In questo articolo proponiamo 14 esercizi svolti su sottospazi vettoriali. Prosieguo della raccolta Esercizi sugli spazi vettoriali – somma e intersezione, ha lo scopo di fornire ulteriore materiale per l’approfondimento di questa importante tematica dell’algebra lineare.
Gli esercizi sono accuratamente selezionati e completamente svolti: auguriamo a tutti una piacevole lettura.
Sommario
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Autori e revisori
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Revisori: Valerio Brunetti Luigi De Masi
Notazioni su sottospazi vettoriali
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campo dei numeri reali;
campo dei numeri complessi;
insieme numeri naturali (incluso lo zero);
generico campo;
generico spazio vettoriale;
dimensione dello spazio vettoriale ;
vettore nullo in ;
vettore nullo dello spazio vettoriale in esame;
matrice identità di dimensione deducibile dal contesto;
sottospazio vettoriale di generato dai vettori
,
,
.
spazio vettoriale dei polinomi a coefficienti reali nella variabile aventi grado al più
;
spazio vettoriale della matrici quadrate a coefficienti reali;
spazio vettoriale della matrici quadrate a coefficienti reali.
Premessa teorica su sottospazi vettoriali
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- Un sottoinsieme
è detto sottospazio vettoriale di
se esso è uno spazio vettoriale a sua volta, ovvero se per ogni coppia di scalari
,
e per ogni coppia di vettori
,
si ha
Osserviamo in particolare, scegliendo
, che
deve contenere il vettore nullo di
.
- Dati
scalari
ed
vettori
, il vettore
dato da
è detto combinazione lineare degli
vettori assegnati con coefficienti
.
- Un sottoinsieme
è detto linearmente dipendente se esistono
vettori
ed
scalari
non tutti nulli tali che
Altrimenti è detto linearmente indipendente.
- Dato un sottoinsieme
, chiamiamo
l’insieme di tutte le combinazioni lineari di un numero finito di elementi di
. Esso è un sottospazio vettoriale di
detto sottospazio generato da
. Se
è un insieme finito di
vettori
, scriviamo
è detto insieme dei generatori del sottospazio in questione.
- Chiamiamo base di uno spazio vettoriale
un insieme
di generatori linearmente indipendenti di
. Se la base ha cardinalità finita
chiamiamo dimensione dello spazio
la cardinalità di
, ovvero
Ricordiamo, ad esempio, che l’insieme dei polinomi a coefficienti reali di grado minore o uguale a è uno spazio vettoriale. Più esplicitamente tale spazio può essere descritto come:
Osserviamo inoltre che, per ogni numero naturale ,
è uno spazio vettoriale su
di dimensione
, infatti una possibile base per questo spazio è data dall’insieme di vettori
Testi degli esercizi su sottospazi vettoriali
-
;
-
;
-
;
-
;
-
.
Svolgimento punto 1.
Svolgimento punto 2.
Svolgimento punto 3.
Osserviamo che in questo elemento risultante le prime due componenti sono ancora uguali: è quindi un sottospazio.
Svolgimento punto 4.
Proviamo che tale vettore soddisfa ancora la condizione che definisce :
come volevasi dimostrare.
La seconda uguaglianza segue dall’assunto che i due elementi di scelti soddisfano la condizione che definisce
.
Svolgimento punto 5.
Osservazione.
Svolgimento.
Scopo di questo esercizio è mostrare che l’insieme
è un sottospazio vettoriale di .
Si prendano due soluzioni arbitrarie di ,
,
, si scelgano due scalari
e si consideri la combinazione lineare
Mostriamo che essa è ancora una soluzione di .
Per farlo scegliamo una qualsiasi equazione del sistema e verifichiamo che la nostra combinazione lineare è soluzione di essa (per l’arbitrarietà dell’equazione deduciamo dunque che la combinazione lineare è soluzione di tutte le equazioni, simultaneamente); scegliamo dunque l’equazione -esima, con
generico, e valutiamola nella combinazione lineare della soluzione. Otteniamo:
L’ultima identità segue dal fatto che e
sono soluzioni di
.
-
;
-
;
-
;
-
.
Svolgimento punto 1.
In virtù di quando mostrato nell’esercizio 2, è quindi un sottospazio di .
Svolgimento punto 2.
Quindi l’insieme delle matrici uguali alla propria trasposta può essere espresso nella maniera seguente:
Anche questa volta notiamo che l’equazione che definisce è lineare e omogenea, possiamo dunque affermare che
è un sottospazio.
Svolgimento punto 3.
appartiene ovviamente a questo insieme ma no; infatti
Svolgimento punto 4.
In virtù di quanto mostrato nell’esercizio 2, è quindi un sottospazio di .
risposta.
-
;
-
;
-
.
Svolgimento punto 1.
Ciò mostra che è un sottospazio di
.
Svolgimento punto 2.
Svolgimento punto 3.
Osserviamo che il polinomio così ottenuto è di secondo grado e il suo termine noto è ancora nullo: concludiamo che anche è sottospazio.
- se
con
, allora
;
- se
, allora
.
Svolgimento punto 1.
Svolgimento punto 2.
-
e
,
,
.
-
e
,
,
.
-
e
,
,
-
e
,
,
Metodo risoluzione generale esercizio.
Svolgimento punto 1.
Sostituendo la prima equazione nella seconda otteniamo . Sostituendo tutto nella terza equazione otteniamo
cioè
, deducendo che il sistema in questione non ha soluzione. Concludiamo che il vettore
non è combinazione lineare dei vettori
.
Svolgimento punto 2.
Sostituendo la prima equazione nella seconda otteniamo . Sostituendo tutto nella terza equazione otteniamo
cioè
, che non contraddice le altre equazioni. Concludiamo che
e dunque
appartiene al sottospazio generato da
.
Svolgimento punto 3.
Sostituendo la quarta equazione nella prima otteniamo . Sostituendo nella seconda equazione si ottiene
, cioè il sistema non ammette soluzione. Deduciamo che
non appartiene allo spazio generato da
.
Svolgimento punto 4.
Sostituendo la quarta equazione nella prima otteniamo . Sostituendo nella terza equazione si ottiene
e si verifica facilmente che anche la seconda equazione è soddisfatta. Deduciamo che
appartiene allo spazio generato da
e che
.
Svolgimento.
sia linearmente dipendente. Abbiamo che esistono
non tutti nulli tali che
Sappiamo che esiste tale per cui
; sommando
a entrambi i membri dell’equazione e dividendo per
, si ottiene:
cioè è combinazione lineare degli altri vettori.
Viceversa, se esiste tale che
è combinazione lineare degli altri vettori, assumendo senza perdita di generalità
, abbiamo che
Abbiamo così ottenuto una combinazione lineare a coefficienti non tutti nulli (in particolare quello di è
) degli
vettori che dà il vettore nullo: l’insieme è dunque linearmente dipendente.
- Se
è linearmente indipendente, ogni sottoinsieme
è linearmente indipendente;
- Se
è linearmente dipendente, ogni sovrainsieme
di
, ossia ogni sottionsieme di
tale che
, è linearmente dipendente.
Svolgimento punto 1.
Svolgimento punto 2.
-
;
-
;
-
;
-
;
-
.
Premessa teorica.
ha come unica soluzione .
Nello svolgimento sarà più chiaro come queste equazioni si traducano naturalmente in termini di sistemi di equazioni lineari omogenee.
Svolgimento punto 1.
Svolgimento punto 2.
Svolgimento punto 3.
Dalla quarta equazione abbiamo che
Sostituendo questa informazione nelle altre tre equazioni otteniamo tramite semplici manipolazioni algebriche
Abbiamo dunque una combinazione (infinite in realtà) che mostra la dipendenza dei tre vettori: se poniamo allora per forza
. Questi coefficienti, nella combinazione linare, forniscono il vettore nullo, infatti:
dunque i vettori in questione sono linearmente dipendenti.
Svolgimento punto 4.
Dove abbiamo sottratto alla prima equazione la seconda e ottenuto , cioè
. Sostituiamo quindi la nuova prima equazione nella seconda e otteniamo:
Sostituendo ancora una volta le due informazioni nella quarta equazione otteniamo
Ma se allora sono forzate ad essere nulle anche le indeterminate
e
. Da ciò deduciamo che tali coefficienti devono essere tutti nulli e i vettori in questione sono linearmente indipendenti.
Svolgimento punto 5.
Svolgimento.
ammette una soluzione per i tre coefficienti ,
,
diversa da quella nulla.
Scrivendo in componenti i tre vettori, otteniamo quindi il sistema lineare omogeneo parametrico:
da discutere al variare del parametro .
Esplicitando nella prima equazione la prima variabile in funzione della seconda
e sostituendo tale equazione nella successiva si ottiene
. Sostituendo a loro volta tali identità nella terza equazione, si perviene al sistema equivalente:
Dalle prime due equazioni si deduce quindi che l’eventuale soluzione deve essere nelle forma
(1)
- Se
la terza equazione è sempre soddisfatta e quindi l’equazione (1) fornisce infinite soluzioni non nulle del sistema al variare di
: i vettori in tal caso sono linearmente dipendenti.
- Se
la terza equazione è soddisfatta se e solo se
, l’equazione (1) implica in tal caso che il sistema ammette solo la soluzione nulla: i vettori sono quindi linearmente indipendenti.
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Svolgimento.
Osserviamo che dalla terza equazione ricaviamo , sostituendo nella seconda si ha
, che implica
. Sostituendo nella prima e nella terza equazione si ottiene
. Deduciamo che in questo caso i tre vettori sono linearmente indipendenti per ogni valore di
.
- Verificare che
e
sono sottospazi vettoriali di
;
- trovare una base e la dimensione di
e
;
- considerare l’insieme
; si tratta di un sottospazio vettoriale? In caso affermativo, trovarne una base e la dimensione.
Svolgimento punto 1.
Svolgimento punto 2.
(2)
ossia se e solo se
(3)
con .
Da ciò si evince che
è generato dai vettori
e
che, essendo indipendenti in quanto non proporzionali, ne costituiscono anche una base. Pertanto
.
Analogamente, dalle equazioni che definiscono , si vede che
se e solo se
(4)
ossia se e solo se
(5)
con .
I due vettori
generano quindi
e ne costituiscono inoltre una base, essendo linearmente indipendenti in quanto non proporzionali. Pertanto
.
Svolgimento punto 3.
(6)
ossia, uguagliando le due equazioni e ricavando , se e solo se
(7)
Quindi se e solo se
(8)
con . Quindi il vettore
genera
e ne costituisce una base, poiché non nullo e quindi linearmente indipendente. Pertanto
.
Svolgimento punto 1.
Svolgimento punto 2.
(9)
ossia se e solo se
(10)
con .
Da ciò si evince che
è generato dai vettori
e
che, essendo indipendenti in quanto non proporzionali, ne costituiscono anche una base. Pertanto
.
Analogamente, dalle equazioni che definiscono , si vede che
se e solo se
(11)
ossia se e solo se
(12)
con .
I tre vettori
generano quindi
e ne costituiscono inoltre una base, essendo un sistema linearmente indipendente: infatti osserviamo che il primo ed il terzo vettore sono indipendenti in quanto non proporzionali, inoltre essi hanno quarta componente nulla e quindi nessuna loro combinazione lineare può essere uguale al secondo vettore, che ha invece quarta componente pari ad
. Pertanto
.
Svolgimento punto 3.
(13)
ossia, sostituendo le prime due equazioni nella terza, se e solo se
(14)
Quindi se e solo se
(15)
con . Quindi il vettore
genera
e ne costituisce una base, poiché non nullo e quindi linearmente indipendente. Pertanto
.
- Trovare una base per lo spazio
delle matrici
a coefficienti reali, e calcolarne la dimensione.
- Trovare una base per lo spazio
delle matrici
a coefficienti reali, e calcolarne la dimensione.
- Mostrare che l’insieme
delle matrici triangolari inferiori
a coefficienti reali è un sottospazio vettoriale di
; trovare una base e calcolare la dimensione di tale spazio.
Svolgimento punto 1.
delle quattro matrici
Ciò è evidente osservando che
E’ facile verificare che l’insieme è costituito da vettori linearmente indipendenti, concludendo che quest’ultimo costituisce una base per lo spazio
, che ha quindi dimensione
. Infatti
Svolgimento punto 2.
Definiamo come la matrice che ha componenti tutte nulle tranne la
(corrisponente alla
-esima riga e
-esima colonna), in cui ha valore
.
Ad esempio, se osserviamo il punto precedente nel caso , con questa notazione abbiamo
,
,
,
.
Dunque, data , si osserva che
cioè che ogni matrice è combinazione lineare degli e che l’insieme
costituisce una base per
, essendo un insieme di generatori di
linearmente indipendenti, come può essere provato analogamente a come fatto nel primo punto, in cui lo si è mostrato nel caso in cui
. La dimensione dello spazio si ha quindi contando il numero di tali vettori di base che, al variare di
, risulta pari a
.
Svolgimento punto 3.
Notiamo che tale sottospazio vettoriale è generato dal sottoinsieme della base canonica fatto da matrici triangolari inferiori, aventi quindi su un solo elemento della diagonale principale o al di sotto di essa e zero altrove: il numero di tali matrici determina quindi la dimensione dello spazio ed è un insieme linearmente indipendente in quanto sottoinsieme di un insieme linearmente indipendente, come visto nell’esercizio 8. Per contarle, guardiamo quante componenti non necessariamente nulle ci sono per ogni colonna: nella prima colonna abbiamo
componenti non nulle, nella seconda ne abbiamo
, nella terza
, fino all’
-esima in cui ne abbiamo solo una.
Deduciamo che il numero di vettori di base è
Quest’ultima identità è la famosa formula di Gauss sui numeri triangolari, può essere provata in maniera diretta o per induzione su .
Diamo un accenno della dimostrazione per completezza: volendo calcolare la somma
definita da
Le sommiamo una sua copia in ordine invertito, cioè aggiungiamo
Per ogni addendo così ordinato abbiamo
Notare che in questo accorpamento gli addendi sono e che ogni addendo vale esattamente
. Dunque abbiamo
che ci porta al risultato finale
Riferimenti bibliografici
[1]. Abate, M., Geometria, McGraw-Hill (1996).
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