazio può essere dunque scritta come combinazione lineare

delle quattro matrici

\[m_1=\begin{pmatrix} 		1 & 0 \\ 		0 & 0 		\end{pmatrix},\quad m_2\begin{pmatrix} 		0 & 1 \\ 		0 & 0 		\end{pmatrix},\quad m_3=\begin{pmatrix} 		0 & 0 \\ 		1 & 0 		\end{pmatrix},\quad m_4=\begin{pmatrix} 		0 & 0 \\ 		0 & 1 		\end{pmatrix}.\]

Ciò è evidente osservando che

\[\begin{pmatrix} 		a & b \\ 		c & d 		\end{pmatrix}=am_1+bm_2+cm_3+dm_4.\]

E’ facile verificare che l’insieme \{m_1,m_2,m_3,m_4\} è costituito da vettori linearmente indipendenti, concludendo che quest’ultimo costituisce una base per lo spazio M_2(\mathbb{R}), che ha quindi dimensione 4. Infatti

\[am_1+bm_2+cm_3+dm_4=\begin{pmatrix} 	a & b \\ 	c & d 	\end{pmatrix}=\begin{pmatrix} 	0 & 0 \\ 	0 & 0 	\end{pmatrix} \iff a=b=c=d=0.\]

Svolgimento punto 2.

Come nell’esercizio precedente, in forma compatta osserviamo che

\[M_n(\mathbb{R})=\{(a_{i,j})_{1\le i,j \le n}   \colon   a_{ij} \in \mathbb{R}  \text{ }\forall 1\le i,j \le n\}.\]

Definiamo e^{i,j} come la matrice che ha componenti tutte nulle tranne la i,j (corrisponente alla i-esima riga e j-esima colonna), in cui ha valore 1.

Ad esempio, se osserviamo il punto precedente nel caso n=2, con questa notazione abbiamo m_1=e^{1,1}, m_2=e^{1,2}, m_3=e^{2,1}, m_4=e^{2,2}.

Dunque, data A=(a_{i,j})_{1\leq i,j\leq n}\in M_n(\mathbb{R}), si osserva che

\[A=\sum_{i,j=1}^{n}a_{i,j}e^{i,j},\]

cioè che ogni matrice è combinazione lineare degli e^{i,j} e che l’insieme \{e^{i,j}    \colon   1\le i.j \le n\} costituisce una base per M_n(\mathbb{R}), essendo un insieme di generatori di V linearmente indipendenti, come può essere provato analogamente a come fatto nel primo punto, in cui lo si è mostrato nel caso in cui n=2. La dimensione dello spazio si ha quindi contando il numero di tali vettori di base che, al variare di n, risulta pari a n^2.

Svolgimento punto 3.

Una base per questo sottospazio vettoriale è formata dall’insieme di matrici (con riferimento alla notazione del punto precedente ) \{e^{i,j}   \colon   1\le i \le j \}. Per aiutarci a visualizzare meglio il problema e a calcolare la dimensione di questo sottospazio notiamo che una matrice triangolare inferiore di dimensione n si presenta nella seguente forma:

\[\begin{pmatrix} 		a_{1,1} & 0 & \cdots & 0 & 0 \\ 		a_{2,1} & a_{2.2} & \cdots & 0 & 0 \\ 		\vdots & \vdots & \ddots & \vdots & \vdots \\ 		a_{n-1,1} & a_{n-1,2} &  & a_{n-1,n-1} & 0 \\ 		a_{n,1} & a_{n,2} & \cdots & a_{n,n-1} & a_{n,n} 		\end{pmatrix}.\]

Notiamo che tale sottospazio vettoriale è generato dal sottoinsieme della base canonica fatto da matrici triangolari inferiori, aventi quindi 1 su un solo elemento della diagonale principale o al di sotto di essa e zero altrove: il numero di tali matrici determina quindi la dimensione dello spazio ed è un insieme linearmente indipendente in quanto sottoinsieme di un insieme linearmente indipendente, come visto nell’esercizio 8. Per contarle, guardiamo quante componenti non necessariamente nulle ci sono per ogni colonna: nella prima colonna abbiamo n componenti non nulle, nella seconda ne abbiamo n-1, nella terza n-2, fino all’n-esima in cui ne abbiamo solo una.

Deduciamo che il numero di vettori di base è

\[1+2+3+4+\cdots+(n-1)+n=\dfrac{n(n+1)}{2}.\]

Quest’ultima identità è la famosa formula di Gauss sui numeri triangolari, può essere provata in maniera diretta o per induzione su n. Diamo un accenno della dimostrazione per completezza: volendo calcolare la somma S definita da

\[S=1+2+3+ \cdots + n.\]

Le sommiamo una sua copia in ordine invertito, cioè aggiungiamo

\[S=n+(n-1)+\cdots+3+2+1.\]

Per ogni addendo così ordinato abbiamo

\[2S=(1+n)+(2+(n-1))+(3+(n-2))+\cdots+((n-1)+2)+(n+1).\]

Notare che in questo accorpamento gli addendi sono n e che ogni addendo vale esattamente n+1. Dunque abbiamo

\[2S=n(n+1),\]

che ci porta al risultato finale

\[\dim T 		^{\inf} 		_n 		(\mathbb{R})= S=\dfrac{n(n+1)}{2}.\]


 
 

Riferimenti bibliografici

[1]. Abate, M., Geometria, McGraw-Hill (1996).

 
 

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