In questa raccolta presentiamo 27 esercizi sul calcolo delle basi e della dimensione di spazi vettoriali.
I problemi sono accuratamente selezionati allo scopo di approfondire ogni aspetto di questo importante tema; essi sono completamente risolti, permettendo al lettore di confrontare la soluzione trovata con quella da noi proposta. Forniamo inoltre alcuni spunti di riflessione riguardanti curiosità, generalizzazioni e osservazioni utili.
Questo lavoro si rivolge dunque a studenti e appassionati di algebra lineare che desiderano fare pratica su questo argomento. Segnaliamo inoltre le raccolte Esercizi svolti sugli spazi vettoriali 5 e Esercizi svolti sugli spazi vettoriali 6 su basi e sottospazi.
Sommario
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Autori e revisori
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Revisori: Jacopo Garofali.
Notazioni su basi e dimensioni degli spazi vettoriali
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Sazio vettoriale delle matrici di ordine a coefficienti nel campo
;
Anello dei polinomi a coefficienti in nella variabile
;
Anello dei polinomi a coefficienti in nella variabile
di grado minore o uguale ad
;
Spazio vettoriale delle matrici simmetriche di ordine sul campo
;
Spazio vettoriale delle matrici asimmetriche di ordine sul campo
;
Spazio vettoriale delle matrici diagonali di ordine sul campo
.
Testi degli esercizi su basi e dimensione degli spazi vettoriali








Svolgimento.

ha rango massimo o, equivalentemente (essendo una matrice quadrata), è invertibile.
Sappiamo che una matrice è invertibile se e solo se il suo determinante è diverso da zero, calcoliamo quindi .
Per la regola di Laplace sulla prima riga della matrice
Abbiamo dunque dimostrato che la matrice è invertibile e di conseguenza i 3 vettori formano una base di
.


Svolgimento.





il quale restituisce un sottoinsieme linearmente indipendente di generatori , ovvero una base.
In alternativa, possiamo osservare che:
-
è superfluo, perché rimuovendo il vettore nullo, i rimanenti vettori costituiscono un sistema di generatori di
;
- anche
è superfluo, infatti
- anche
può essere rimosso; vale infatti
Rimane da mostrare che e
sono linearmente indipendenti. Ciò implica che il sistema
è una base di
, in quanto, per i tre punti precedenti, essi generano
. Ma
e
sono necessariamente indipendenti poiché la prima componente di
e non nulla mentre la prima componente di
è nulla.
Una base per sarà dunque
.




Svolgimento.










Sostituendo la terza nella prima troviamo l’uguaglianza .
dunque
se e solo se


degli elementi sulla diagonale vale 0). Trovare una base di


Svolgimento.


dove
e
sono coefficienti reali.
Una base di è, ad esempio,
dove:
in quanto tali matrici sono un insieme di generatori linearmente indipendenti di .
Per completarla a una base di è sufficiente aggiungere alle matrici di
la matrice
Il sistema costituisce una base di
poiché è un sistema massimale di elementi linearmente indipendenti. Infatti, si ha che
e inoltre è indipendente dagli elementi di
poiché
non appartiene a
(la sua traccia è
).

Svolgimento punto 1.



(1)
implica
Scriviamo in forma esplicita l’uguaglianza (1):
che equivale al sistema
Si tratta quindi di trovare le soluzioni del sistema
dove
Per lo sviluppo di Laplace rispetto alla quarta riga,
Dunque la matrice è invertibile, e l’unica soluzione è . Le quattro matrici sono quindi linearmente indipendenti.
Svolgimento punto 2.

![Rendered by QuickLaTeX.com \mathbb{R}_{\leq 2}[x]](https://quisirisolve.com/wp-content/ql-cache/quicklatex.com-9de0011e43224db4345726589bb36788_l3.png)
Occupiamoci del primo membro: sottraendo il terzo vettore dal quarto, il primo vettore dal terzo e dimenticandoci del secondo vettore che appartiene banalmente allo span del primo possiamo scrivere lo span come
Dobbiamo quindi dimostrare che
genera , ovvero che la matrice
ha rango 3.
A tale scopo, mostriamo un minore invertibile (calcolandone il determinante) ottenuto eliminando la quarta riga. Applicando la regola di Sarrus, otteniamo:
Svolgimento punto 3.

e calcoliamo il determinante della sottomatrice che si ottiene eliminando la seconda riga (che è nulla e dunque superflua). Con la regola di Sarrus si ottiene:
Procediamo analogamente come sopra: la matrice che ha per righe i vettori a destra è:
a cui eliminiamo la terza riga (essendo combinazione lineare della seconda) per calcolare il determinante:
Concludiamo che entrambi gli spazi vettoriali sono uguali a .






Svolgimento.











ciò mostra che e
formano una base di
. Pertanto possiamo scrivere i vettori richiesti in maniera unica come combinazione lineare della base.
- Iniziamo da
determinare
e
si traduce nella risoluzione di un sistema lineare:
Applicando la regola di Cramer, otteniamo:
- caso
Poiché
è il vettore nullo e i
e
formano una base, la loro unica combinazione lineare che fornisce v è quella nulla:
.
- caso
Questo si traduce nella risoluzione del sistema lineare:
Applicando la regola di Cramer, otteniamo:
- caso
In questo caso, dato che abbiamo già a disposizione la scrittura di
e
come combinazione lineare degli elementi della base, otteniamo quindi:






come combinazione lineare dei vettori di tale base.
Svolgimento.






A tale scopo, è sufficiente verificare che la matrice sia invertibile ovvero che il determinante della seguente matrice non sia zero. Per il calcolo del determinante utilizziamo lo sviluppo di Laplace a partire dalla terza colonna:
Ciò mostra che ,
e
formano una base di
. Pertanto possiamo scrivere i vettori richiesti in maniera unica come combinazione lineare dei vettori della base.
- Iniziamo da
:
Questo si traduce nella risoluzione nel sistema lineare:
che equivale a:
- Analizziamo adesso
Come sopra:
che diventa
-
In questo caso, dato che abbiamo già a disposizione la scrittura di
e
come combinazione lineare degli elementi della base, otteniamo:


![Rendered by QuickLaTeX.com \mathbb{R}_{\leq2}[x]](https://quisirisolve.com/wp-content/ql-cache/quicklatex.com-d1a3e79279d4b5fbdcce28815c47404d_l3.png)
Scrivere i vettori ,
e
come combinazione lineare dei vettori di tale base.
Svolgimento.
![Rendered by QuickLaTeX.com \mathbb{R}_{\leq2}[x]](https://quisirisolve.com/wp-content/ql-cache/quicklatex.com-d1a3e79279d4b5fbdcce28815c47404d_l3.png)



è . In caso affermativo i polinomi sono linearmente indipendenti.
Imponiamo dunque che valga
e otteniamo
Per il principio di identità dei polinomi, la precedente uguaglianza si traduce nel seguente sistema lineare omogeneo di tre equazioni nelle incognite :
Ora che abbiamo verificato che è una base, ricaviamo la scrittura di
e
come combinazione lineare degli elementi di tale base.
- Iniziamo da
Vogliamo nuovamente usare il principio d’identità dei polinomi:
Procedendo coi calcoli:
- Consideriamo adesso
e notiamo che
Dunque si ottiene
ovvero
,
.
-
.
In questo caso, dato che abbiamo già a disposizione la scrittura di
e
come combinazione lineare degli elementi della base, otteniamo:



Scrivere le matrici
,
,
e
come combinazione lineare degli elementi di tale base.
Svolgimento (verifica base).



(2)
implica
Scriviamo in forma matriciale l’uguaglianza (2):
Che equivale al sistema
Si tratta quindi di trovare le soluzioni del sistema
dove
che è sicuramente una matrice non degenere, in quanto triangolare superiore e con elementi diagonali non nulli. Concludiamo che l’unica soluzione è e dunque le quattro matrici sono linearmente indipendenti. Essendo di cardinalità pari alla dimensione di
, le matrici date formano una base.
Risolviamo ora la seconda parte dell’esercizio, esprimendo le restanti matrici come combinazione lineare degli elementi di base.
Svolgimento per u.

Scriviamo in forma matriciale tale uguaglianza:
che equivale al sistema
che si può risolvere per semplice sostituzione all’indietro, ottenendo:
Svolgimento per v.

Scriviamo in forma matriciale tale uguaglianza:
che equivale al sistema
che si può risolvere per semplice sostituzione all’indietro, ottenendo:
Svolgimento per w.

Scriviamo in forma matriciale tale uguaglianza:
che equivale al sistema
che si può risolvere per semplice sostituzione all’indietro, ottenendo:
Svolgimento per u-v+2w.


![Rendered by QuickLaTeX.com \mathbb{R}[x]](https://quisirisolve.com/wp-content/ql-cache/quicklatex.com-9e739e072404d61c39e999bf561f5f39_l3.png)
.
Svolgimento.

ovvero, è contenuto nello spazio dei polinomi a una variabile di grado al più
, che, come osservato in esercizi precedenti, ha dimensione
.
Dunque,
ma,
poiché ad esempio il polinomio
non soddisfa
, l’inclusione è stretta, e possiamo concludere che
. Mostriamo ora che esistono due polinomi di grado diverso che verificano
, ad esempio
.
Essi sono linearmente indipendenti in quanto due polinomi di gradi diversi non possono essere uno multiplo scalare dell’altro, e dunque formano una base di
.
Scarica gli esercizi svolti
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![Rendered by QuickLaTeX.com \mathbb{R}[x]](https://quisirisolve.com/wp-content/ql-cache/quicklatex.com-9e739e072404d61c39e999bf561f5f39_l3.png)
Determinare una base di e completarla a base di
.
Svolgimento.
che ha dimensione e dunque,
.
L’inclusione ovviamente è stretta, poiché non tutti i polinomi di grado al più
in
hanno
e
come radici.
La condizione
implica che la dimensione di
sia al più
, poiché chiaramente i polinomi costanti non hanno zeri, e un polinomio di grado
non può avere due radici distinte.
È immediato osservare che
, dunque è sufficiente dimostrare che essi sono linearmente indipendenti per dimostrare che essi formano una base di
. Abbiamo:
Per il principio d’identità dei polinomi, otteniamo . Ciò prova la lineare indipendenza dei tre vettori, e conclude l’indagine sulla dimensione di
.
Non ci resta che completare tale base a una base di . Avendo questo dimensione
, dobbiamo aggiunger solo due vettori.
È sufficiente aggiungere alla base i polinomi
e
per generare
.
Infatti, otteniamo i polinomi
, come combinazione lineare degli elementi della nostra base:
Questo ci permette di concludere l’esercizio.

.
Svolgimento.



Dunque
ovvero le matrici
generano
e sono anche linearmente indipendenti,
in quanto non sono una multiplo dell’altra. Concludiamo che esse formano una base e che
.

![Rendered by QuickLaTeX.com W=\{b + ax + ax^2 \in \mathbb{R}_{\leq2}[x]\;|\;a,b \in \mathbb{R}\}](https://quisirisolve.com/wp-content/ql-cache/quicklatex.com-9b231f95227b5f1152155785e532a186_l3.png)
Svolgimento.

Notiamo dunque che, posti ,
, si ha
Possiamo concludere che e
sono linearmente indipendenti dal fatto che essi non sono un multiplo scalare l’uno dell’altro. Dunque, essi formano una base e
.

![Rendered by QuickLaTeX.com \mathbb{R}_{\leq 3}[x]](https://quisirisolve.com/wp-content/ql-cache/quicklatex.com-3fc695e26a5e512f74f1ea28960a8a3b_l3.png)
Determinare una loro base.
Svolgimento.
![Rendered by QuickLaTeX.com \operatorname{dim}\mathbb{R}_{\leq 3}[x]=4](https://quisirisolve.com/wp-content/ql-cache/quicklatex.com-2806c4695a4f6615f0b2a5f0647f6550_l3.png)




- Per
abbiamo la condizione
, dunque il sottospazio delle funzioni costanti è in somma diretta con
, e possiamo concludere
. Osserviamo che il generico polinomio di
si scrive, per il teorema di Ruffini, come
, con
polinomio di grado al più 2, affinché il grado di
sia al più 3. Scegliendo, per
, 3 polinomi indipendenti, i corrispondenti elementi ottenuti moltiplicando questi 3 polinomi per
rimangono indipendenti. Pertanto una scelta possibile è
,
,
e una base è
,
,
(verificare!).
Una alternativa consiste nell’osservare che i polinomi
,
,
sono una base. Verifichiamo che sono linearmente indipendenti: siano
,
Per il principio d’identità dei polinomi, segue
, da cui l’indipendenza lineare di
. \E chiaro che
Ma
, e dunque
. Poiché, come avevamo già osservato,
concludiamo che
è una base di
.
- Osserviamo
che il generico elemento di
si scrive come
. Siano
,
. Abbiamo che essi sono linearmente indipendenti, non essendo l’uno multiplo dell’altro, e che
Concludiamo che
è una base di
.





Svolgimento.


- Se
), allora il generico elemento
è uguale all’elemento
per ogni
, ossia:
Quindi, per il calcolo della dimensione, dobbiamo contare quanti elementi indipendenti abbiamo. Per calcolare il numero di elementi indipendenti non diagonali togliamo
dalla matrice generica a
elementi e dividiamo a metà perché
,
. Infine, aggiungiamo
, per tenere conto delle entrate diagonali, così da ottenere
Ora che ne conosciamo la dimensione, presentiamo una possibile base per
, formata da
matrici della seguente forma (un
in una tra le
entrate diagonali, e le altre nulle):
e
con
entrate simmetriche rispetto la diagonale principale uguali a
, e le altre nulle:
È evidente che siano linearmente indipendenti poiché hanno entrate non nulle sempre in posizioni diverse, e dunque, essendo nel numero giusto, sono proprio le matrici di base che stavamo cercando.//li>
- Se
: sia
, allora è della forma:
Per calcolare la dimensione di questo spazio, dalla matrice generica a
entrate togliamo gli
zeri della diagonale principale (ottenendo
) e dividiamo a metà perché
,
Ora che ne conosciamo la dimensione, presentiamo una possibile base per
, formata da
matrici della seguente forma (tutte nulle tranne un
e un
nelle entrate simmetriche rispetto la diagonale principale):
/li>
- Il caso di
: sia
, allora è della forma:
Vogliamo dimostrare che le
matrici seguenti generano
:
Ma questo è abbastanza intuitivo, perché
come sopra, possiamo scrivere:










Svolgimento.






Per trovare il rango, consideriamo il seguente minore della matrice:
Dunque, nel caso , possiamo concludere che una base è
e
Trattiamo gli altri due casi separatamente:
- Caso
. Sotto queste ipotesi,
,
,
. È immediato osservare che
sono linearmente indipendenti (non sono multiplo l’uno dell’altro). Ciò ci fa concludere che
è una base e che
- Caso
. Sotto queste ipotesi,
,
,
e
. È immediato osservare che
sono linearmente indipendenti (non sono multiplo l’uno dell’altro). Notiamo che:
Questo implica che:
. Ciò ci fa concludere che
è una base e che
- Caso
In questo caso
,
e
.
Calcoliamo il determinante della matrice che ha come colonne
:
Dunque
è una base e
Ciò conclude l’esercizio.




![Rendered by QuickLaTeX.com \mathbb{R}_{\leq 2}[x]](https://quisirisolve.com/wp-content/ql-cache/quicklatex.com-9de0011e43224db4345726589bb36788_l3.png)









Svolgimento.
![Rendered by QuickLaTeX.com \operatorname{dim}B \leq \operatorname{dim} \mathbb{R}_{\leq 2}[x]=3](https://quisirisolve.com/wp-content/ql-cache/quicklatex.com-b8258c9e053fdb90e7267f757d5df561_l3.png)


Notiamo che, indipendentemente dal valore di , la matrice non risulta invertibile poiché la seconda riga è nulla.
Tuttavia, riusciamo a trovare minori di rango
:
Dunque, , possiamo concludere che:
Notiamo che:
- nel caso
,
,
,
. Dunque
sono una base per
.
- nel caso
,
,
,
. È evidente che
, mentre
non sono multipli l’uno dell’altro, dunque sono linearmente indipendenti. Dunque
(oppure
) è una base di
.
- nel caso
qualsiasi coppia estratta dall’insieme
costituisce una base per
.
Non ci resta che chiederci per quali valori di ,
appartiene a
.
- Per
è facile notare che
.
- Per
non appartiene a
, in quanto tutti e tre i generatori hanno coefficiente di
nullo.




Svolgimento.
La matrice è invertibile, per cui:
Calcoliamo quindi l’inversa di :
Sia , allora essa soddisfa l’equazione:
ovvero
Tale equazione è equivalente al sistema:
Questo implica che è un elemento di
se e solo se
Dunque, le matrici
formano una base di , che ha dunque dimensione pari a
.

Per quali valori di si ha
?
Svolgimento.
Dunque:
Se mostriamo che sono linearmente indipendenti, otteniamo subito che
.
Per il principio di identità dei polinomi, ciò accade se e solo se , il che conclude la prova che
.
Si osservi che:
Ciò fornisce la risposta anche alla seconda domanda: ,
.

-
;
-
;
-
;
-
;
-
;
-
;
-
;
-
;
-
;
-
-
-
Svolgimento punto 1.
Da , segue che
. Poiché i vettori
e
sono indipendenti si ha anche
, ossia
e il sistema
ne costituisce una base.
Svolgimento punto 2.
Dunque
Pertanto , e una sua base è
Svolgimento punto 3.




Svolgimento punto 4.
Dunque la matrice non è invertibile, e il sottospazio considerato ha dimensione minore di .
Osserviamo però che
sono linearmente indipendenti (in quanto non sono uno multiplo dell’altro).
pertanto, il sottospazio considerato ha dimensione
, e una sua base è
Svolgimento punto 5.
Dunque la matrice è invertibile, e il sottospazio considerato ha dimensione e una base è:
Svolgimento punto 6.

Procediamo come sopra per capire se la dimensione del nostro sottospazio è (viene utilizzato lo sviluppo di Laplace secondo la prima colonna):
Dunque la matrice è invertibile, e il sottospazio considerato ha dimensione .
Una sua base è:
Svolgimento punto 7.
Dunque:
Inoltre, è immediato notare che , da cui:
Procedendo come sopra calcoliamo mediante lo sviluppo di Laplace il determinante della seguente matrice:
Dunque i vettori considerati sono linearmente dipendenti.
Notiamo che il rango della matrice è e le prime tre colonne sono linearmente indipendenti, essendo non singolare il minore in basso a sinistra:
Si osservi infatti che , quindi il quarto polinomio è superfluo.
Dunque una base è
.
Svolgimento punto 8.
Dunque:
Inoltre, è immediato notare che , da cui:
Calcoliamo ora il determinante della matrice associata a questi vettori (ci serviamo dello sviluppo di Laplace a partire dalla prima colonna):
Dunque i vettori considerati sono linearmente indipendenti. Ma allora:
Dunque, una base per il nostro spazio è
Svolgimento punto 9.
Dunque:
Calcoliamo ora il determinante della matrice associata a questi vettori (ci serviamo dello sviluppo di Laplace a partire dalla prima colonna):
Dunque i vettori considerati sono linearmente indipendenti, e si ha
Dunque, una base per il nostro spazio è
Svolgimento punto 10.
il che implica direttamente:
\E immediato notare che
sono linearmente indipendenti, in quanto non multiple l’una dell’altra.
Dunque, il sottospazio considerato ha dimensione , e una sua base è data da
Svolgimento punto 11.
Concludiamo che le tre matrici sono linearmente indipendenti, ossia la dimensione del sottospazio considerato è .
Dunque, una base per il nostro sottospazio è:
Svolgimento punto 12.
Concludiamo che le tre matrici sono linearmente indipendenti, ossia la dimensione del sottospazio considerato è .
Dunque, una base per il nostro sottospazio è


-
;
-
;
-
.
Svolgimento punto 1.
![Rendered by QuickLaTeX.com \mathbb{R}_{\leq 2}[x]](https://quisirisolve.com/wp-content/ql-cache/quicklatex.com-9de0011e43224db4345726589bb36788_l3.png)


![Rendered by QuickLaTeX.com \operatorname{dim} \mathbb{R}_{\leq 2}[x]=3](https://quisirisolve.com/wp-content/ql-cache/quicklatex.com-44c5b75f251401ca7e44182e8fbcd61d_l3.png)


![Rendered by QuickLaTeX.com \mathbb{R}_{\leq 2}[x]](https://quisirisolve.com/wp-content/ql-cache/quicklatex.com-9de0011e43224db4345726589bb36788_l3.png)

Svolgimento punto 2.
Dunque, affinché i due spazi siano uguali, basta che abbiano la stessa dimensione.
Per determinare i che vanno bene calcoliamo il determinante della matrice che ha come colonne i vettori che generano il nostro sottospazio (usiamo lo sviluppo di Laplace secondo la prima colonna della matrice):
I valori di per cui i tre vettori sono linearmente dipendenti sono quelli che annullano il determinante, ovvero:
Da cui segue l’uguaglianza considerata è valida .
Svolgimento punto 3.
![Rendered by QuickLaTeX.com \mathbb{R}[x]](https://quisirisolve.com/wp-content/ql-cache/quicklatex.com-9e739e072404d61c39e999bf561f5f39_l3.png)



- Dimostrare che anche
è una base una di
.
- Stabilire poi se
è una base di
.
Svolgimento punto 1.




soddisfa entrambe le proprietà.
Verifichiamo dunque che i quattro vettori sono linearmente indipendenti. La matrice che ha come colonne i vettori delle coordinate dei vettori dati rispetto la base è
Calcoliamo il determinante di mediante sviluppo di Laplace:
Questo implica che è invertibile, dunque il rango è
e i nostri vettori sono effettivamente una base.
Svolgimento punto 2.
La matrice stavolta è
Calcoliamo il determinante di mediante sviluppo di Laplace:
I vettori dati sono dunque linearmente dipendenti e non formano una base di , ma generano un sottospazio vettoriale di dimensione
. Infatti la matrice
contiene il
seguente minore 3×3 invertibile:






Svolgimento.




soddisfa entrambe le proprietà. Verifichiamo dapprima che i tre vettori sono linearmente indipendenti.
Presi ed
, vale infatti che
ma essendo ,
,
una base di
, questo implica che
ovvero,
Dunque i vettori di rimangono linearmente indipendenti.
Osserviamo che non è necessario verificare che generano
infatti, essendo
una base di
, necessariamente
e dunque
è un sistema massimale di vettori linearmente indipendenti e dunque una base.

base dello spazio accanto indicato:
-
-
;
-
;
-
;
-
Svolgimento punto 1.






Per completarlo a base di basta quindi aggiungere
, per ottenere
Svolgimento punto 2.



Per completare a base di
basta aggiungere
e
. Infatti
come è stato dimostrato nell’esercizio 23 .
Svolgimento punto 3.



risulta invertibile.
Per calcolare il determinante di applichiamo lo sviluppo di Laplace alla prima riga e successivamente alla seconda del minore 3×3 che ne segue:
Questo conclude l’esercizio
Svolgimento punto 4.
Non essendo uno multiplo scalare dell’altro, i due polinomi risultano linearmente indipendenti. Per completare a base di ci basta aggiungere
e
.
Per mostrare che
Rappresentiamo i 4 vettori in forma matriciale rispetto alla base di
e mostriamo che la matrice risultante, che chiamiamo
è invertibile:
Dove abbiamo applicato la regola di Laplace sulla prima colonna e successivamente sulla seconda. Come prima, questo ci permette di concludere l’esercizio.
Svolgimento punto 5.


ha entrate non nulle in ogni componente.
Un esempio di completamento a base di sarà quindi l’insieme formato da









Svolgimento.





risulta invertibile.
Calcolando il determinante di mediante la regola di Sarrus otteniamo
ovvero che è invertibile se e solo se
. Per questi valori i tre vettori saranno quindi una base di
.
Per invece,
mentre
e
sono linearmente indipendenti non essendo uno multiplo dell’altro, dunque:
- per
,
e
- per
,


Svolgimento.


Calcoliamo a questo punto il rango della matrice che ha come colonne i 4 vettori:
Applicando la regola di Laplace sulla terza colonna otteniamo:
poiché le ultime due righe sono uguali.
Possiamo quindi concludere che è superfluo, poiché
, e che anche
lo è, essendo
.
Rimangono quindi
e
che sono linearmente indipendenti perché
tale che
Di conseguenza
e







Svolgimento.



Per il teorema di esistenza di una base, possiamo anche supporre che i siano una base di
e quindi
Sia quindi
. Se
, abbiamo concluso.
Supponiamo quindi che
. Esiste allora un vettore non nullo
con
quindi
e
risultano linearmente indipendenti. Anche stavolta abbiamo due casi:
- se
abbiamo concluso,
- altrimenti esisterà un vettore
linearmente indipendente da
e
.
Siamo certi che questo processo che genera vettori di linearmente indipendenti da quelli precedenti termina in
passi, poiché se trovassimo
vettori di
linearmente indipendenti, sarebbero in particolare vettori di
, ma questo è assurdo poiché abbiamo supposto che
.
Da questo risultato segue facilmente la tesi, infatti ripercorrendo l’algoritmo, otteniamo un sistema massimale di elementi linearmente indipendenti (dunque una base) di
e, per quanto osservato, si ha
dunque
Per la seconda parte dell’esercizio, assumiamo allora che . Scelta una base
di
, osserviamo che se esistesse
con
, i vettori
risulterebbero
vettori linearmente indipendenti di
dunque
, assurdo.
Ulteriori esercizi di geometria
In questa sezione vengono raccolti molti altri esercizi che coprono tutti gli argomenti di geometria proposti all’interno del sito con lo scopo di offrire al lettore la possibilità di approfondire e rinforzare le proprie competenze inerenti a tali argomenti.